Il nulla che lei era per me, che io dovevo essere per lei

Di Albertine, in compenso, non avevo più niente da scoprire. Mi sembrava ogni giorno meno bella. Soltanto il desiderio che accendeva negli altri tornava – quando, apprendendolo, ricominciavo a soffrire, e volevo contenderla loro – ad innalzarla trionfante ai miei occhi. Poteva essermi causa di sofferenza, mai di gioia. Solo di sofferenza si nutriva il mio increscioso attaccamento. Non appena spariva, e con essa il bisogno di lenirla che assorbiva tutta la mia attenzione come una distrazione atroce, sentivo il nulla che lei era per me, che io dovevo essere per lei. Il protrarsi di quello stato mi rendeva infelice, e m’auguravo a volte di scoprire qualcosa di spaventoso che lei avesse fatto e che potesse farmi rompere con lei fin tanto ch’io non fossi guarito, cosa che ci avrebbe poi permesso di riconciliarci, rendendo diversa e più lieve la catena che ci legava.

M. Proust, La Prigioniera

Traduzione di G. Raboni per i Meridiani Mondadori

Il nulla che lei era per me, che io dovevo essere per leiultima modifica: 2022-06-16T12:44:05+02:00da ellen_blue

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