(…) quando potei infine ricordare senza sofferenza il giorno in cui Albertine era andata a fare delle commissioni con Françoise invece di restare al Trocadéro, lo ricordai con piacere, quel giorno, come parte d’una stagione morale prima d’allora sconosciuta; lo ricordai finalmente con esatezza, senza più immettervi sofferenza e come si ricordano, invece, certi giorni d’estate che ci sono sembrati troppo caldi quando li abbiamo vissuti e da cui soltanto a posteriori si estrae in tutta la sua purezza un blocco d’oro stabile e di indistruttibile azzurro.
Marcel Proust, Albertine scomparsa I
Traduzione di G. Raboni per i Meridiani Mondadori