Creato da Terra_Nostra il 13/01/2009

TERRA NOSTRA

PER LA TUTELA DEL PATRIMONIO, DEI DIRITTI E DELLA FAMIGLIA

SOSTIENI "TERRA NOSTRA"

Le nostre iniziative hanno bisogno di risorse sia Umane che Finanziarie.

Aiutaci cliccando il pulsante

 

CONTATTA L'AUTORE

Nickname: Terra_Nostra
Se copi, violi le regole della Community Sesso: M
Età: 15
Prov: PE
 

AREA PERSONALE

 

FACEBOOK

 
 

 

E' GUERRA !!

Post n°30 pubblicato il 02 Marzo 2009 da Terra_Nostra

Siamo in guerra. Una guerra sporca che non ha nulla di antico ed ascetico. Nessuno può mostrare il suo valore o il coraggio degli Eroi. Il nemico è invisibile e pertanto non si può combattere, almeno non con i metodi tradizionali.
E’ un Sistema tecnocratico, fatto di apparati e procedure, dietro le quali si nascondono uomini freddi e spietati. Il loro obiettivo, attraverso la creazione a tavolino di questa cosiddetta “crisi”, è l’impoverimento di Stati, aziende e cittadini. Dalla tempesta che ci attende ricaveranno una ricchezza incalcolabile. Essi tendono al controllo di tutto, ed il dominio parziale del quale oggi dispongono è poca cosa per il loro desiderio di potere assoluto.
Vogliono tutto il pianeta più il cinque per cento, come dice Bankestein. Nei giorni scorsi il loro piano è stato ben descritto su questo blog dagli articoli di Marco Della Luna e di Marco Milioni. Il prezzo di questo dramma sociale sarà pagato con le parole che scandiscono le tragedie: espropri, pignoramenti, fallimenti, sfratti, licenziamenti. Le angosce, le nevrosi, le ansie, la disperazione di tutti coloro i quali dovranno subire il piano di impoverimento e demonetizzazione, sono il prezzo dell’aggressione, della loro sporca guerra invisibile che attenta al nostro cervello ed al nostro equilibrio psichico. Il piano bellico è pronto; hanno preparato il terreno con la propaganda e la pressione psicologica.
Tutti attendono la crisi, quella vera, quella che produrrà la catastrofe esistenziale di milioni di italiani. Le pecore ipnotizzate sono pronte per essere tosate e macellate. L’esercito di collaboratori passivi, e tutto sommato individualmente non responsabili delle attività criminose che il Sistema ha posto in essere per impoverirci e farci disperare, è già pronto.
Ufficiali giudiziari, finanzieri, funzionari di banca: tutti con le armi affilate. “Lei mi deve capire, io eseguo solo degli ordini”, “se lei ha preso un impegno che è diventato di seicentocinquanta euro al mese, deve mantenerlo, altrimenti cerchi una casa più piccola”. Dietro le divise, l’impersonalità, l’incolpevolezza individuale, esigono danaro che non hanno il diritto di esigere, chiedono la restituzione di soldi che non ci hanno mai prestato, se non virtualmente; pretendono il pagamento di tasse frutto dell’usura che lo Stato subisce dalle Banche Centrali. Perdere il lavoro a cinquant’anni, chiudere il negozio che non regge il confronto con gli ipermercati, per poi emigrare, o trovare un lavoro precario. Questo è quello che hanno pianificato ai nostri danni, e continuano a dirci che la colpa è della crisi, una specie di carestia dovuta alla siccità. Mentre ci sodomizzano sussurrano all’orecchio “la colpa è tua, ti sei piegato senza guardarti dietro”. E la nostra classe politica accetta ogni evento senza reagire, con il Ministro delle Finanze che con disinvoltura scappa di fronte alle domande di un giornalista per poi parlare di un Nuovo Ordine Mondiale, ed il suo Premier favorisce le solite imprese che danno lavoro a centomila persone, ignorando tutte le altre che ne fanno campare dieci milioni. Dall’altra parte il fronte socialdemocratico serve con lingua altrettanto lunga i signori della finanza internazionale, i cui editti vengono pubblicati sui loro giornali a firma diretta dei padroni del vapore (George Soros in prima pagina su Repubblica). I media ci propongono finte liti, finte questioni di principio, finti rivoluzionari; i finti capipopolo attirano le attenzioni su problemi di terz’ordine, i giornali li sostengono, gli intellettuali si accodano, il popolo bue si coinvolge e si schiera a destra o sinistra.
Il fatto che pochi sappiano che una guerra è in atto, non vuol dire che non ci si trovi in guerra. Noi abbiamo tutto il diritto di difendere la nostra esistenza e di sottrarla alla schiavitù tecnofinanziaria voluta per noi dalla dittatura bancaria. Diffondiamo questa verità, prepariamoci ad iniziative clamorose, forti, di grande impatto mediatico. Occupazioni, banchetti, conferenze, militanza itinerante. Manifesti, volantini, appelli. Formiamo un coordinamento con tutti coloro i quali condividono le nostre consapevolezze. Cattolici ed atei, fascisti e comunisti, ed ogni altra categoria che vi verrà in mente. Sono tutti ben accetti. Riprenderemo a litigare dopo la caduta della dittatura bancaria. Per ora è importante che lo stagno putrido di silenzio e passività venga rotto, e che un vento rivoluzionario inarrestabile caratterizzi la nostra azione e la nostra esistenza.
Bisogna portare lo scontro al centro della nostro progetto metapolitico, per rompere il muro di silenzio e complicità che copre la guerra in atto. Scontro ideale, culturale e se necessario anche fisico. Ci vorranno atti di coraggio,  si correranno rischi, ma la nostra libertà vale qualsiasi prezzo da pagare. Chi pensava che la nostra funzione fosse quella di essere rivoluzionari solo nel mondo virtuale di internet si sbagliava. Erano le premesse, il momento formativo, ma MZ è altro e chi pensa che la lotta che propongo sia troppo rischiosa per sé, lo dica subito e si sottragga. Potrà forse apparire superfluo ricordare che Ezra Pound diceva che “chi non è disposto a correre dei rischi per le sue idee o non vale niente o non valgono niente le sue idee”. O forse no.

Marco Francesco De Marco 

 
 
 

.. E ALLA FINE E' SUCCESSO

Post n°29 pubblicato il 27 Febbraio 2009 da Terra_Nostra
 

 

Spett.li

- GIUNTA REGIONALE DELL’ABRUZZO

- GIUNTE PROVINCIALI D’ABRUZZO

- GIUNTE COMUNALI DELL’ABRUZZO

- CANDIDATI ALLE ELEZIONI AMM.VE

- C.C.I.A.A. PROVINCIALI

- SINDACATI DI CATEGORIA

oggetto: LETTERA APERTA – MEA CULPA DELLA POLITICA

Egregi riceventi,

la storia ci insegna che la corruzione ed il clientelismo sono gli strumenti usati per ottenere e mantenere il potere decisionale ed i privilegi che da esso derivano.

Questi tipi di strumenti sono molto radicati nella cultura italiana rispetto a culture nord-europee e sono le cause principali del malfunzionamento del sistema sociale e del debito pubblico italiano.

Nello specifico territorio abruzzese, che ci riguarda direttamente, il fenomeno della corruzione sociale ha avuto una crescita notevole rispetto ad altre società dello Stato italiano.

Il costo degli apparati partitici, ed il mantenimento degli stessi, hanno creato una sempre maggiore richiesta di finanziamenti.

Il “soddisfacimento” di tale bisogno finanziario, il mantenimento di privilegi e tenori di vita dei nostri rappresentanti politici, hanno richiesto un crescente prelievo fiscale sui cittadini. Tale prelievo non corrisponde in maniera proporzionale al rapporto costi/benefici dei servizi pubblici erogati né esso è congruo agli sforzi ed i sacrifici che le unità produttive impiegano per ottenere dei margini di guadagno soddisfacenti.

L’indebitamento pubblico derivante dalla cattiva gestione economica delle amministrazioni ha indotto le comunità ad esporsi finanziariamente per pagare tali debiti e relativi costi di interesse. Pertanto si è chiesto ai cittadini ed alle attività produttive un maggio prelievo fiscale che ha assottigliato i margini di guadagno, gli stipendi fissi e le pensioni, abbassando il potere d’acquisto delle famiglie.

Se l’aumento dei prezzi da parte delle aziende ha permesso loro di contenere il loro margine, per le famiglie a reddito fisso tale aumento di prezzi ha significato una costante perdita della loro capacità di risparmio e consumo.

Le Pubbliche Amministrazioni per poter sottoscrivere mutui al fine di finanziarsi i debiti (CARTOLARIZZAZIONI, SWAP) hanno dovuto presentare delle garanzie alle Banche.

Teniamo a precisare che la garanzia della Pubblica Amministrazione è il numero di contribuenti.

Ma quando ci si è accorti che la quantità di contributi non bastava a garantire le suddette esposizioni finanziarie la scelta più ovvia è stata quella di aumentare il numero di contribuenti legiferando in materia di commercio (il settore più semplice da regolamentare). Di conseguenza, si è avuto un prolificare di centri commerciali ed una liberalizzazione di licenze commerciali . In questo modo i tributi per ripianare il deficit vengono pagati dai dipendenti dei centri commerciali (direttamente in busta paga) e dalle nuove attività che hanno beneficiato del rilascio di nuove licenze. I centri commerciali molto spesso sono catene multinazionali con sede all’estero e pertanto i loro utili non ricadono a beneficio della comunità in cui operano.

Il tutto è avvenuto modificando i Piani Commerciali ed Urbanistici dei Comuni e legiferando sull’aumento delle superfici quadrate e sulle cubature destinate ai nuovi insediamenti commerciali.

In Abruzzo è avvenuto esattamente questo ed i comuni, Pescara compresa, si sono adeguati alla nuova Legge Regionale sul commercio (L.R. 11/08).

Ma se tutto questo fosse stato programmato in anticipo grazie alle collusioni tra politica e speculazione?

La nostra non è una supposizione in quanto trova riscontro nel Programma di Riforma

della Grande Distribuzione (http://impresa-stato.mi.camcom.it/im_42/augenti.htm ) che “in nome della tutela del consumatore e dell’economia” intende “SENSIBILIZZARE” i politici a legiferare in materia urbanistica per permettere l’ampliamento di superfici di vendita.

Leggendo il programma ci accorgiamo che ci sono dei punti preoccupanti come il Punto 1 in cui suggeriscono una normativa che confermi l'illegittimità e l'inopportunità di blocchi normativi al loro programma.

