L’ansia d’amore e i corpi

Il più delle volte, l’amore ha per oggetto un corpo soltanto se vi si fondono un’emozione, la paura di perderlo, l’incertezza di ritrovarlo. Ora, questo genere d’ansia ha una grande affinità con i corpi. Aggiunge loro una qualità che supera la stessa bellezza, ed è questa una delle ragioni per cui si vedono degli uomini, indifferenti alle donne più belle, amarne appassionatamente certune che a noi sembrano brutte. A creature siffatte, a queste creature in fuga, la loro natura, la nostra ansia fanno crescere le ali. E anche se ci stanno accanto, il loro sguardo sembra dirci che sono sul punto di volare via. La prova di questa bellezza superiore alla bellezza, e che le ali accrescono, è che molto spesso, per noi, un medesimo essere è, successivamente, senz’ali e alato. Se appena temiamo di perderlo, dimentichiamo tutti gli altri. Sicuri d’averlo per noi, lo confrontiamo con quegli altri che subito gli preferiamo. E poiché tali emozioni e certezze possono alternarsi di settimana in settimana, una persona può, una settimana, vedersi sacrificare tutto ciò che piaceva al suo amante e, la settimana successiva, essere sacrificata, e così via per un tempo molto lungo. Il che sarebbe incomprensibile se noi non sapessimo (grazie all’esperienza, che ogni uomo fa almeno una volta nella vita, d’aver smesso d’amare, d’aver dimenticato una donna) che poca cosa sia, in se stessa, una creatura quando non è più, o non è ancora, permeabile alle nostre emozioni.

M. Proust, La Prigioniera

Traduzione di G. Raboni per i Meridiani Mondadori

L’ansia d’amore e i corpiultima modifica: 2022-08-04T12:52:48+02:00da ellen_blue

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