Cominciava a rendersi conto di quanto ci fosse di doloroso, fors’anche di segretamente inappagato in fondo alla dolcezza di quella frase, ma non poteva soffrirne. Che importava se gli diceva che l’amore è fragile, il suo era così forte! Scherzava con la tristezza che ne fluiva, la sentiva passare su di sé, ma come una carezza che rendeva più profonda e più dolce la sensazione ch’egli aveva della propria felicità. La faceva suonare dieci, venti volte di seguito a Odette, esigendo che intanto non smettesse di baciarlo. Ogni bacio chiama un altro bacio. Ah! nei primi tempi di un amore, i baci nascono con tanta naturalezza! Spuntano così vicini gli uni agli altri; e a contare i baci che ci si è dati in un’ora si faticherebbe come a contare i fiori di un campo nel mese di maggio. Odette, allora, fingeva di fermarsi, dicendo: “Come faccio a suonare se mi tieni così? non posso fare tutto in una volta, decidi quel che vuoi, almeno: devo suonare la frase o farti le coccole?”. Swann si arrabbiava e lei scoppiava in una risata che ricadeva su di lui mutuandosi in una pioggia di baci.
M. Proust, Un amore di Swann
Traduzione di G. Raboni per i Meridiani Mondadori