Un punto essenziale per il rilascio delle autorizzazioni sanitarie per questi nuovi insediamenti è REGOLAMENTARE o MODIFICARE le normative sanitarie.

Purtroppo a Pescara sta succedendo ed il nuovo REGOLAMENTO SANITARIO è stato approvato il 25/02/09 (fonte www.comune.pescara.it)

Tutto questo sta succedendo in tutto l’Abruzzo. La nostra popolazione è di 1.200.000 abitanti eppure abbiamo una densità di centri commerciali che neppure un quartiere di Roma di pari abitanti possiede ed infatti il mercato è andato in saturazione ed è tracollato in quanto:

- La popolazione (quindi la domanda di beni) si è spalmata

- Il volume d’affari non è sufficiente ad un’attività per poter mantenere costi di gestione e tributari che sono sempre in aumento

- Gli addetti nei centri commerciali hanno contratti a termine o part-time (uno dei punti del Programma della Grande Distribuzione) che non garantiscono la sicurezza per investimenti sulla loro vita, casa , famiglia, ecc.

- L’agricoltura non riesce ad essere concorrenziale sul mercato contro la Grande Distribuzione la quale acquista le merci al di fuori del mercato locale.

- All’aumentare delle licenze commerciali non è corrisposta una diminuzione della pressione fiscale proporzionalmente alla riduzione del volume d’affari di tutte le attività.

Il quadro potrebbe sembrare apocalittico ma CREDIAMO ANCORA NELLA BUONA FEDE degli amministratori pubblici abruzzesi e CHIEDIAMO DI DIMOSTRARCI LA LORO ESTRANEITA’ a COLLUSIONI CON IL SISTEMA SPECULATIVO DELLA GRANDE DISTRIBUZIONE ED IL LORO ATTACCAMENTO AL TERRITORIO IN CUI VIVONO E NEL QUALE SONO ELETTI, ABOLENDO LE LEGGI REGIONALI E COMUNALI CHE HANNO CAUSATO IL DISSESTO DEL PATRIMONIO ECONOMICO-PRODUTTIVO, FERMANDO L’INSEDIAMENTO DI ULTERIORI CATTEDRALI COMMERCIALI NEL DESERTO ED INCENTIVANDO L’ECONOMIA LOCALE.

Crediamo che si possa ancora tamponare e rimarginare la ferita economica.

La nostra proposta per il ripristino e la rivitalizzazione delle economie locali è contenuta nel progetto "EMPORI E BOTTEGHE" dell' ARCIPELAGO SCEC

http://www.arcipelagoscec.net/empori-botteghe

 

Pescara lì, 27/02/09

Gianluca Monaco

(presidente)

 

 
 
 

AMERO.. chi sarà costui?

Post n°28 pubblicato il 23 Febbraio 2009 da Terra_Nostra

TRATTO DA http://la-tela.blogspot.com/2007/08/stock-market-brushfire-will-there-be.html  del 2007

Il titolo è eloquente e si interroga su cosa potrebbe succedere nel prossimo futuro: ci sarà una corsa alle banche, per ritirare il ritirabile, quello che rimarrà dalle ceneri della più grande bolla finanziaria che la storia ricordi?

E non mi riferisco solamente alla crisi da "mutui subprime", ma alla gigantesca quanto inconsistente produzione di denaro generato da denaro, dovuta alla stupidità degli uomini.


In un mio vecchio articolo che invito a rileggere, si faceva l'esempio del centesimo di euro che in duemila anni, al tasso annuo composto del 5%, generava una cifra pari all'equivalente di più di 258 miliardi di palle d'oro del peso della terra, una cifra che non rappresenta più un valore reale, ma un numero assurdo, irreale, che non ha nessuna rappresentazione paragonabile ai beni reali presenti sulla terra.

Quanto tempo pensate che impieghi tutto il denaro esistente oggi ad esploderci in faccia come quel misero centesimo?
Trenta anni? Quaranta?

Se conoscessi quanto denaro "esiste" in questo momento, potrei provare a fare il calcolo; quel numero al momento non l'ho disponibile, ma una risposta potrei provare ugualmente a darla.
Trenta, quaranta o anche cinquant'anni, rappresentano i cicli economici che i sagrestani dei templi bancari ci fanno credere che esistano per effetto di non ben identificate crisi economiche.


Io credo invece che quelle crisi avvengano per effetto dell'applicazione del tasso di interesse sul denaro, che genera in poco tempo numeri astronomici ed incontrollabili di altro denaro che alla fine non rappresenta più niente, come in una sorta di Repubblica di Weimer planetaria, in cui ad un certo punto, si andava a comprare un pacchetto di sigarette con una carriola di milioni di Marchi o, come nella foto in bianco e nero, il miglior uso che si poteva fare del denaro quando faceva freddo, era di bruciarlo nelle stufe.
Arriveremo a questo?
Forse si, se non ci apriamo quanto prima ad una nuova visione del mondo e dell'economia in cui al centro dobbiamo rimettere l'uomo ed i suoi bisogni.
Non servirà correre in banca per ritirare i sudati risparmi, perchè quando (e se) succederà, sarà troppo tardi; al massimo ci faremo un bel falò!

 
 
 

Ponti e MASSetti , ITALIANI PERFETTI

Post n°27 pubblicato il 23 Febbraio 2009 da Terra_Nostra
 

GRADI MASSONICI

Il rifacimento di un vecchio "motto" mussoliniano ("libretto e moschetto, fascista perfetto") ci ha ispirato il titolo di questo nuovo post.
Ormai vi sarete resi conto che la Massoneria esiste realmente e sta uscendo allo scoperto (finalmente). Ai negazionisti della Massoneria nelle istituzioni consigliamo di leggersi qualcosa via web.(ma forse sono proprio loro i massoni)
I fini sociali che tali sette si prefiggono non nascondono nulla di male.
Essi vogliono il bene comune, la civiltà in pace ed un Ordine Mondiale.
Sono i mezzi per raggiungere tali fini che ci spaventano.
Anche noi come associazione perseguiamo gli stessi scopi ma con mezzi notevolmente inferiori.
La presenza della massoneria nella nostra città (pescara,ndr) è uscita allo scoperto con l'avvento dell'era politica di Luciano D'Alfonso. Ciò non vuol dire che i precedenti sindaci non fossero massoni o collusi, ma comunque non mostravano legami con tale istituzione. L'avvento di D'alfonso (è indifferente la provenienza politica) è la dimostrazione che la massoneria è uscita allo scoperto. E' Facile notare in centro città che le targhe dei nomi delle vie siano state "Sponsorizzate" da un club massone quale è il Rotary.

ROTARY

 E' Facile notare come lo stesso "sponsor" campeggi davanti il Comune sul tabellone che indica la qualità dell'aria.
Altri elementi sintomatici di tale "dominio" li riscontriamo nella arrogante volontà della giunta pescarese a costruire un "Ponte sul Mare" che collega le due sponde del fiume Pescara. nulla di strano se tale opera fosse "utile e fruibile" per snellire il flusso di traffico. Purtropo è un'opera ciclo-pedonale con una pendenza prevista da progetto di circa l'8%. Rassegnatevi cari nonni quando andrete a spasso con i vostri nipotini sul ponte. Ciclo-pedonale significa che dovrete scendere dalla bicicletta e farvelo a piedi per la troppa pendenza. Non sono servite le proteste di proprietari di Barche a Vela ormeggiate lungo il fiume, i quali non potranno salpare il mare adriatico in quanto gli alberi delle vele non passeranno sotto il Ponte.
Ma allora per chi è importante questo Ponte?
E' importante per i "rappresentati" da D'Alfonso perchè il Ponte suggella la loro presenza FORTE in questa città.
Non a caso il PONTE è il simbolo esoterico di questa nuova generazione massone, da OBHAMA a D'ALFONSO.
Non a caso il loro strumento finanziario ha come logo un ponte:
intesa

Non a caso i "muratori" stanno ricostruendo ciò che le loro milizie hanno distrutto in tutto il mondo IN NOME DELLA PACE. A Pescara, Non a caso , si sta assistendo ad una nuova Cementificazione peggiore di quella degli anni '60 in nome della riqualificazione e dello sviluppo di questa città.
Non a caso quest'opera è stata finanziata da Banche, Fondazioni e Cementifici che hanno elargito donazioni per abbattere gli utili di anni di speculazione.
Quello che ci fa riflettere è l'ansia di queste amministrazioni di "dover fare" subito. Si sa che la fretta è cattiva consigliera ed infatti il consiglio comunale è composto da Consiglieri di dubbia competenza.
Ripetiamo però che gli scopi sociali che si prefigge la Massoneria sono identici ai nostri, e prevedono perfino l'aiuto alle classi disagiate e alle famiglie in difficoltà, nonchè alle associazioni civiche. (leggetevi qualche statuto sul web).

Noi come associazione vorremmo sciogliere questi giudizi negativi sulla massoneria CHIEDENDO che si creino fondi economici (sottoforma di donazioni così ve li scaricate dalle tasse) per finanziare opere e strutture pubbliche usurate dalla incuranza, incompetenza e avidità partitica dei nostri amministratori. Dateci un segnale forte di Civiltà così che potremo tutti in coro urlare FORZA ITALIci.

 

 
 
 

LE RONDE DI TERRA NOSTRA

Post n°26 pubblicato il 22 Febbraio 2009 da Terra_Nostra

le ronde

Ecco cosa riporta il “Rapporto Urban Operations in the Year 2020 redatto dalla RTO (Studies Analysis and Simulation Panel Group, SAS-030).
La RTO
, l’Organizzazione per la Ricerca e la Tecnologia della NATO è il centro di convergenza delle attività di ricerche/tecnologiche (R&T) per la difesa in seno della NATO.
L’Operazione Terrestre o Operazione Urbana (UO-2020) all’orizzonte dell’anno 2020 è uno studio che esamina la natura probabile dei campi di battaglia, i tipi di forze terrestri le loro caratteristiche e capacità.
Lo studio ipotizza l’andamento della popolazione mondiale entro l’anno 2020. Entro questa data il 70% della popolazione mondiale vivrà all’interno di zone urbane.
Il numero delle persone nel mondo supererà i 7,5 miliardi e ciò sarà causa di una spaventosa crescita demografica nelle città e/o metropoli incrementando l’urbanizzazione, provocando povertà, scontri e tensioni sociali.
La necessità di una presenza (militare) massiccia e dominante, tanto morale quanto psicologica, spesso su periodi di tempo prolungati, resterà una caratteristica unica e persistente delle Operazioni Urbane. Questa necessità entrerà nel conflitto attraverso la domanda pressante da parte del mondo politico e del grande pubblico per azioni rapide, decisive e chirurgiche…

Ricapitolando:
-        
le guerre future saranno all’interno delle città;
-        
avremo eserciti lungo le strade (NATO o forze militari preposte);
-        
dal punto di vista psicologico sarà normalissimo avere militari armati in città;
-        
politici e cittadini richiederanno l’intervento dell’esercito;
-        
le forze militari utilizzeranno ogni sorta di arma (letale e “non-letale” ad alta energia);
-        
sommosse, scontri sociali, manifestazioni potranno essere sedate dall’esercito…
-         stiamo andando verso la costituzione di uno “Stato militarizzato”.  

