L’oblio, o il ricordo indifferente

Non era la prima volta che agiva così, non sarebbe stata l’ultima, di modo che parecchie teste di fanciulle – fanciulle meno dimentiche di lui che lui di loro – soffrirono come soffrì a lungo, ancora, la nipote di Jupien, che continuò ad amare Morel pur disprezzandolo, soffrirono sin quasi a scoppiare per la pressione di un dolore interno, perché in ciascuna di loro, dentro il cervello, era racchiuso un aspetto del viso di Morel, simile al frammento d’una scultura greca, duro come il marmo e bello come una cosa antica, con i suoi capelli fioriti, i suoi occhi fini, il suo naso dritto, a formare una protuberanza che il cranio non era destinato a ricevere e che era impossibile operare. Ma, alla lunga, quei duri frammenti finiscono per scivolare in una posizione in cui non provocano eccessive lacerazioni e da cui non si muovono più; non se ne avverte più la presenza: è l’oblio, o il ricordo indifferente.

Marcel Proust, La Prigioniera

Traduzione di G. Raboni per i Meridiani Mondadori

Lo sguardo fra Venere e Adone - Antonio Canova - | Scultura arte, Dipinti artistici, Arte che ispira

Antonio Canova, Venere e Adone

L’oblio, o il ricordo indifferenteultima modifica: 2022-09-08T12:19:57+02:00da ellen_blue

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