Il signor di Charlus e il Narratore

Nel frattempo, la nonna mi aveva fatto segno di salire a coricarmi, nonostante l’insistenza di Saint-Loup il quale, con mia grande vergogna, aveva alluso davanti al signor di Charlus alla tristezza che provavo spesso, la sera, prima d’addormentarmi, una tristezza che a suo zio doveva apparire poco virile. Mi trattenni ancora qualche istante, poi me ne andai, e fu grande la mia sorpresa quando, poco dopo, avendo sentito bussare alla porta della mia camera e avendo chiesto chi fosse, udii la voce del signor di Charlus rispondere seccamente:

– Sono Charlus. Posso entrare, signore? Mio nipote, riprese con lo stesso tono dopo aver richiuso la porta, mi raccontava poco fa che avete qualche problema prima ad addormentarvi e che, d’altra parte, siete un appassionato lettore dei libri di Bergotte. Ritrovandomene in valigia uno che probabilmente non conoscete, ve l’ho portato per aiutarvi a passare questi momenti per voi poco lieti.

Commosso, ringraziai il signor di Charlus e gli confessai che, invece, avevo temuto che le indiscrezioni di Saint-Loup sul mio malessere serale m’avessero fatto apparire, ai suoi occhi, ancora più sciocco di quanto non fossi.

– Ma no, rispose con accento più dolce. Può darsi che voi non abbiate qualità personali, lo ignoro, sono così pochi quelli che ne hanno! Ma, almeno per ora, avete la giovinezza, ed è pur sempre un elemento di seduzione.

[…]

Dopo tutti i sentimenti elevati che gli avevo udito esprimere quella sera, la mattina del giorno successivo, quello stesso della sua partenza, sulla spiaggia, mentre stavo per entrare in acqua, rimasi decisamente sbalordito sentendo il signor di Charlus – avvicinatosi per avvertirmi che la nonna mi aspettava subito dopo il bagno – dirmi, pizzicandomi il collo, con una familiarità e una risata volgari:

– Allora, ce ne infischiamo della vecchia nonna, eh? mascalzoncello!

– Ma veramente, signore, io l’adoro!…

– Signore, replicò allontanandosi d’un passo, e in tono glaciale, siete ancora giovane, dovreste approfittarne per imparare due cose: la prima, astenersi dall’esprimere sentimenti troppo naturali per non lasciarli sottintesi; la seconda, non partire lancia in resta per rispondere a ciò che vi si dice senza averne, prima, penetrato il senso. Se, un istante fa, aveste preso questa precauzione, vi sareste risparmiato la figura di parlare a vanvera come un sordo, aggravando così una seconda ridicolaggine, quella di portare delle ancore ricamate sul costume da bagno. (…) Mi vedo costretto a riconoscere che vi ho parlato troppo presto, ieri sera, delle seduzioni della giovinezza, vi avrei reso un miglior servigio parlandovi della sua sbadataggine, delle sue incongruenze e incomprensioni. Spero, signore, che questa piccola doccia vi risulti non meno salutare del bagno. Non restatevene così impalato, potreste raffreddarvi. Buonasera, signore.

Di queste parole evidentemente si pentì, perché qualche tempo dopo ricevetti – in una rilegatura di marocchino sul cui recto era stata inserita una placca di cuoio con inciso, a mezzo rilievo, un ramo di miosotide – il libro che m’aveva prestato (…)

M. Proust, Nomi di paesi: il paese

Traduzione di G. Raboni per i Meridiani Mondadori

Il signor di Charlus e il Narratoreultima modifica: 2021-09-13T09:55:53+02:00da ellen_blue

Un pensiero riguardo “Il signor di Charlus e il Narratore”

  1. E ora come si commenta una pagina così senza lasciar trapelare quello che sono?
    Intendo dire che alla spiaggia non ci sarebbe stato alcun incontro con il signor di Charlus perché lo avrei mandato a fanculo già la sera prima ed amen.

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