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Il blog di chi ama il calcio e odia la Giuve

 

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Adesso diranno che anche questo e' colpa di Berlusconi...

Post n°361 pubblicato il 16 Giugno 2006 da noaigobbi
 
Tag: Notizie

Calcio: Juventus, le verità di Luciano Moggi

"Il mio non era un calcio dettato al potere"
15/06/2006 20:51

    L'ex dg della Juventus, Luciano Moggi, ha confessato ai giudici il 15 maggio scorso durante l'interrogatorio, che il suo non era il vero potere. ''Il potere specialmente nel calcio, e' dettato da qualcosa che porta ad avere in mano delle leve per distribuire certe cose o poteri. Quando si parla di potere vero, non si puo' prescindere dal valutare dove si opera e cioe' cosa vuol dire avere televisioni, avere moviole, trasmissioni televisive e non avere niente come la Juventus''

 
 
 

Ora piange, poverino...

Post n°360 pubblicato il 16 Giugno 2006 da noaigobbi
 
Tag: Notizie

Moggi: 'Un massacro contro di me, ma il potente è Galliani' Moggi si difende: 'Tv, moviole, trasmissioni: questo è il potere e la Juve non aveva nulla'. Galliani: 'Juve favorita dagli arbitri, pensavo a sudditanza psicologica, mai a un fenomeno così esteso'. Figc: 'I campionati non slittano'. Il Csm : 'Toghe via dallo sport'

Napoli, 15 giugno 2006 - E' un Moggi a tutto tondo, che parla di temi scottanti, della concentrazione del potere nel calcio, delle griglie arbitrali, del caso Paparesta, quello dell'interrogatorio del 15 maggio scorso. E si difende dalle accuse.

''Sono stato massacrato da tutto e da tutti. Sono stato indicato come un capro espiatorio di cosa non lo so. La gente puo' dire tutto di tutti, pero' e' una vita invivibile questa qui''. Luciano Moggi, direttore generale dimissionario della Juventus, inizia cosi' - come emerge dal verbale redatto dai pm di Napoli il 15 maggio scorso e riportato con la trascrizione della fonoregistrazione - l'interrogatorio il 15 maggio negli uffici del Nucleo operativo dei carabinieri di Roma.

I magistrati gli contestano il ruolo avuto nel sistema per manipolare arbitri e gare, ripropongono le partite sotto accusa, fanno ascoltare alcune intercettazioni. Moggi risponde che il suo non e' il vero potere. ''Il potere specialmente nel calcio - dice - e' dettato da qualcosa che porta ad avere in mano delle leve per distribuire certe cose o poteri. Quando si parla di potere vero non si puo' prescindere dal valutare dove si opera e cioe' cosa vuol dire avere televisioni, avere moviole, trasmissioni televisive e non avere niente come la Juventus''.

Cosa significhi Moggi lo spiega poco dopo con riferimenti specifici. Parla di diritti tv, di piccole societa' che chiedono magari 10 milioni, ne hanno 6 e interviene ''Galliani in funzione di presidente della Lega e dice: non ti preoccupare che ci penso io, che ti do una mano a prendere di piu' e regolarmente prendono di piu'''. Per l'ex dg della Juventus ''di fronte a queste cose conta di piu' questo potere che oltretutto e' conflittuale perche' vice presidente del Milan e presidente della Lega. Quindi conta molto di piu' avere questo potere o prestare due tre giocatori gratuiti ad una societa' di calcio''.

''Non sono uno stinco di santo. Dove posso dire che ho fatto qualcosa, dove posso dire che mi sono attivato ed azionato'' di fronte al presunto strapotere tv contro la Juve ''qualche misura sicuramente l'abbiamo cercata noi della Juventus, tutti quanti, ad iniziare dagli azionisti a Giraudo, abbiamo cercato di dare una contromossa per difenderci''.

Il processo di Biscardi, dove evidentemente Moggi riesce a far sentire la sua voce, ''non e' punibile perche' e' un bar, e' un bar dove, si parla e dice tutto e non ha valore niente''. Per questo ''l'unica cosa che potevo fare, perche' ci fossero delle considerazioni giuste su determinate cose, ho detto diverse volte a Baldas di dare un mano: questo e' il male che ho fatto''.

Le griglie arbitrali predeterminate per stabilire i direttori di gara piu' favorevoli? ''Non sono un santerello, ho cercato di essere fregato il meno possibile''. L'ex dg della Juventus, Luciano Moggi, risponde cosi' ai pm Beatrice e Narducci che il 15 maggio lo hanno interrogato in qualita' di indagato a Roma.''In una qualche maniera - dice Moggi - e' dovere di un dirigente curare bene i rapporti della propria societa'. Se ho fatto una telefonata, se praticamente ho detto il mio pensiero, che poi dopo mi sembra che non si sia neppure verificato, ho detto un pensiero perche' in pratica ritenevo e ritengo che ci fosse la possibilita' oppure che si dovesse dare il peso ad arbitri importanti che danno garanzie di rendimento certo e di far portare avanti le partite in modo migliore''.

