“Sono io, non abbiate paura!”

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13 APRILE 2024

SABATO DELLA II SETTIMANA DI PASQUA

Tante incongruenze troviamo nel Vangelo di oggi. I discepoli, molti dei quali erano pescatori, per esperienza sanno che non si attraversano il mare al buio di notte, men che meno con un forte vento; poi vedono Gesù e invece di riconoscerlo si spaventano, eppure avevano appena mangiato con Lui, sono stati testimoni di un miracolo di pani e di pesci; hanno visto Gesù essere compassionevole con una folla bisognosa di pane e d’amore, di essere guarita, di ascoltare la sua parola.

Gesù ancora una volta rassicura tutti: “Sono io, non abbiate paura!”. Lui si fa presente, proprio quando sembra che la nostra vita non riesca ad attraversare i passaggi della sua storia, senza qualcuno che ne accompagni il suo andare. Abbiamo bisogno di questo Dio d’amore, che plachi il tumulto del nostro cuore. Non dobbiamo aver paura di Dio, questa ci coglie non tanto per assenza di coraggio, quanto per mancanza di fiducia, quando ci facciamo un’idea sbagliata di Dio, pensando che Lui voglia toglierci qualcosa, invece Egli dona, non scordiamocelo mai. Dona tutto se stesso, perché la nostra vita possa attraversare ogni momento, ogni situazione, tutta la nostra storia  per approdare ad una fede libera e senza paura.

“Signore,

perdona la mia paura,

perché essa è mancanza di fiducia.

Ho paura di quello che non so,

ma so che Tu mi aiuterai a superarla,

so che il Tuo amore

in qualche modo,

attraverserà il mio cuore.

E Tu, abbraccerai di me anche la mia paura,

la mia mancanza di fiducia,

perché Tu ami così,

ed io spero un giorno

di amare come Te.”

(Shekinaheart eremo del cuore)

 

Convertirsi

 convertirsi

21 FEBBRAIO 2024

MERCOLEDÌ DELLA I SETTIMANA DI QUARESIMA

“Essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona”.

L’invito di oggi è proprio quello di convertire il cuore. Come a Ninive gli abitanti cambiarono atteggiamento, modo di vivere, oggi il Vangelo ci dice che ora vi è un uomo più grande di Giona, ovvero: come quegli abitanti hanno ascoltato un profeta, noi non possiamo ora ascoltare il Figlio di Dio?

Certo, molti abitanti non credevano in Giona, magari il loro cambiamento era per il timore di essere distrutti, ma in in quelle parole: “vi è uno più grande”, è insito la grande differenza; che dinanzi a Gesù possiamo cambiare rotta, non per timore di un castigo, per paura di Lui, ma proprio per il contrario. Egli ci ama talmente tanto ed è la  forza del suo amore che ci permette di cambiare, perché chi ama, aiuta anche a tirare fuori il meglio di sé.

Ecco la ragione della nostra conversione, è una conversione all’amore che compie meraviglie, che ci apre alla fiducia e lascia andare la paura.

La Quaresima sia riconoscere un amore che ci plasma, che arde già nel nostro cuore da tanto tempo. Nel nostro quotidiano portiamo questo amore di Cristo, anche solo fidandoci di Lui, abbandonando la paura. Ogni nostro gesto, ogni azione, possa essere un racconto della grandezza di Dio, possa farci camminare consapevoli di una salvezza che è già alle porte, e che il nostro cuore crescendo nella fede, sarà capace di intendere.

Per tutto quello che ancora non riusciamo a fare, mettiamolo nella Misericordia di Dio, Egli sa i nostri sforzi, le fragilità e le cadute; Lui conosce e comprende e non c’è nulla che sarà così per sempre, perché siamo creati per un crescendo, per un’eterna bellezza, che ha già i suoi sbocchi in questa vita e non solo nella vita eterna. Possa il suo amore colmare il nostro cuore e saldare tutto ciò che in noi si è spezzato.

“Signore,

converti il mio cuore,

fa che guardi a Te,

spesso soffre, lacrima,

cosa ne farò?

