La Berma

Quando andai a letto, i rumori della strada, che perduravano più del solito in quella sera di festa, mi tennero sveglio. Pensavo a tutta la gente che avrebbe concluso la notte tra i piaceri, all’amante, alla compagnia di debosciati forse, che dovevano aver raggiunto la Berma al termine della rappresentazione di cui avevo visto l’annuncio per quella sera. Non potevo nemmeno dirmi, per calmare l’agitazione che quell’idea faceva nascere in me durante la notte insonne, che forse la Berma non pensava all’amore, perché i versi che recitava, che aveva a lungo studiati, le ricordavano ad ogni istante le sue delizie, da lei talmente conosciute, d’altronde, che ne faceva apparire le ben note emozioni – ma dotate d’una violenza nuova e d’una dolcezza insospettata – a spettatori meravigliati che pure, ciascuno per conto proprio, le avevano già sperimentate dentro di sé. Riaccesi il lume che avevo spento, per guardare ancora una volta il suo viso. Al pensiero che certo, in quel momento, lo stava accarezzando qualcuno cui non potevo impedire di darle, e di ricevere da lei, gioie sovrumane e imprecisate, provai un turbamento più crudele di quanto non fosse voluttuoso, una nostalgia che fu aggravata dal suono del corno, come accade d’udirlo nelle notti di mezza quaresima, e spesso delle altre feste, e che, privo com’è allora di poesia, è più triste quando esce da una bettola che non “la sera nel folto dei boschi”. In quel momento, un messaggio di Gilberte non sarebbe stato, forse, ciò di cui avevo bisogno. I nostri desideri interferiscono via via l’uno con l’altro e, nella confusione dell’esistenza, è raro che una felicità giunga a posarsi proprio sul desiderio che l’aveva invocata.

M. Proust, Intorno a Madame Swann

Traduzione di G. Raboni per i Meridiani Mondadori

File:Sarah Bernhardt by Félix Nadar 2.jpg - Wikipedia

Félix Nadar, Sarah Bernhardt

Sarah Bernhardt (1844-1923) fu attrice teatrale e del cinema muto. Proust le dedicò diverse pagine, ricorrendo allo pseudonimo di Berma.

La Bermaultima modifica: 2021-08-10T17:58:13+02:00da ellen_blue

5 pensieri riguardo “La Berma”

  1. “I nostri desideri interferiscono via via l’uno con l’altro e, nella confusione dell’esistenza, è raro che una felicità giunga a posarsi proprio sul desiderio che l’aveva invocata.”

    Come dire che non tutti i desideri si avverano.

  2. Ma lui non è per la semplificazione 🙂 cosa credi, che abbia liquidato la bella passante con la paginetta che hai letto? (no, non lo credi, ormai hai imparato a conoscerlo)

  3. Ecco, a proposito del “giovane leone” di cui ha decantato la bellezza dettagliando il capello, gli occhi e la pelle, anche di Berma decanta la bellezza e anche se lo fa benissimo e non in versione “cafonal karma”, lo fa solo in modo trasversale attraverso le emozioni che la stessa provoca. Accennare un disegnino sulla pelle, sul seno, sulle forme per passare dalle emozioni alle voglie no? Le emozioni che suscita nel declamare i versi sono tutte relative ai versi o c’è qualche vibrazione dovuta ai toni della sua voce, alle sue vibrazioni, alle sue mani? Oddio, non prenderla come se uno come me volesse cazziare Marcel, ma prendila solo come uno che nota fra l’immagine di un maschio biondo vista di sfuggita attraverso una tenda e l’immagine di una come la Brema che ti è stata davanti a declamare versi, di sicuro hai avuto più attenzione per l’uno che per l’altra.

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