Ritratto di Gilberte Swann

Nel volto di Gilberte, accanto al naso di Odette perfettamente riprodotto, la pelle si sollevava per esibire intatti i due nei di Swann. Una nuova varietà di Madame Swann era stata ottenuta e si trovava lì al suo fianco, come un lillà bianco vicino a un lillà viola. Non bisogna però figurarsi che il confine tra le due somiglianze fosse netto, assoluto. A tratti, quando Gilberte rideva, si scorgeva l’ovale del padre dentro il volto della madre, come se qualcuno li avesse messi insieme per vedere l’esito del miscuglio; l’ovale si precisava nel modo in cui si forma un embrione: s’allungava obliquamente, si gonfiava, un istante dopo era scomparso. Negli occhi di Gilberte c’era lo sguardo franco e buono del padre; lo stesso con cui mi aveva fissato dandomi la biglia d’agata e dicendomi: “Tenetela in ricordo della nostra amicizia”. Ma appena s’interrogava Gilberte su quel che avesse fatto, subito, in quegli stessi occhi, apparivano l’imbarazzo, l’incertezza, la dissimulazione, la tristezza di Odette quando, un tempo, Swann le chiedeva dove fosse stata e lei gli dava una di quelle risposte menzognere che costernavano l’amante e che ora, al marito prudente e non curioso, facevano cambiare bruscamente discorso. Spesso, ai Champs-Élysées, cogliere quello sguardo in Gilberte mi aveva turbato. Ma, il più delle volte, non ce n’era motivo. In lei, sopravvivenza puramente fisica della madre, quello sguardo – almeno quello – non corrispondeva più a niente. Quando era andata a scuola, quando doveva tornare a casa per una lezione, le pupille di Gilberte eseguivano il movimento che, in passato, nasceva negli occhi di Odette dalla paura di rivelare che durante la giornata aveva ricevuto uno dei suoi amanti, o che aveva fretta di recarsi a un appuntamento. Così si vedevano quelle due nature – di Swann e di sua moglie – ondeggiare, rifluire, sconfinare alternativamente l’una sull’altra nel corpo di quella Melusina.

M. Proust, Intorno a Madame Swann

Traduzione di G. Raboni per i Meridiani Mondadori

(The Year of Reading Proust)

Ritratto di Gilberte Swannultima modifica: 2021-08-19T07:53:05+02:00da ellen_blue

4 pensieri riguardo “Ritratto di Gilberte Swann”

  1. “Così si vedevano quelle due nature – di Swann e di sua moglie – ondeggiare, rifluire, sconfinare alternativamente l’una sull’altra nel corpo di quella Melusina.”

    Sì dai, questo è narcisismo e sfida. Come a dire, “provate a trovare voi le parole per scrivere e descrivere voi una cosa così”.

    Secondo me Gide, checché si sia poi pentito (falso), lo bocciò per invidia.

    1. Anche a me piacciono tantissimo quelle due righe (ok, sono di parte, non vale). Quanto a Gide, mi chiedo come può un uomo della sua levatura non aver riconosciuto un capolavoro. Sarà stata invidia, sì. Del resto l’invidia tra scrittori è dinamica ben nota.

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