La cecità di Swann di fronte a Odette

On the set of Un amour de Swann

La cecità di Swann di fronte a Odette, del resto, non si arrestava a queste lacune della sua educazione, ma si estendeva anche alla mediocrità della sua intelligenza. Di più: ogni volta che Odette raccontava una storia insulsa, Swann l’ascoltava con un compiacimento, un’allegria, quasi un’ammirazione in cui doveva insinuarsi qualche residuo di voluttà; mentre tutto ciò che lui stesso, nella medesima conversazione, poteva dire di acuto, addirittura di profondo, Odette l’ascoltava in genere senza interesse, ben presto con impazienza, e talvolta contraddicendo con asprezza. E se ne concluderà che questo asservimento della finezza alla volgarità rappresenta la regola in molte unioni, solo che si pensi, inversamente, a quante donne superiori si lasciano sedurre da un cafone, censore spietato dei loro motti più squisiti, mentre loro vanno in estasi, con l’infinita indulgenza della tenerezza, per le sue più triviali facezie.

M. Proust, Intorno a Madame Swann

Traduzione di G. Raboni per i Meridiani Mondadori

foto: Jeremy Irons e Ornella Muti nel film Un amore di Swann

La cecità di Swann di fronte a Odetteultima modifica: 2021-08-12T12:13:03+02:00da ellen_blue

12 pensieri riguardo “La cecità di Swann di fronte a Odette”

  1. Bene, dopo aver già letto una quarantina di pagine l’ho copiato fin qua, poi proseguirò (sempreché tu voglia continuare a riproporre altre pagine). Ho deciso di ricopiarlo e stamparlo perché ho perso il filo e, come dice qualcuno, la carta è tutt’altra cosa. Les yeux guardano ma, se en même temps la mano tocca la carta, è ancora meglio. Deux sens valent mieux qu’un.

  2. Siate sicuri che, se l’autore vale qualcosa, voi non afferrerete subito il suo pensiero […] Non ch’egli non dica quello che vuole dire, o non lo dica con forza; ma questo pensiero egli non può esprimerlo tutto e, cosa ancora più strana, non vuole; ma lo esprime in maniera oscura, e con parabole, sì da potere essere sicuro che voi lo andrete cercando […] Quando trovate un buon libro dovete chiedervi: “Son io disposto a lavorare come un minatore?” John Ruskin

    1. “Quando trovate un buon libro dovete chiedervi: “Son io disposto a lavorare come un minatore?”

      Posso dire che amo Ruskin, perché è proprio un massacrante lavoro da minatore quello che mi aspetta?

      1. Non a caso Proust venerava Ruskin. Quando morì di lui scrisse: “Quando vedo il vigore con cui vive quest’uomo defunto […] capisco quanto la morte sia piccola cosa”. (certe cose le riporto come promemoria)

    1. “TI AMO RUSKIN”, perché non sto pensando alla mia produzione, ma alle pagine del “Suo”. “Nostro” no, perché con lui ci litigo sempre :))

  3. “La cecità di Swann di fronte a Odette, del resto, non si arrestava a queste lacune della sua educazione, ma si estendeva anche alla mediocrità della sua intelligenza.”

    Non so, forse Odette era davvero maleducata ed anche poco intelligente, ma affermarlo con tanta veemenza mi sembra più una voglia di riscatto ed una contraddizione. Forse però, la contraddizione, si spiega in queste altre due righe:

    “E se ne concluderà che questo asservimento della finezza alla volgarità rappresenta la regola in molte unioni, solo che si pensi, inversamente, a quante donne superiori si lasciano sedurre da un cafone.”

    Invidia?

  4. Più che voglia di riscatto, risentimento misto a delusione…Swann si allontana dalla sua cerchia di amici, raffinati, divertenti, intelligenti, alcuni aristocratici, perché non avrebbero mai accettato Odette che era una puttana (questo termine Proust lo fa usare a Bergotte). (Swann non lo vive come un sacrificio). Nota: tra i due è lui che ha tante qualità, mentre lei è troppo poco per lui, non riesce a stargli dietro. Ad esempio, non riesce a scindere, parlando in generale, lo scrittore dall’uomo, deprecando il primo a causa del secondo (non so se sono stata chiara).

    “E se ne concluderà che questo asservimento della finezza alla volgarità rappresenta la regola in molte unioni, solo che si pensi, inversamente, a quante donne superiori si lasciano sedurre da un cafone.”

    “Invidia?”
    No, sacrosanta verità. Io nel mio piccolo ne so qualcosa a causa “dell’infinita indulgenza della tenerezza”.

    1. O, forse, si allontana dalla sua cerchia di amici per proteggersi sia dai loro giudizi, sia per sottrarre Odette a tentazioni, quindi proteggersi ancora.

      Sull’invidia o verità, non ho espresso un giudizio ma un interrogativo. Bisogna viverle le cose per, forse, esprimere un giudizio. Quindi la tua “verità” è sicuramente più fondata della mia domanda.

  5. “sia per sottrarre Odette a tentazioni, quindi proteggersi ancora”. Odette trovava sempre il modo di indulgere in tentazione motuproprio.

    “Sull’invidia o verità, non ho espresso un giudizio ma un interrogativo. Bisogna viverle le cose per, forse, esprimere un giudizio. Quindi la tua “verità” è sicuramente più fondata della mia domanda”. In questo caso solo in relazione alle mie esperienze in quanto donna.

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