Riflessi di Te

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30 MAGGIO 2023

MARTEDÌ DELLA VIII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Sir 35,1-15

Salmo: Sal 49 (50)

Vangelo: Mc 10,28-31

Molte volte si dice che per seguire Gesù bisogna lasciare tutto. Chi ha lasciato tutto è davvero a posto? In che cosa consiste quel tutto?

La ricchezza di tipo economica può essere un ostacolo, oppure di aiuto. La questione fondamentale del lasciare, si gioca nell’atteggiamento del cuore. L’attaccamento eccessivo può riguardare pensieri, progetti, luoghi o persone. Tutto dipendente da come viviamo, dalla parte in cui è rivolto il nostro cuore.

Ci può essere capitato di desiderare tanto una cosa, e dopo il primo momento di contentezza per averla avuta, non ci ha dato però la felicità. La vera felicità, la ricchezza del nostro cuore, viene dal porre la fiducia in Dio che non ha mai deluso nessuno. Molte volte le cose vanno diversamente da come ce le immaginavamo, eppure bisogna continuare a camminare, a fidarsi di Lui. E se non abbiamo già sperimentato la sua Provvidenza, potremmo farlo ora.

Lasciare tutto per seguire Gesù, ci fa trovare una condizione di vita nuova, ancora più feconda della prima. Qui Gesu non elimina la fatica del cammino, ma la vive con te, perché Lui vuole essere la tua forza. Allora lasciamo tutto, riponiamo quello che pensiamo siano le nostre forze, le nostre ricchezze, per accogliere la sua forza, la ricchezza del suo amore e poter dire agli altri con la vita: Dio mi ha fatto ricco, mi ha dato tutto se stesso per sempre.

“Signore,

aiutami a sentirti “il mio Dio”,

Colui nel quale confidare e posare il cuore.

Sostieni le mie gambe stanche,

che dinanzi a te piego

e libera il mio cuore

da tutto ciò che mi impedisce di camminare.

Donami un cuore che si innalza, e non abbassa,

così che dal cuore, tutto ciò che è accanto a me,

sia un riflesso di TE.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

Ecco tua madre, ecco tuo figlio

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LUNEDÌ 29 MAGGIO 2023

BEATA VERGINE MARIA, MADRE DELLA CHIESA – MEMORIA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura:Gen 3,9-15.20 Oppure:At 1, 12-14

Salmo: Sal 86 (87)

Vangelo: Gv 19,25-34

“Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.”

Questa frase del Vangelo di oggi attraverserà il tempo, la storia, affinché ciascuno possa sentirsi come il discepolo amato, consegnato nella mani della Madre e allo stesso tempo, accoglierla con sé. Vi è un reciproco dono che parte da Gesù, non è un riempire un vuoto poiché da lì a poco Gesù morirà, ma è riorientare la vita a partire da quel dono.

Quell’ora in cui Gesù dona la Sua vita, dona alla Madre un figlio e con lui tutta l’umanità, e dona al figlio la capacità di poterlo essere. L’ora del dono per eccellenza, dove la vita con Lui non solo non muore, ma diventa generatrice di altre vite.

Oggi la Chiesa fa memoria di Maria Madre della Chiesa, oltre che nel termine liturgico di “memoria”, vi è un invito a farne memoria della nostra vita, poiché Maria madre di Gesù è anche nostra e ci accompagna sempre nella gioia come nel dolore delle nostre croci.

Allora affidiamoci a Lei quando nella difficoltà non sappiamo andare avanti; posiamo lo sguardo su Colei che con affetto si prende cura di noi e ci ama. Lasciamo che il nostro cuore comprenda di avere una Madre in cielo, che aspetta ed accompagna ogni nostro passo, cosi da accoglierla nella nostra vita, come Lei ha già fatto con la nostra.

“Maria,

accogli me, tuo figlio.

Sono qui,

in attesa di un Tuo gesto,

poiché il vuoto attorno a me è enorme.

