Il Narratore e la madre

Per la prima volta sentivo che mia madre poteva vivere un’altra vita, senza di me e non per me. Andava ad abitare per conto suo con mio padre, al quale pensava forse che la mia salute cagionevole, i miei nervi, rendessero l’esistenza un po’ complicata e malinconica. Quella separazione mi rattristava ancora di più perché, mi dicevo, segnava probabilmente per mia madre la fine delle successive delusioni patite per causa mia, che mi aveva taciute e dopo le quali aveva capito la difficoltà di vacanze comuni; e anche, forse, il primo abbozzo di un’esistenza alla quale cominciava a rassegnarsi per il futuro, man mano che gli anni fossero trascorsi per mio padre e per lei, un’esistenza in cui l’avrei vista di meno e – cosa che non m’era ancora apparsa neppure negli incubi – sarebbe stata, ai miei occhi, già un po’ estranea, una signora che immaginavo nell’atto di rientrare sola in una casa nella quale io non ci sarei stato, e di chiedere al portiere se fosse arrivata qualche mia lettera.

M. Proust, Nomi di paesi: il paese

Traduzione di G. Raboni per i Meridiani Mondadori

Jeanne Weil, madre di Marcel Proust

Il Narratore e la madreultima modifica: 2021-08-25T09:01:38+02:00da ellen_blue

6 pensieri riguardo “Il Narratore e la madre”

  1. Cercherò di essere soft caro Marcel ma, considerato che nella tua vita, oltre a sperperare tanto, malgrado il bene che ti volessero, dovresti convenire che avevi anche rotto. Sei sicuro che quel “Andava ad abitare per conto suo con mio padre”, non fosse un “cerchiamo di toglierci noi dalle palle, visto che lui non lo farà mai”?

  2. 🙂 secondo me è andata proprio così anche perché, stando a quanto scriveva, era legatissimo alla madre; e infatti il pensiero di vivere lontano da lei era “cosa che non m’era ancora apparsa neppure negli incubi”.

  3. “stando a quanto scriveva, era legatissimo alla madre”

    l’idea che mi sono fatto io, è che era ancora più legato al padre-bancomat, ma non lo diceva perché orgoglioso.

  4. Di sicuro sarà stato grato al padre, perché è solo per pochi il lusso di fare della propria scrittura un lavoro, anche prima di appurare se si è versati o no. Comunque lo sapevano tutti che apparteneva a una famiglia ricca, ed era normale per quelli del suo milieu fare certe scelte (non lavorare neppure per un giorno ecc.)

    1. Lo ami proprio. Non lo leggo solo nei tuoi caldi tramonti sul mare, ma anche nel cercare per lui sempre una forma di perdono… alle volte, commentando, come sia per la madre che per la domestica, anche se so che tu comprendi quando scherzo, mi chiedo se inviare o no 🙂

  5. Ma no, era solo per parlare, non volevo giustificarlo in alcun modo (ma se ripeti ancora una volta che ti chiedi se inviare o meno un tuo commento mi offendo; a parte gli scherzi, è interessante, per me, avere un altro punto di vista. E poi, è il tuo punto di vista).

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