Contiamo insieme – 4 al NATALE

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O Astro che sorgi,

splendore della luce eterna,

sole di giustizia:

vieni, illumina chi giace nelle tenebre

e nell’ombra di morte

(Antifona 21 dicembre novena di Natale)

 

Gesù viene paragonato a una stella. Chi non si è mai messo con il naso all’insù a guardare le stelle? Chi non ha mai espresso un desiderio vedendo una stella cadente? Le stelle ci hanno sempre accompagnato nelle notti piu buie in una passeggiata notturna e anche i magi sono guidati a Gesù grazie alla stella. In una notte buia nasce una stella a illuminarne l’oscurità.

Nasce una Stella per dirmi una cosa che credevo impossibile: il mio buio, la mia notte non esclude la sua venuta, anzi è proprio nelle notti più buie che si possono vedere le stelle.

Non devo più alzare lo sguardo, perché Gesù viene ad abitare in mezzo a noi, per illuminare le nostre notti. È nata una Stella per illuminarci la via, per dare luce alle nostre speranze, ai nostri desideri. 

 

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Fretta

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LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Ct 2,8-14 oppure Sof 3,14-17

Salmo: Sal 32 (33)

Vangelo: Lc 1,39-45

 

Per Maria comincia un viaggio, Ella ci anticipa quello che Gesù farà: incontra.

Come per Lei anche per noi, la nostra vita è un insieme di incontri, viaggi, storie e poi c’è un elemento che ci sembra quasi familiare: la fretta. Le nostre giornate scorrono così veloci che da poco ci sembra iniziato dicembre, che siamo già a Natale!

Com’è la fretta di Maria? È la fretta di una donna che vuole andare a vedere sua cugina e il miracolo che in lei è stato compiuto. È una fretta che smuove, fa alzare e mettersi in viaggio. Come potremmo chiamarla questa “fretta” con un altro termine? È la pienezza del Suo amore, che non ha pace finché non ha raggiunto i suoi figli e li sa al sicuro. È la premura di un Padre verso i suoi figli, è il desiderio di Dio di incontrarti! È quasi come se avesse “fretta” che tu lo conosca, ci hai mai pensato? A Dio interessa che tu non abbia più paura, che tu non ti senta più in colpa per le tue colpe, Lui, in fretta, ti ha perdonato. Egli desidera dirti che anche nella frenesia della tua giornata è con te, è al tuo fianco; anche se lo metti in un angolo della tua casa, lì nel presepe accanto all’albero, Lui non si ferma lì, si alza e si mette in viaggio con te.

Alzati, viaggia, cammina in fretta, ma ricorda: non c’è una vita che non sia nella Pienezza e che dentro di te hai il desiderio di Dio.

 

 

 

 

Contiamo insieme -5 al NATALE

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O Chiave di Davide,

scettro della casa di Israele,

che apri, e nessuno può chiudere,

chiudi, e nessuno può aprire:

vieni, libera l’uomo prigioniero,

che giace nelle tenebre e nell’ombra di morte

  (Antifona 20 dicembre novena di Natale)

 

Gesù viene paragonato alla chiave. Egli è la chiave che ci apre la strada verso l’incontro con Dio. È una garanzia il fatto che Lui apra e nessuno può chiudere. Quando sentiamo il nostro cuore chiuso e ci sembra difficile proseguire il cammino, abbiamo un bambino che è la chiave per liberarci dalle nostre prigioni.

Il Signore non ci lascia nel buio, e dà alla luce un figlio, e in questa nascita è come se stessimo venendo alla luce anche noi. Siamo fatti per la luce, siamo fatti di luce, le nostre ombre fatte di paure, peccati, in Lui sono illuminati e liberati.

Egli è la chiave che illumina non per farci vedere i nostri sbagli, i nostri errori, ma per farci vedere il suo perdono, per farci vedere che anche attraverso di questi, venire alla luce è possibile.

Vieni chiave di Davide,

nasci e libera il nostro cuore

per l’incontro con Te.

 

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Partecipi di un segno

 

 

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LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Is 7,10-14

Salmo: Sal 23 (24)

Vangelo: Lc 1,26-38

 

Sia la prima lettura che il Vangelo di oggi, ci parlano dell’iniziativa di Dio.

