Se le unioni con le donne che si devono rapire durano meno di altre, è perché la paura di non riuscire ad ottenerle o l’inquietudine di vederle fuggire è tutto il nostro amore, e una volta che le abbiamo portate via al marito, strappate al teatro, guarite dalla tentazione di lasciarci, in una parola dissociate, qualunque essa sia, dalla nostra emozione, non sono altro che se stesse, vale a dire quasi nulla, e, così a lungo bramate, vengono ben presto abbandonate da quello stesso uomo che aveva paura d’essere abbandonato da loro.
M. Proust, La Prigioniera
Traduzione di G. Raboni per i Meridiani Mondadori