Poiché ne ignoravo la causa, per cercare di distrarlo, e benché Albertine mi preoccupasse più di lui, gli dissi che la signora che se n’era appena andata si chiamava marchesa di Camembert. (…) Il lift mi giurò, con la sincerità tipica della maggior parte dei testimoni falsi, ma senza abbandonare la sua espressione disperata, che era proprio col nome di Camembert che la marchesa gli aveva chiesto d’annunciarla. E, in effetti, era del tutto naturale che avesse sentito il nome che conosceva già. Inoltre, poiché sulla nobiltà, e la natura dei nomi con i quali si creano i titoli, possedeva le nozioni estremamente vaghe condivise anche da molti che pure di professione non fanno il lift, gli era parso tanto più verosimile e nient’affatto sorprendente che, data la fama universale di quel formaggio, si fosse pensato di trarre un marchesato da una così gloriosa rinomanza, a meno che la celebrità del formaggio non derivasse da quella del marchesato. Ciononostante, constatando che non volevo riconoscere d’essermi sbagliato, e sapendo che i signori amano veder assecondati i loro capricci più futili e accettate le loro menzogne più evidenti, mi promise, da buon domestico, che d’ora in poi avrebbe sempre detto Cambremer. È vero che nessun bottegaio della città o contadino dei dintorni, dove il nome e le figure dei Cambremer erano perfettamente conosciuti, avrebbe mai potuto commettere l’errore del lift. Ma il personale del Grand-Hôtel di Balbec non era del posto. Veniva direttamente, con tutti gli accessori, da Biarritz, Nizza e Montecarlo, da dove una parte era stata dirottata a Deauville, un’altra a Dinard, mentre la terza era stata riservata a Balbec.
M. Proust, Sodoma e Gomorra II
Traduzione di G. Raboni per i Meridiani Mondadori
Nooooooooo, non ci credo! La marchesa di Camembert! Qua siamo ai limiti della realtà…
Ma tu ricordi che io una volta lo usai per celia nel tuo blog? eppure ti giuro che non lo ricordavo, può darsi che a livello inconscio sia saltato fuori…
Certo che lo ricordo. Così come ricordo come iniziò tutto il gioco di personaggi (Odette, Marcel, la marchesa di Camembert, Catalda e così via) e mai avrei immaginato di ritrovare la marchesa nelle pagine della Recherche. Anche solo per errore. Ora non so se sia stato Marcel a condurmi a te o tu a condurmi a lui. Oppure, nell’altra tua vita, quella nella quale te la spassavi con lui, da qualche parte, ti piaccia o meno, c’ero anch’io. :))
La mitica Catalda! se non ricordo male ti contestai il finale del racconto 🙂
Comunque, secondo me, poiché nulla è casuale, di sicuro tra me e Marcel c’eri anche tu, sì, :))
Se c’ero anch’io, ero quello che dormiva sul divano.