Da Dio Maria riceve l’annuncio dell’Angelo, da Dio sa di sua cugina Elisabetta ed è da Dio che riceve un dono: diventare la Madre di colui che verrà chiamato Figlio dell’altissimo. Una storia che ha tutti i tratti della nostra quotidianità: una città, una donna, un incontro, come mai? Perché anche la nostra storia è avvolta da un segno: Gesù stesso.

La nostra vita diventa parte di ciò che abbiamo appena ascoltato, perché siamo parte della storia di Dio; ed essendone parte come si interseca la vita di Elisabetta con quella di Maria, così anche la nostra si interseca con la loro. Come Maria ha detto di si a Dio, anche noi siamo invitati a fare del nostro quotidiano un si a Dio. E se dicessimo no cosa accadrebbe? Dio non smetterebbe mai di cercarci. Il Regno di Dio non ha fine proprio perché anche noi, nati anni dopo, possiamo sentirci partecipi di questo grandioso segno che è: l’incontro tra Dio e l’uomo. Dio e l’uomo non sono più distanti ma vicini e anche se adesso ti senti lontano, e ti sembra strano tutto quello che stai leggendo non importa, l’iniziativa di Dio è già in atto: è una promessa!

 

 

 

Contiamo insieme -6 NATALE

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O Radice di Iesse,

che ti innalzi come segno per i popoli:

tacciono davanti a te i re della terra,

e le nazioni t’invocano:

vieni a liberarci, non tardare.

(Antifona 19 dicembre novena di Natale)

 

A tutti noi che cerchiamo un segno, per noi e la nostra storia, il segno è un bambino. “I re della terra” oppure potremmo dire, ciò che ci governa dentro di noi, ciò a cui noi stessi ci pieghiamo, dinanzi a questo segno tacciono. È questa la vera liberazione: scoprire che non siamo più legati dai nostri idoli, dai nostri peccati, dalle nostre fragilità, dal nostro modo di pensare, ma che dentro di noi viene a regnare un bambino. 

Fermiamoci a contemplare questo segno, soffermiamoci a pensare a tutte le nazioni che lo invocano, che segno volevano? Cosa si aspettavano? Non è detto, ma tutti erano bisognosi di un segno da Dio. Sicuramente Dio ci ha stupito, ci ha dato il segno più tenero che potevamo immaginare, ed è in quello stupore che ci ha liberato da un’idea di Dio per la vera immagine di Dio. Fermati a contemplare, cosa vedi? Un Dio che si può tenere in braccio.

 

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Miracoli

 

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LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Mi 5,1-4a

Salmo: Sal 79 (80)

Seconda lettura: Eb 10,5-10

Vangelo: Lc 1,39-45

 

Il bambino in grembo a Maria non è ancora nato ed è già capace di fare sussultare, non è venuto alla Luce ed è già avvenuto un miracolo: quello di Elisabetta. Non è possibile immaginare una cosa così grande, ma è possibile riconoscerla, proprio come ha fatto Elisabetta, proprio come ha fatto Maria.

Due vite “impossibili” diventano luogo di nascita per due bambini, il loro stesso corpo diventa luogo di custodia, di cura della cosa più tenera del mondo: un bambino. Gesù con il suo stesso corpo diventerà luogo di dono, diventerà pane, nutrimento, per entrare in noi, per rendere le nostre vite a volte “impossibili” luogo di Dio. Ciò che hanno vissuto queste due donne non è lontano da quello che possiamo vivere anche noi, ma con una differenza: lo riconosciamo? Ci riconosciamo come luogo dove poter generare vita? Ci riconosciamo tra di noi “miracoli”? Si, perché ciascuno di noi è un miracolo già adesso, grazie a quel Dio bambino nel grembo di una donna; allora:

Salve a te che leggi, sussulta di gioia perchè oggi Dio è entrato nella tua casa.

 

 

 

 

Contiamo insieme -7 al NATALE

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O Signore, guida della casa di Israele,

che sei apparso a Mosè nel fuoco del roveto,

e sul monte Sinai gli hai dato la Legge:

vieni a liberarci con braccio potente.

(Antifona 18 dicembre novena di Natale)

 

L’antifona di oggi, ci guida su che cosa viene a liberarci il Signore: da tutto ciò che ci imprigiona e non ci fa respirare, da tutto ciò che ci paralizza, dal nostro desiderio di segni straordinari, per fare spazio a un segno pieno di tenerezza: un bambino.

