Bergotte e le sue opere

Ma frattanto, e inversamente, l’insieme delle sue opere – conosciute solo dai letterati all’epoca in cui Madame Swann ne patrocinava i timidi sforzi di disseminazione, ora cresciute e forti agli occhi di tutti – aveva assunto presso il vasto pubblico uno straordinario potere espansivo. Succede, certo, che uno scrittore diventi celebre solo dopo la sua morte. Ma Bergotte era ancora in vita e, mentre stava percorrendo il suo lento e inconcluso cammino verso la morte, assisteva a quello delle sue opere verso la Fama. Un autore morto, almeno, non fa nessuna fatica a essere illustre. L’irraggiarsi del suo nome si ferma alla pietra della sua tomba. Nella sordità del sonno eterno, la Gloria non può importunarlo. Ma, per Bergotte, l’antitesi s’era costituita solo in parte. Egli insisteva ancora abbastanza per soffrire del tumulto. Si muoveva ancora, sia pur penosamente, mentre le sue opere, scattanti come figlie che amiamo, ma che ci stancano con la loro impetuosa giovinezza e i loro svaghi chiassosi, trascinavano ai piedi del suo letto, giorno dopo giorno, nuovi ammiratori.

M. Proust, La parte di Guermantes II

Traduzione di G. Raboni per i Meridiani Mondadori

David Richardson — Proust Ink

David Richardson, Bergotte

(La morte di Bergotte)

Bergotte e le sue opereultima modifica: 2021-11-19T16:24:05+01:00da ellen_blue

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