Esercito a pattugliare le strade delle grandi città.
Ma solo per pochi mesi?
Manovra propagandistica del governo Berlusconi o naturale conseguenza di piani decisi da oltre dieci anni da alcuni paesi della NATO?

Questa affermazione non è l'ennesimo tentativo maldestro di voler accollare a carico dell'Alleanza militare occidentale oscuri disegni di militarizzazione della nostra società, bensì il frutto di nostre ricerche su alcuni progetti, condotti sotto la guida del Pentagono e riguardanti l'uso degli eserciti nelle megalopoli del futuro.
Si tratta del lavoro di esperti NATO UO 2020 nel gruppo di studio SAS 30 Urban Operation in the year 2020 , al quale partecipano dal 1998 esperti di sette Nazioni della NATO ( Italia, Canada, Francia, Germania, Gran Bretagna, Olanda e Stati Uniti d'America ) e che ha gettato le basi per l'evoluzione dell'impiego dello strumento militare nello scenario più probabile del prossimo futuro.

Lo studio NATO U.O. (Urban Operations) 2020
Questo studio, ultimato negli ultimi mesi del 2002 e reso pubblico nei primi mesi del 2003, prima della guerra in Iraq, rende esplicito come in maniera omogenea il nocciolo duro del militarismo mondiale ritiene più che probabile le città del futuro come campo della Battaglia Finale, quella per la sopravvivenza del sistema capitalista e che il ruolo dello strumento militare avrà un carattere dominante anche in quelle che sembrerebbero essere normali operazioni di polizia urbana.
E' l'ambiente urbanizzato che si qualifica come il contesto nel quale l'Umanità del ventunesimo secolo condurrà una difficile vita: le sterminate megalopoli abitate da decine, se non centinaia, di milioni di esseri umani concentreranno nel loro interno tutte le contraddizioni della società capitalista allo stadio supremo.

Differenze di classe e azzeramento dei servizi sociali capaci di attutire il senso diffuso di ingiustizia, degradamento delle complesse regole di interazione tra diversi strati della popolazione, scarsità di cibo e di lavoro genereranno forti conflitti tra diversi strati sociali,coinvolgendo il sistema statale locale e/o organismi e attività multinazionali
In questo contesto che le normali forze di polizia non saranno in grado di condurre operazioni tra folle "ostili" o semplicemente "complici" dei nemici da colpire e neutralizzare senza il rischio di forti perdite o addirittura ritirate catastrofiche da banlieus in fiamme. Rischi di effetto domino su scala mondiale con scene di folle tumultuanti, affamate e disperate che assaltano centri commerciali, quartieri dell'alta borghesia e centri di potere provocherebbe il panico nell'intero sistema capitalistico. L'invio dell'esercito condotto con armi tradizionali e all'ultimo momento potrebbe essere addirittura controproducente scatenando ancor più le folle e i partiti di opposizione.
Per questo motivo nello studio UO2020 si consiglia così di iniziare gradatamente in base alle necessità ad utilizzare l'esercito in funzione di ordine pubblico man mano che la crisi mondiale quella che è ipotizzata per il 2020, si avvicina.

Piccoli interventi crescono.
Nel frattempo ogni paese aderente a questo gruppo compresa l'Italia deve finalizzare reparti appositi che si specializzino per condurre le operazioni di contenimento delle folle e di controllo del territorio compresi i rastrellamenti a caccia di sovversivi ed agitatori nei quartieri.

Il ruolo italiano nella costituzione dell'esercito internazionale antisommossa 
L'Italia in questo campo ha proposto la possibilità di sviluppare nuove specializzazioni e di preparare personale addestrato a muoversi e combattere negli ambienti urbani ove occorre isolare quartieri, edifici, abitazioni, ma anche padroneggiare gli impianti di comunicazioni e distribuzione dell'energia e dell'acqua.
In effetti l'Italia è considerata da USA e Gran Bretagna come uno di migliori fornitori di personale addestrato ad operazioni antisommossa a partire dai reparti dei Carabinieri che sono inquadrati, principalmente nell'area balcanica nelle MSU.

Da quando l'Italia si è impegnata a fornire personale nelle guerre umanitarie, aree militari sono state attrezzate per ricostruire ambienti urbani e rurali dove si addestrano carabinieri, parà, assaltatori e bersaglieri che vanno ad operare all'estero, mentre gli stessi reparti di polizia militare sono addestrati realmente, nell'ambiente metropolitano, con l'impiego di ordine pubblico quotidiano sul territorio nazionale e sono gli stessi che presto grazie al nuovo decreto sulla sicurezza del governo berlusconi vedremo operare nelle grandi città e a guardia di siti di rilevanza nazionale: discariche centrali nucleari in costruzione, termovalorizzatori ecc.
Addestramenti sul territorio nazionale sono stati condotti da tempo come per esempio quello del 28 febbraio 2003 che si concludeva presso il Centro di Addestramento alle CRO (Crises Response Operation/Operazioni di risposta alle crisi) di Cesano con la certificazione del 2° Corso per Istruttori della Forza Armata di "Controllo della folla" .
Corso svolto alle porte della capitale dal 17 al 28 febbraio condotto da istruttori della 2a Brigata mobile dei Carabinieri a cui hanno preso parte 7 Ufficiali, 19 Sottufficiali e 3 Vfb. E in cui a far da comparse nel ruolo dei sovversivi tumultuanti c'erano 50 Volontari in Ferma annuale del 7° Reggimento Bersaglieri.
La ricerca ossessiva di sistemi di controllo della popolazione ha nello studio NATO UO2020 alcune parziali risposte di natura tecnologica.

Il Reparto Logistico - Progetto tecnologie avanzate.
Nello Stato Maggiore dell'Esercito Italiano è il Reparto Logistico- Progetto tecnologie avanzate che sta curando l'applicazione di quanto appreso nel Gruppo di lavoro NATO Urban operations 2020.
Lo Scenario URBAN WARFARE coniugato alla lotta al terrorismo globale, ovvero a tutto ciò che potrebbe essere pericoloso all'Impero Globale è affrontato su tutti i suoi aspetti, fuorchè le motivazioni che potrebbero essere le radici di forme di contestazione "estreme" , quale anche quella del passaggio dalla opposizione politica a quella armata.

I ROBOCOP imperiali.
Il futuro soldato che l'Esercito Italiano impiegherà per le operazioni urbane sarà dotato oltre che da armi convenzionali ultratecnologiche, come già spiegato nel paragrafo "il sistema soldato", anche di sistemi d'arma bivalenti letali /non letali. E' un esigenza che nasce dalle numerose operazioni di "guerra umanitaria" nelle quali il nostro esercito da oltre un decennio è pienamente coinvolto con le operazioni all'estero, ma anche dall'esperienza di operazioni di polizia ed ordine pubblico interno nelle quali esso si è trovato a collaborare con altre forze di polizia ( es. Vespri siciliani) o operare autonomamente (operazioni antimmigrazioni controllo coste del Salento)od infine in occasione di summit internazionali (es. Genova 2001 o Pratica di Mare 2003).

Il programma armi non letali.
Nel programma "non lethal weapons" redatto dallo Stato Maggiore Esercito sono previste le forniture ai reparti di una nuova famiglia di bombolette spray al peperoncino di diverse dimensioni e portata, tali da essere utilizzate efficacemente contro gruppi composti da numerose persone o contro singoli. Queste bombolette diventeranno così una dotazione base montata sui mezzi dell'esercito, blindati, carri armati, jeep ma anche come "arma da fianco" per ogni singolo soldato impiegato in "operazioni umanitarie".
Con queste specifiche l'esercito italiano sta finanziando piani di ricerca e sviluppo in collaborazione con le industrie interessate sia italiane che estere.

Per le operazioni antisommossa e di controllo urbano lo stato maggiore dell'esercito italiano sta definendo un programma di sviluppo di armi letali/non letali, in particolare fucili automatici dotati di puntamento ottico, che farebbero uso di "proiettili ad alta deformabilità e ad energia cinetica costante.”
A causa di problemi di bilancio solo poche risorse finanziarie sono state potute esser destinate a questi avveniristici progetti, ma ora che con il plauso del parlamento e dell'opinione pubblica spaventata da clandestini e microcriminalità, vedremo i blindati dell'esercito aggirarsi per i nostri quartieri, le richieste di migliori e più consone dotazioni si faranno pressanti.

Grandi affari quindi per le industrie che con molta discrezione da 10 anni (con l'assenso di governi di centro sinistra e centrodestra succedutisi alternativamente) a questa parte stanno tessendo una lunga rete trasversale di simpatie e di interessi e che non vedono l'ora di mostrare l'efficacia dei nuovi prodotti sui corpi di clandestini, accattoni, prostitute, drogati e scippatori, prima o poi su sovversivi contestatori di una società che produrrà miliardi di diseredati e un pugno di nababbi, infine sull'umanità sofferente del terzo millennio.

Antonio Camuso
OSSERVATORIO SUI BALCANI DI BRINDISI
Stralcio e integrazione di uno studio sulla militarizzazione nelle megalopoli del futuro, ad opera dello stesso autore

 
 
 

14 marzo 2009 - SBARCANO GLI SCEiCchi

Post n°25 pubblicato il 18 Febbraio 2009 da Terra_Nostra

 


sabato 14 marzo 2009


SALA TEATRO-CUORE IMMACOLATO DI MARIA


via VESPUCCI - PESCARA


 
 
 

dall'assemblea di ARCIPELAGOSCEC del 14/02/09

Post n°24 pubblicato il 16 Febbraio 2009 da Terra_Nostra

la nave dei folli

 


Sabato scorso si è tenuta l’assemblea delle 9 Isole attualmente componenti l’ArcipelagoŠCEC. Insieme a rappresentanti provenienti anche da altre regioni che non avendo ancora una propria struttura stanno comunque lavorando alla realizzazione del progetto, abbiamo discusso e vissuto in compagnia questa splendida giornata.


