La bella fumatrice (e certi ritorni del desiderio)

A Saint-Pierre-des-Ifs salì una splendida fanciulla che, sfortunatamente, non faceva parte del piccolo gruppo. Non riuscivo a staccare gli occhi dalla sua carne di magnolia, dai suoi occhi neri, dalla costruzione mirabile e alta delle sue forme. Subito volle aprire un finestrino, perché nello scompartimento faceva un po’ caldo, e per non chiedere il permesso a tutti, siccome ero il solo senza soprabito si rivolse, con una voce rapida, fresca e ridente a me: “Non vi disturba l’aria, signore?”. Avrei voluto dirle: “Venite con noi dai Verdurin”, oppure: “Ditemi il vostro nome e il vostro indirizzo”. Risposi: “No, l’aria non mi disturba, signorina”. (…) Il giorno dopo chiesi ad Albertine chi potesse essere. (…) Albertine mi disse – con la massima sincerità, credo – di non saperlo. “Vorrei tanto ritrovarla! esclamai. – Non preoccupatevi, ci si ritrova sempre”, replicò Albertine. Nella fattispecie, si sbagliava: non ho mai ritrovato né identificato la bella fumatrice. Si vedrà, del resto, per quale ragione dovetti, per molto tempo, smettere di cercarla. Ma non l’ho dimenticata. Spesso, pensando a lei, mi succede d’essere invaso da una voglia folle. Ma questi ritorni del desiderio ci costringono a riflettere che, volendo ritrovare quella determinata fanciulla con lo stesso piacere, bisognerebbe anche ritornare a quell’anno, cui ne sono seguiti altri dieci durante i quali la fanciulla è sfiorita. Si può, a volte, ritrovare una persona, ma non abolire il tempo. E tutto questo sino al giorno imprevisto, e malinconico come una notte d’inverno, in cui non si cerca più né quella fanciulla, né nessun’altra, in cui trovare ci farebbe persino paura. Perché si sente di non avere più abbastanza attrattive per piacere, né forza per amare. Non che si sia, beninteso, nel senso proprio del termine, impotenti. E amare, si potrebbe più che mai. Ma si sente che è un’impresa troppo grande per quel poco di forze che rimane. Il riposo eterno ha già insinuato degli intervalli durante i quali non si può né uscire, né parlare. Posare un piede sul gradino giusto è una vittoria, come non sbagliare il salto mortale. Essere visti in un simile stato da una fanciulla che amiamo, anche se abbiamo ancora il viso e tutti i capelli biondi d’una volta! Non ci si può più sobbarcare alla fatica di tenere il passo della giovinezza. Tanto peggio se il desiderio carnale, invece di attutirsi, raddoppia! Per questo, si fa venire una donna cui non ci si curerà di piacere, con la quale si dividerà il letto per una sera soltanto, e che non si rivedrà mai più.

M. Proust, Sodoma e Gomorra II

Traduzione di G. Raboni per i Meridiani Mondadori

La bella fumatrice (e certi ritorni del desiderio)ultima modifica: 2022-05-11T12:41:47+02:00da ellen_blue

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