Un prolungamento di felicità (o di infelicità)

Saint-Loup, pur senza ben capire cosa passasse per la testa dell’amante, non la credeva del tutto sincera, né negli ingiusti rimproveri né nelle promesse d’amore eterno, ma aveva a tratti la sensazione che, non appena le fosse stato possibile, avrebbe rotto con lui, e per questo, mosso certo da un istinto di conservazione del suo amore più lungimirante, forse, di quanto lui stesso non fosse, e usufruendo d’altronde di uno spirito pratico che si conciliava in lui con i più grandi e ciechi slanci del cuore, s’era rifiutato di dotarla d’un capitale, aveva preso a prestito un’enorme quantità di denaro perché non le mancasse mai nulla, ma glielo metteva a disposizione solo giorno per giorno. E non c’è dubbio che, qualora lei avesse davvero pensato di lasciarlo, avrebbe aspettato freddamente d’aver messo insieme un certo gruzzolo, cosa che, con le somme ricevute da Saint-Loup, avrebbe richiesto un lasso di tempo molto breve, ma pur sempre tale da costituire un supplemento, un prolungamento di felicità – o di infelicità – per il mio nuovo amico.

M. Proust, Nomi di paesi: il paese

Traduzione di G. Raboni per i Meridiani Mondadori

Edward Hopper: la poetica della solitudine – Auralcrave

Un prolungamento di felicità (o di infelicità)ultima modifica: 2021-09-19T08:10:09+02:00da ellen_blue

2 pensieri riguardo “Un prolungamento di felicità (o di infelicità)”

  1. Succede così di sovente nella Recherche che Proust faccia coincidere felicità e mantenimento in modo così esplicito e non solo per sé, ma anche per gli altri?
    Non dico che la felicità intesa come amore sia esente dal poter avere un costo, ma in Marcel mi sembra un costo così predominante al punto che la felicità fosse un lusso non da tutti.

  2. Non ricordo tutti gli amori presenti nella Recherche, ma non credo che Proust abbia fatto di tutta l’erba un fascio; questo è solo il primo volume, ma la tua osservazione è giusta: si parlava di soldi e interessi vari anche nel caso di Swann e Odette, e ora con Saint-Loup ma sono personaggi ricchi, figli del tempo a cui appartengono e ci sta…tuttavia a me non paiono anacronistici perché ancora oggi gli uomini “comprano” le donne (non sto parlando delle mercenarie) con viaggi, regali costosi, avanzamenti di carriera ecc, ovviamente quando capiscono che non avranno mai il loro cuore.

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