Nella notte

nella notte

01 LUGLIO 2023

SABATO DELLA XII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

Prima lettura: Gn 18,1-15

Salmo: Da Lc 1,46-55

Vangelo: Mt 8,5-17

“Venuta la sera, gli portarono molti indemoniati ed egli scacciò gli spiriti con la sua parola e tutti i malati curò.”

Solitamente alla sera ci si riposa, si va a dormire, qui Gesu, invece, continua a guarire tutti i malati che gli portano.

La sera, la notte e il buio per l’uomo sono simboli della morte, mentre Gesù agisce proprio dentro la notte, perché è con la sua morte che ci guarisce tutti, è con la sua croce che ha redento il mondo. E proprio nella notte che il Signore fa della sua vita un dono di salvezza per tutti.

Nella sua notte si fa accanto a tutte le nostre notti e questa notte diventa bella, perché illuminata da molti miracoli che danno vita.

Questi sono i segni di un potere che porta l’amore, e come dice il Pofeta Isaia: “Egli ha preso le nostre infermità”, ha accolto ogni nostra debolezza, ogni nostra instabilità. Allora andiamo a Lui come il centurione, crediamo al suo amore, apriamogli la porta della nostra casa perché venga e ci tocchi, andiamo a Lui quando si allungano le ombre e diventa notte, certi che: “nemmeno le tenebre per Lui sono oscure, e la notte è chiara come il giorno; è Lui a trasformare le nostre tenebre in luce” (cfr. Sl 138).

“Signore,

nelle mie notti,

sii Tu la mia luce.

Guarisci il mio cuore da tutto ciò che è buio.

Riempi il mio cuore del Tuo amore,

così che sia esso a guidarmi.

ed io mi senta al sicuro, con Te

ed impari a vedere nella notte,

perché i miei occhi che hanno visto la Tua luce,

ora sanno illuminare,

ora vedono tutto con il bagliore del Tuo amore.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

“Ma voi, chi dite che io sia?”

%22Ma voi, chi dite che io sia?%22

 

GIOVEDÌ 29 GIUGNO 2023

SANTI PIETRO E PAOLO, APOSTOLI – MESSA DEL GIORNO – SOLENNITÀ

Prima lettura: At 12,1-11

Salmo: Dal Sal 33 (34)

Seconda lettura: 2Tm 4,6-8.17-18

Vangelo: Mt 16,13-19

“Ma voi, chi dite che io sia?”. Una domanda che suscita l’inquietudine del cuore, che ci porta alla radice della fede in Gesù Cristo. Come Pietro possiamo rispondere: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”. Tu Signore sei il Dio della mia vita, perché nonostante tutte le mie fragilità ho fatto e posso continuare a fare l’esperienza del tuo amore fondante e della tua misericordia.

Grazie a Pietro e a tanti testimoni della fede, posso dare ragione della speranza che è in me. Anch’io sono chiamato ad essere roccia, un piccolo pezzetto, parte di quella chiesa che è il corpo di Cristo in condivisione con i fratelli.

Tutti siamo invitati da figli ad entrare nella casa del Padre, nel suo Regno, e come a Pietro, Egli stesso non solo ci aprirà la porta, ma ci consegnerà le chiavi, perché si fida di noi e ci chiamerà: “beati”.

“Signore,

mi domandi chi sei per me,

ed io desidero risponderti:

sei la chiave della porta del mio cuore,

sei l’unico capace di entrarvi.

Sei l’amore vero, in grado di consolare ogni cuore

per riportare la pace.

Sei tre volte il Tu che mi corrisponde

e che da quando abita la mia vita

l’ha resa nuova.

Stai con me, insieme, per dirci chi siamo e

aiutare coloro che ancora non lo sanno

a scoprire nel Tuo cuore il proprio posto”.

(Shekinaheart Eremo del cuore)

Siate perfetti

siate perfetti

20 GIUGNO 2023

MARTEDÌ DELLA XI SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: 2Cor 8,1-9

Salmo: Sal 145 (146)

Vangelo: Mt 5,43-48

“Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste”.

