Giuseppe

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MERCOLEDÌ 01 MAGGIO 2024

SAN GIUSEPPE LAVORATORE – MEMORIA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Oggi celebriamo la memoria di San Giuseppe lavoratore, un uomo giusto come lo definisce il Vangelo, che con il lavoro delle sue mani, provvedeva il sostentamento per la famiglia.

Ogni lavoro che svolge l’essere umano lo rende costruttore della terra, compartecipe di quel primo lavoro che Dio ha creato e consegnato alle mani dell’uomo, perché vi possa vivere e lo possa custodire.

Scrive Isaia: “egli, il Dio che ha plasmato e fatto la terra e l’ha resa stabile, non l’ha creata vuota, ma l’ha plasmata perché fosse abitata”(45,18).

San Giuseppe nella quotidianità della sua vita e del suo lavoro, non ha custodito solo il creato, ma con amore di padre, si è preso cura del suo stesso creatore nella persona di Gesù, del Figlio di Dio.

L’umile falegname partecipa in tutto e per tutto al piano di salvezza di Dio: insegna a Gesù la sua arte, cosi che anche Lui lavorerà con mani d’uomo, su questa terra, dove Dio lo ha inviato; insegna a Gesù con l’esempio l’obbedienza alla volontà di Dio, a quel piano di salvezza che porterà a compimento per tutta l’umanità.

A San Giuseppe affidiamo tutto il mondo del lavoro, perché ogni opera compiuta sia strumento di crescita e di sviluppo, conservando quella dimensione spirituale di cooperazione all’opera creatrice di Dio, dono per il bene di tutti gli esseri umani.

“O Giuseppe,

a te rivolgo la mia preghiera,

affinché tu obbediente nella tua famiglia,

mi aiuti a camminare nella mia.

Sostieni i miei passi stanchi,

affinché sappia dare a Dio il frutto di ogni mio lavoro: l’amore.

Sia capace di ascolto, di perdono

e nella mia umana incertezza,

possa la tua famiglia di Nazareth donarmi la forza di guardare in alto, presso Dio.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

 

Sale e luce

sale e luce

DOMENICA 05 FEBBRAIO 2023

V DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO A

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Is 58,7-10

Salmo: Sal 111 (112)

Seconda lettura: 1 Cor 2,1-5

Vangelo: Mt 5,13-16

A Gesù sta a cuore il nostro cammino, proprio per questo ci invita non solo ad essere sale della terra e luce del mondo, ma anche a non perdere il sapore e a non restare spenti.

Egli ci aiuta ad entrare nella profondità di noi stessi, creati da Lui per cose buone, amati, sorretti, affinché non ci perdiamo.

Sale e luce sono esempi semplici, alla portata di tutti, essenziali così da non poter neanche dire: “non lo so”, perché in verità, se stiamo perdendo sapore o luce lo si comprende bene.

È un cammino di verità quello del Vangelo di oggi, per chiederci: dove stiamo andando? So essere sale e luce per chi mi è intorno?

Se ciò non fosse, dobbiamo chiedere a Dio creatore di tutto, di aiutarci a migliorare, a capire come crescere, non per svolgere un “compitino”, ma per realizzare noi stessi.

E questo sarà per noi la via della felicità, poiché corrispondere a ciò per cui siamo chiamati, non è solo fatica e sacrificio, è anche gioia e pace. Come quando mangi qualcosa ed esclami: “buono!”. Oppure in una giornata splendente di sole e dici: “bello!”. Sia così la tua vita, una scoperta della bellezza del creatore, una scoperta di cose belle di cui tu ne fai già parte!

“Signore,

insegnami a dare gusto alla mia vita ed essere luce.

Fa che trovi il coraggio di cambiare ciò che è necessario,

affinché ogni giorno, passo dopo passo,

cammini costruendo me stesso.

Nella difficoltà ch’io possa sentire

la tua mano sostenermi, per darmi coraggio.

Ed io sappia esserlo

per chi accanto ha paura,

teme di cambiare o non sa come fare.

Aiutami ad essere sale della terra e

luce del mondo”.

(Shekinaheart Eremo del cuore)

 

 

 

Creati

 

creati

 

LITURGIA DELLA PAROLA   (clicca qui)

Prima lettura: At 22,3-16 oppure At 9,1-22

Salmo: Sal 116 (117)

Vangelo: Mc 16,15-18

 

Leggendo questo Vangelo, il Signore vuole dirci che siamo Sue creature, non c’è nessuno escluso. A chiunque stia sbagliando o stia facendo del bene, oggi il Signore dice che prima di ogni azione, Egli è il creatore che ha reso il nostro corpo, un corpo vivente, ci ha fatto sue creature, affinché potessimo scoprire che siamo fatti per la vita.

C’è un dono che precede la mia nascita, ed è il pensiero di Dio su di me. Al Signore sta a cuore che in tutto il mondo si sappia questo: siamo sue creature! Nella parola creatura, è racchiuso tutto l’affetto di Dio per noi, c’è l’orgoglio di un Padre che ha creato suo figlio, e tutto il desiderio di bene, affinché il figlio si realizzi, viva e compia il bene.

All’inizio di questo giorno c’è una Parola che mi precede, proprio come quando siamo nati. Egli ha preparato per noi questa giornata, come ha pensato per noi una vita intera, nella quale potessimo crescere da figli. Non importa se in questa vita abbiamo sbagliato, commesso degli errori, o addirittura creduto che la nostra vita non valesse nulla, il Signore oggi ci vuole dire e ci dà la forza che la Sua presenza è già in noi.

Nonostante il male compiuto, l’errore commesso, il bene in noi è più forte del nostro male, e quel bene è la volontà del Padre che ci ha creato. E quando sembra di essere sommersi dalla fatica, soli, di non avere più le forze per poter ricominciare, tutto quello che dobbiamo fare è scoprire il dono di una vita donata, voluta, piena di germi di bene che pensavamo di non avere.

Dove siamo, qualsiasi cosa stiamo facendo, ricordiamoci di quel desiderio che ci ha preceduto e continua a precederci. Afferriamoci a un pensiero, a un’esperienza di bene che abbiamo fatto, all’affetto ricevuto da qualcuno, e pensiamo che Colui che ci ha creato, ha creato anche questo, affinché un giorno potessimo conoscere il desiderio di Dio: essere figli con i segni del Padre, portatori di pace, costruttori feriti, celebratori di vita.