Robert de Saint-Loup e Madame de Marsantes

Robert mi trascinò bruscamente verso sua madre.

“Addio” le disse; “sono costretto a lasciarvi. Non so quando mi daranno un nuovo permesso, certo non prima d’un mese. Appena me lo comunicheranno, ve lo scriverò”.

Robert non era assolutamente di quei figli che, trovandosi in società assieme alla madre, credono che un atteggiamento d’insofferenza nei suoi confronti debba fare da contrappeso ai sorrisi e ai saluti che rivolgono agli estranei; odiosa e diffusissima vendetta di gente per la quale si direbbe che la villania verso i propri cari sia il naturale complemento dell’abito da cerimonia. Qualsiasi cosa dica la povera madre, il figlio, come se fosse stato trascinato lì suo malgrado e volesse far pagare cara la propria presenza, contraddice immediatamente con precisa, crudele ironia l’asserzione timidamente arrischiata; la madre s’affretta ad adeguarsi, senza per questo ammansirlo, all’opinione di quell’essere superiore del quale, in sua assenza, continuerà a vantare con tutti il carattere delizioso, e che tuttavia non le risparmia uno solo dei suoi strali acuminati. Ben diverso era Saint-Loup, ma l’angoscia causatagli dalla lontananza di Rachel faceva sì che, per tutt’altre ragioni, egli fosse con la madre non meno aspro di quei figli. E, alle sue parole, io vidi lo stesso fremito, simile a quello di un’ala, che Madame de Marsantes non aveva saputo reprimere all’arrivo del figlio, sollevare ancora per intero la figura della madre; ma era, adesso, un volto ansioso, erano degli occhi desolati, ch’ella fissava su di lui.

“Ma come, Robert, vai già via? sul serio? bambino mio! l’unico giorno che potevo averti per me!”.

E quasi sottovoce, nel più naturale dei toni, con una voce da cui si sforzava di bandire ogni tristezza per non ispirare al figlio una pietà che gli sarebbe riuscita crudele, oppure inutile e capace soltanto d’irritarlo, aggiunse, come semplice osservazione suggerita dal buon senso:

“Non è gentile, sai, da parte tua”.

Ma a questa semplicità Madame de Marsantes mescolava tanta timidezza, per fargli capire che non intendeva violare la sua libertà, tanta tenerezza, perché lui non la rimproverasse di intralciare i suoi piaceri, che Saint-Loup dovette avvertire dentro di sé qualcosa come la possibilità di commuoversi, vale a dire un ostacolo al progetto di passare la serata con la sua amica. E fu per questo che si infuriò:

“Spiacente, ma – gentile o non gentile – è così”.

E rivolse alla madre i rimproveri che, probabilmente, sospettava di meritare egli stesso; è così che un egoista ha sempre l’ultima parola; dando per scontata l’irrevocabilità della propria decisione, più il sentimento cui lo si richiama perché vi rinunci è toccante e più egli trova riprovevole, non già se stesso che vi resiste, ma chi lo mette nella necessità di resistervi, con la conseguenza che la sua durezza può giungere sino all’estrema crudeltà senza far altro che aggravare vieppiù, ai suoi occhi, la colpa d’una persona talmente indelicata da soffrire, da aver ragione, talmente vile da provocargli il dolore d’agire contro la propria pietà. Del resto, Madame de Marsantes smise spontaneamente d’insistere, rendendosi conto che non sarebbe riuscita a dissuaderlo.

M. Proust, La parte di Guermantes I

Traduzione di G. Raboni per i Meridiani Mondadori

Robert de Saint-Loup

Stéphane Heuet , Robert de Saint-Loup

Robert de Saint-Loup e Madame de Marsantesultima modifica: 2021-11-13T16:26:15+01:00da ellen_blue

Lascia un commento

Se possiedi già una registrazione clicca su entra, oppure lascia un commento come anonimo (Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato ma sarà visibile all'autore del blog).