E tuttavia avrebbe voluto vivere fino a non amarla più, fino a che Odette non avesse più ragione di mentirgli e gli fosse finalmente possibile sapere da lei se quel giorno che era andato a trovarla di pomeriggio era o non era a letto con Forcheville. Spesso, il sospetto che lei amasse qualcun altro lo distoglieva per alcuni giorni dal porsi il quesito su Forcheville, glielo rendeva quasi indifferente, come quelle nuove forme di un unico stato morboso che momentaneamente sembrano averci liberati dalle forme precedenti. C’erano addirittura dei giorni in cui non era tormentato da alcun sospetto. Si credeva guarito. Ma la mattina dopo, svegliandosi, avvertiva nello stesso punto lo stesso dolore di cui, durante la giornata precedente, aveva come diluito la sensazione in un torrente di impressioni diverse. In realtà, non si era mosso di lì. Ed era stata la sua asprezza a svegliare Swann.
M. Proust, Un amore di Swann
Traduzione di G. Raboni per i Meridiani Mondadori