Quando pensavo a Balbec

Quando pensavo a Balbec, ciò che rivedevo quasi invariabilmente erano i momenti in cui, ogni mattina, durante la bella stagione, trattandosi nel pomeriggio di uscire con Albertine e le sue amiche, la nonna, ligia alla prescrizione del medico, mi imponeva di restarmene coricato al buio. Il direttore impartiva disposizioni perché al mio piano non si facesse rumore, e controllava personalmente che venissero rispettate. A causa della luce troppo vivida tenevo chiuse il più a lungo possibile le grandi tende viola che, la prima sera, mi erano parse tanto ostili. Ma siccome Françoise, nonostante gli spilli con cui le fissava ogni sera perché non filtrasse la luce, e che lei sola sapeva disfare, nonostante le coperte, la tovaglia di cretonne rossa, le stoffe prese qua e là che vi aggiungeva, non riusciva a farle combaciare esattamente, l’oscurità non era mai completa, e sul tappeto era come se s’adagiasse, scarlatta, una pioggia d’anemoni, in mezzo ai quali non potevo impedirmi di andare a posare per un istante i miei piedi nudi.

[…]

Finalmente suonava mezzogiorno, compariva Françoise. E per mesi e mesi, in quella Balbec che avevo tanto sospirata perché l’immaginavo perennemente investita dalle tempeste e sperduta nelle brume, il tempo era stato così radioso e stabile che, quando Françoise veniva ad aprire le finestre, potevo sempre attendermi, senza mai ricevere smentite, di trovare lo stesso lembo di sole ripiegato sullo spigolo del muro esterno, d’un colore immutabile che non tanto suscitava l’emozione d’un segnale estivo quanto piuttosto suggeriva la monotonia d’uno smalto inerte e artificioso. E mentre Françoise toglieva gli spilli dalle imposte, staccava le stoffe, tirava le tende, il giorno d’estate che veniva scoprendo sembrava qualcosa di non meno morto, non meno remoto d’una mummia millenaria e sontuosa che la nostra vecchia domestica stesse liberando con cautela da tutte le sue fasce prima si farla apparire alla luce, imbalsamata nella sua veste d’oro.

paragrafo finale de All’ombra delle fanciulle in fiore

Traduzione di G. Raboni per i Meridiani Mondadori

Quando pensavo a Balbecultima modifica: 2021-10-11T16:56:27+02:00da ellen_blue

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