Lo do a Te, abbine cura.

Nelle tue mani è la mia vita,

Ti do ciò che ho di prezioso

così che ogni mio gesto,

parta da quel cuore nelle Tue mani,

così da sentire il Tuo sostegno per sempre”.

(Shekinaheart eremo del cuore)

Nella tempesta

nella tempesta

27 GENNAIO 2024

SABATO DELLA III SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

Gesù chiama i suoi discepoli ad attraversare il lago di notte, eppure alcuni di loro essendo pescatori, avrebbero potuto dirgli di fare attenzione, di essere più prudente, perché una traversata di notte può risultare pericolosa, ma lo seguono, si fidano di Lui, fino a quando non sono colti dalla tempesta e completamente presi dalla paura più grande, quella di morire.

La nostra vita è come questa traversata siamo con Gesù, ma siamo anche travolti da tante vicende che ci spaventano, angosce, situazioni che non sappiamo come risolvere, malattie, paure dentro e attorno a noi, fino alla paura di morire.

Gesù dorme a poppa, nella parte più bassa della barca, dove nella tempesta è il primo a morire; Gesù dorme come il sabato Santo nel profondo della terra. Allora vogliamo svegliarlo: “Maestro, non t’importa che siamo perduti?”. Ma Gesù non perderà nessuno di quanti il Padre gli ha affidato, scende nella morte per riportare la vita. Risvegliatosi sgrida il vento e il mare e ritorna la bonaccia; quella situazione di paura, di caos, di morte, riprende l’ordine della vita.

Gesù ci conosce, per questo ci domanda: “Perché avete paura? Non avete ancora fede?”. Perché in fondo, viviamo sempre tra la fede e la paura, saliamo sulla barca con Gesù, ma nonostante questo temiamo le tempeste, eppure Lui le attraversa con noi, fino a condurci all’altra riva, ad un approdo sicuro.

Siamo chiamati ad avere fede, a fidarci. La fiducia è un atto fondamentale dell’amore, di questo Dio che si prende a cuore la mia vita, tanto da morire e risorgere per me.

“Signore,

quando ho paura

vorrei una fede capace di rispondere,

ed invece il mio cuore è come la tempesta.

Tu, dormi, perché?

Perché la tempesta è fuori

e non dentro, non disturba il Tuo sonno.

Allora Signore ti prego, entra in me,

così che in ogni tempesta

Tu stia con me

ed io la viva la mia fede,

ogni giorno, in ogni tempesta,

nella certezza di Te. “

(Shekinaheart eremo del cuore)

Signore salvami

Signore salvami

 

13 AGOSTO 2023

XIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO A

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: 1Re 19,9a.11-13a

Salmo: Dal Sal 84 (85)

Seconda lettura: Rm 9,1-5

Vangelo: Mt 14,22-33

Tante volte ci troviamo come i discepoli a remare da soli sulla nostra barca, lontani dal Signore, a compiere attraversate apparentemente impossibili, anche se è Lui a chiedercele.

Ci troviamo a vivere nell’incertezza, in angoscia, con la paura che le onde ci sovrastino e coliamo a picco. Il cielo è buio, e all”intorno solo smarrimento. Le luci dell’alba sembrano lontane, l’unica forza che ancora rimane è il fatto di essere tutti insieme sulla stessa barca, a condividere la medesima paura per la vita.

Ma proprio quando è ormai passata tutta la notte, siamo senza forze e abbiamo calato tutte le nostre difese, ecco il Signore venirci incontro camminando sulle acque e dirci: “Coraggio, sono io, non abbiate paura!».

Il coraggio infatti, è il contrario della paura, ed è frutto della fede, e la fede fa sperare, credere, osare l’impossibile, perché riguarda ciò che è possibile a Dio.

Come Pietro vorremmo camminare sulle acque, ma la nostra fede è povera e la paura ci assale, allora gridiamo: “Signore salvami!”. Questa mia poca fede diventa invocazione vera di salvezza, quasi a dire: tutta la fede che avevo, io ce l’ho messa, ora Signore aiutami Tu.

