La vecchiezza degli scapoli

“Non saprei dire quanto Swann mi è parso cambiato, disse la prozia, ha un aspetto talmente vecchio!” La prozia aveva una così radicata abitudine di vedere sempre in Swann il medesimo adolescente, che si meravigliava di trovarlo tutt’a un tratto meno giovane dell’età che continuava ad attribuirgli. E tutti i miei parenti, del resto, cominciavano a vedere in lui la vecchiezza anormale, eccessiva, vergognosa e meritata degli scapoli, di tutti coloro per i quali si ha l’impressione che il gran giorno che non ha domani sia più lungo che per gli altri, perché il loro è vuoto e i momenti vi si sommano sin dal mattino senza poi dividersi tra un certo numero di figli.

[Marcel Proust, Alla Ricerca del tempo perdutoDalla parte di Swann, traduzione di Giovanni Raboni, I Meridiani Mondadori] pp. 42-43

La vecchiezza degli scapoliultima modifica: 2023-08-10T12:27:06+02:00da ellen_blue

3 pensieri riguardo “La vecchiezza degli scapoli”

  1. E’ anche vero che solo conoscendo – anche solo di vista – alcune persone possiamo definirne i cambiamenti. Non a caso, di una persona che incontriamo per la prima volta, solo se ce la dice la sua età, rispetto agli anni che abbiamo ipotizzato darle, penseremo che li porta bene o male e, anche se li portasse male, non sapremmo a cosa questo sia imputabile. Magari, scrutando meglio nei suoi occhi, qualche indizio potremmo averlo, ma farlo con una persona che abbiamo appena incontrato sarebbe un po’ indiscreto.
    Senza alcuna polemica, aggiungerei che il crescendo che la prozia realizza in “vecchiezza anormale, eccessiva, vergognosa e meritata degli scapoli”, possa derivare o da uno sfogo d’invidia o, più probabilmente, dall’acidità di una zitella che neanche uno scapolo pentito ha deciso di scoparsi neanche per beneficenza. :)))
    Era zitella quella rancida prozia?

  2. Premettendo che talvolta anch’io stento a stare dietro all’albero genealogico del Narratore (ma è colpa sua perché questa prima parte della Recherche (Combray) è quella che mi manda in estasi e che a suo tempo mi fece innamorare), ti riporto queste due righe: ” le due sorelle della nonna, anziane signorine…” 🙂

  3. Aggiungo, non si tratta di essere zitelle ma di stigmatizzare certe scelte. Tuttora i single vengono guardati con diffidenza, quasi avessero un male oscuro, perché il sociale ci vuole tutti inquadrati: prima fidanzati, poi sposi, poi genitori. Lo spiega benissimo Michela Murgia in un video. Quanto tempo è passato da quando Proust scrisse questa pagina?

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