Ad ascoltare queste parole, viene da chiederci: com’è possibile per noi essere perfetti, che quando ci guardiamo, troviamo più delle imperfezioni che delle perfezioni? Tuttavia, pensiamo che nessuno ci conosce nel profondo meglio di Dio. Allora, se Lui ci chiede di essere perfetti, è perché sa che possiamo camminare su questa strada. Dio non chiede mai qualcosa d’impossibile poiché è Lui a renderla possibile.

Se questa via, da una parte è molto chiara: amare e non odiare, dall’altra, aggiunge un grande “particolare”: amare i nemici, perché egli ama tutti indistintamente.

Il Signore ci invita ad amare tutti, come il sole che sorge per tutti. L’amore non avanza per decreti, ma solo per passione. E Lui nella preghiera ci darà la forza, la passione per l’uomo, per incontrare anche quelle persone con cui abbiamo avuto difficoltà o facciamo più fatica: chiediamoglielo con fiducia.

Siamo chiamati a splendere, a portare il sole nel cielo di ciascuno. Anch’io posso dare un po’ di luce, un po’ di speranza a quanti ne hanno bisogno. A chi dona amore non mancherà mai la gioia.

“Signore, insegnami ad amare,

perché solo nell’amore vero che si dona,

potrò portare un po’ di Te.

C’é bisogno di un po’ di Te in noi,

di uno sguardo pieno di perdono

nonostante le mancanze,

di quella forza oltre la paura,

essa proviene solo da Te.

Colmaci di Te, fa che sappiamo riconoscerti

e dopo aver toccato l’Amore Vero: TU,

sappiamo portati con noi, nel mondo.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

 

Ad ogni piccolo passo

Ad ogni piccolo passo

 

19 GIUGNO 2023

LUNEDÌ DELLA XI SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: 2Cor 6,1-10

Salmo: Dal Sal 97 (98)

Vangelo: Mt 5,38-42

Gesù da delle indicazioni ai suoi discepoli su come muoversi, poiché essi vivano della legge di Dio e non di quella degli uomini, basata su occhio per occhio e dente per dente. Ci insegna a percorre la strada difficile della fatica, dove porgere l’altra guancia, fare un miglio di più, non sono cose di poco conto. Eppure Lui ci precede sempre, anticipa quello che verrà, perché nella fatica sappiamo trarre la forza da Lui. Dovremmo forse, imparare a dirgli quanto è difficile porgere l’altra guancia, quante miglia abbiamo percorso e non volevamo; Egli è qui per darci la forza. È lui il primo a porgere una guancia di perdono e fare con noi miglia, miglia di strade sbagliate, eppure tutto quello che ci viene chiesto, è donare quello che Lui in verità ci ha già donato, e forse distratti, non c’è ne siamo accorti. Quella legge dell’occhio per occhio, non restituisce la libertà, anzi porta via, separa l’umanità, i cuori, tanto che alla fine mancanti di tutto ci perdiamo.

L”invito, è a non rimanere sospesi, ma andare nel profondo del nostro cuore, per scoprire che nelle nostre mancanze, Egli era lì a sostenerci, per quel miglio, per molte miglia, e desidera farlo ogni giorno, così che tutto ci parli di Lui e non sentirci più soli.

La novità è Lui, la legge nuova è Lui, e noi siamo se pur peccatori, la sua opera più grande, per cui Dio non smette mai di posare lo sguardo.

“Signore,

aiutami a camminare,

stammi accanto anche se il mio passo è lento.

Nello sforzo di ogni miglio, Tu ci sei,

nella guancia in riparo dall’offesa, Tu sei qui.