“Signore salvami,

è il grido di ogni cuore che oggi pongo dinanzi a Te.

Salvaci dal dolore, dalla paura, dall’angoscia,

aiutaci a credere che Tu sei presente.

Donaci il coraggio di camminare

fidandoci di Te, sentendo il Tuo amore.

Ciascuno possa sentire per sé queste parole:

Non temere, non piangere, perché il Signore è con Te,

ad ogni battuta di arresto, in ogni solitudine,

possa tu con il cuore dire: il Signore è la mia salvezza

e con Lui non temo più”.

(Shekinaheart Eremo del cuore)

 

Signore, salvami!

Signore, salvami!

 

07 AGOSTO 2023

LUNEDÌ DELLA XVIII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Nm 11,4b-15

Salmo: Dal Sal 80 (81)

Vangelo: Mt 14,22-36

“E quanti lo toccarono furono guariti”. Si conclude così il Vangelo di oggi, dopo tanta paura da parte dei discepoli e di Pietro, finisce con una certezza: il Signore tocca le nostre paure. Questo deve esserci di consolazione poiché, a volte la tentazione è quella di scappare, di fuggire, oggi invece è propria la forza di Dio a tirarci fuori dalle acque dei nostri pensieri!

Anzi, paradossalmente quella paura diventa mezzo per percepire la salvezza, luogo in cui scoprici amati anzitutto da Dio e da chi come noi, compie la sua traversata ogni giorno.

Il Vangelo di oggi termina con una promessa: che tutti saranno guariti se si lasciano toccare il cuore da Dio!

Colui che ci ha creato non ci abbandonerà, anzi verrà incontro, affinché la nostra mano afferri la Sua. Allora, affidiamo al Signore quanto di più faticoso e pauroso abbiamo nel cuore, arriviamo a gridare come Pietro: “Signore, salvami!”. Non abbiamo timore di lasciarci vedere da Lui così, perché Egli ci sta amando già.

“Signore, salvami!

Sembrano mie la parole di Pietro,

parole di chi ha paura, fa fatica e soffre.

Oggi mi unisco a tanti che vorrebbero gridartelo

e lo faccio anche per loro: salvaci!

Salvaci dalla disattenzione di chi ci è accanto,

salvaci dalle paure che il passato avanza,

salvaci da quel futuro incerto

e salvaci, ora, in questo presente.

Giunga a noi la Tua mano, come Tu vorrai, nel modo che Tu ritieni

e soprattutto, fa che ci rendiamo conto

che ci stai già salvando.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

 

La Sua pace

la sua pace

09 MAGGIO 2023

MARTEDÌ DELLA V SETTIMANA DI PASQUA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: At 14,19-28

Salmo: Sal 144 (145)

Vangelo: Gv 14,27-31a

Siamo vicini ai giorni della passione, e le parole che Gesù dice ai suoi discepoli, non sono per loro facilmente comprensibili. Per comprendere e vivere quegli eventi hanno bisogno di un aiuto, un dono, non oggetto di scambio, che non si compra e non si vende: la pace di Cristo.

Gesù comunica la sua pace ai discepoli, perché vuole rassicurare i loro cuori dai turbamenti che li assalgono.

il  dono  della  pace  di  Cristo  è  ciò  che  deve  far  scomparire  ogni  paura,  ogni  timore:  «Non sia  turbato  il  vostro  cuore  e  non  abbia  timore». Ovvero restati saldi, siate forti, non fatevi spaventare dagli eventi, non fatevi prendere da quella agitazione emotiva che nasce da  situazioni impreviste, che non si sa come gestire. Non permettete alle tempeste della vita di togliervi la pace e di soffocare la speranza.

Restare radicati nell’amore del Padre come Gesù ha fatto, ci fa recuperare il baricentro della nostra umanità, il punto dove raccogliere quei pensieri che ci turbano la mente e il cuore. Non possiamo evitare tutte le tempeste, ma la pace che Gesù dona frutto del suo grande amore in comunione con il Padre, ci permette di attraversarle.