Ma il Tuo cuore è più grande

tanto da abbracciare ogni mio timore

e restituire quella pienezza che andavo cercando

e che Gesù con Te mi ha donato.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

 

Pentecoste

Pentecoste

 

28 MAGGIO 2023

DOMENICA DI PENTECOSTE – MESSA DEL GIORNO – ANNO A

 LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: At 2,1-11

Salmo: Sal 103 (104)

Seconda lettura: 1Cor 12,3b-7.12-13

Vangelo: Gv 20,19-23

Alle porte a volte chiuse del nostro cuore, il Signore ci dona il Suo Spirito, affinché ci possa rinfrancare e sostenere, aiutare e alleviare ogni qualvolta, dinanzi alle difficoltà ci dimenchiamo di Lui.

Lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, ma viene anche a dare forza, li dove ci manca. E sarà proprio questo dono a darci la pace. Pace a voi, pace perché il Signore non se né è andato, non ci ha lasciato soli, e lo dimostra attraverso quel soffio di vita che dona a noi, affinché possiamo camminare come Chiesa, a casa nostra, portatori di uno spirito che mai finirà.

Oggi allora, chiediamo questo dono, chiediamo anzitutto di saperlo accogliere nelle nostre vite e non temiamo piu nulla, perché se lo Spirito è con noi, la pace scenderà e sarà una gioia piena, consolante, traboccante, preparata per noi da sempre e per sempre.

Sequenza

Vieni, Santo Spirito,

manda a noi dal cielo

un raggio della tua luce.

Vieni, padre dei poveri,

vieni, datore dei doni,

vieni, luce dei cuori.

Consolatore perfetto,

ospite dolce dell’anima,

dolcissimo sollievo.

Nella fatica, riposo,

nella calura, riparo,

nel pianto, conforto.

O luce beatissima,

invadi nell’intimo

il cuore dei tuoi fedeli.

Senza la tua forza,

nulla è nell’uomo,

nulla senza colpa.

Lava ciò che è sórdido,

bagna ciò che è árido,

sana ciò che sánguina.

Piega ciò che è rigido,

scalda ciò che è gelido,

drizza ciò che è sviato.

Dona ai tuoi fedeli,

che solo in te confidano

i tuoi santi doni.

Dona virtù e premio,

dona morte santa,

dona gioia eterna.

 

Chinati sul Suo petto

Chinati sul Suo petto

 

27 MAGGIO 2023

SABATO DELLA VII SETTIMANA DI PASQUA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)Prima lettura: At 28,16-20.30-31

Salmo: Sal 10 (11)

Vangelo: Gv 21,20-25

Siamo al termine del Vangelo di Giovanni, qui descritto come il “discepolo che Gesù amava, colui che nella cena si era chinato sul suo petto”.

Questa immagine ci rivela chi è il vero discepolo. Origene, un grande padre della chiesa, asseriva che tutto il Vangelo di Giovanni, lo si poteva capire solo appoggiando il capo sul petto di Gesù.

Come un figlio poggia il capo sul grembo del padre e della madre, così qui il discepolo si china sul petto di Gesù: il Figlio che ci rivela l’amore del Padre. Tutto il Vangelo narra l’amore del Padre per il Figlio e in Lui per tutti i figli, per il mondo.

Dio non lo abbiamo mai visto, ma il Figlio ci testimonia questo amore, amando ciascuno di noi, allora reclinare il nostro capo sul petto di Gesù, diventa la posizione migliore per comprendere la sua Parola. Chi sente e vive questo amore del Figlio, può capire l’amore del Padre, può capire Dio e alla sua luce, può capire l’uomo e la storia, e su tutto: la buona notizia di Dio, che salva il mondo.

Anche noi come Giovanni, il discepolo amato, desideriamo con tutto il cuore di essere simili a lui, costantemente rivolti al cuore di Gesù, per comprendere la grande tenerezza del suo immenso amore.

“Signore,

aiutami ad essere un po’ come Giovanni,

quello che ha sentito il Tuo cuore battere.

Egli ha visto l’amore crescere in sè,

ed alla fine ha fatto l’unica cosa davvero necessaria:

poggiare il cuore.

Anch’io oggi mi accosto al Tuo cuore,

affinché il mio, possa sentire la forza di quell’amore che a lungo ho cercato

e che finalmente ho trovato in Te.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

Ci chiederà più volte: amami

Ci chiederà più volte: amami

 

VENERDÌ 26 MAGGIO 2023

SAN FILIPPO NERI, PRESBITERO – MEMORIA

Prima lettura: At 25,13-21

Salmo: Sal 102 (103)

Vangelo: Gv 21,15-19

Il Signore Gesù chiede a Simon Pietro per ben tre volte se lo ama. Sembra quasi scontata la risposta, Pietro infatti dice che Gesù sa tutto, comprende tutto, conosce già tutto. Come per Pietro, questa domanda serve al nostro cuore, dobbiamo prendere coscienza dell’amore che portiamo dentro e di quanto siamo disposti ad amare.

