ROSSO
“Il nostro è un paese senza memoria e verità,ed io per questo cerco di non dimenticare” (sciascia)Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso |
la mattina del 6 dicembre di buon ora mi sono avviato da casa, erano le 4, 4 e trenta. l'appuntamento con i miei compagni di caccia era alle 5 e mezza. ebbene si, lo confesso, sono cacciatore - un cacciatore quasi pentito, nel senso che da qualche anno mi dedico esclusivamente alla caccia al cinghiale, perchè mi sembra che sia l'unico selvatico che possa avere una chance nei confronti del predatore più temibile (l'uomo). fatta questa premessa, torniamo al 6 dicembre. arrivato sul posto dell'appuntamento mi ritrovo, oltre ai miei due compagni di sempre, altri cacciatori, mai visti prima. veramente più che cacciatori mi sembravano tanti rambo: coltellacci al cinturone, tute mimetiche, carabine di precisione. non mi piacevano! il mio sesto senso mi diceva di andare via. oltretutto erano chiassosi come ultrà che stanno per entrare nello stadio. vabbè, mi sono detto, restiamo e vediamo come va la giornata.
cazzata colossale, sarei dovuto andare via, a funghi per esempio, lontano da quell'orda di imbecilli. uno di questi, il più cretino - sempre che potesse esserci uno "più cretino" - sulla strada, manco sceso dall'auto ( una specie di tir truccato da fuoristrada) inserisce il caricatore nella carabina e, come tutti i rambo che si rispettano, immediatamente mette il colpo in canna, in mezzo a tutta la gente, senza alcuna precauzione. improvvisamente si sente un colpo secco ed avverto un bruciore tra le costole ed il braccio. lì per lì non avverto altro che bruciore, come se mi avessero passato un ferro rovente. mi guardo e vedo che la mia giacca - la mia bella giacca che non ha niente di mimetico - è tutta lacerata sul lato sinistro. il giubbino catarifrangente giallo (che indosso sempre per fami vedere dagli imbecilli nel bosco) è rosso. cazzo, penso, è sangue. vuoi vedere che il rambo mi ha sparato? essì il rambo imbecille mi aveva proprio sparato. e il mio grande, anzi enorme fattore "C" mi aveva fatto passare una palla semiblindata calibro 30.06 (capace di abbattere un bufalo) tra il braccio e le costole, senza toccare altro. solo un grosso taglio al braccio sinistro e un altro tra la quinta e sesta costola. un bel ricamo, un po' di giorni di ospedale ed eccomi di nuovo qui. CHE CULO!
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oggi sono ventisei anni da quel maledetto 23 novembre. 90 lunghissimi secondi di terrore durante i quali furono cancellati decine di paesini. Un boato ed, immediatamente dopo, la polvere rese irrespirabile l’aria. Poi le grida, i lamenti, infine il silenzio.
Si cominciò a scavare con le mani, bisognava fare in fretta, ogni minuto poteva essere decisivo ed oltretutto non si poteva stare molto in quei budelli di vicoli per evitare di restare sotto i muri che continuavano a crollare. Si scavò per tutta la notte alla luce delle torce elettriche. Si estrassero corpi avvolti in un impasto di polvere e sangue, dinoccolati come marionette, era difficile anche sorreggerli. A Balvano quella sera nella chiesa madre c’erano tante persone, come tutte le domeniche. C’erano anche tanti bambini che si stavano preparando alla prima comunione. La mattina dopo erano tutti affilati nella palestra della scuola, uno dei pochi edifici ancora in piedi.
Chissà dove era Dio alle 7 e 34 di quella maledetta sera.
e là, nell'ombra delle nubi, sperduto,
giace in frantumi un paesetto lucano.
(Rocco Scotellaro)
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Non so se quando arriverà il momento avrei la forza e il coraggio di staccare o farmi staccare la spina. Una cosa so con certezza: impormi un’etica che non mi appartiene è un atto di prevaricazione e integralismo.
