Madame Swann, cocotte illetterata

Lady Israels, ricchissima, vantava una grande influenza, e l’aveva esercitata per far sì che nessuna persona di sua conoscenza ricevesse Odette. Una sola, di nascosto, aveva disobbedito: la contessa di Marsantes. Ora, la sfortuna aveva voluto che, un giorno in cui Odette era andata a far visita a Madame de Marsantes, quasi contemporaneamente fosse arrivata lady Israels. Madame de Marsantes era sulle spine. Con la vigliaccheria della gente che pure potrebbe permettersi tutto, non una sola volta rivolse la parola a Odette, la quale non ne fu certo incoraggiata a spingere oltre la propria incursione in un mondo che, del resto, non era assolutamente quello in cui le sarebbe piaciuto essere accolta. In questo totale disinteresse per il faubourg Saint-Germain, Odette continuava a comportarsi da cocotte illetterata, ben diversa dalle borghesi che padroneggiano ogni minima questione di genealogia e ingannano con la lettura degli antichi memoriali la sete di relazioni aristocratiche di cui la vita reale non le rifornisce. E, d’altro canto, Swann continuava indubbiamente a comportarsi da amante cui tutte le particolarità della donna un tempo amata sembrano piacevoli o inoffensive, poiché spesso sentii sua moglie proferire autentiche eresie mondane senza che lui (per residua tenerezza, mancanza di stima, o pigrizia nel perfezionarla) cercasse di correggerle.

(…)

Tornando alle ragioni che, a quel tempo, impedirono a Odette di penetrare nel faubourg Saint-Germain, bisogna dire che il più recente sovvertimento del caleidoscopio mondano era stato provocato da una serie di scandali. Si era scoperto che alcune donne dalle quali ci si recava con assoluta fiducia erano delle prostitute, delle spie inglesi. Per un po’ di tempo si sarebbe chiesto alle persone – così almeno si pensava – d’essere innanzitutto molto a posto, molto per bene… Odette incarnava esattamente tutto ciò con cui si erano appena tagliati e, d’altronde, immediatamente ripristinati i ponti (giacché gli uomini, che non cambiano dall’oggi al domani, cercano in un nuovo regime la continuazione dell’antico), ma cercandolo sotto una forma diversa, grazie alla quale si potesse soccombere all’inganno e credere di non trovarsi più nella società di prima della crisi. Ora, Odette assomigliava troppo alle signore “bruciate” di quella società.

M. Proust, Intorno a Madame Swann

Traduzione di G. Raboni per i Meridiani Mondadori

Kees van Dongen | "Odette et Swann" Illustration to Proust's "La Recherche du Temps Perdu" | The Metropolitan Museum of Art

Kees van Dongen, Odette et Swann” Illustration to Proust’s “La Recherche du Temps Perdu”

Madame Swann, cocotte illetterataultima modifica: 2021-08-12T09:35:31+02:00da ellen_blue

9 pensieri riguardo “Madame Swann, cocotte illetterata”

  1. “Con la vigliaccheria della gente che pure potrebbe permettersi tutto, non una sola volta rivolse la parola a Odette, la quale non ne fu certo incoraggiata a spingere oltre la propria incursione in un mondo che, del resto, non era assolutamente quello in cui le sarebbe piaciuto essere accolta.”

    Quando in certe sere, non avendo altri cieli da guardare, cieli più vicini e palpabili, cieli da toccare, accarezzare, magari baciare e magari da godere, si accontentava di guardare la luna e le stelle. Quel cielo che conteneva tanti mondi, forse anche tanti altri cieli. Mondi e cieli che più erano distanti e meno erano contemporanei al suo. Spazio e tempo, dove lo spazio è la distanza ed il tempo la contemporaneità. Da bambino stai con i bambini anche se interagisci con gli adulti e con i vecchi e già sono tre mondi che interagiscono fra loro. Il narratore dice “non ne fu certo incoraggiata a spingere oltre la propria incursione in un mondo che, del resto, non era assolutamente quello in cui le sarebbe piaciuto essere accolta”, aggiungendo così altri due mondi. Quello di Odette e quello in cui, pur non piacendole, veniva da un lato risucchiata e dall’altro rifiutata. Il mondo a cui appartieni, il mondo a cui ambisci, il mondo in cui ti cacci. Poi c’è anche l’altro mondo, quello in cui finisci ma, a parte l’aspetto macabro, anche quello è un mondo a cui abbiamo messo mano perché, piaccia o no, anche la c’è la classifica. Fosse comuni o monumenti. Mondi, tanti mondi e negli stessi mondi ancora tanti mondi. Ognuno con le proprie appartenenze, differenze. Orgogli e pregiudizi. Mondi, tutti più o meno, immondi.

  2. Mondi immondi, bel gioco di parole, anche se facile, ma che nel contesto sta alla perfezione, ed esprime l’amarezza estrema, o l’asciutta consapevolezza, a cui si arriva quando ci si inoltra in certi ambiti. Noto che hai buona dimestichezza con i cieli, o sbaglio?

  3. Il narratore 2, intendi, perché il narratore 2 ha raccontato più di qualche volta d’essersi affacciato sul cielo notturno, stellato o meno, quasi sempre in compagnia dei suoi pensieri e di una sigaretta. Ricordo male?

    1. Ah, sì, il narratore 2. Cieli di stelle e qualche nuvola di fumo che trascina un po’ di dentro a fuori, così i pensieri vanno a chiacchierare più da vicino con le stelle. Lasciandomi così, senza pensieri. Ricordavi bene.

  4. A proposito di ricordare bene (o male, questo lo vedremo). Voglio dedicarti il prossimo post, uno perché è bello, due perché penso che tu abbia se non proprio trattato almeno lambito l’argomento; è un po’ lungo, ma tenendo conto delle pagine lette finora, potresti farcela 🙂

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