Gesu si fa quasi mendicante di tutto quell’amore che possiamo dargli, non chiede la nostra perfezione, desidera solo la sincerità del cuore, la nostra genuinità. E se avremmo sbagliato più volte, Lui più volte ci chiederà: amami!

L’amore si comunica sempre e quel poco che noi possiamo dare, Dio lo moltiplica.

Pietro è chiamato a dare il suo amore al gregge del Signore, alla sua Chiesa, e non a caso Gesù nella prima domanda dice: “Pasci i miei agnelli”, e solo dopo: “Pascola le mie pecore”, perché prima di tutto si dovranno preferire i più piccoli, i piu fragili, i lontani, i deboli, i poveri, i peccatori.

Dio non si spaventa dei nostri errori dei nostri tradimenti, ci chiede la disponibilità del cuore, e anche noi gli risponderemo: si, Signore, tu sai, ci conosci, vogliamo amarti con tutta la passione di cui siamo capaci.

“Signore,

ti consegno il mio cuore,

affinché Tu lo renda capace di amore.

Tu lo sai, Tu mi conosci,

spesso sono io che non conosco me stesso

e piano piano quando mi scopro,

la prima cosa che vedo è l’amore che hai per me.

Di questo amore voglio fare casa,

in questo cuore desidero abitare

ed io ti do tutto ciò che posso.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

Nella preghiera del Figlio

Nella preghiera del Figlio

 

25 MAGGIO 2023

GIOVEDÌ DELLA VII SETTIMANA DI PASQUA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: At 22,30; 23,6-11

Salmo: Sal 15 (16)

Vangelo: Gv 17,20-26

Continua la grande preghiera di Gesù, ora non più per i discepoli presenti, ma per i discepoli futuri, cioè per noi;  e poi tutti quelli che verranno, aprendo un orizzonte all’infinito nell’unità con il Padre.

Solitamente siamo noi a metterci in preghiera, qui invece, è Gesù che lo fa ed è molto bello pensare che Lui sta pregando per noi, siamo noi nella preghiera del Figlio.

La grande dignità di ciascuno, parte dal fatto di essere amati dal Padre con lo stesso amore infinito con cui Egli ama il Figlio.

Ciascuno di noi porta in sé il desiderio fondamentale di essere amato in modo assoluto, ed è questa sete di amore che ci permette di vivere. Quando dubitiamo dell’amore, ci facciamo prendere dalla paura. Gesù è venuto a mostrarci con la sua vita, con la sua morte e la sua risurrezione, che l’amore vince tutto.

Se noi crediamo alla Sua parola e a quel desiderio profondo che Dio ha messo nel nostro cuore, e non alle  nostre paure che lo stravolgono, scopriremo che lo Spirito Santo sta lavorando in noi, per farci fare esperienza di vita nuova. Il segreto profondo della vita nuova, è la coscienza e lo stupore di essere in Dio da sempre e per sempre, amati “prima della creazione del mondo”.

“Signore,

mi ritrovo in questa Tua preghiera del Vangelo di oggi

non come uno spettatore,

ma come un protagonista nel Tuo cuore.

Sento il Tuo amore che dal profondo mi dona pace,

mi rassicura e si prende cura di me,

del mio cuore,

come mai nessuno ha fatto.

Allora rialzato la testa dalla sabbia delle mie paure,

per camminare con Te, unito a Te,

in quel desiderio di unità che non è solo il Tuo,

ma anche mio.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

“Egli dia la vita eterna”

Egli dia la vita eterna

 

23 MAGGIO 2023

MARTEDÌ DELLA VII SETTIMANA DI PASQUA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: At 20,17-27

Salmo: Sal 67 (68)

Vangelo: Gv 17,1-11a

Gesù alzando gli occhi al cielo parlando di sé in terza persona, si rivolge al Padre e afferma: “Tu gli hai dato potere su ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato”. Il dono che il Padre da al figlio è darci vita. Questo consola il nostro cuore quando ci sentiamo morti, stanchi, delusi dai nostri sbagli e non sappiamo che fare. Sopra le nostre paure e fragilità c’é qualcosa di più, ed è Colui in grado di infondere la vita. Siamo quindi vivi per dono.

