Non c’era stato soltanto mutamento del tempo all’esterno, o nella stanza modificazione d’odori, ma differenza d’età, sostituzione di persona dentro di me. L’odore, nell’aria gelida, dei ramoscelli, era come un frammento di passato, un’invisibile banchisa che staccandosi da un antico inverno avanzava nella mia camera, spesso striata, d’altronde, da questo o quel bagliore, come da anni diversi nei quali mi ritrovavo immerso, e invaso, prima ancora d’averli identificati, dall’esultanza di speranze da gran tempo abbandonate.
M. Proust, La Prigioniera
Traduzione di G. Raboni per i Meridiani Mondadori
Che meraviglia…
“Don’t hold on to the past
Well that’s too much to ask”.
Credo sia statistico che su cinquemila pagine, a chiunque potrebbe capitare di scriverne una bellissima come questa.
Vale per i mediocri, non per chi di pagine bellissime ne ha scritte a iosa 🙂
Proprio quello che ho detto :))))