Fragilità e misericordia si sono incontrate

 

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15 LUGLIO 2022

VENERDÌ DELLA XV SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Is 38,1-6.21-22.7-8

Salmo: Is 38,10-12.16

Vangelo: Mt 12,1-8

 

I discepoli hanno fame come l’umanità affamata, con i suoi bisogni e ci siamo anche noi, con le nostre fragilità e paure ed il Signore ci è accanto.

C’è un’unità di fondo che unisce Dio e l’uomo, che a volte si manifesta persino nella mancanza, e ci troviamo in ricerca, perché l’unica cosa necessaria sia cibarsi di Lui, poiché come i discepoli non sappiamo stare senza pane.

Gesù è il pane della vita, l’invito è mettersi dinanzi a Dio così come siamo, affinché ogni nostro errore, fragilità o mancanza sia abbracciata, dalla Sua Misericordia.

Come il grano è un elemento del pane, così la Misericordia è un tratto del volto di Dio. I discepoli si trovano a cibarsi di un perdono capace di saziare quella fame profonda, e da esso uscirne rinnovati.

Quel sabato non sarà un giorno come un altro, ma ne verrà celebrato il ricordo, sarà letto come un racconto in cui Gesù difenderà i suoi, ma nella memoria del cuore, ciascuno sentirà risuonare in sé il sapore del pane, luogo dove fragilità e Misericordia si sono incontrate.

“Signore,

affido alle Tue mani la mia vita.

Essa è fatta di fatiche e sbagli

di cui a volte vorrei cancellarne il ricordo.

Di una cosa sono certo:

Tu non smetterai mai di credere in me.

Guardando al mio cammino,

comprendo quanto la mia fragilità

possa essere un luogo d’incontro con te.

Oggi voglio guardarmi come mi guardi Tu

e fidarmi della Tua speranza.

Se cado mi rialzerò, se inciampo Tu ci sarai

e quando non ti sentirò

tornerò a cercarti,

perché sei Tu il primo ad avermi ritrovato”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

Nel Tuo cuore, la mia speranza

 

Nel Tuo cuore,la mia speranza

 

VENERDÌ 24 GIUGNO 2022

SACRATISSIMO CUORE DI GESÚ – SOLENNITÀ – ANNO C

 

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Ez 34,11-16

Salmo: Sal 22 (23)

Seconda lettura: Rm 5,5b-11

Vangelo: Lc 15,3-7

 

Nella Solennità del Sacro Cuore di Gesù, il Signore ci parla di quanto gli stiamo a cuore! Egli recupera la pecora smarrita, perché non vuole che resti persa per sempre e attraverso quello smarrimento possa fare esperienza di Qualcuno: Dio, pronto a recuperarla.

Il Signore ci ama tanto, profondamente, con tutto il cuore e desidera farci conoscere quest’amore che dona tutto se stesso, perché per Lui ognuno di noi è la Sua gioia.

Dinanzi al suo Sacro Cuore, apriamogli il nostro e preghiamo con fede viva:

“Signore,

oggi a parlare al Tuo cuore, desidero sia il mio.

Cosa aggiungere che Tu non sai?

Eppure il mio cuore ha bisogno di dirti,

perché tutto quello che sento, provo e vivo

sia davanti a Te.

Aiutami a camminare, a rimanere forte

e dove non ce la faccio, ti prego,

sii Tu la mia forza.

Spesso vorrei urlare: “vienimi a cercare”,

ma se sono qui a parlare con Te

e perché mi hai trovato.

E allora voglio dirti grazie,

perché non mi hai lasciato solo.

Hai voluto credere in me e amarmi.

Ad un cuore trafitto solo l’Amore può parlare,

ed il Tuo è capace di irrorare

ogni dolore, ferita e fatica.

Gesù, confido nel Tuo amore,

confido nella Tua forza,

nel Tuo cuore ripongo la mia speranza”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

 

Scoprire il cielo

 

scoprire il cielo

 

 

 

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: Est 4, 17

Salmo: Sal 137 (138)

Vangelo: Mt 7,7-12

 

Nel Vangelo di oggi il Signore ci invita a chiedere, cercare, bussare, per ricevere e trovare aperto. La condizione che ci spinge a compiere queste azioni precedentemente suggerite, diventa il canale per fare esperienza di un Dio che come Padre non ci dona pietre, ma pane. È il Padre dalle cose buone, è quella casa dove trovata aperta la porta, si sente il profumo del pane. Da figli è possibile fare casa con Dio!

“Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti”. Sembra una frase staccata dal contesto di questo brano; in verità, il Signore ci sta chiedendo di fare un passo in più nel nostro cammino: non solo ci invita a chiedere, cercare, bussare, ma a fare di quest’esperienza di paternità un’apertura, un dono per gli altri, che come noi cercano, arrancano, faticano.

L’impegno a cercare, diventa il canale per comprendere e aiutare con gesti semplici, come una parola, un po’ di comprensione, una preghiera, perché il ricevere e il trovare Dio non lascia fermi.

Solitamente dopo aver trovato una cosa, ne diventiamo sazi, il Signore dona un pane che non ci rende mai sazi e chiama a vivere un cammino di comprensione e Misericordia tra noi.

Pieni di quest’amore ricevuto, possiamo dare a chi come noi è in ricerca, un po’ di ciò che siamo, per aiutarci a vivere tutti un pezzo di cielo. A volte abbiamo bisogno di qualcuno che ci aiuti a scoprire il cielo, ad aprirlo, per arrivare a toccare e far toccare l’amore di Dio. Chiedi, cerca, bussa, non mollare mai, perché per te c’è un pezzo di cielo da scoprire, toccare, aprire.

 

Che cosa cercate?

 

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LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: 1Gv 3,7-10

Salmo: Sal 97 (98)

Vangelo: Gv 1,35-42

 

Gesù si volta indietro e cosa vede? Due uomini mossi dal desiderio di conoscerlo. Gesù voltandosi non vede solo due uomini, ma due storie di vita. Si volta affinché tu non abbia più bisogno di guardare indietro, Egli vede la tua storia, perché tu possa camminare in avanti e chiede: “che cosa cercate?” Come mai questa domanda? È un invito a ripartire da qui, dai tuoi desideri, dalle tue speranze, da tutto ciò che hai nel cuore e ti garantisce che Egli cammina avanti a te. Egli voltandosi vede il passato e la tua storia e desidera risanarla. Hai una strada che per quanto difficile sia, è fatta per andare avanti nonostante tutto, attraverso tutto, con tutto quello che sei.

Che cosa cerchi?

È la domanda che va diritta al cuore! Tutti cerchiamo qualcosa, qualcuno e siamo inquieti fino a quando non lo troviamo. È una domanda che indica una direzione, e allo stesso tempo ci dà un’implicita risposta: colui che ti domanda è colui che è con te, è venuto a dare voce a tutto il nostro sentire inquieto per dargli pace, affinché tu andando avanti possa camminare.