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Lo manderò a voi
16 MAGGIO 2023
MARTEDÌ DELLA VI SETTIMANA DI PASQUA
Prima lettura: At 16,22-34
Salmo: Sal 137 (138)
Vangelo: Gv 16,5-11
Il Signore oggi parla della sua necessità di lasciarci, di andare. La storia di salvezza prosegue grazie all’andarsene di Gesù: “È bene per voi che io me ne vada, perché se non me ne vado, non verrà a voi il Paraclito; se invece me ne vado io lo manderò a voi”.
L’allontanarsi di Gesù non ha niente a che fare con l’abbandono; la sua assenza non sarà vuota, ma colmata dal dono dello Spirito Santo. Il suo andarsene definitivo è il segno della generatività di Gesù stesso: egli continua a dare vita ai suoi. Non è preoccupato di se stesso, di salvare la propria vita, ma di fare il bene ai suoi.
Quando facciamo l’esperienza di qualcuno che ci viene a mancare per diversi motivi, proviamo il vuoto, l’abbandono. Di reazione, la tristezza e lo sconforto ci assalgono; possiamo cadere nella disperazione, o tentare di colmare questo vuoto in maniera sbagliata.
Gesù ci insegna che questo vuoto con Lui non è a perdere, anzi diventa uno spazio adatto per “l’ospite dolce dell’anima”, come ci fa pregare la sequenza allo Spirito Santo, la “sua luce beatissima” che invade il cuore dei suoi fedeli, ci darà la forza per camminare come Lui ha camminato. Ci insegnerà parole ispirate al suo vivere, ci farà compiere azioni e gesti compatibili con il suo sentire e pensare. Ci insegnerà ad amarci e a perdonarci, perché chi crede in Lui sarà salvato dal suo amore misericordioso.
“Il Tuo Spirito, Signore,
colmi il mio cuore.
Il tuo amore come un soffio o un colpo di vento,
faccia vibrare il mio cuore,
affinché si scuoti dal torpore dei vuoti che la vita ha seminato,
e comprenda quanto tutto ciò che è lasciato, perso,
o che verrà, è in quel colpo di vento,
in quel soffio d’amore che ora paura più non fa.”
(Shekinaheart eremo del cuore)
Raggio di Luce, raggio di Amore
LITURGIA DELLA PAROLA (clicca qui)
Prima lettura: At 2,1-11
Salmo: Sal 103 (104)
Seconda lettura: Rm 8,8-17
Vangelo: Gv 14,15-16.23b-26
Il Padre ci dona un Paràclito, lo Spirito Santo che rimanga con noi per sempre. Il Signore sa che abbiamo bisogno di aiuto, e ci viene incontro con un dono che non abbiamo richiesto, ma necessario per vivere.
Ciascuno riceve questo dono dalle mani del Padre, dobbiamo invocarlo, lasciarci insegnare con la stessa docilità e tenerezza, con la quale è entrato in noi.
Crediamo “in quel raggio di Luce”, lasciamoci illuminare dallo Spirito Santo, Egli è qui per noi, per donarci la forza necessaria, il coraggio, e sanare quelle ferite che solo l’amore di Dio può curare.
Quando siamo stanchi e la fatica della vita con le sue difficoltà, prende il sopravvento, preghiamo lo Spirito: “Vieni Santo Spirito, manda a noi dal cielo un raggio della tua luce”. Lo Spirito è il dono che il Padre ha voluto farci, perché non veniamo meno lungo il cammino, e nel buio quel raggio di amore farà la differenza.
“Spirito Santo
dono del Padre a noi tuoi figli,
consola, sana, purifica il nostro cuore,
insegnaci la strada da percorrere.
Ispira i nostri pensieri,
donaci la saggezza di comprendere,
che l’amore è la tua risposta
ad ogni nostra domanda,
facci credere che Tu ci sarai per sempre.”
(Shekinaheart Eremo del Cuore)
Il dono del Suo Spirito
LITURGIA DELLA PAROLA (clicca qui)
Prima lettura: At 14,5-18
Salmo: Sal 113 B (115)
Vangelo: Gv 14,21-26
“Il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui v’insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto”.
Riceviamo il dono del Suo Spirito che completa l’unità tra Padre e Figlio e ci apre la via alla comprensione di questo legame.
Alla nostra carne, a tutto ciò che è materialità subentra lo Spirito ad abitare presso di noi per guidarci, consolarci e renderci capaci di vivere una vita unita al Padre e il Figlio.
Lo Spirito Santo è quel raggio della Sua luce che possiamo toccare, sentire e lasciarci illuminare, così che il nostro quotidiano sia parte con Lui.
Il Paràclito è quella fiamma sempre accesa, mandata dal Padre a noi per plasmare, unire, consacrare nel nome di Gesù ogni cuore. Un fuoco alimentato dall’amore tra Padre e Figlio, viene a dimorare in noi e non si spegne, poiché al di sopra di tutto, del peccato, della fragilità, c’è l’amore di Dio.
L’amore di Dio avvolge, consola e consolida il nostro legame con il Padre e il Figlio, e attraverso lo Spirito possiamo comprendere, ricordare e ritrovare la mano di Dio in ogni nostro passo.
Ascoltiamo la Parola di Gesù, facciamola entrare in noi, per vivere come custodi di questa promessa: ogni Sua Parola non sarà dimenticata, ma troverà attraverso lo Spirito dimora nei cuori, così che tutte le nostre azioni abbiano in sé la forza di Dio.