Madame de Villeparisis

Si ripresentava, per noi, l’occasione di ascoltare Madame de Villeparisis.

– Stiamo abusando di voi, le diceva la nonna.

– Ma che dite, mi fa tanto piacere, ne sono felice, assicurava l’amica con un sorriso carezzevole, filando i suoni su un tono melodioso che contrastava con la sua abituale semplicità.

Di fatto, in quei momenti non era naturale: si ricordava della sua educazione, dei modi aristocratici con i quali una gran dama deve mostrare a dei borghesi che si trova bene con loro, che non si dà arie. E la sola carenza di autentica cortesia che ci fosse in lei stava nell’eccesso delle sue cortesie; perché ne traspariva il piglio professionale della dama del faubourg Saint-Germain la quale, vedendo in ogni borghese qualcuno che, un giorno o l’altro, sarà costretta a scontentare, approfitta avidamente di tutte le possibili occasioni per iscrivere in anticipo, nel libro mastro dell’amabilità, un saldo creditore, grazie al quale in un secondo momento le sarà consentito di registrare a suo debito il pranzo o il ricevimento cui non lo inviterà. Così, avendo agito su di lei a suo tempo e una volta per tutte, senza tener conto del fatto che, adesso, altre erano le circostanze, diverse le persone, e che a Parigi sarebbe stata ben lieta di vederci spesso a casa sua, il genio della casta spingeva Madame de Villeparisis – con ardore febbrile, come se il tempo concessole per esercitare la sua gentilezza fosse drasticamente limitato – a moltiplicare con noi, fin tanto che eravamo a Balbec, gli invii di rose e di meloni, i prestiti di libri, le passeggiate in carrozza e le effusioni verbali. Ed è per questo che le quotidiane cortesie di Madame de Villeparisis, così come la facilità transitoria, estiva, con cui la nonna le accettava, sono rimaste impresse nella mia memoria – non diversamente dallo splendore accecante della spiaggia, dallo sfavillio multicolore e dai chiarori sottomarini delle camere, dalle stesse lezioni d’equitazione, grazie alle quali certi figli di commercianti erano deificati alla stregua di Alessandro il Macedone – come caratteristiche della vita balneare.

M. Proust, Nomi di paesi: il paese

Traduzione di G. Raboni per i Meridiani Mondadori

(PROUST, LO SNOBISMO E LA POSTERITÀ)

 

Madame de Villeparisisultima modifica: 2021-09-05T17:54:30+02:00da ellen_blue

6 pensieri riguardo “Madame de Villeparisis”

  1. “Esse creano un legame impalpabile che tesse, nella trama di frivolezze della sua stoffa di sogno, il ponte leggero che collega la Storia e la vita, rende più viva la Storia e quasi storica la vita.”

    Indubbiamente Alessandra Pecchioli Temperani è una profonda conoscitrice di ogni pelo di Proust (anche quelli non noti nemmeno a lui stesso) ed altrettanto indubbiamente anche lei si fa leggere, forse anche con più attenzione perché, oltre ad aiutare a capire, svela cose che non ti aspetti (parlo per me) ovvero che neanche Mme de Villeparisis è mai esistita.

    Qui, immedesimandomi in Proust, direi “il ponte leggero che collega la letteratura e la vita, rende più viva la letteratura e quasi letteratura la vita”.
    In ogni caso, non dico sia atato scorretto ma, venti pagine in più e non previste, anche se aiutano sono comunque straordinari.

  2. “In ogni caso, non dico sia atato scorretto ma, venti pagine in più e non previste, anche se aiutano sono comunque straordinari.” Premettendo che il significato di questa frase mi sfugge, quello che mi appare chiaro è che hai ottime chance per diventare un esperto di Proust.

  3. “approfitta avidamente di tutte le possibili occasioni per iscrivere in anticipo, nel libro mastro dell’amabilità, un saldo creditore, grazie al quale in un secondo momento le sarà consentito di registrare a suo debito il pranzo o il ricevimento cui non lo inviterà”

    Fare della letteratura una contabilità. Divertimento puro.

    Prima intendevo dire che le 20 pagine in più, anche se mi aiutano a capire meglio, per me è comunque fare degli straordinari.

  4. “Prima intendevo dire che le 20 pagine in più, anche se mi aiutano a capire meglio, per me è comunque fare degli straordinari.” Lo immagino, hai sempre affermato di non trovare nella lettura un particolare piacere, ma attento, sei sulla strada buona per diventare un lettore “forte”. Uomo avvisato…

  5. Un lettore forte, eheh. Devo dire però che le pagine della Temperani non le ho lette con fatica. Mi sono solo perso un poco perché gli aristocratici hanno nomi troppo lunghi, tipo Charlotte-Eléonore-Louise-Adélaïde d’Osmond… grazie che poi scrivi un romanzo di 3000 pagine, dove duemila sono solo nomi!

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