Gelosie perniciose

Esistono dei gelosi che lo sono solo degli uomini cui la loro amante si conceda lontano da loro, ma permettono ch’ella lo faccia con altri purché autorizzata da loro, accanto a loro e, se non proprio sotto i loro occhi, perlomeno sotto il loro tetto. Questo caso è abbastanza frequente negli uomini anziani innamorati d’una donna giovane. Sentendo la difficoltà di piacerle, a volte l’impotenza d’accontentarla, all’essere ingannanti preferiscono il lasciar venire a casa loro, in una camera vicina, qualcuno che considerano incapace di consigliare male la donna amata, ma non di darle piacere. Per altri, è tutto il contrario: mentre non lasciano che l’amante esca neppure per un minuto da sola in una città che conoscono, e la tengono in uno stato di vera e propria schiavitù, le consentono d’andare per un mese in un paese che non conoscono e dove non possono rappresentarsi quello che lei farà. Io avevo, nei confronti di Albertine, queste due specie di mania calmante. Non sarei stato geloso se si fosse presa dei piaceri accanto a me, incoraggiati da me, tenuti da me per intero sotto la mia sorveglianza, risparmiandomi così il timore della menzogna; e non lo sarei stato, forse, neppure se fosse andata in un paese per me abbastanza sconosciuto e lontano perché io non potessi immaginare, né avere la possibilità e la tentazione di conoscere il suo genere di vita. In entrambi i casi, il dubbio sarebbe stato soppresso da una conoscenza o da un’ignoranza ugualmente totali.

M. Proust, La Prigioniera

Traduzione di G. Raboni per i Meridiani Mondadori

Gelosie pernicioseultima modifica: 2022-06-17T12:49:42+02:00da ellen_blue

17 pensieri riguardo “Gelosie perniciose”

  1. “Non sarei stato geloso se si fosse presa dei piaceri accanto a me…”

    Alle volte è davvero difficile seguirlo, sembra un’altra persona. Uno con il quale non ci prenderesti neanche un caffè oppure ti chiedi se sei sicuro di aver capito quello che ha scritto, però piuttosto che rileggere preferisci restare col dubbio.

  2. Sta scandagliano tutte le possibili sfumature della gelosia e tra queste c’è pure quella che sembra una contraddizione troppo marchiana per essere accettabile eppure…pensa alle coppie “aperte”, o meglio a quelle in cui è solo uno dei due, in genere il cornuto, a permettere che sua moglie faccia sesso con un altro uomo davanti ai suoi occhi. Non torniamo alla frase che hai evidenziato? Questo è quello che si intende (anche) per perversioni perché un individuo sano, ovvero privo del parossismo di certe devianze, non accetterebbe mai situazioni del genere.

    1. Appunto è proprio quel “o meglio a quelle in cui è solo uno dei due, in genere il cornuto, a permettere che sua moglie faccia sesso con un altro uomo davanti ai suoi occhi” che mi disgusta.

    1. Certo “reale”, ma non mi sarei aspettato che scrivesse “Non sarei stato geloso se si fosse presa dei piaceri accanto a me, incoraggiati da me, tenuti da me per intero sotto la mia sorveglianza”. Cioè può scriverlo perchè è compito del narratore, ma il lettore può restarne deluso.

  3. Non ti seguo più, tieni presente che narratore e autore non coincidono nella Recherche. Comunque non so se lo ricordi, ma il narratore è ossessionato dall’idea che Albertine possa essere lesbica, ed è in parte geloso di Saint-Loup (questo passaggio non l’ho riportato).
    Ora ci siamo? 🙂

  4. Ti racconto una storia.
    Anni fa in palestra conobbi un tipo. Muscoli scolpiti, un po’ di cervello. Simpatizzammo, poi ci risolvemmo per un caffè fuori dalla palestra. Lui si era guardato bene dal dirmi che era sposato e quando lo fece, esternandogli il mio disappunto, disse: ma non c’è nessun problema, tu a mia moglie piaci (mi aveva vista non so quando in palestra), possiamo diventare amici. E così fu. Uscimmo un paio di volte insieme ad altre persone, finché una sera mi invitarono a casa loro. Sapevo che ci sarebbe stato un amico della moglie, mi sembrava tutto normale. E invece, a parte il loro essere un po’ discinti nell’abbigliamento, a un certo punto della serata, la moglie e l’amico si spostarono in un’altra stanza, e lui cominciò con le avances di rito. Poiché ero ferma sulle mie posizioni, cercò di tranquillizzarmi dicendo: ma cosa credi che stiano facendo di là quei due? Te la faccio breve, mi alzai e presi la porta. Lui mi raggiunse e insistette per accompagnarmi a casa. Accettai perché a piedi mi sarebbe toccata tanta strada con i tacchi. Dopo quella sera la cosa si trascinò per un po’ di tempo, insistenze di lui, sorridi falsi di lei ecc. In pratica i due compari stavano facendo di tutto per salvare il matrimonio ma, non riuscendoci con i propri mezzi, necessitavano di aiuti esterni (per quel che ne so io, lei si fece delle belle scopate, lui non so se riuscì mai a trovare una vera preda perché, come succede spesso, le donne sono figlie di puttana, i maschi fessacchiotti).
    Li ho persi di vista per anni, poi un annetto fa ho incrociato lui. Mi ha detto che si sono separati (ed è vero). Capisci ora come lo schifo che tu attribuisci a certe dinamiche è più comune di quanto non si creda?