Il caso ha voluto che sempre a Roma e pure nello stesso giorno anche convocato il G7 sull’attuale crisi economica. Da una parte il passato, il G7, che continua ad usare gli stessi metodi per riproporre schemi ormai superati che inevitabilmente e pericolosamente ci fanno scivolare verso la riedizione della versione maggiorata della crisi del 1929 e dall’altra il futuro, ArcipelagoŠCEC, che cerca di far leva sui migliori aspetti dell’uomo per cambiare questo l’attuale mondo basato su sopraffazione, squilibri e povertà.


Due mondi contrapposti che hanno due visioni dell’economia e dell’uomo completamente diversi e che daranno vita a due mondi che vivranno contemporaneamente due realtà.


Nel 1929 lo scoppio di una bolla speculativa portò ad una depressione che fu contrastata con tassi di interesse ai minimi e i tassi a lungo periodo crescevano scontando l’inflazione che questo avrebbe prodotto e questo portò comunque alla chiusura del credito bancario portando il mondo nella più grande depressione di quei tempi.


Oggi è esattamente la stessa cosa uguale uguale, si sostengono i morti che camminano (le banche) con una liquidità, basata sul debito, smisurata e si portano i tassi ai minimi mentre l’oro si impenna insieme ai tassi  a lungo periodo scontando l’iperinflazione che verrà e questo non sta impedendo alle banche di chiudere i crediti e inevitabilmente, salvo cambiamenti radicali di rotta, darà luogo alla più grande depressione della storia economica.
Nessuno si sogna di sostenere l’economia reale e si lasciano i cittadini del mondo in balia di chi ha voluto tutto questo e continua a perseverare diabolicamente nei suoi errori, non imparando dagli errori del passato, per inettitudine o peggio ancora per una lucida volontà.


Noi invece lavoriamo per un mondo totalmente diverso che faccia della Šolidarietà e della coesione sociale le sue roccaforti e risaniamo, con pazienza  certosina, quello che il liberismo sfrenato ha distrutto e sta distruggendo, famiglia, economie locali, agricoltura, comunità sociale ecc.


Viste la disparità delle forze in campo non sappiamo che cosa potrà accadere, ma sappiamo che le persone hanno il diritto/dovere di fare qualcosa per fronteggiare i potenti cambiamenti che stanno stravolgendo tutto quello a cui eravamo abituati e riscoprano insieme il valore del vivere comune della Šolidarietà e del significato di economia che secondo noi, riprendendo la frase del nativo americano Manitonquat ,deve esistere solo per garantire ad ognuno quello di cui ha bisogno.


Ovviamente la nostra è solo una goccia nel mare, ma siamo consapevoli che l’insieme di piccole azioni possono cambiare radicalmente il corso degli eventi e sappiamo che se non lo facessimo saremmo colpevoli alla stregua di chi ha costruito l’inferno in cui tutti viviamo.


La coesione, la maturità di tutte le persone che sono intervenute all’assemblea di ArcipelagoŠCEC fa ben sperare sulla bellezza del nuovo mondo che stiamo costruendo. Persone che lasciando egoismi, protagonismo hanno dato spazio a coesione, condivisione, lavoro di gruppo e aiuto reciproco.


Possiamo affermare che la “Nave dei Folli” ad un anno dal suo varo, sta veleggiando in mare aperto con il favore dei venti, verso mete ancora sconosciute, ma che stupiranno tutti per la loro bellezza.


Con lo ŠCEC la Šolidarietà cammina lontano!

Pierluigi Paoletti (presidente Arcipelagoscec)

 
 
 

CODE PER LA VOGLIA DI LAVORARE

Post n°23 pubblicato il 14 Febbraio 2009 da Terra_Nostra

IN CODA PER UN POSTO

 

Bellissimo vedere da queste immagini quanta gente abbia ancora VOGLIA DI LAVORARE.

 

Ore ed ore di fila per un impiego. E pensare che noi credevamo che non ci fosse più Gente che avesse voglia di "sudare" per una pagnotta. Tra tutta questa folla ci sono tante personalità creative, falegnami, sarti, calzolai, ingegneri, pasticceri, agrari. c'è Gente che ha veramente delle capacità e che sta facendo la coda per dimostrare di averle.

 

Ma qualcuno ci fa notare che questa FOTO è stata scattata durante le selezioni di X-FACTOR.

 

Ma come? noi ci eravamo illusi che l'italiano avesse ancora voglia di emergere, di indignarsi, che avesse voglia di dimostrare quanto valga. Ma allora se perdiamo ore della nostra vita per essere selezionati ad un provino significa che abbiamo abbastanza tempo da perdere e se il tempo è denaro... tutto si spiega. SIAMO RICCHI?

 

Pensiamo piuttosto che tutta questa gente non sia altro che braccia rubate all'agricoltura.. POVERI NOI.

 
 
 

DIMISSIONI NEGATE

Post n°22 pubblicato il 12 Febbraio 2009 da Terra_Nostra

marco forconi


abbiamo ricevuto questa mattina le dimissioni del vice-presidente di TERRANOSTRA, Marco Forconi, per "motivi personali".
non nascondiamo il fatto che la nostra associazione ha subito atti di denigrazione in quanto Marco Forconi è segretario del movimento politico FORZA NUOVA, nella città di Montesilvano.
La sua posizione politica non ha nulla a che vedere con quelli che sono gli scopi sociali di TERRANOSTRA.
La nostra associazione non guarda il "colore partitico" di un associato ma la sua persona ed i suoi valori.
Le iniziative sociali non hanno casacche di alcun colore ma si preoccupano di tutelare la persona anzichè un partito.
Le pressioni subite da TERRANOSTRA dimostrano quanta miopia ci sia in chi crede di avere l'unico diritto "divino" a tutelare il cittadino.
Pertanto l'associazione NON ACCETTA le dimissionio di Marco Forconi in quanto ritenuto, come tutti gli altri iscritti, persona di sani principi morali ed invita chiunque voglia perseguire i nostri scopi ad iscriversi a TERRANOSTRA qualunque fosse la sua appartenenza politica.
LOTTARE INSIEME E' MEGLIO CHE DENIGRARE.
 
il comitato direttivo

 
 
 

RIFLESSIONI DI UNA CASALINGA

Post n°21 pubblicato il 11 Febbraio 2009 da Terra_Nostra

tratto da www.arcipelagoscec.orgscec

Ora c’è il mercato dell’auto in crisi, la FIAT. Tre mesi fa l’Alitalia. Ci vogliono i soldi per sanare i debiti perchè altrimenti sono a rischio tot posti di lavoro. E’ un ricatto bello e buono. Prima spendono senza vedere se possono permetterselo, poi vanno a piangere dallo Stato: “Bisogna salvare l’Azienda che da lavoro a tante persone!!” E lo Stato (cioè noi) paga.E poiché i soldi ce li stampa e presta (ad usura) la BCE si devono restituire…. e per restituirli aumentano le tasse…… e di conseguenza aumentano i prezzi al consumo.Quindi io lavoro per pagare i debiti fatti da altri. E’ questa la globalizzazione?
Io metto le lampadine a risparmio energetico per abbassare la bolletta della luce, e vado a piedi per risparmiare la benzina e poi devo pagare i debiti di chi i conti li fa solo una volta l’anno?
Io, i conti, li faccio tutte le mattine, prima di andare a fare la spesa!Han fatto c……e e ora ci pensino loro a rimediare! A casa mia non c’è nessuno che mi aiuta se non ce la faccio. Ho dovuto lasciare il lavoro perchè non avevo dove mettere i figli. Mi sono dovuta arrangiare e adeguare ridimensionando il mio budget. Lo possono fare anche loro!Per salvaguardare il posto di lavoro dei dipendenti di Alitalia e Fiat, a noi Italiani, conviene di più togliere 50 cent di euro di tasca nostra AL MESE, per pagare gli stipendi, invece di affidare i nostri soldi a chi ha dimostrato palesemente di non saper gestire le Aziende.Con lo SCEC i soldi si danno a chi ha il potere di fare girare l’Economia, cioè la gente, non alle Aziende! Le Aziende, se la gente acquista , si mantengono da sole.Le Aziende senza la gente non servono. E’ la gente che permette alle Aziende di esserci, non il contrario. Vi immaginate un mondo pieno di imprese che producono per …nessuno??
Assurdo no? E allora perchè si continua in quest’assurdità? Se lo Stato continua a dare soldi alle Aziende e non alla gente, come potranno mai andare in attivo? Tra sei mesi saranno ancora qui a batter cassa.
E meno male che io sono una semplice casalinga, se gestissi io le Aziende così come faccio con i miei conti di casa non ci sarebbero disoccupati nè crisi globalizzata!!!!!!
Mio padre si è sposato nel 1955, ha lavorato e suonato il violino
con il suo gruppo nei week end, e ha messo da parte 400.000 lire. Con quella cifra ha comprato in contanti 400 mq di terreno. Poi non aveva più nulla, nemmeno una lira. Ha fatto fare il disegno della casa a un geometra e lui con i suoi fratelli e mio nonno la domenica andavano a ” tirar su la casa”, ci han messo un anno. Mi ha detto che non potevano nemmeno mantenere un cane che facesse la guardia, mentre loro andavano a lavorare, durante la settimana. Costava anche lui e risparmiavano su tutto.
Ha “tirato con se” i suoi genitori e due sorelle ancora nubili, e in due anni ha pagato tutti i debiti che aveva fatto per costruire la casa: cemento, mattoni, il geometra e il Capo Mastro gli attrezzi per costruire. Senza interessi. Allora non esisteva la finanza creativa e non si usava andare in banca
per chiedere soldi in prestito.
Oggi il lavoro è precario, non sai se fra 6 mesi avrai uno stipendio. Se sei fortunato, hai un lavoro “fisso”, e vuoi convivere/sposarti, ci vogliono 20 anni per pagare un’appartamento
in un condominio di 20 famiglie, e se dopo 8 anni non puoi più sostenere le rate ti sbattono in mezzo alla strada e portano via tutto, anche quello che hai versato fino a quel momento. E si deve PER FORZA lavorare in due, perchè uno stipendio se ne và nel mutuo, nelle rate dell’arredamento, nelle utenze domestiche e le rate dell’auto, etc, etc. E devi sperare (anzi cautelarti in questo senso) che la tua donna non resti incinta, o di aver bisogno di cure dentarie, altrimenti rischi di andare in bancarotta e fare la fila alla Caritas.
Si è capovolto completamente il senso della vita.
I figli erano considerati una gioia e un’orgoglio per i genitori, ora sono solo fonte di preoccupazioni , paure, ansie, persino quando li mandi a scuola. Meglio che non arrivino, lasciarli là dove stanno!!
Così almeno possiamo sperare di sopravvivere almeno noi due. Ma è forse questo il futuro in cui speravano mio nonno e mio padre?
Lo SCEC ci riporta ai tempi in cui non esisteva l’inflazione e i soldi prima si mettevano da parte e poi si spendevano.
Non c’era l’abitudine di andare al negozio a fare la spesa TUTTI I GIORNI, perchè tutte le famiglie avevano un orto e 4 galline per il sostentamento.
Mio suocero mi ripeteva spesso che i soldi servono per gli sfizi, mica per campare…
E se qualcuno aveva bisogno per un acquisto importante, si chiamavano i parenti e i vicini, si metteva insieme la cifra che serviva, si decideva quanto si poteva restituire al mese e si faceva l’accordo, senza nessun interesse/usura.

