Le vie che vanno verso i Champs-Élyseés

Erano, allora, molto mal lastricate, ma non appena ci arrivai fui nondimeno sottratto ai miei pensieri da quella sensazione d’estrema dolcezza che si prova quando, di colpo, la carrozza corre più facilmente, più dolcemente, senza rumore, come quando, spalancatisi i cancelli d’un parco, si scivola lungo i viali coperti di sabbia fine o di foglie morte. Materialmente, non era affatto così; ma sentii di colpo la soppressione degli ostacoli esterni perché, in effetti, non c’era più per me lo sforzo d’adattamento o d’attenzione che facciamo, magari senza rendercene conto, di fronte alle cose nuove; le vie per le quali passavo in quel momento erano quelle, da tanto dimenticate, che percorrevo un tempo con Françoise per andare ai Champs-Élyseés. Il suolo sapeva da sé dove andare; la sua resistenza era vinta. E come un aviatore che, dopo una faticosa rincorsa a terra, bruscamente “decolla”, io mi sollevavo lentamente verso le altezze silenziose del ricordo. Per me quelle vie spiccheranno sempre, fatte di un’altra materia, fra tutte le vie di Parigi. Quando arrivai all’angolo di rue Royale, dov’era un tempo il venditore all’aperto delle fotografie che piacevano a Françoise, mi parve che la carrozza, trascinata da centinaia di vecchie svolte, non avrebbe potuto far altro che svoltare da sé. Non attraversavo le stesse vie percorse quel giorno dalle persone che erano fuori a passeggio, ma un passato sdrucciolevole, triste e dolce. Era fatto, d’altronde, di passati diversi, e tanti che m’era difficile riconoscere la causa della mia malinconia, se fosse legata al mio andare incontro a Gilberte col timore che lei non venisse, alla vicinanza d’una certa casa dove m’avevano detto che Albertine era stata con Andrée, al significato di vanità filosofica che sembra prendere una strada percorsa mille volte, con una passione che è finita e che non ha portato frutti, come quella dove facevo, dopo colazione, delle corse così affrettate, così febbrili per guardare, ancora tutte fresche di colla, la locandina di Phèdre o quella di Domino noir.

Marcel Proust, Il Tempo ritrovato

Traduzione di G. Raboni per i Meridiani Mondadori

Les Champs-Élysées, du marécage à la plus belle avenue du Monde – Paris  ZigZag | Insolite & Secret

Le vie che vanno verso i Champs-Élyseésultima modifica: 2023-04-28T12:39:26+02:00da ellen_blue

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