Perdonami per tutte quelle volte che mi sono tirato indietro:

non Ti ho visto,

non Ti ho riconosciuto,

ma ora so che sei qui

e mi dici: vieni ricominciamo

e io riparto con Te, ad ogni piccolo passo. “

(Shekinaheart eremo del cuore)

Compassione

compassione

DOMENICA 18 GIUGNO 2023

XI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO A

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Es 19,2-6a

Salmo: Dal Sal 99 (100)

Seconda lettura: Rm 5,6-11

Vangelo: Mt 9,36-10,8

“Gesù, vedendo le folle, ne sentì compassione”. Il cuore di Gesù è mosso a compassione; Egli prova dolore per questa umanità, stanca, che ha bisogno di una guida che indichi una direzione buona. C’è tanto da fare e il tempo è quello giusto, le spighe sono mature. Si compie il tempo di Dio. Il dono della vita di Cristo, ci ha reso il tempo favorevole per ogni uomo, in ogni momento.

La sofferenza umana non è indifferente a Dio, va dritta al cuore di Cristo, per questo chiama i discepoli, che abilitati dalla sua forza e dal suo amore, porteranno i segni dell’amore e della vicinanza di Dio: predicate, guarite, risuscitate, sanate, liberate, date gratuitamente.

Come dice un antico testo: “noi siamo le braccia, le mani, i piedi di Dio”.

Gesù chiama a se i dodici, affinché il suo amore si moltiplichi. Spesso quando siamo nella fatica, quello che si moltiplica è il dolore, e chi ci ama fatica a raggiungerci. In Lui è con Lui possiamo farcela, possiamo sentire nel cuore che è presente.

Sia questo l’augurio che ci facciamo reciprocamente: sentire che Dio ha compassione di noi.

“Signore, aiutami,

sono dinanzi a Te

sapendo che non sono senza pastore, perché Tu ci sei.

Allora da conforto al mio sentire,

quando nel panico non capisce

e si sente smarrito.

Ti prego, sii Tu la mia forza,

il mio aiuto, il mio conforto,

affinché le mie lacrime

trovino in Te,

il luogo dove lasciarle,

per riprendere il mio cammino

carico del Tuo amore. “

(Shekinaheart eremo del cuore)

Sacro cuore di Gesù

Sacro cuore di Gesù

 

VENERDÌ 16 GIUGNO 2023

SACRATISSIMO CUORE DI GESU’, SOLENNITÀ – ANNO A

Prima lettura: Dt 7,6-11

Salmo: Sal 102 (103)

Seconda lettura: 1Gv 4,7-16

Vangelo: Mt 11,25-30

Oggi solennità del Sacro Cuore di Gesù, guardiamo al suo cuore per imparare a contemplare quanto amore ci ha donato. In una rivelazione Gesù dice a Santa Margherita Maria Alacoque: “Ecco quel Cuore che ha tanto amato gli uomini da non risparmiare nulla fino al sacrificio supremo senza limiti e senza riserve, per dimostrare il suo amore”.

“Imparate da me, che sono mite e umile di cuore”, leggiamo nel Vangelo di oggi. Si, impariamo dal suo modo di amare: umile, non arrogante, mite e senza violenza.

In Lui troviamo ristoro per l’esistenza della nostra vita. Poniamo il nostro cuore vicino al Suo, umile e mite, e respiriamo la sua pace, cosi che la nostra vita si rinfranchi accanto alla sua. Cristo lo si impara cuore a cuore. Il cuore diventa il maestro della vita. Dio non è un concetto, non è una regola o una disciplina, è il cuore dolce e forte della vita.

Asseriva Gandhi che: “un uomo vale non sulla misura della sua intelligenza, ma quanto vale il suo cuore”. Allora, andiamo nel cuore di Gesù, lì ritroveremo il nostro valore e la forza di cambiare ciò che ancora non é simile a Lui.

“Signore,

nel Tuo cuore pongo il mio,

nel Tuo amore rimetto me stesso,

confido in Te Gesù,

nel Tuo cuore cosi grande da poterci stare tutti.