  5. Non vorrei essere frainteso, la storia che hai raccontato è quella di una coppia aperta come tante, ciascuna con i suoi motivi, e su di esse non ho nulla da dire (tranne che sull’amore incondizionato, ma questo è altro). Come non avrei nulla da dire su tante altre pratiche. Comprenderei anche il cornuto consapevole o consenziente perché non compete a me giudicare, ma troverei disgustoso per me stare là a guardare. Tutto qua.

    1. Ci sono vari modi di essere una coppia aperta. Parlando con una che era felicemente sposata, mi spiegò che entrambi avevano relazioni extraconiugali e questo non intaccava minimamente il loro rapporto. Le chiesi come conciliassero questo con l’amore, e lei mi rispose che l’amore che intendevo io e che viene inteso in massima parte, in effetti era un amore che non riesce a svincolarsi da concetti come fedeltà e tradimento ovvero non è lo scalino successivo ovvero l’amore incondizionato.
      In effetti, a suo o loro dire, le relazioni extraconiugali non prevedevano il solo sesso extra, ma anche la possibilità di innamorarsi dell’extra partner.
      “E a questo punto come la metti con tuo marito o viceversa?”
      “Io e mio marito non ci siamo ancora lasciati e ci amiamo. E’ evidente che non riesci a comprendere che quei due concetti, fedeltà e tradimento, sono solo due vincoli mentali che ti impediscono di vivere appieno ed in totale libertà mentale una relazione extraconiugale senza le problematiche legate al farlo di nascosto”.
      “Quindi sarebbe come, in totale libertà, mettere continuamente alla prova il proprio amore, ma sarebbe anche mettere a rischio il proprio matrimonio”.
      “Immagina che hai conosciuto una donna e iniziate a frequentarvi, ma entrambi “essendo agli inizi”, vi dite che questo non vi obbligherà a non frequentare altri “finché non ci sarà nulla ancora di definitivo”. Quindi tu, intando frequenterai anche altre donne e lei lo stesso. Questo non impedirà ad entrambi di potervi innamorare, tu di lei e lei di te. Ed immagina che questo avvenga.”
      “Ok”
      “Bene, ora che entrambi siete innamorati l’uno dell’altra, cosa cambierebbe continuare così?”
      “Penso che…”
      “Te lo dico io, l’unica cosa che cambierebbe e vale per entrambi, quel senso di possesso generato da quei due concetti, tradimento e fedeltà che, senza nulla darti, ti tolgono soltanto il piacere di vivere l’amore in modo libero ed incondizionato”.

      p.s.: scusami se te l’ho messa come un dialogo, ma così mi è stato più facile spiegare.

      Io, in ogni caso le dissi che di amore incondizionato conosco solo quello di una madre per i propri figli, ma avrei provato a ragionarci sopra e non ho mai smesso. In termini puramente razionali credo che quanto mi disse non facesse una piega, ma anche uno aperto come me su riflessioni logiche ha ancora qualche sovrastruttura per arrivare ad un’apertura mentale del genere. Un’apertura mentale che, fra l’altro, devono averla entrambi.

  6. Scusami, allora perché sposarsi? non è meglio rimanere “liberi” e frequentare ora l’uno/a ora l’altro/a con alterne fortune o in base all’umore? te lo dico io come stanno le cose, questi signori che si beano di aperture mentali alle masse precluse, sono soltanto individui che, ritrovandosi intrappolati in un matrimonio, riescono a trovare un accordo, chiamiamolo “amore libero”, e di conseguenza l’unione va avanti per anni. Ma, mi dispiace per loro, la logica in queste dinamiche non esiste. Se la sanno raccontare e la sanno raccontare, questo sì. Molto più onesto restare da soli e gestirsi in tutta libertà. Sono queste le scelte che richiedono apertura mentale (e forza). Soprattutto per le donne.

  7. Non a caso ho detto che “avrei provato a ragionarci sopra e non ho mai smesso”. Infatti la prima riflessione che feci fu proprio “allora perché sposarsi o anche solo convivere?”, ma approfondendola non reggeva proprio perché significa considerare il matrimonio o la convivenza come accettare che l’amore debba avere un recinto oltre il quale non puoi spingerti. E su questo concordo perché quel limite non sono la fedeltà ed il tradimento ma è il rispetto reciproco, quel rispetto che già contiene sia la fedeltà che il tradimento oltre alle altre cose che lo compongono. Quindi, per salvaguardare il rispetto reciproco e consentire che ciascuno della coppia viva l’amore in modo libero è necessario che entrambi siano d’accordo nel consentire a se stessi e all’altro tale libertà.

    Questa è solo la premessa, mi prendo il tempo per provare a mettere tutto il mio ragionamento in bella copia :))

  8. Comunque il matrimonio, religioso o meno, prevede la fedeltà. Se non si è d’accordo con questo, basta dare al matrimonio che prevede in tutta limpidezza il tradimento un altro nome. Diversamente uniti? allegramente complici?
    (io però resto dell’opinione che sia tutta una farsa)

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