 

 
 
 

1984

Post n°20 pubblicato il 09 Febbraio 2009 da Terra_Nostra

"1984" da George Orwell


VEDERE PER CREDERE


 
 
 

LO SCEC NELLE CASE DEGLI ITALIANI

Post n°19 pubblicato il 08 Febbraio 2009 da Terra_Nostra

SERVIZIO DI RAI1 SULL'UTILIZZO DEGLI SCEC


 
 
 

IL PAESE DELL'UTOPIA

Post n°18 pubblicato il 04 Febbraio 2009 da Terra_Nostra
 

 (puoi scaricare e leggere il libro cliccando qui)

“Sono un contadino che ha fatto per hobby il professore d’università”.

Giacinto Auriti

Ezra Loomis Pound (Hailey, Idaho, 1885 – Venezia 1972) e Giacinto Auriti (Guardiagrele 1923), il Poeta e il Giurista contadino. L’americano – che sceglie l’Italia come patria di adozione – e l’italiano d’Abruzzo. Personaggi apparentemente diversi, per origine e cultura, ma uniti da un legame indissolubile: la ricerca della verità a tutti i costi.
Ezra Pound, il Poeta americano affascinato dalla cultura europea, dal Medio Evo di “Padre Dante”, in cui scopre una realtà universale da cui trarrà l’ispirazione per i “Canti Pisani” (poema che scrive durante la sua prigionia nel campo di concentramento americano di Coltano, in provincia di Pisa, ove venne rinchiuso in una gabbia).
E’ il prezzo che gli fu imposto di pagare
proprio per aver amato l’Italia e osservato con interesse il risveglio dell’Europa. Il Poeta sentiva l’esigenza di un rinnovamento che non si limitasse ad una sterile esercitazione retorica di gioventù, ma che costituisse le basi di una vita vissuta e non vegetata: quindi pulizia interiore, eliminazione dei falsi miti delle ideologie surrogati degli ideali: «Finché non hai chiarito il tuo pensiero dentro di te stesso, non puoi comunicarlo ad altri. / Finché non hai messo dell’ordine dentro di te stesso, non puoi essere elemento d’ordine nel partito.»

Giacinto Auriti, elabora una nuova teoria filosofica sul giudizio di valore “come rapporto tra fasi di tempo” che lo condurrà alla scoperta del “valore indotto” della moneta. I due personaggi, che non si sono mai incontrati, sono uniti da una profezia contenuta nei versi 101-102 dell’

Inferno, ove il poeta, dopo aver parlato della lupa che gli impediva il cammino, annunciava la venuta di un Veltro “che la farà morir con doglia”. La “lupa” per Pound è l’ usurocrazia, contro la quale lotta per una nuova concezione di vita. Lavoro e usura è il titolo di una raccolta di saggi scritti dopo la seconda guerra mondiale, sul frontespizio si legge “Bellum cano perenne, tra l’usura e l’uomo che vuol fare un buon lavoro”. Pound ha capito che la moneta non è una merce ma l’espressione di un accordo, di una convenzione, per cui il credito deve essere affidato non già alle banche ma allo Stato, che lo garantisce con l’onestà e il lavoro dei suoi cittadini. «Il tesoro di una nazione è la sua onestà.» E nei “Cantos” esprime il pensiero sull’usura: «Con usura nessuno ha una solida casa / di pietra squadrata e liscia / per istoriarne la facciata, /(…) / Carogne crapulano / ospiti d’usura. » (Contro l’usura, Canto XLV)

Ezra Pound pone cinque domande alle quali non aveva mai risposto nessuno: moneta, credito, interesse, usura e circolazione; Giacinto Auriti dà, in questo saggio, risposte precise. Una continuità ideale che li unisce nella scuola degli economisti eretici. “Chi crea il valore della moneta – dice Giacinto Auriti – non è chi la stampa ma il popolo che l’accetta come mezzo di pagamento”, sono però i banchieri, i grandi usurai che si appropriano del valore monetario, usandolo come mezzo di dominazione ed imponendo all’umanità il signoraggio del debito. Ed ecco allora la geniale soluzione del problema:

La proprietà popolare della moneta, che restituisca al popolo il maltolto dei valori monetari che esso crea. L’auspicio è che siano i governi a gestire l’emissione monetaria ed a ripartire gli utili, come diritto di cittadinanza, a tutti i cittadini.

I due studiosi, il Poeta americano, nato da genitori quaccheri e puritani, e il Giurista abruzzese, tradizionalista e cattolico, sono entrambi gratuitamente osteggiati dal culturale di moda, plagiato nell’accezione mistificante dei signori dell’usura. Ezra Pound, a nostro parere, non si distacca mai sentimentalmente dall’America contadina, ma è affascinato dalla forza creativa ed innovatrice della guerra del sangue contro l’oro, che crea nuove fiorenti città ove prima allignava malaria, pestilenza e morte.

Tra i tanti cultori delle teorie di Auriti vi sono anche uomini di sinistra, che in virtù di quelle teorie cominciano a sperare in un avvenire affrancato dal signoraggio della grande usura. Come lo stesso Auriti ricorda, in Lavoro e usura Pound scrive: «il dieci Settembre scorso passai lungo la Via Salaria oltre Fara Sabina e dopo un certo tempo entrai nella repubblica dell’Utopia, un paese placido giacente fuori dalla geografia presente.» In nota Pound soggiunge: «Io avevo scritto: “Utopia, un paese placido giacente ottant’anni a Est di Fara Sabina”.» Poiché in questa frase coincidono una dimensione spaziale ed una temporale, va posto in evidenza che ad Est di Fara Sabina è nato a Guardiagrele il SIMEC, definito dai monetaristi come moneta poundiana,

proprietà del portatore(e non della banca), ottant’anni dopo la nascita delFascismo (1921-22). E Guardiagrele sta ad Est di Fara Sabina. La profezia di Pound si è puntualmente verificata. Potrebbe essere il segnale della rivincita del sangue contro l’oro.

A margine del SIMEC è riportata un’antica frase della saggezza abruzzese: “Non bene pro toto libertas venditur auro” (Non è bene vendersi la libertà per tutto l’oro del mondo) che riecheggia l’insegnamento di Pound: «Il tesoro di una nazione è la sua onestà.» Si comincia a sperare…

 

Marino Solfanelli

PRESENTAZIONE

 
 
 

COS' E' IL "SIGNORAGGIO MONETARIO"?

Post n°17 pubblicato il 03 Febbraio 2009 da Terra_Nostra




Ufficialmente non esiste. Nessuno ne parla. Eppure è un qualcosa che sta facendo sprofondare l'intero pianeta nel debito, giorno dopo giorno, inesorabilmente. Quante volte abbiamo sentito parlare di debito pubblico, commerciale, di debito dei paesi in via di sviluppo, ecc. Ma debito nei confronti di chi? Cosa lo provoca? E soprattutto: cos'è questo Signoraggio?


Il Signoraggio è la differenza tra il valore nominale della moneta e il suo costo di produzione. La moneta, come ogni bene tangibile, ha un suo costo di produzione: per le banconote pensate a carta e inchiostri; per le monete di metallo pensate alle leghe. Ma nonostante ciò, la stampa e quindi l'emissione di moneta costa pochissimo, anche perché dal 15 agosto 1971, Nixon eliminò la convertibilità delle monete in oro, affossando per sempre gli accordi di Bretton Woods del 1944. Quindi l'emissione di moneta da oltre trent'anni non ha più bisogno di un controvalore in metallo prezioso (oro, argento o rame).


Facciamo un esempio numerico: stampare un biglietto da 100 euro costa, più o meno, 5 centesimi di euro (tra carta e inchiostri)! Una sciocchezza, vero? Ebbene questa banconota, che costa solamente 0,05 euro, viene «affittata» agli Stati al valore nominale, cioè a 100 euro! Questa differenza è il Signoraggio!


La società privata che stampa ed emette la moneta in pratica 'guadagna' per ogni banconota emessa la bellezza di 99,95 euro (tolte le spese di stampa) mentre lo Stato, sempre per ogni banconota, s'indebita di 100 euro! Sapete qual'è il nome di questa società privata che s'incamera il Signoraggio? Banca Centrale.


Per essere pignoli, allo Stato quella moneta costa ancora di più per via del «tasso di sconto» (il costo cioè del denaro tra Banca Centrale e banca locale) che oggi è del 2%. Per cui la banconota da 100 euro, allo Stato costa la bellezza di 100 euro + 2 euro (pari al tasso del 2%) e quindi 102 euro!!!


Siamo o non siamo alla follia pura? Lo Stato paga alla Banca Centrale l'affitto di questa moneta con Titoli di Stato, e pertanto s'indebita in maniera spropositata e continuativa nei suoi confronti. Noi paghiamo questo debito con le tasse.


Lo Stato in definitiva monetarizza il proprio debito, e questo debito continuerà a crescere giorno dopo giorno, anno dopo anno. Nessuno con un simile sistema potrà mai semplicemente pensare di uscire dal debito, figuratevi i Paesi in via di sviluppo.


E se fosse lo Stato a stamparsi la moneta e a tenersi il Signoraggio? Non esisterebbero più le tasse. Non sarebbe bella una società priva di tasse? Una società dove le persone lavorano il minimo indispensabile e non si ammazzano per sopravvivere come accade oggi? Utopia? Per qualcuno sì, per me si chiama Sovranità monetaria, quella che ci hanno tolto alcuni frammassoni da molto tempo, e cioè almeno da quel lontano 27 luglio 1694.