Aiutami a rendermi conto che anch’Io ho un posto,

cosi che ogni fatica quotidiana non sia dispersa,

ma raccolta da un cuore più grande di ogni ferita,

e che è qui per consolarmi. ‘

(Shekinaheart eremo del cuore)

 

Un sapore nuovo

Un sapore nuovo

MARTEDÌ 13 GIUGNO 2023

SANT’ANTONIO DI PADOVA, PRESBITERO E DOTTORE DELLA CHIESA – MEMORIA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: 2 Cor 1,18-22

Salmo: Dal Sal 118 (119)

Vangelo: Mt 5,13-16

Possiamo essere luce e sale del mondo solo se stiamo ancorati a Gesù, è Lui che da sapore e bagliore alla nostra vita, ecco perché il Vangelo termina con questa affermazione: “perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli”.

Rendere grazie è riconoscere il sapore nuovo delle nostre vite e di quelle che ci sono accanto. Il nostro compito è dire con la vita quanto Dio sia promettente. E non solo quando tutto va bene, ma in ogni occasione, perché se un piatto è insipido lo sentono tutti sempre.

La prima lettura afferma che tutte le promesse di Dio sono divenute “Si” in Lui. Mediante la Sua vita, la nostra è divenuta una possibilità, un luogo in cui poter realmente fiorire.

Desideri risplendere? Dare sapore alla tua quotidianità? Stai accanto a Gesù, fallo entrare nella tua vita. Egli non ti porterà via nulla anzi, aggiungerà colore in un cielo scuro, sarà quello squarcio di Luce che darà al nostro cielo un tono più bello.

Sii sale, sii luce, questo è il nostro augurio, affinché ciascuno possa fiorire ovunque sia ed essere felice, perché è accanto a te il sapore della vita.

“Signore,

pregando Te, tocco il cielo,

e in tutto quel buio

si apre uno squarcio:

è la Tua mano che consola,

è il bagliore di una luce nuova.

Oltre il buio, oltre il dolore,

il cielo mi vive accanto

ed io rimango a contemplare quel bagliore

farsi spazio nel mio cuore.

Un sapore nuovo prova la mia vita,

una luce attraversa la mia oscurità,

sei Tu, o Dio la mia viva possibilità.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

Beati

beati

 

12 GIUGNO 2023

LUNEDÌ DELLA X SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: 2 Cor 1,1-7
Salmo: Dal Sal 33 (34)
Vangelo: Mt 5,1-12a

Beati equivale ad essere felici, ma come si può esserlo nel pianto o nella persecuzione?

É impossibile! Gesù lo sa, e proprio per questo che sale su un monte, sposta l’orizzonte per farci vedere che da un’altro punto di vista, non c’è solo quel momento di fatica, ma c’è un Dio presente nelle nostre situazioni.

Siamo beati perché abbiamo Lui con noi, non siamo soli. Egli mai ci abbandonerà, perché se un buon amico c’è nel momento del bisogno, Dio nostro Padre c’è sempre. Non dobbiamo solo sprecare il tempo, non dobbiamo tenerlo lontano.

Allora, affidiamo a Lui il nostro cuore e tutto cio che contiene, prendiamoci un momento nella giornata per dirgli cosa stiamo vivendo. Con Lui possiamo parlare, essere noi stessi e far cadere tutte quelle maschere che a volte indossiamo, per mostrare finalmente quel volto “beato”, in quanto non in difficoltà, ma poiché sa che ha Dio su cui contare; perché liberando il cuore ha finalmente trovato un Dio nella concretezza non solo materiale, ma nella totalità della nostra storia, un Dio vero, nella realtà delle nostre vite.

“Signore,

insegnami a dire: beato.

Insegnami ad essere felice,

non solo per me, ma per gli altri.

Apri il mio cuore, rendilo puro,

così da poterti riconoscere nella mia storia.

Salgo con Te sulla montagna delle mie fatiche

e non ho paura dell’altezza,

perché il mio cuore vuole elevarsi in alto

per vedere i tuoi occhi guardarmi

e da esso trarne la forza.”