Io non sono credente ma non ho mai imposto le mie convinzioni ad altri, nemmeno ai miei figli che, per rispetto delle convinzioni religiose di mia moglie, ho pure fatto battezzare. Ma allora perché ad un uomo che ormai non ha nessuna speranza di vita, che vive solo di morfina o si riduce ad una vita esclusivamente vegetativa, pur essendo convinto che il corpo non è un contenitore di una qualcosa di trascendentale, lo si costringe a soffrire senza speranza. Noi non siamo cristo sulla croce, (ed anche egli ha chiesto al padre perché lo avesse abbandonato), noi siamo solo dei poveri “ladroni” il cui compito non è quello di salvare il mondo ma solo di poter vivere e morire con dignità. E se anche a noi, quando arriverà il momento, un legionario, colto da umana pietà, ci trafiggerà il costato per porre fine alle sofferenze lo guarderemo con immensa gratitudine.
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forse dovrei scrivere qualcosa su questo blog, sennò che senso ha tenerlo? eppure non ci riesco, chissà fra qualche giorno...
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le vacanze sono finite, l'estate sta per finire ed io sto pazientemente aspettando posta dalla polizia stradale o dai vigili urbani, stavolta non mancherà un saluto da parte loro. sto tentando di ricominciare le mie attività, è difficile!
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beh ci siamo, è arrivato il momento di andare in vacanza, questo rito collettivo al quale ci sottoponiamo ogni estate. le lunghe file sotto il sole, i cantieri infiniti sulle autostrade, poi, si spera, la sospirata meta. quindici giorni sotto un ombrellone a scottarci come gamberi, a riempirci di creme da farci somigliare a tante palle di sugna. avete notato che ad una certa ora non si sente più il profumo del mare? solo odori di creme solari, creme dopo sole, creme per mantenere l'abbronzatura il più lungo possibile. non sembra più di stare sulla spiaggia, siamo tutti in una grande profumeria all'aperto. e la musica? quella sparata a tutto volume da casse acustiche che sembrano armadi del 700 e quelli (gli animatori) che costringono poveri diavoli, il cui massimo sforzo fisico che hanno mai fatto da qualche lustro a questa parte è spostare la sedia per sedersi a tavola, a fare maratone interminabili nell'acqua. no io la soluzione l'ho trovata, me ne vado sugli scogli, lontano dai lidi e mi metto a pescare. non lo so fare ma almeno non mi vengono istinti omicidi.
BUONE VACANZE A TUTTI E CI RIVEDIAMO AD AGOSTO
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ECCOMI QUI, SONO TORNATO CONTENTO COME UNA PASQUA, FELICE DI STARE INSIEME A TANTI COGLIONI, INDEGNI E SCHIFOSI.
HO SOLO UN DUBBIO: COSA SONO I Trackback???
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Da qualche giorno ospitiamo nel nostro ridente carcere ( nel quale vengono serviti ottimi pasti - rispettosi della dieta mediterranea – l’ha dichiarato Lui) il principe Vittorio Emanuele, quello che, se non c i fosse stato il 2 giugno 1946, oggi potrebbe essere il re d’Italia. Oddio non che questo ci addolori…
No state tranquilli, non voglio assolutamente parlare dell’inchiesta in corso, ne parlano continuamente tutti i quotidiani e molto più approfonditamente di quanto ne potrei parlare io. No, io voglio parlare di quanti problemi questa regione abbia creato alla casa savoia. Ha cominciato nell’immediato periodo posto unitario con il brigantaggio. I vari crocco, ninco nanco con le loro scorribande tennero in scacco oltre 120.000 piemontesi tra bersaglieri, fanti e cavalleggeri per circa un decennio. Figuratevi che il generale Pallavicini dovette ordinare il disboscamento di intere aeree per eliminare, o quantomeno ridurre, i rifugi dei briganti. Certo, essendo tutti boschi di legno pregiato, era un peccato sprecare quella legna, per cui fu spedita al nord dove era molto richiesta. Una specie di federalismo solidale ante litteram. Il guaio è che i lucani non lo capirono e pensarono che fosse semplicemente una