“Signore,

dona pace al mio cuore,

liberalo dalle paure.

Tu sei la mia forza,

il mio rifugio,

fa che senta la Tua pace su di me.

Possa io attraversare ogni istante della mia vita,

consapevole della Tua presenza

e sia cosi non solo per me, ma per tutti,

cosi che ciascuno trovi in Te

la sua pace.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

 

Sono io

sono io

 

 

SABATO 29 APRILE 2023

SANTA CATERINA DA SIENA, VERGINE E DOTTORE DELLA CHIESA, PATRONA D’ITALIA E D’EUROPA – FESTA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: 1Gv 1,5-2,2

Salmo: Sal 102 (103)

Vangelo: Mt 11,25-30

 

Facciamo nostre le parole di Gesù, sentiamole dirette al nostro cuore: “sono io, non abbiate paura”. Al nostro quotidiano a volte tortuoso, alle preoccupazioni ordinarie che ci portiamo dentro, sentiamo per noi risuonare: non abbiate paura.

Quante cose ci spaventano, e non solo quelle straordinarie, come vedere Gesù camminare sulle acque, ma sono più le cose ordinarie, a cui oggi Gesù vuole dirci che custodisce straordinariamente nel Suo cuore.

È bello ed importante sentirsi al sicuro, sentire che qualcuno ha cura di noi, ed Egli è colui che certamente non si dimentica le nostre angosce ed il nostro pianto; ogni lacrima in Lui non è sprecata, ma raccolta ed amata perché Lui è Dio e noi siamo sue creature. Ci ama non per quello che siamo o facciamo, ma in virtù di ciò che caratterizza la nostra esistenza: essere suoi.

Allora ogni volta che ci sembrerà di affogare, volgiamoci a Lui, perché se nelle nostre paure pensiamo di non avere nessuno accanto, il Signore è qui per rassicurarci e dire: sono io.

“Signore,

aiutami a sentire, per me, le Tue parole: sono io.

Non solo quando assale il mare dell’angoscia,

ma fa che queste Tue parole

siano la mia serenità

in ogni momento, in ogni istante,

così da vivere il mio quotidiano alla Tua presenza,

con la certezza di essere amato

e che Tu hai cura di me”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

Il coraggio di dire: ho paura

Il coraggio di dire: ho paura

22 APRILE 2023

SABATO DELLA II SETTIMANA DI PASQUA

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: At 6,1-7

Salmo: Sal 32 (33)

Vangelo: Gv 6,16-21

Quel mare agitato che ci portiamo dentro, le nostre paure, i momenti di sconforto, in Gesù trovano un luogo sicuro. Il Signore camminando su quelle acque le attraversa, per venire incontro a noi e dirci di non avere paura.

Se un tempo il nostro avvenire era motivo di timore, ora Gesù è venuto rassicurarci con la Sua presenza. Non è facile, sicuramente il cuore tende a preoccuparsi come quello dei discepoli, ma Gesù tocca la barca, Egli è il punto fermo capace di portarci subito a riva.

Allora, affidiamo a Dio il nostro cuore, troviamo il coraggio di dirgli: “ho paura”, perché la via non è scappare da essa, ma affrontarla con Lui. Intraprendiamo la via del coraggio. Il nostro coraggio che ne ha viste e passate tante, ora può vivere di speranza, poiché ha gettato il suo cuore in Dio ed ha toccato la riva.

“Signore,

donami il coraggio di dire: ho paura.

Concedimi la forza

per affrontare il mare, la tempesta, quelle battaglie che a volte

rendono dura la mia giornata.

Oggi, la Tua parola mi viene incontro per donare una speranza:

con Te sono al sicuro.

Tu attraversi il mio mare e mi prendi per mano

ed io ritrovo il coraggio,

perché non sono solo e per quanto sia notte in me,

un nuovo giorno è sorto,

una luce è il Tuo volto

venuto a dirmi:

coraggio figlio con te, ci sono anch’io.”