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

Gettare

gettare

10 GIUGNO 2023

SABATO DELLA IX SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Tb 12,1.5-15.20

Salmo: Da Tb 13

Vangelo: Mc 12,38-44

Gesù “Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete”. Tutto parte da uno sguardo e Gesù ne fa un’insegnamento per i suoi discepoli.

Questa povera donna, avanza nella sua poverta e getta solo due piccole monete, non fa rumore, non si fa notare agli occhi dei più grandi. A Gesù invece non sfugge, anzi la indica come colei che è capace di fare un vero dono, di dare gloria al Signore, perché offre tutto quello che aveva per vivere, seppure gli arrechi sofferenza.

Questo gesto, viene indicato da Gesù come l’immagine dell’amore che sa rinunciare anche a ciò che è necessario. Qui Il signore non ci chiede di soffrire oltre misura, ma ci indica la via della libertà e della semplicità, che deve caratterizzare la nostra vita, per non cadere nel tranello della vanità e della vacuità. Esse possono trarci in inganno quando celano il desiderio di ricercare, onori e approvazioni altrui, ostentando la propria immagine.

Andiamo a Gesù offrendogli tutta la nostra povera vita, le nostre povertà, perché riconosciamo che tutto ciò che siamo e abbiamo è dono suo, e Gesù vedrà l’invisibilità di quel dono, in quanto non è stato donato altro, se non semplicemente amore.

“Signore il tuo invito:

“Getta nel Signore il tuo affanno ed Egli ti sosterrà”

lo sento in linea per me.

Aiutami a gettarmi in Te,

a fare di quel gesto che non è un disprezzo,

un confidente abbandono,

perché l’amore “spreca” ma non si perde

e tu, fai di me quella moneta gettata,

così da essere Tuo tesoro, offerto e donato sempre.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

 

Mettere alla prova

mettere alla prova

 

06 GIUGNO 2023

MARTEDÌ DELLA IX SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Tb 2,9-14

Salmo: Dal Sal 111 (112)

Vangelo: Mc 12,13-17

I fatti e la verità sono le facce di una stessa medaglia, che ci conducono ad un cammino di autenticità a cui tutti siamo chiamati. Esse si interpongono nel Vangelo di oggi tra gli uomini che vogliono mettere alla prova Gesù. Essi non sono autentici, e il Signore afferma direttamente: “perché volete mettermi alla prova?”.

Seguire Dio in ciascuna forma, lo facciamo, è un cammino di coerenza, è un cammino di concretezza del nostro quotidiano nel rispetto delle regole ordinarie, morali, ma con un’accezione differente: da figli di Dio nel mondo.

Non è tanto ciò che si fa, ma il come. La schiettezza con cui Gesù oggi fa chiarezza, ci insegna che è possibile dare il tributo a Cesare, e dare a Dio ciò che è di Dio, perché l’uno non esclude l’altro, perché chi ha il cuore libero può stare su questo mondo e non mettere alla prova nessuno, neppure il Signore.

A volte anche noi mettiamo alla prova il Signore imponendogli le nostre regole, i nostri paletti, quello che dobbiamo fare è lasciarci guidare dallo Spirito, farà lui per noi, senza mettere alla prova nessuno. Il Signore ci accompagna in questo percorso per purificare il cuore da tutto ciò che non è Lui, per aiutarci a comprendere cosa passa davvero in noi. Mettiamoci in atteggiamento di ascolto, e invochiamo lo Spirito affinché ci aiuti e ci protegga, e sappia fare luce su quei passi ancori incerti, ma già benedetti ed amati da Dio.

“Signore,

aiutami a fare verità

così che per tale via io cammini.

Sii Tu il mio luogo sicuro

dove nei miei passi stanchi,

io possa sostare davanti a Te e trovare pace.

La pace di chi finalmente

ha trovato un rifugio

e non deve scappare,

ma solo vivere presso quella via di verità,

che seppur impegnativa

e l’unica strada necessaria

per sentirsi amati ed amare davvero.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)