Certe sere, Odette ridiventava tutt’a un tratto carina con lui, e lo avvertiva bruscamente che doveva approfittarne senza indugio, a rischio, altrimenti, di non vederla più così per anni; bisognava tornare subito a casa a “fare cattleya”, e il desiderio di lui ch’ella sosteneva di provare era così repentino, così inesplicabile, così imperioso, le carezze che poi gli prodigava così insolite e dimostrative, che tanta tenerezza, brutale e inverosimile, rattristava Swann come una menzogna o una cattiveria. Una sera che in quel modo, dietro suo ordine, era rientrato con Odette, la quale mescolava ai baci parole appassionate contrastanti con la sua abituale aridità, Swann ebbe a un tratto l’impressione di sentire un rumore; si alzò, cercò dappertutto, non trovò nessuno, ma non ebbe il coraggio di riprendere posto accanto a lei. Odette, allora, al colmo della rabbia, ruppe un vaso dicendo: “Con te non si può mai fare niente!”. E a lui rimase il dubbio che avesse nascosto qualcuno, per ingelosirlo o per eccitarne i sensi.
M. Proust, Un amore di Swann
Traduzione di G. Raboni per i Meridiani Mondadori
Jeremy Irons e Ornella Muti nel film Un amore di Swann