Qualcuno in passato ha tentato di rientrare in possesso della Sovranità, ma gli è costato parecchio.


Il 4 giugno 1963 il presidente statunitense John F. Kennedy ordinò l'emissione da parte del Ministero del Tesoro - quindi dello Stato - di oltre 4 miliardi di dollari dell'epoca con banconote che recavano la scritta «United States Note» (biglietti di Stato, in pratica dei cittadini) invece di «Federal Reserve Note» (biglietti della Fed, in pratica della Banca Centrale privata). JFK giocò pericolosamente col fuoco, sfidando il potere della Fed.


Il 22 novembre, e cioè dopo pochi mesi, Kennedy fu eliminato a Dallas, città simbolo del «denaro» e «undicesima» sede delle dodici Banche Centrali statunitensi! Sapete qual'è stata la prima cosa che fece il suo successore, Lyndon Johnson? Ritirò immediatamente dalla circolazione quei dollari del «popolo» sostituendoli con quelli «privati» della Federal Reserve!


Nel nostro Paese la sovranità monetaria (il potere di chi stampa ed emette moneta) era fino a ieri della Banca Centrale d'Italia. Oggi la sovranità monetaria, e quindi il Signoraggio, è nelle mani della Banca Centrale Europea (BCE) con sede a Francoforte. Entrambe private. La BCE, nata con il Trattato di Maastricht, è una banca formata dalle 15 Banche centrali dei paesi membri fondatori tra cui la nostra Bankitalia (con sede alle Cayman).


Non tutti sanno però che le Banche centrali sono per la maggior parte banche private. Bankitalia per esempio è controllata da Gruppo Intesa (proprietaria del 27,2%), San Paolo IMI (17,23%), Capitalia (11,15%), Unicredito (10,97%), Generali (6,33%), Monte dei Paschi (2,50%), RAS (1,33%), INPS (5%), Carige (3,96%), BNL (2,83%), La Fondiaria (2%), Premafin (2%), Cassa di Risparmio di Firenze (1,85%), e un restante 5,65% di anonimi. Solamente i primi 3 gruppi controllano oltre il 55% della Banca Centrale italiana, e la cosa assurda è che la Banca Centrale dovrebbe controllare le banche commerciali, cioè i propri soci. Il controllore che controlla se stesso! Ora è chiaro perché non sono stati evitati, e non lo saranno neppure in futuro, scandali e crack finanziari.


Quindi la BCE è una banca privata, perché formata da banche private, ma a differenza delle altre è l'unica privata che può per legge emettere moneta in Europa. Come recita l'articolo 105A del capitolo 2 della «Politica monetaria» del Trattato di Maastricht: «La BCE ha il diritto esclusivo di autorizzare l'emissione di banconote all'interno della Comunità». Il Signoraggio europeo è pertanto di competenza della BCE, la quale poi lo distribuisce ai soci privati in proporzione alla percentuale di competenza.


Antonio Fazio & C. oggi prendono il 14,57% del Signoraggio europeo e il 92% del Signoraggio nazionale (l'8% rimane alla BCE). Questo l'elenco dei soci con le relative percentuali:


 


Banca del Belgio (2,83%);


Banca Danimarca (1,72%);


Banca della Germania (23,40%);


Banca della Grecia (2,16%);


Banca della Spagna (8,78%);


Banca della Francia (16,52%);


Banca d'Irlanda (1,03%);


Banca d'Italia (14,57%);


Banca Lussemburgo (0,17%);


Banca d'Olanda (4,43%);


Banca d'Austria (2,30%);


Banca del Portogallo (2,01%);


Banca di Finlandia (1,43%);


Banca di Svezia (2,66%);


Banca d'Inghilterra (15,98%).


 


Non trovate qualcosa di strano nella lista delle banche-membri? Sbaglio o Inghilterra, Svezia e Danimarca fanno parte dell'Europa ma non hanno accettato la moneta unica, l'euro? Purtroppo, non sbaglio. Queste banche si intascano il 100% del Signoraggio della loro moneta (sterlina, corona danese e svedese), e una percentuale pure del Signoraggio europeo. Detto in altri termini: noi italiani li stiamo aiutando a pagare le loro tasse!


Non vorrei complicare il quadro, ma è d'obbligo precisare che esistono tre tipi diversi di Signoraggio, uguali nel meccanismo ma diversi nel soggetto che se lo intasca. Il Signoraggio appena visto sulla moneta cartacea per opera della BCE rappresenta il furto colossale per antonomasia, poi c'è un Signoraggio sulle monete metalliche, che è l'unico per così dire statale, che va al Ministero del Tesoro, e infine quello sulla moneta scritturale, quella virtuale creata dalle banche, che rimane nelle banche commerciali.


A parte il Signoraggio sulla moneta metallica - che rappresenta in valore quello minore - la truffa sulla moneta virtuale delle banche commerciali è ancora più complessa. In questo caso il Signoraggio è costituito dal valore nominale (anche se in questo caso non è moneta reale) di tutta la moneta prestata dal sistema bancario, sotto forma di credito (conto corrente, ecc.), al netto del costo di produzione della stessa (assolutamente nullo: semplice digitazione su computer o scrittura su un registro).


Ovviamente non scherzo quando parlo di moneta creata dal nulla, e adesso ve lo spiego con un altro esempio. Quando una persona va in una banca locale e deposita 100 euro in contanti, la banca con questi 100 euro «reali» è in grado di prestare ben 5000 euro «virtuali».


Questa alchimia ha un nome preciso: «credito frazionale», ed è un'operazione di moltiplicazione permessa e autorizzata dalla cosiddetta «riserva bancaria», il cui valore è deciso, guarda caso, dalla Banca Centrale. In pratica questa «riserva» è un tasso che indica la quantità minima di soldi che la banca deve trattenere fisicamente nelle casse, appunto come riserva. Oggi il «tasso di riserva» è del 2%. La banca allora mette subito in «riserva» quei 100 euro che sono reali, e automaticamente (avendo nei forzieri questi 100 euro) la legge le permette di «crearne» 5000! Il 2% di 5000 euro è proprio 100 euro. Se non ci credete, mettevi d'accordo con i correntisti di una banca e andate a ritirare tutti lo stesso giorno il denaro...


Le banche possiedono fisicamente circa un cinquantesimo del denaro che movimentano. Sorge spontanea una domanda: ma se deposito 100 euro reali e la banca ne crea 5000, da dove saltano fuori i 4900 euro? Ahimè questo denaro, che non esiste e non può esistere nella realtà, sottrae ricchezza al paese in un circolo vizioso perverso e deleterio. La stragrande maggioranza dei soldi sono sotto forma di moneta scritturale, quindi di moneta virtuale, e quindi di moneta-debito.


Capito qual'è la madre di tutti i mali? Quello che avete appena letto è il segreto più grande e nascosto, forse la più grande e colossale truffa perpetrata a nostro carico da tre secoli. Talmente grande che probabilmente almeno sette presidenti degli Stati Uniti, come scrive Marco Saba nel suo «Bankenstein: tutto quello che non avreste mai voluto sapere sulle banche», sono stati assassinati proprio per la questione monetaria: Harrison, avvelenato; Taylor avvelenato; Lincoln con arma da fuoco; Garfield avvelenato; McKinley con arma da fuoco; Roosevelt avvelenato; Kennedy con arma da fuoco.


Detto questo, noi comuni cittadini consumatori e base della Piramide del Potere, cosa possiamo fare? Intanto, prendere coscienza del funzionamento di un sistema monetario e di un Signoraggio grazie ai quali il potente cartello delle banche sta facendo sprofondare volutamente il pianeta in un baratro economico spaventoso. Quale controllo è più efficace dell'impoverire le masse? Si tratta di un establishment talmente potente che nessuno, e dico nessuno, si mette contro denunciandolo pubblicamente al mondo intero. (Un'altra cosa interessante da sapere è che il famoso Premio Nobel per l’Economia in realtà non è un Premio Nobel, perché non viene assegnato dalla Fondazione Nobel ma dalla Banca Centrale svedese, n.d.t. pedras.it)


A parte personaggi eccezionali, sconosciuti ai più, come il professor Giacinto Auriti (promotore della moneta alternativa Simec) e il procuratore generale della Repubblica Bruno Tarquini (che denunciò la truffa di Bankitalia), dove sono i paladini della giustizia? Quelli che in tivù si fanno promotori dei diritti dei cittadini?


È facilissimo criticare una società o una banca perché si comporta male, perché frega le persone, ecc., ben più difficile è denunciare un sistema monetario che sta mandando in rovina l'intero pianeta.


Non sto dicendo di togliere i soldi dalle banche (anche se il guadagno sarebbe maggiore!) per dare un segnale forte e mandare qualcuno che veramente lo merita in fallimento, sto semplicemente mettendo in luce il meccanismo. Tutto qua.


Poi ognuno di noi, in base al proprio livello di coscienza, deciderà se partecipare o meno a tale 'gioco' perverso...


Esistono comunque svariati modi per investire in maniera più etica i propri risparmi, evitando così la moltiplicazione del denaro che crea debito, e che poi paghiamo sotto altre forme (tasse, prodotti più cari, ecc.). Basta cercare e informarsi.


Un passaggio successivo è quello di aprire la mente per entrare nell'ottica di accettare possibili monete complementari o regionali. Oggi nel mondo di queste valute se ne contano circa 5000 e sono quelle che, per intenderci, hanno aiutato l'Argentina a tirarsi su dal disastro economico. Anche se il tubo catodico non ce lo dice, a far riemergere l'economia argentina non sono state le banche, ma le monete complementari. Una moneta locale può essere emessa da una Comunità: per esempio una Provincia, un Comune o anche una associazione onlus.


Importante è l'accettazione (essere chiari fin da subito nello statuto nel caso dell'associazione), e capire che il funzionamento è prettamente per i prodotti di consumo locali. Approfitto dell'occasione per dirvi in anteprima che nella nostra capitale sta per essere messo in circolazione l'Eco-Roma...


L'euro è valido solo perché noi lo accettiamo e riconosciamo come tale: ma non è nostro, è di proprietà della Banca Centrale Europea (privata). Ricordiamolo questo, perché potrà capitare un giorno che presentando in banca un biglietto, magari da 100 euro, esso venga ritirato dal legittimo proprietario e non più restituito... E allora?