depredazione, una delle tante che i piemontesi (mi perdoni Betulla) attuarono tra il 1860 e il 1870. sconfitto il brigantaggio la regione tornò nel silenzio abituale, fino a quel fatidico 17 novembre del 1878, quando un tale giovanni passannante, nativo di salvia (paesino così chiamato per l’abbondanza dell’omonima pianta) ma emigrato a Napoli per lavoro, scambiando al mercato la sua giacca con una specie di temperino, attentò alla vita di Umberto 1°. Beh parlare di attentato è eccessivo, in realtà riuscì solo a procurare al savoia dei taglietti del tutto superficiali. Tanto bastò a scatenare l’ira dei reali, il passannnante, alla sua morte, avvenuta nel 1910, non solo non fu sepolto, ma fu decapitato e il suo teschio usato per motivi di studio per accreditare, ritengo, le teorie lambrosiane. Tutta la sua famiglia fu internata nel manicomio criminale di aversa, al paese si impose il nome di savoia di lucania, dal quale fu eradicato il cognome passannante. Devo correggermi, in realtà non è stata la basilicata a creare problemi ai savoia ma il contrario. Quel che ci consola è la legge del contrappasso dantescoCondividi e segnala - permalink - Segnala abuso |
Se voi volete andare
in pellegrinaggio
nel luogo dove è nata
la nostra Costituzione,
andate nelle montagne
dove caddero i partigiani,
nelle carceri dove furono
imprigionati, nei lager
dove furono sterminati.
Dovunque è morto
un italiano per riscattare
la libertà e la dignità,
andate lì, o giovani,
col pensiero,
perché lì è nata la nostra
Costituzione.
[Pietro Calamandrei]
"Se al referendum vince il no
bisogna trovare vie non democratiche" (Umberto Bossi)
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come nella precedente campagna elettorale, anche in questa sono impegnatissimo in riunioni, convegni e chi più ne ha più ne metta. questo significa che diraderò di molto
le visite sul blog. la cosa mi addolora (si mi addolora davvero!) ma ci sono momenti in cui episodi fondanti per ognuno di noi ci obbligano a fare delle scelte chiare.
però prometto che in ogni momento libero mi farò una capatina.
ah dimenticavo la cosa più importante, il 25 giugno ovviamente votate NO.
un abbraccio affettuoso a tutte e tutti voi
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ma che bella giornata oggi! è cominciata proprio bene. sveglia con il canto del gallo, anche se i galli ormai li si vede solo in macelleria, e là, garantito, non cantano. il letto ballava, il lampadario tintinnava, alle 4.20 giù dal letto. le stesse scene di sempre, le serrande delle finestre che si alzano, luci che si accendono, contemporaneamente, in tutti gli appartamenti. televisione accesa, televideo sull'ultima ora cercando di capire dov'è l'epicentro , poi, per far passare la paura, un bel caffè, una sigaretta e dopo di nuovo a letto, nella speranza di riprendere sonno. e ti ritornano ricordi che avevi rimosso, il 23 novembre. quel boato maledetto, la fuga, le case che ti crollano intorno, 90 secondi di terrore. ma questa è un'altra storia
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quando arriva questo periodo mi viene la nostalgia della mia paese, i profumi delle ginestre in fiore, il grano già alto ma ancora verde che ondeggia sotto lo scirocco, le ciliege - quelle bianche e rosse- già mature con le quali giocare a chi sputa il nocciolo più lontano, i fichi d'india che cominciano a fiorire. ma non ci andrò, lo so. è solo nostalgia dell'infanzia. non voglio vedere un paese che sta morendo, i terreni abbandonati da quando tutti sognarono di riscattarsi dalla miseria andando a lavorare a torino alla fiat, gli scheletri di case mai finite e case invecchiate senza che nessuno le abbia mai abitate. no non ci andrò! è troppo lontano. è distante più di trent'anni.
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per farvi vedere che anch'io so mettere le foto e diciamocelo pure...per farvi sentire un po' di fottere. un cesto così non lo si vede tutti i giorni
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