La vera tragedia è vivere da morti in un corpo vivente, il vero dolore per Dio è vedere Suo figlio perdersi e non vivere più. Ecco perché Gesù figlio di Dio, mandato dal Padre ci viene incontro da fratello, amico, compagno di viaggio, per alcuni sposo, ma per tutti la vera vita in grado di ridestare le nostre membra dal torpore.

Abituiamoci come Gesù ad alzare gli occhi al cielo, a credere in Lui e per poterlo fare, bisogna concretamente affidarsi in un Dio che è venuto a fare di tutto il nostro essere vita.

Crediamo in Lui in ogni circostanza: “Credere significa stare sull’orlo dell’abisso oscuro, e udire una Voce che grida: Gettati, ti prenderò fra le mie braccia!” (S. Kierkegaard).

In quelle braccia troveremo quel luogo sicuro dove ogni lacrima sarà asciugata, ogni dolore compreso ed ogni peccato perdonato, affinché nulla possa essere di ostacolo alla vita ed essa entri nel cuore di ogni essere umano, ora e sempre.

“Signore,

nella fatica e nel dolore

aiutami a cercarti e non perdermi.

Fa che possa credere in Te,

ed aiutami a vivere,

non voglio perderti,

desidero abbracciarti.

Fa che anche quando ti sento lontano,

qualcosa mi aiuti a comprendere che sei vicino

e senta la vita scorrere, come un’energia nelle mie vene,

così da rialzare la testa,

ed abbozzare un sorriso a me, alla vita.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

 

 

 

io sono con voi tutti i giorni

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DOMENICA 21 MAGGIO 2023

ASCENSIONE DEL SIGNORE – ANNO A

Prima lettura: At 1,1-11

Salmo: Sal 46 (47)

Seconda lettura: Ef 1,17-23

Vangelo: Mt 28,16-20

 “Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”.

Termina così il Vangelo di Matteo, una fine che però è un inizio: non è finito tutto così, Gesù non ci ha lasciati, non ci ha abbandonati. Alla nostra storia, ha voluto dare qualcosa in più che la vicinanza in un momento di difficoltà o nel bisogno di una guarigione, ci ha donato una presenza.

La relazione con il Signore non è quella di un Dio da invocare ogni tanto, è invece una relazione intima, continua, che tutti i giorni si fa presente. Quando abbiamo a cuore una persona vogliamo averla con noi, conoscerla, starle accanto. Gesù si fa presenza viva, sempre, persino nei nostri dubbi, come i discepoli del Vangelo di oggi che si prostrano, ma temono, e Gesù li rassicura: “A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra”, quasi a dire: non preoccuparti perché io sono accanto a te, ho unito il cielo alla terra, ho unito il mio cuore al tuo.

Possiamo allora, alzare lo sguardo o tenerlo abbassato nei giorni tristi, Egli sempre ci verrà incontro, e sarà per noi presente, per asciugare ogni lacrima, per donare consolazione, amore, e conforto al nostro cuore. Sentiamo Gesù come un Dio vicino, che si siede accanto a noi, che fa parte della nostra quotidianità, e cresciamo sviluppiamo il nostro essere in ragione di quella relazione, così che la nostra vita sia intensa e piena, dono per chi ci è accanto, piccoli segni di cielo e terra.

“Signore,

aiutami a credere che ci sei.

Sii Tu la mia consolazione,

affinché io forte di questa certezza possa camminare,

e sappia dove sto andando.

Dammi il coraggio di credere che è possibile crescere

e crescere sempre in umanità e misericordia,

in solidarietà e comprensione.

E quando un giorno perderò il contatto,

Tu vienimi a prendere, riportami sulla strada giusta

la via dove io senta la Tua presenza accanto alla mia.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

Il Padre stesso infatti vi ama

Il Padre stesso infatti vi ama

 

20 MAGGIO 2023

SABATO DELLA VI SETTIMANA DI PASQUA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: At 18,23-28

Salmo: Sal 46 (47)

Vangelo: Gv 16,23b-28

“Il Padre stesso infatti vi ama, perché voi avete amato me e avete creduto.” Gesù sta per essere assunto in cielo e ci vuole confermare ancora una volta nell’amore del Padre. Ci invita ad affidarci al Padre come Lui stesso ha fatto durante la sua vita e nel momento più drammatico della sua passione.

