Andate

Screenshot_20240425_023142

GIOVEDÌ 25 APRILE 2024

SAN MARCO, EVANGELISTA – FESTA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

“Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura.” Un invito questo che S. Marco ha compiuto con tutta la sua fede, con tutto il suo cuore. Testimoniare che il disegno di salvezza compiuto da Dio in Gesù Cristo, è respiro di gioia e di comunione per tutta l’umanità, in ogni angolo della terra.

Sant’Ireneo, scrive: “Come il sole, creatura di Dio, è unico in tutto l’universo, così la predicazione della verità brilla ovunque e illumina tutti gli uomini che vogliono giungere alla conoscenza della verità”.

In questo compito nessuno è da solo, e come allora, “il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano”, cosi oggi continua a vivere nei nostri cuori, nei nostri gesti di umanità, di carità.

È stupendo pensare che il Dio che abita i cieli, percorre le strade della terra con noi; ogni giorno agisce anche per mezzo nostro, nonostante le nostre storture, gli errori, le debolezze.

Dio si fida di noi, ci affida il dono della sua creazione, ci affida le sue creature, perché riconosciamo e diciamo la sua grandezza, annunciamo che il Vangelo è vita, è gioia, è esultanza nello Spirito, è sguardo nel futuro di Dio. Anche noi uniti a Lui, nel suo nome, possiamo essere portatori di quella Parola che genera vita, di un amore ricevuto e ora donato.

“Signore,

aiutami ad andare in mezzo alla gente,

per dire una parola che porti verità, amore.

Quella Parola sei Tu,

una Parola che anzitutto è vita, relazione.

Aiutami Signore

a sentire sempre il tuo amore,

fa che sia sempre Tu

la forza che cerco,

l’amore al mio fianco.”

{Shekinaheart eremo del cuore)

Lunedì dell’angelo

 

Screenshot_20240401_012420

 

 

01 APRILE 2024

LUNEDÌ FRA L’OTTAVA DI PASQUA

Nella tradizione spirituale, la gioia è il segno della presenza di Dio

Alla nascita di Gesù l’angelo dice: vi annuncio una grande gioia; le donne davanti al sepolcro vuoto corrono con gioia grande a dare l’annuncio della resurrezione. Non hanno ancora visto il Signore, ma la fede le spinge a credere, cosi tra la paura e la gioia, emerge la gioia più grande della paura.

La gioia da un annuncio di vita. Gesù si mostra, incontra le donne, “esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono”. Una gioia incontenibile, un amore che vuole trattenere. Lo stupore non basta, Dio lo si adora chinati a raccogliere un mistero di vita, un germoglio uscito dal cuore della terra per vedere il miracolo del cielo.

Dove cercare la gioia che dona pienezza di vita al cuore, se non in un Dio che risorge?

“Cerca la gioia nel Signore esaudirà i desideri del tuo cuore” (Sl 36,4). E qual’è la nostra gioia se non il desiderio di incontralo di trovarlo, vivo, presente?

La fede in Gesù risorto si fa audacia di annunciarlo, di mettersi in cammino lungo i sentieri della vita per raggiungere tutti, vicini e lontani, per raccontare un evento di salvezza.

Camminare è il verbo del discepolo, del Risorto, è abbandonare il sepolcro per correre sulle strade della storia, una storia gia abitata da Cristo risorto.

“Signore,

il Tuo annuncio corre sino a me:

sei risorto!

La Tua risurrezione è il passo di vita nelle mie “morti”.

Tu luce che rifletti nel buio,

sole del mattino,

stella delle notte,

vieni e risplendi nel mio cuore,

così che risorga anch’io io camminando verso di Te.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

 

 

Non temere, Maria

Screenshot_2023-03-25-03-14-20-988~2

SABATO 25 MARZO 2023

ANNUNCIAZIONE DEL SIGNORE – SOLENNITÀ

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Is 7,10-14; 8,10c

Salmo: Sal 39 (40)

Seconda lettura: Eb 10,4-10

Vangelo: Lc 1,26-38

“A queste parole ella fu molto turbata.”

Un annuncio sconvolgente raggiunge Maria, il turbamento le invade il cuore, e prima che lo smarrimento prenda il sopravvento, arrivano le parole consolanti dell’angelo: “Non temere, Maria”.

Dio sa di che stoffa siamo fatti, ma questo non lo preoccupa, entra nella vita di Maria per farne un capolavoro, per riempirla di vita. Entra anche nelle nostre vite sebbene abbiano turbamenti, emozioni confuse, ci sentiamo poveri e inadeguati. Egli ripete non temere la tua povertà, perché avrai vita dalla grazia.