 
 
 

I PADRONI DELL'EURO

Post n°16 pubblicato il 03 Febbraio 2009 da Terra_Nostra

Marcello Pamio


Nexus Magazine n.57 (agosto-settembre 2005)


Questo articolo è un tentativo, seppur limitato, di spiegare una delle più grandi truffe, se non la più colossale, realizzata a nostro carico: il Signoraggio monetario. Il compito non sarà facile per due motivi principali: primo, perché dovremo immergerci completamente dentro un sistema economico-finanziario di per sé poco chiaro, per non dire oscuro, e secondo, forse il più difficile, sgombrare la mente da tutti i condizionamenti che ci hanno mirabilmente inculcato.



Detto questo, siete pronti per questo viaggio? Un viaggio lungo oltre tre secoli, che dalla misteriosa e occulta Londra del XVII secolo, ci porterà a Francoforte nel XXI secolo, per assimilare il segreto più nascosto: la truffa delle truffe.


Tutto inizia il 27 luglio 1694, quando il massone e banchiere londinese William Paterson fonda con alcuni fratelli la prima banca centrale al mondo: la Old Lady of Threadneedle Street, meglio conosciuta come Banca d'Inghilterra. Non si tratta della prima banca in assoluto, perché già nel 1163 a Venezia esisteva un Monte fruttifero privato creato per favorire il commercio, per non parlare del Banco (o Casa) di San Giorgio del 1407 a Genova, vera e prima banca pubblica d'Europa. La Banca d'Inghilterra è invece la prima Banca Centrale al mondo; la prima che stampò 1.200.000 sterline («notes of bank»), corrispondenti al debito di 700.000 sterline-oro che il Re Guglielmo d'Orange aveva contratto proprio con essa. In pratica ha iniziato l'attività comprando il debito della Corona.


Perché è importante questa banca? Risponderei volentieri, ma lascio la parola a Karl Marx, il quale nella sua opera «Il Capitale», denuncia senza mezzi termini che, fin dalla nascita, le grandi banche non sono state altro che società di speculatori privati che si affiancavano ai governi e, grazie ai privilegi ottenuti, erano in grado di anticipare loro denaro.


In merito alla banca in oggetto, Marx rincara la dose dicendo che «l'accumularsi del debito pubblico non ha misura più infallibile del progressivo salire delle azioni di queste banche, il cui pieno sviluppo risale alla fondazione della Banca d'Inghilterra». Già nel 1867 (anno di pubblicazione delle 1000 copie del suo libro) era chiaro un collegamento tra debito pubblico e banche. Questo è il primo dato interessante. È per questo che il 27 luglio 1694 sarà per noi una data simbolica molto importante, perché, a torto o a ragione, ha inizio il fantomatico Signoraggio monetario.


Prima però di spiegare cos'è questo Signoraggio, ricordo che il modello della Bank of England fu esportato e copiato in ogni paese (in Francia il 18 gennaio 1800 grazie al fratello Bonaparte e in Germania il 10 marzo 1870, nel 1913 in America con la Federal Reserve Bank per opera dei massoni Warburg, Rockefeller e Rothschild). Come oggi un manipolo di persone esporta la democrazia per strategie geopolitiche, 311 anni fa un manipolo di banchieri massoni ha inventato ed esportato un sistema monetario basato sul debito, per strategie socio-politiche: tenere incatenati e soggiogati centinaia di milioni di persone.

 
 
 

RICOSTRUIRE L'ECONOMIA E LA COMUNITA'

Post n°15 pubblicato il 01 Febbraio 2009 da Terra_Nostra
 

tratto dal report di www.centrofondi.it 

Disclaimer & Copyright: Questo report non costituisce in alcun modo sollecitazione a pubblico risparmio e dovrà essere utilizzato come riportato nelle condizioni di utilizzo di cui all’indirizzo http://www.centrofondi.it/copyright.htm

Nell’arco di nemmeno due anni il prezzo del grano quotato a Chicago è più che triplicato.Salvo poi crollare in sei mesi di oltre il 60%.!! Per le imprese della filiera del grano sono stati due anni di inferno nei quali moltissime aziende piccole e medie del settore della pasta sono crollate non sostenendo più i costi della materia prima e non potendo reggere il confronto con i giganti del settore che ne hanno prontamente approfittato.
I produttori agricoli che fino al 2007 avevano visto il prezzo del grano alla metà degli anni ’80 mentre le spese del gasolio e dei concimi erano cresciuti esponenzialmente, hanno salutato questi aumenti con gioia, gioia che però è durata quanto una calda giornata di sole in inverno perché già oggi i prezzi pagati ai produttori sono tornati velocemente al livello del 2006 mentre i prezzi di gasolio e concimi sono rimasti quasi ai massimi.
Che cosa ha generato questi aumenti? Un cambiamento del settore? I consumi?
Niente ditutto questo! è stato solo il passaggio delle cavallette bibliche della finanza in cerca di profitti esasperati. Se ancora ce ne fosse bisogno con questo vediamo l’impossibilità dell’economia finanziaria di convivere con l’economia reale. Specialmente quando si concentrano in così poco tempo escursioni di prezzo così importanti, su settori che non possono adattarsi per conformazione strutturale a questa velocità esasperata.

In Sardegna intanto  http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=22188 continua la messa all’asta di aziende agricole incappate nella morsa truffaldina delle banche http://it.youtube.com/watch?v=UyGAjF50ZJE che si stanno impadronendo di uno dei territori più belli al mondo, mandando in rovina migliaia di famiglie. Per non essere travolti dalla allucinazione del mondo finanziario al suo epilogo è necessario svincolarsi dalla speculazione, recidere ogni legame che ci rende dipendenti dai mercati finanziari e dalla speculazione. Questo si può fare solo ed esclusivamente se ritorniamo al mercato locale e chiudiamo il cerchio delle filiere. Ma la strada non è quella dei Farmers Market dove il produttore oltre a lavorare nei campi deve snaturare la sua attività levando risorse, umane e finanziarie, per l’attività di vendita, che per essere redditizia deve essere continuativa e non sporadica. Oggi infatti tutti parlano di riduzione delle filiere, ma come al solito bisogna scindere il grano dalla pula, vedere ciò che è buono e ciò che è fatto apposta per non cambiare niente.
La risposta è un poco più articolata e viene da un patto indissolubile tra i produttori, non solo agricoli e la propria comunità che passa attraverso la ricostruzione dell’economia locale e anche della struttura sociale. Se ci sono aziende in crisi, ci sono anche famiglie in crisi e per questo è necessaria un’opera di ricostruzione del tessuto sociale e insieme di quelloeconomico. Non si può prescindere da questo. Lo si può fare solo attraverso l’uso di uno strumento come i buoni della Solidarietà ChE Cammina che sono distribuiti gratuitamente alle famiglie che quindi aumentano il loro potere di acquisto, che viene indirizzato alle merci locali prodotte nella zona o nel circuito nazionale di ArcipelagoSCEC. Insieme agli SCEC però è necessario che le aziende produttrici si associno e diano vita a strutture che arrivino alla trasformazione e alla vendita del prodotto, senza per questo snaturare la loro vocazione naturale: il produttore agricolo deve continuare a fare il suo lavoro e basta, altrimenti corre il serio pericolo di fare male tutte le cose.
Se riusciamo a produrre, trasformare e vendere coinvolgendo anche tutte le imprese medio-piccole del settore e soddisfare così la domanda del territorio, ci svincoliamo dalle assurde logiche della speculazione e risaniamo le nostre economie locali. Oltre a questo concentrando i passaggi possiamo tranquillamente ridurre i prezzi normalmente praticati dalla Grande Distribuzione Organizzata, di un 30% che può anche diventare un 50% con l’uso degli SCEC, aumentando gli introiti per le aziende coinvolte.

Il progetto è “Il Sapore del Cuore”

http://www.centrofondi.it/articoli/sapore_cuore_progetto.htm e fa parte dei progetti aziendali di ArcipelagoSCEC insieme al progetto per le imprese locali di altri settori e per la razionalizzazione dei trasporti entro un raggio di 50-100 km. Il progetto di ArcipelagoSCEC www.arcipelagoscec.org non è solo un progetto economico per l’adozione di uno strumento di scambio libero dal debito, ma lavora profondamente alla ricostruzione del tessuto sociale, della comunità e dell’economia. Non è un caso che SCEC sia l’acronimo di Solidarietà ChE Cammina. In Calabria a Crotone, stiamo portando avanti questo progetto con due scuole, un Istituto Agrario e un Istituto Turistico Alberghiero dove le due scuole porteranno avanti a livello sia teorico che pratico un supermercato locale e un punto di ristoro. Nel progetto sono state coinvolte le associazioni di categoria, Coldiretti, CIA, Confagricoltura, la Provincia, la Curia, la Confcommercio, gli Enti Locali.
In Calabria per fortuna le forze buone si stanno coalizzando per far rinascere quei territori bellissimi e ricchissimi. In Calabria si riparte dalla cultura, dalla formazione dei futuri imprenditori che nascono con la cultura della Solidarietà fra tutti i componenti della comunità e non della cultura oggi predominante dell’homo omini lupus e la speranza è che da questo esempio ne nascano molti altri in tutta Italia. E’ necessario tornare al concetto che l’economia deve essere strumentale all’uomo e come dice un nativo americano, Manitonquat, L'economia dovrebbe esistere solo per garantire a tutte le persone ciò di cui hanno bisogno e non l’uomo al servizio dell’economia come invece sta accadendo oggi.
Per attuare questo è necessario lavorare su più fronti, quello economico e quello sociale con lo strumento indispensabile degli SCEC i buoni della Solidarietà ChE Cammina.

 
 
 

Perchè FIDARSI della Banca se la Banca non si FIDA di te?

Post n°14 pubblicato il 31 Gennaio 2009 da Terra_Nostra


 
 
 

SI SALVI CHI PUO'

Post n°13 pubblicato il 22 Gennaio 2009 da Terra_Nostra

Nel post intitolato “IL TEMPO E’ DENARO” abbiamo illustrato come la politica sia collusa, coinvolta e forse PAGATA dalla Grande Distribuzione Organizzata per LEGIFERARE in materia di commercio ed urbanistica per FAVORIRE L’INSEDIAMENTO DI GRANDI CENTRI COMMERCIALI. Legiferando sull’aumento delle licenze commerciali e  sui Piani Urbanistici si possono AUTORIZZARE i suddetti insediamenti. Parlando con cognizione di causa, questi sospetti di collusione della politica si concretizzano leggendo le dichiarazioni di Sonia Augenti (responsabile delle relazioni esterne del gruppo CARREFOUR). Di seguito ne riportiamo i punti SALIENTI che CONFERMANO i nostri sospetti. Il testo intero lo potete trovare seguendo questo link http://impresa-stato.mi.camcom.it/im_42/augenti.htm.