(Shekinaheart Eremo del cuore)

 

 

Non avere più paura

non avere più paura

16 NOVEMBRE 2022

MERCOLEDÌ DELLA XXXIII DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

LITURGIA DELLA PAROLA    (clicca qui)

Prima lettura: Ap 4,1-11

Salmo: Dal Sal 150

Vangelo: Lc 19,11-28

Uno dei servi aveva paura del suo padrone, si era fidato di ciò che aveva sentito di Lui e per timore, non aveva fatto fruttare la sua moneta. Una paura infondata che anziché muovere all’azione, al fare qualcosa, paralizza e il padrone risponde: “Dalle tue stesse parole ti giudico”, si, perché anche ne avesse dette altre, forse quel servo non avrebbe comunque capito.

La realtà è filtrata attraverso un pensiero su qualcuno al punto che alla fine, accade cio che temevano. Spesso i giudizi non ci fanno vedere realmente le cose come sono e può capitare anche con Dio, quando gli attribuiamo titoli per sentito dire.

Il Vangelo di oggi ci parla di un dono ricevuto da far fruttare, nessuno è escluso da questo, ma la modalità d’impiego è tutta nostra in base alle nostre capacità. Dio non ci chiede il di più di quello che possiamo fare, però ci invita a pensarci come “potenziati”, ovvero persone che possono farcela. Egli ha fiducia in noi, non dobbiamo avere paura né delle situazioni, né di Lui, poiché Egli non è un padrone, è un Padre e noi non siamo servi, ma figli.

In quanto figli, siamo soggetti a compiere il nostro dovere nella quotidianità, però c’è anche un altro impegno insito nel testo: vivere da figli in questo mondo senza dubitare di Lui, senza aver paura di Dio, ma riconoscendolo come Colui che è dalla nostra parte, pronto a perdonare e non a punire, a sostenere e a far brillare l’opera delle sue mani (noi) come fosse la gemma più bella.

“Signore,

aiutami quando nella paura mi allontano

e assorto dai pensieri mi dimentico di Te,

di quello che sei per me: Padre.

Allora che ti invochi sempre come Padre,

così da sentirmi figlio,

una Tua creatura

forgiata dal fuoco del Tuo amore,

che ti chiedo di non spegnere mai,

affinché io mi ritrovi

e possa trarne la forza per non avere più paura”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)

 

 

 

Sul finire della notte

 

Sul finire della notte

 

02 AGOSTO 2022

MARTEDÌ DELLA XVIII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO PARI)

LITURGIA DELLA PAROLA      (clicca qui)

Prima lettura: Ger 30,1-2.12-15.18-22

Salmo: Sal 101 (102)

Vangelo: Mt 14,22-36

 

I discepoli gridano dalla paura, vedono un “fantasma” che gli viene incontro e non riconoscono che è Gesù. A volte presi dal buio, dalla paura, può capitare anche a noi di non riconoscerlo durante il quotidiano. Il Signore però non ci rimprovera, anzi rassicura, dicendo: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!».

Quanto abbiamo bisogno di sentire la parola: “coraggio”! Essa fa intendere, che Qualcuno sa quello che stiamo vivendo e ci si sente un po’ più sollevati, perché la più grande paura è essere soli.

Con Dio non saremo mai soli e Lui non smette mai di ricordarcelo, affinché la nostra fede si fortifichi in questa certezza: nonostante le difficoltà ci verrà incontro e non sarà la paura a governare la nostra vita.

“Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare”. Gesù ci viene incontro, sa fare di ogni fatica una strada su cui camminare per non lasciarci soli, forse non come vogliamo, non in quel preciso istante, ma non finirà la notte prima che il Signore passi.

“Signore,

nel buio della mia paura,

fa che riesca a scorgere la tua luce.

Nel vento della mia angoscia,

possa sentire la calma dei tuoi passi, venirmi incontro.

Aiutami a comprendere che la mia notte,

ovvero tutta la paura e la fatica che mi porto dentro,

vedrà la luce del Tuo arrivo,

per soccorrermi e

vivere del Tuo coraggio

in ogni notte come in pieno giorno”.

(Shekinaheart Eremo del Cuore)