Cosi Maria viene colmata di Grazia, Dio si è chinato su di lei, perché trabocchi di Dio e da questo fiume di grazia germogli un figlio, seme della vita Divina: Gesù.

Un annuncio che illumina la storia a partire dal buio di un grembo, dove solo Maria sapeva che l’origine di quel seme, veniva dalle parole dell’angelo.

Come Maria, anche noi siamo chiamati ad aiutare il Signore ad incarnarsi in questo mondo, prendendoci cura della sua parola, a renderlo vivo e presente, nel nostro vissuto, ad amare questo Dio bambino, che vivrà nella misura in cui sarà amato. Perciò lasciamo da parte le paure e i turbamenti per non perdere il tempo di Dio, il dono della sua grazia.

“Maria,

ti affido questo tuo figlio che sono io,

fatto di paure e di speranze,

di fragilità e tenerezza.

Maria, abbi cura di me.

Tu, che hai fatto della tua vita un Si a Dio,

rendi il mio cuore libero,

affinché anch’io nonostante il buio del mio cuore,

possa portare alla luce un frutto di speranza:

l’amore per Tuo figlio, Gesù, che ci hai donato,

per essere la nostra forza e la nostra gioia, per sempre”.

(Shekinaheart Eremo del cuore)

 

Bisognosi di speranza

bisognosi di speranza

 

DOMENICA 11 DICEMBRE 2022

III DOMENICA DI AVVENTO – ANNO A

 

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Is 35,1-6a.8a.10

Salmo: Sal 145 (146)

Seconda lettura: Gc 5,7-10

Vangelo: Mt 11,2-11

 

Il Vangelo di oggi ci fa riflettere sulle nostre insicurezze: Giovanni si trova in carcere e da lì manda i suoi a chiedere, se Gesù era il Messia che egli stesso aveva precedentemente annunciato. Sembra un controsenso, quasi a mettere in discussione il proprio annuncio. Questo può capitare anche a noi, all’Interno di un cammino di fede provare il dubbio, sentire di aver bisogno di rinnovare la speranza in Dio. Gesù lo sa e non lo rimprovera anzi, dice ai discepoli di Giovanni di riferirgli cosa hanno visto: “i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo”.

La fede richiama alla fede e Giovanni si dovrà fidare dei suoi discepoli: dovrà vedere con gli occhi degli altri ed ascoltare una parola riferita.

Questo Vangelo ci viene incontro per rassicurare le incertezze, per portare pace al timore del nostro cuore bisognoso di speranza.

Ci sono dei segni ben visibili che testimoniano la vicinanza del Natale, le strade piene di luci, gli addobbi, tutto risuona l’imminenza della festa, ma Gesù ci dona un segno ben più forte: la Sua Parola, affinché il nostro cuore si prepari alla Sua nascita.

Oggi è la domenica in gaudete, ovvero della gioia. Gioia di che cosa? Di Gesù venuto sulla terra a dare conforto alle nostre incertezze, a custodire il cuore dell’uomo, a dare forza alle debolezze, così da poter dire come i discepoli di aver visto cose meravigliose.

“Signore,

donami tu un segno di speranza,

liberami il cuore dall’incertezza,

e sii il mio conforto.

Quando il dubbio mi assale, sostienimi,

nell’angoscia, confortami,

Nasci in tutti i cuori che come me sperano, lottano e soffrono,

ho bisogno che sia Natale anche per me, per tutti”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

 

Alza lo sguardo

 

 

Screenshot_2021-12-15-07-15-25-515~2

 

 

 

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Is 45,6b-8.18.21b-25

Salmo: Sal 84 (85)

Vangelo: Lc 7,19-23

 

“Sei tu colui che deve venire?”. Una domanda che sembra strano sia proprio Giovanni a formularla, visto che è egli stesso ad annunciare la venuta di Gesù. Come mai viene raccontato questo episodio? Per rispondere a noi! Quando ci assale l’incertezza e lo sconforto, sappiamo chi è il Signore, ma ci chiediamo se davvero verrà per noi e abbiamo bisogno di un ulteriore conferma, allora ci viene incontro sia il Vangelo che la prima lettura a dirci “Io sono il Signore, non ce n’è altri”.

Da dove viene questa certezza?

È Gesù stesso che la comunica, compiendo azioni che nessun’altro potrebbe fare e invitando i due discepoli di Giovanni a essere dei testimoni di ciò che hanno veduto. È un invito alla fiducia, a rafforzarci e a comprendere che tutto ciò che avviene è perché gli sta a cuore.

E tutti noi che non abbiamo visto azioni straordinarie, come facciamo a credere?

Alza lo sguardo e guardati intorno, tutto ciò che è creato è un miracolo, non hai più bisogno di chiedere, ma di vivere dentro questo miracolo, sei tu stesso un miracolo.