 

“…mentre la crisi dei negozi del piccolo dettaglio è dovuta a molteplici fattori, primo fra tutti le scelte del consumatore, che è il vero artefice del successo o dell'insuccesso di un'attività commerciale... ( ????)

....Il nostro sistema distributivo, mi sembra necessario ricordarlo prima di affrontare le posizioni della Faid sul problema della riforma della legislazione commerciale, si caratterizza per un rilevante gap rispetto ai livelli di sviluppo della distribuzione europea, gap che il nostro settore deve poter annullare velocemente per essere in grado di competere nel Mercato Unico Europeo.
Il commercio nazionale si caratterizza negativamente per i seguenti aspetti:
- numero eccessivo di punti di vendita (47 punti di vendita per 10.000 abitanti, contro i 21 della Spagna, i 13 della Gran Bretagna, i 19 della Germania e della Francia)
- scarsa presenza della distribuzione moderna (140 mq per 1000 abitanti, contro i 175 della Spagna, i 205 della Germania e i 240 della Francia)
- scarsa concentrazione delle imprese distributive che hanno fatturati enormemente inferiori a quelli delle multinazionali europee (nel 1996 13.300 miliardi Coop, 5400 Rinascente alimentare, 5050 gruppo Gs, contro i 91.972 della Metro, i 60.525 di Edeka e i 56.798 di Tengelmann);
- sbilanciamento verso le piccole-medie superfici (il 35% delle superfici moderne appartiene alle superettes e solo il 10% agli ipermercati, mentre in Francia il 40% di superficie moderna è degli ipermercati e solo il 5% appartiene alle superettes).
(ma noi siamo in Italia, ndr)

Per affrontare la sfida del futuro la grande distribuzione nazionale deve quindi poter svilupparsi ulteriormente in termini di mq per 1000 abitanti, la rete di vendita esistente dovrebbe crescere dimensionalmente raggiungendo una superficie media più vicina agli standard europei. Parallelamente le imprese distributive nazionali dovrebbero incrementare i propri fatturati fino a raggiungere dimensioni più competitive.”

 

ED ORA ATTENZIONE !!

 

“ La riforma della disciplina sull'accesso al commercio in sintesi dovrebbe essere impostata sulla base dei seguenti principi:
1) normativa chiara, valida per tutto il territorio nazionale, ispirata a princìpi di ammodernamento del commercio, di concorrenza, di tutela degli interessi generali dei consumatori e dell'economia e che confermi l'illegittimità e l'inopportunità di blocchi normativi o di fatto
; (il prezzo non fa la qualità, ndr)
2) competenza delle Regioni alla programmazione ed al rilascio delle autorizzazioni per esercizi con superficie di vendita superiore ai 2500 mq. A tal proposito è fondamentale che l'attività delle Regioni sia meglio orientata non tanto ad elaborare leggi locali, non sempre allineate con le norme nazionali, quanto a realizzare finalmente una programmazione commerciale equilibrata;
3) competenza dei Comuni al rilascio delle autorizzazioni al di sotto dei 2.500 mq;
4) sotto il profilo urbanistico competenza delle Regioni a diramare direttive perché nei piani urbanistici siano previsti adeguati spazi per lo sviluppo del commercio. L'intervento delle Regioni potrebbe essere orientato alla maggiore concretezza possibile, quindi direttive ai Comuni perché nei piani urbanistici sia previsto spazio per la distribuzione, in caso di inottemperanza trascorso un certo tempo possibilità di insediamento nelle aree produttive. A tal proposito desidero segnalare che ciò non andrebbe ad aumentare le possibilità di sviluppo stabilite dalla programmazione regionale, ma darebbe solo maggiori possibilità di scelte insediative con minori costi e relative ripercussioni sui prezzi, evitando speculazioni immobiliari;
5) punto essenziale della riforma è inoltre il tema della flessibilità (LA NUOVA SCHIAVIZZAZIONE DEI CONTRATTI A TERMINE, ndr)
La normativa, a nostro avviso, dovrebbe consentire:
- il libero accorpamento dei punti di vendita, già operanti in un Comune in modo da realizzare la sommatoria delle varie superfici;
- il libero trasferimento dei punti di vendita nell'ambito dello stesso Comune;(sta già avvenendo, ndr)
- l'aggregazione di quattro punti di vendita preesistenti con l'ampliamento della superficie di vendita fino a 600 mq, in modo da valorizzare i piccoli esercizi presenti sul mercato;
- l'ampliamento della superficie di vendita originaria secondo un coefficiente più elevato del 20%, eventualmente favorendo le superficie più ridotte. Ad esempio 40% per gli esercizi inferiori ai 2500 mq, 30% per gli esercizi compresi fra i 2500 e gli 8000 mq, 20% per quelli superiori agli 8000 mq. ( E’ STATO GIA’ APPROVATO IN ABRUZZO, ndr)
Queste norme consentirebbero di ammodernare i punti di vendita obsoleti, mal localizzati e sottodimensionati (favorendo l'evoluzione del mix di superfici verso modelli più europei) e anche di sostenere il valore commerciale delle autorizzazioni dei piccoli commercianti che intendano cessare l'attività; (HANNO PREVISTO TUTTO, ANCHE LA CHIUSURA,ndr)
6) occorrono infine precise norme transitorie per evitare che l'entrata in vigore delle nuove regole determini di fatto il blocco di ogni iniziativa e per salvaguardare gli investimenti già effettuati.( ed i nostri chi li tutela? , ndr) “

 

BENE, come avete potuto leggere tutto ciò sta già avvenendo ma non vogliamo essere presuntuosi dicendo “VE LO AVEVAMO DETTO” . siamo ancora in tempo per fermarli. SI SONO RESI CONTO ANCHE LORO CHE L’ETA’ MEDIA DEI CITTADINI SI E’ ALZATA E FRA MENO DI UN DECENNIO SARANNO POCHI I CONSUMATORI CHE SI POTRANNO RECARE AUTONOMAMENTE FUORI CITTA’ IN UN CENTRO COMMERCIALE..ALLORA TANTO VALE PORTARE IL CENTRO COMMERCIALE IN CITTA’ FACENDOSI AUTORIZZARE NUOVE LICENZE, MODIFICANDO LE REGOLE SULLE CUBATURE E LE SUPERFICI.

 

IL TUTTO A BENEFICIO DEI CONSUMATORI?

CHIEDIAMO ALLA NUOVA GIUNTA REGIONALE ABRUZZESE DI FERMARE QUESTA SPECULAZIONE E DI FARSI PRECURSORE DEL RIPRISTINO DELLE REGOLE .

SI SALVI CHI PUO’.. NOI …PUO’ !

 
 
 

TIPICO DISCORSO DI UNO SCHIAVO

Post n°12 pubblicato il 20 Gennaio 2009 da Terra_Nostra

(di Silvano Agosti ) tratto da www.signoraggio.com

Uno degli aspetti più micidiale dell'attuale cultura, è di far credere che sia l'unica cultura... invece è semplicemente la peggiore. Bèh gli esempi sono nel cuore di ognuno... per esempio il fatto che la gente vada a lavorare sei giorni alla settimana è la cosa più pezzente che si possa immaginare. Come si fa a rubare la vita agli esseri umani in cambio del cibo, del letto, della macchinetta... Mentre fino ad ieri credevo che mi avessero fatto un piacere a darmi un lavoro, da oggi penso: "Pensa questi bastardi che mi stanno rubando l'unica vita che ho, perché non ne avrò un'altra, c'ho solo questa.. e loro mi fanno andare a lavorare 5 volte, 6 giorni alla settimana e mi lasciano un miserabile giorno.. per fare cosa? come si fa in un giorno a costruire la vita?!"... Deve sempre pensare, con una coscienza perfetta: "Questi stanno rubandomi la vita, in cambio di due milioni e mezzo al mese, bene che vada, mentre io sono un capolavoro il cui valore è incalcolabile"... Non capisco perché un quadro di Van Gogh debba valere 77 miliardi e un essere umano due milioni e mezzo al mese, bene che vada. Secondo me, poi, siccome c'è un parametro che, con le nuove tecnologie, i profitti sono aumentati almeno 100 volte... e allora il lavoro doveva diminuire almeno 10 volte! Invece no! L'orario di lavoro è rimasto intatto. Oggi so che che mi stanno rubando il bene più prezioso che mi è stato dato dalla Natura. Pensa alla cosa più bella che la Natura propone, che è quella di, mettiamo, di fare l'amore, no?! Ma è mostruoso che il tipo debba andare a lavorare 8 ore al giorno e debba essere pure grado a chi gli fa leccare il pavimento, capisci? Tutto ciò è "oggettivamente" mostruoso, ma la dove la coscienza produce coscienza, tutto ciò è "effettivamente" mostruoso... Si, tu fai giustamente un discorso in difesa di chi ti opprime, perché è il tipico dello schiavo, no?! Il vero schiavo...il vero schiavo difende il padrone, mica lo combatte. Perché lo schiavo non è tanto quello che ha la catena al piede quanto quello che non è più capace di immaginarsi la libertà. Ma rispetto a quello che tu mi hai detto adesso: quando Galileo ha enunciato che era la Terra a girare intorno al Sole, ci sarà sicuramente stato qualcuno come te, che gli avrà detto: "Eh si! sono 22 secoli che tutti dicono che è il Sole che gira intorno, mò arrivi te a dire questa stronzata... e come farai a spiegarlo, a tutti gli esseri umani?" e lui: "Non è affar mio, signori..."

 
 
 

LA STORIA E' CICLICA

Post n°11 pubblicato il 19 Gennaio 2009 da Terra_Nostra

Nel 1963 uscì nelle sale cinematografiche il film "GLI ONOREVOLI" imperniato sulla corruzione politica.

Chi non ricorda il famosissimo personaggio di TOTO' , l'onorevole ANTONIO LA TRIPPA.

Verrebbe da dire che TOTO' stava "avanti".. ma purtroppo la realtà delle cose è che non è mai cambiato nulla.

Il film metteva in evidenza la corruzione della politica di quegli anni, ma oggi il film è attualissimo perchè NON E' CAMBIATO NULLA.

LA STORIA E' CICLICA..QUANDO LA CAMBIAMO?

 
 
 
 

LINK MOLTO UTILI







 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963