Piovosa e rapida, provocante e diafana

Come era potuta apparirmi morta se adesso, per pensare a lei, avevo a disposizione le stesse immagini che rivedevo, ora l’una ora l’altra, quando era viva: svelta e china sulla ruota mitologica della sua bicicletta, stretta, i giorni di pioggia, nella tunica guerriera dell’impermeabile che faceva risaltare i suoi seni, la testa inturbantata e fitta di serpenti, seminava il terrore nelle strade di Balbec; le sere che ci eravamo portati dello champagne nei boschi di Chantepie, provocante e mutata la voce, aveva in viso quella fiamma livida, arrossata solo ai pomelli, che – distinguendola male nel buio della vettura – avvicinavo al chiaro di luna per vederla meglio, e che adesso cercavo invano di ricordare, di rivedere in un buio che non sarebbe mai finito. Piccola statuetta nella passeggiata verso l’isola, calma figura massiccia di grana grossa davanti alla pianola, era così, volta a volta, piovosa e rapida, provocante e diafana, immobile e sorridente, angelo della musica. Ciascuna, così, era legata ad un momento, alla cui data mi trovavo nuovamente incasellato quando rivedevo quella certa Albertine. E questi momenti del passato non sono immobili; serbano, nella nostra memoria, il movimento che li trascinava verso l’avvenire – verso un avvenire divenuto a sua volta il passato – trascinandovi anche noi. Mai avevo accarezzato l’Albertine in impermeabile dei giorni di pioggia, volevo chiederle di togliersi quell’armatura, così avrei conosciuto assieme a lei l’amore dei campi, la fraternità del viaggio. Ma non era più possibile: era morta.

Marcel Proust, Albertine scomparsa I

Traduzione di G. Raboni per i Meridiani Mondadori

Piovosa e rapida, provocante e diafanaultima modifica: 2023-01-18T17:26:14+01:00da ellen_blue

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