Robert e Rachel

Robert ignorava quasi tutte le infedeltà della sua amante, e lavorava di fantasia su piccole cose del tutto insignificanti in confronto alla vera vita di Rachel, vita che cominciava, ogni giorno, nell’attimo stesso in cui egli la lasciava. Le ignorava quasi tutte, quelle infedeltà. Si sarebbe potuto ragguagliarlo in proposito senza scuotere la sua fiducia in Rachel; infatti, per un’affascinante legge di natura che si manifesta nelle società più complesse, si vive nell’assoluta ignoranza di ciò che si ama. Da un lato dello specchio, l’innamorato pensa: “È un angelo, non mi si concederà mai, non mi resta che morire, e tuttavia mi ama; mi ama tanto che forse…ma no, non sarà mai possibile!”. E nell’esaltazione del desiderio, nell’angoscia dell’attesa, quanti gioielli ammucchia ai suoi piedi, con quanta precipitazione va a farsi prestare del denaro per evitarle un fastidio! Nel frattempo, dall’altro lato della parete che non ne lascia udire i discorsi più di quanto non s’odano quelli di un gruppo di visitatori al di là d’un acquario, la gente dice: “Non la conoscete? meglio per voi, ha derubato, ha ridotto in miseria non so quante persone, non esiste puttana peggiore. È una truffatrice fatta e finita. E furba come il diavolo!”. E, forse, la gente non è del tutto fuori strada nel fare quest’ultima affermazione, se anche l’uomo scettico, che non è veramente innamorato di lei ma semplicemente la desidera, assicura agli amici: “Ma no, mio caro, non è per niente una cocotte; non dico che, nella sua vita, non si sia tolta due o tre capricci, ma non è donna da concedersi per denaro, a meno che non si tratti d’un patrimonio. Con lei, o cinquantamila o niente”. Ebbene, lui – lui che parla – ha per l’appunto speso cinquantamila franchi, e per averla una sola volta; ma lei, trovando d’altronde il migliore dei complici proprio in lui, cioè nel suo amor proprio, è riuscita a fargli credere d’essere fra coloro che l’hanno avuta gratis. Così è la società, dove ciascuno ha due facce, e le persone più marce, più malfamate, non saranno mai viste da certe altre se non sullo sfondo e dietro la protezione d’una conchiglia, d’un dolce bozzolo, d’una deliziosa curiosità di natura. C’erano, a Parigi, due onest’uomini cui Saint- Loup aveva tolto il saluto, e di cui non poteva parlare senza che gli tremasse la voce e senza chiamarli sfruttatori di donne: erano stati, sia l’uno che l’altro, rovinati da Rachel.

M. Proust, La parte di Guermantes I

Traduzione di G. Raboni per i Meridiani Mondadori

Proust, ses personnages - RachelProust, ses personnages

David Richardson, Rachel

Robert e Rachelultima modifica: 2021-11-15T12:24:55+01:00da ellen_blue

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