Amore, una parola semplice e tanto usata, eppure li è la spiegazione di tutto: il Padre ci ama! Una realtà che può trasformare radicalmente il cuore.

Gesù non ci ha lasciato semplicemente un esempio di come vivere o un programma di vita, ha fatto molto di più, ci ha dato la possibilità di entrare nel mistero del suo essere figlio di Dio, di entrare in comuniome piena con il Padre.

Tutto scaturisce dal nome di Gesù, che si trova al cospetto del Padre e governa tutta la storia. Chiediamo al Padre tutte quelle Grazie che il nostro cuore ha bisogno. Chiediamo il dono dello Spirito Santo, perché ci colmi dei suoi doni e di quella gioia che nasce dall’aver incontrato cosi grande amore.

Quando gli eventi avversi ci fanno dubitare di essere amati in modo infinito, volgiamo lo sguardo alla croce e ascoltiamo quella profonda nostalgia che alberga sempre nel nostro cuore, anche quando non ne siamo pienamente coscienti e che Sant’Ignazio di Antiochia, ha così espresso in modo eloquente: «Un’acqua viva mormora in me e mi dice dentro: ‘Vieni al Padre!’»

“Signore,

quando sono inquieto,

sii Tu la mia risposta.

quando ho paura,

fa che la Tua pace mi venga incontro.

Nella debolezza sia il Tuo amore a guidarmi a chiederti perdono,

cosi da sentire riversare nel mio cuore tanto amore.

Io ti cerco, Signore sempre,

aiutami ad accorgermi che Tu sei il primo a compiere il primo passo

affinché io, metta il mio piede accanto al Tuo”.

(Shekinaheart Eremo del cuore)

 

La nostra gioia

La nostra gioia

19 MAGGIO 2023

VENERDÌ DELLA VI SETTIMANA DI PASQUA

Prima lettura: At 18,9-18

Salmo: Sal 46 (47)

Vangelo: Gv 16,20-23a

“Nessuno potrà togliervi la vostra gioia”, dice Gesù e questo perché la gioia appartiene già al nostro cuore, dice infatti: la vostra gioia.

La gioia di cui parla Gesù, non è semplicemente allegria, è uno stato del cuore che vive nell’amore che da vita. Egli usa la similitudine della donna che partorisce, la quale “non si ricorda più della sofferenza, per la gioia che è venuto al mondo un uomo”.

Questa gioia appartiene a chi capisce e sperimenta che il dolore, il fallimento, la morte non sono l’ultima parola, ma sorgente di nuova vita.

La gioia del discepolo ha le sue radici nel dono della vita di Gesù, un  dono che rinnova tutta l’umanità e la creazione  intera.

Tale gioia nasce dalla certezza di essere dei salvati dall’amore di Dio, dove quell’amore che sembrava sconfitto è stato in realtà vittorioso. Questo è ciò che è nascosto nella  Pasqua di Cristo e questo è il fondamento ultimo della gioia.

Lo Spirito Santo che è Amore ci colma di questa gioia, ci dona il suo frutto: gioia immensa, gioia vera, che nessuno ci può togliere, perché impressa nel nostro cuore. Una gioia che come dice un famoso canto:

“vola sopra il mondo

ed il peccato non potrà fermarla,

le sue ali splendono di grazia,

dono di Cristo e della sua salvezza

e tutti unisce come in un abbraccio

e tutti ama nella carità” (Frisina – la vera gioia).

“Signore,

rendimi il mio cuore consapevole

di essere fatto per la gioia.

Una gioia semplice, capace di sorridere,

di essere altro, oltre i miei muri di tristezza.

Ritrovo Te in questa gioia.

Fa che sappia custodirla, riconoscerla,

per poterla donare a chi come me,

pensava di non aver nulla.

C’è un dono prezioso,

nelle profondità del cuore,

che ci dirige, verso l’alto”.

(Shekinaheart Eremo del cuore)