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Post n°87 pubblicato il 05 Giugno 2008 da pro_mos
Mangiammo la frutta dal cesto che il bambino ci aveva portato. Fu un pasto delizioso. Non parlai mentre mangiavo, piuttosto pensai, tanta era la confusione che s’era creata nella mia mente dopo aver assistito, più che aver ascoltato, al primo racconto. Il tempo non scorreva lungo un continuo, ma piuttosto secondo cicli, raggruppabili o divisibili. Il tempo non era un’unità piuttosto lo era il ciclo. Ogni azione, ogni vita, ogni cosa poteva essere suddiviso in cicli ognuno dei quali aveva un inizio ed una fine. -"Chi sei, davvero? nelle tue storie c’è qualcosa di mistico, di orientaleggiante, sei forse un saggio, magari travestito?"- La ragazza scoppiò a ridere, di gusto -"...Già.....- pensai - l’estensione d’un principio della fisica...."- Era una specie di solido, di prisma, ma con molte sfaccettature, ed ogni sfaccettatura era coperta da uno specchietto: -"Guarda...!"- mi disse la ragazza porgendomelo. Presi quello strano oggetto fra le mani e lo guardai, mi accorsi allora che tutti gli specchietti che ricoprivano le facce erano piccoli specchi deformanti, tutti tranne uno. -"E se tutti gli specchi in cui ti fossi riflesso sino ad oggi fossero stati sbagliati? Se quelli fossero solo una variante della deformazione? Pensa un poco, se arrivasse sulla terra un alieno e decidesse di capire qual è la razza dominante del pianeta pensando che è la più numerosa, o la più antica? L’uomo non è la specie più numerosa in natura né la forma di vita più antica. Per l’alieno sarebbero altre le specie dominanti sulla terra. E se, per paradosso, tu fossi vissuto in un posto dove tutti i cavalli avesero solo tre gambe giudicheresti normale un cavallo a quattro zampe, vedendolo per la prima volta?"- vedendo i miei occhi sgranati ed incuriositi la ragazza continuò: -"Ma, allora.....- la interruppi -...vuoi dire che c’è sempre una verità, nella cose....una ed una sola........c’è sempre uno che ha ragione e tutti gli altri torto.....- Se di ogni cosa avessi il tuo "cavallo ideale" non potresti sapere subito ciò che è giusto da ciò che è sbagliato? -"Tu mi hai detto - continuò la ragazza -che ti sei riconosciuto perché "ti eri già visto allo specchio" ed io ti ho chiesto allora se eri davvero sicuro di esserti visto in uno specchio normale e non deformante. La tua risposta era giusta, la faccia era proprio quella ma non per il motivo che mi hai detto bensì perché facendo la somma dei tratti comuni a tutte le facce quella era la sola risultante possibile. Ogni faccia deforma una parte del vero. -"ma questa è matematica! -sbottai- non è vita, emozione, impulso, passione!...ho scritto una volta un raccontino dove si descriveva la superiorità del sentimento sulla logica, sulla ragione...."- -"Hai scritto una volta un raccontino - mi disse la ragazza, sorridendo, un poco ironica- dove un poveretto, dagli occhiali spessi e dall’aspetto poco invogliante s’era invaghito d’una ragazza bella e volubile...fosse stato un politico, un muratore, un imprenditore o altro....sarebbe stata la stessa cosa, ma non è questo il problema - continuò la ragazza col tono molto raddolcito - logica o passione non competono fra di loro, piuttosto si completano. Sono gli uomini a vederle contrapposte perchè incapaci, spesso, di avere una visione unitaria delle cose. Gli uomini, vedi, spesso vedono una sola faccia alla volta della realtà così come tu ne hai scelta una ed una sola per rappresentarti. La realtà, invece, è tutte le altre, è la somma delle visioni distorte che solo chi sa può leggere togliendo le distorsioni. Pensaci bene, le cose che accadono non sono mai completamente giuste o completamente sbagliate. Ma questo non significa che non ci sia un giusto od uno sbagliato in assoluto, solo che il risultato finale non ti appare in un’unica faccia. Devi saperlo cogliere sommando e sottraendo le parti dall’insieme di tutti i resoconti. Se guardi allora dentro questi specchi - e mi mostrò ancora lo strano oggetto di prima - la tua immagine non è quella di una faccia, ma è la somma delle parti comuni e la differenza delle distorsioni, di tutte le altre."- La guardavo, come avrei potuto guardare la sfinge mentre mi svelava la soluzione di uno dei suoi enigmi. Non riuscivo neppure a battere le ciglia da tanto ero affascinato da quel suo parlare. -"Tienitelo caro questo specchio - mi disse, alzandosi -nella prossima storia sentirai quanto può essere importante"- poi si alzò e disse -"vieni, ti mostro la tua stanza, ora dobbiamo riposare"-. S’era fatto tardi, in effetti e nel giardino il sole era calato. Avrei dovuto andarmene, c’era il mondo fuori che mi aspettava, ma ero preso, rapito da quella ragazza e dalle sue storie. Non accesi neanche il cellulare per avvisare che non sarei rientrato, semplicemente la seguii, l‘avrei seguita ovunque, per conoscere il resto di quel che mi avrebbe raccontato. Mi portò in una camera con un grande letto ed un bagno bellissimo.
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