La principessa di Nassau

Una signora andò via, perché aveva altri ricevimenti e doveva far merenda con due regine. Era una cocotte d’alto bordo che avevo conosciuta in altri tempi, la principessa di Nassau. Se non fosse diminuita di statura – il che dava l’impressione che avesse, per via della testa situata molto più in basso di prima, quel che si chiama un piede nella fossa – a stento la si sarebbe detta invecchiata. Era ancora una Maria Antonietta dal naso austriaco, dallo sguardo incantevole, conservata, imbalsamata grazie a mille trucchi deliziosamente uniti che le facevano un viso lilla. Un viso sul quale aleggiava l’espressione confusa e tenera di chi è costretto ad andarsene, di chi promette teneramente che tornerà, di chi scompare discretamente, dettata dal gran numero di relazioni scelte da cui era attesa.

[…]

Mi guardò soltanto, come ho detto, in un modo che significava: “Quanto tempo!” e in cui ripassavano i suoi mariti, gli uomini che l’avevano mantenuta, due guerre; e i suoi occhi stellari, simili a un orologio astronomico intagliato in un’opale, segnarono una dopo l’altra tutte le ore solenni di quel lontanissimo passato che sapeva infallibilmente recuperare quando vi doveva dire un buongiorno che era sempre una scusa. Poi, lasciatomi, si diresse al piccolo trotto verso la porta, perché nessuno si disturbasse per lei, per mostrarmi che se non s’era intrattenuta con me era stato solo a causa del suo ritardo, per riguadagnare il minuto perso a stringermi la mano e arrivare puntuale dalla regina di Spagna con la quale doveva far merenda da sola a sola. Anzi, nei pressi della porta, mi parve che stesse per prendere il galoppo. E, in effetti, correva alla sua tomba.

Marcel Proust, Il Tempo ritrovato

Traduzione di G. Raboni per i Meridiani Mondadori

La principessa di Nassauultima modifica: 2023-06-08T12:12:54+02:00da ellen_blue

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