Questo bambino è un segno della potente tenerezza di Dio che non usa la forza per liberarci, ma la dolcezza di un amore ancora in fasce. “Il fuoco” e “la legge”, sono tenute in braccio, questo bambino che diventerà un uomo, di queste due cose ne farà una: Amore.

Ci viene donato un bambino che ci indica la direzione: il cuore di Dio e ci insegna la fiducia dell’essere portati in braccio.

 

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Con noi

 

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LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Ger 23,5-8

Salmo: Sal 71 (72)

Vangelo: Mt 1,18-24

 

Viene alla luce un figlio il cui nome è proprio “Dio con noi”. Un nome che è una garanzia per la nostra vita: dinanzi a tutto ciò che viviamo Dio è con noi, è già presente.

Nelle situazioni di peccato, nei periodi difficili, tendiamo a pensare di essere soli, sentiamo il buio attorno a noi, ed è proprio in questo buio che viene alla luce un bambino. A destare Giuseppe dal sonno non è l’angelo, ma l’avvento di quel bambino che lo spinge ad agire, così è anche per noi; Gesù viene per incontrarci, per farci destare dal nostro buio, dalle nostre paralisi e prendere vita. È un bambino che dà luce al nostro buio e lo illumina al punto da poterci far vedere che Dio è con noi!

Non sentiamoci lontani quasi che sia impossibile raggiungerci, siamo stati raggiunti da colui che: “ha ricondotto la discendenza della casa d’Israele dalla terra del settentrione e da tutte le regioni dove li aveva dispersi”, cioè ci ha ricondotto a casa. Non siamo più dei dispersi, il nostro buio ha trovato la luce, nel nostro cuore si è riaccesa la speranza.

 

 

Contiamo insieme – 8 al NATALE

 

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“O Sapienza che esci dalla bocca dell’Altissimo,

ti estendi ai confini del mondo,

e tutto disponi con soavità e con forza:

vieni, insegnaci la via della saggezza”.

(Antifona 17 dicembre novena di Natale)

 

Nel nostro mondo fatto di silenzi, parole, paure, sogni e speranze, viene ad abitare una Parola per indicarci la via. Ovunque siamo, non gli siamo indifferenti, pur di non perderci estende la sua Parola ai confini del mondo.

La Parola che esce della bocca dell’Altissimo ha un Volto, è un bambino che ha già tutte le caratteristiche del Padre. 

 

Vieni a nascere in noi o Signore, 

facci conoscere Dio tuo Padre, nostro Padre. 

Vieni a insegnarci chi sei: 

Parola soave come un bambino e

 forte come un uomo. 

In Te tutto si unisce:

 passato e presente, 

buio e luce, 

gioia e dolore.

 Vieni e nasci, 

così che anche noi in questo Natale

 possiamo rinascere in Te.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

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Figli

 

 

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LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Gn 49,2.8-10

Salmo: Sal 71 (72)

Vangelo: Mt 1,1-17

 

Aprendo la pagina del Vangelo di oggi troviamo un elenco di nomi, una genealogia che da Abramo arriva a Gesù. Una lunga lista in cui l’attenzione si concentra su un dettaglio comune: sono tutti figli. Gesù con la sua vita ci dice che siamo Figli di Dio, inserisce anche noi in questa genealogia. Ci immette nella storia dei figli di Dio, una storia fatti di errori, sbagli, ma anche di fede e di speranza e non solo, con Gesù “l’ultimo della lista”, il Dio dei nostri avi ha un volto: Gesù stesso.

Noi, la nuova generazione, siamo la generazione del Volto, siamo coloro che possono testimoniare che Dio ha un volto umano, possiamo dire che ci è vicino. A pochi giorni dal Natale, sentiamoci parte di questo grande giorno che segna anche la nostra storia e la riempie di una promessa. Per quanto la nostra storia sia fatta di fatiche e di sbagli, come di gioie e soddisfazioni, abbiamo alle nostre spalle una promessa che prende vita: sarai mio Figlio per sempre.

Ecco, oggi guarda alla tua storia e sentila riprendere vita, senti ciò che non avevi mai sentito ma che è da sempre: sei Figlio di Dio. I tuoi errori e sbagli sono perdonati, le tue paure e angosce hanno finalmente un volto in cui confidare. Dio che è tuo Padre, ha mandato suo Figlio affinché tu non ti sentissi abbandonato, ti ha donato un’eredità, affinché i tuoi figli e i figli dei tuoi figli, avessero un luogo speciale dove nascere: il cuore di Dio.