“Nel saggio più sontuosamente colto sulla moda, Mai il mondo saprà, Quirino Conti pone Saint Laurent tra gli énervés proustiani, e ricorda come il couturier tenesse incorniciate sulla scrivania nello studio di Avenue Marceau, come fosse lo specchio che rifletteva la sua incapacità di vivere, questo brano della Recherche: “…Tutto ciò che abbiamo di grande ci viene dai nervosi; sono loro e non altri che hanno fondato le religioni e creato capolavori. Mai il mondo saprà quanto deve loro; e soprattutto quanto loro hanno sofferto per produrlo…”.
da un articolo di Natalia Aspesi
Lo stilista nello studio-atelier in Avenue Marceau
Caro A., dissentirai anche a proposito dell’alta considerazione che Proust aveva dei nervosi? temo che questa volta dovrai arrampicarti sugli specchi nella malaugurata ipotesi volessi farlo.
Cara Blue, non dissentirò sulla considerazione che il tuo amato aveva per i nervosi. Non sapevo nemmeno che fra le sue tante nevrosi avesse anche quella per i nervosi. Ti dirò solo che se quel “…Tutto ciò che abbiamo di grande ci viene dai nervosi; sono loro e non altri che hanno fondato le religioni e creato capolavori. Mai il mondo saprà quanto deve loro; e soprattutto quanto loro hanno sofferto per produrlo…”, lo trovo abbastanza campato in aria.
Se fosse vero, lo sarebbe solo in piccolissima parte. Per gran parte, invece, credo che gli autori di tanti cosiddetti capolavori sono diventati nervosi proprio perché opere che per loro erano minori potessero essere catalogate come capolavori e non si capacitavano di come fosse possibile. Non a caso, Leonardo che non si era mai innervosito neanche per il fastidio di una zanzara, continuava a dare di matto per aver firmato la “Gioconda”. Allo stesso modo, una piccola parte dei fondatori di religioni ovvero quelli con ancora un briciolo di coscienza, erano “nervosi e sofferenti”, ma non certo per lo stress dovuto al lavoro che avevano fatto, bensì per lo scrupolo dovuto alle falsità che avevano messo assieme per portare avanti uno dei raggiri più colossali realizzati dall’uomo nei confronti dell’uomo. Un raggiro di cui l’umanità continua a scontare le conseguenze.
Sperando di non averti innervosita, ti offro il mio sorriso più sereno, carezzevole e dolce.
Non mi innervosisci mai, quando sei serio ti leggo con tanta attenzione e considerazione, e non di rado certi tuoi guizzi dialettici mi tornano in mente a distanza di tempo. Molte volte sorrido a quella vena di leggerezza intelligente che ti contraddistingue.