E questo, sottolinea Moggi, ''solo perche' la Juventus non ricevesse danni ma non certamente favori. Non sto fermo nel senso che cerco di essere fregato il meno possibile, non e' che sono un santerello ma questa qui e' la ricerca di essere fregato il meno possibile''.

''Ammetto che io e Giraudo ci siamo incavolati, su questo non c'e' dubbio. Escludo a priori di aver chiuso lo spogliatoio''. Moggi ha detto di non aver chiuso a chiave l'arbitro Paparesta dopo Reggina-Juventus del 6 novembre 2004, episodio per il quale e' indagato per sequestro di persona.''Lei - dice rivolgendosi a uno dei pm - sa cosa significa perdere una partita''.

Puo' saperlo ''solo che ci sta, con gli stress che ci sono, gli interessi che ci sono, perche' una squadra di calcio se va bene ha sponsor, ha tutto''. Per questo ''io e Giraudo ci siamo incavolati, escludo a priori ci sia stata la chiusura della porta e come escludo a priori che avrebbe avuto un riflesso negativo sulla carriera''.

Secondo Moggi ''fa comodo metter su una cosa del genere ma non e' assolutamente cosi', tant'e' che se guardate, se guardate Paparesta quante volte dopo e' venuto ad arbitrare la Juventus vi renderete conto che ci e' venuto cinque, sei volte''.

Paparesta, a giudizio di Moggi, e' ''uno di quelli che sa dare alla partita una dimensione giusta; in quel caso li' e' stato tutto fuorviato, ma non perche' lui lo voleva fare; perche' l'assistente non gli ha dato collaborazione perche' lui qualche svista di troppo l'ha fatta e ci siamo incazzati nel momento ma rimane un incazzamento fine a se stesso''.

http://ilrestodelcarlino.quotidiano.net/art/2006/06/15/5420498

 
 
 

Chiunque sia l'autore di questa stupenda poesiola...e' un grandissimo!

Post n°359 pubblicato il 14 Giugno 2006 da noaigobbi
 

DA CANTARE SULLE NOTE DI "SARA' PERCHE' TI AMO" DE "I RICCHI E POVERI"..

Che confusione
sarà perché rubiamo
cé il campionato
e noi lo tarocchiamo
rubavo ieri e rubo anche oggi
qualé il mio nome?
sono Luciano Moggi.

Se tu mi aiuti ti compro il maserati
i tuoi favori
saranno ripagati.
La terza “stella”
ma dimmi dove siamo?
che te ne frega
sarà perché rubiamo!

E ruba ruba si sa
sempre più in alto si va
e pago pago anche te
il calcio é matto perché
e se la juve non cé
basta un’intercettazione
per far confusione
e tu festeggia con me. (2volte)

Ma dopo tutto
che cosa c'e di strano
siamo la juve
normale che rubiamo
se cade il calcio
arriva un avvocato
lui c’ha beccato
e noi retrocediamo.
Stringimi forte e stammi più vicino
e così bello che non mi sembra vero
hanno beccato
il gobbo bianconero
non ero matto
rubavan per davvero.

E ruba ruba si sa
sempre più in alto si va
e pago pago anche te
il calcio é matto perché
e se la juve non cé
basta un’intercettazione
per far confusione
e tu festeggia con me.

E ruba ruba si sa (con Bergamo e Pairetto)
e pago pago anche te (mandami quel fischietto)
e se il rigore non cé - ma dimmi, dove siamo
siamo la juve ! E allora ve lo diamo.

 
 
 

Post N° 358

Post n°358 pubblicato il 14 Giugno 2006 da noaigobbi
 
Tag: Notizie

Per le serie "w il fair play" e "diamo il buon esempio"...
Grazie x la bella figura Alex!

Del Piero perde la pazienza
Durante la partitella con l'Under 19 del Duisburg, il fantasista azzurro sbaglia gli appoggi, è fuori tempo e commette un inutile fallo. Lippi lo riprende, lui lo ignora

DUISBURG (Germania), 13 giugno 2006 - Achille, così come si era definito sabato nella conferenza stampa, deve avere perso la pazienza. La lunga meditazione sulla collina non è servita a molto. Il paragone con il personaggio omerico, Alessandro Del Piero lo aveva utilizzato lasciando presagire riscosse mitiche, ispirate da chissà quali dei. Ma questa mattina, durante la partitella contro i ragazzi del Duisburg, il giocatore della Juventus è stato protagonista di un pessimo allenamento, caratterizzato da una tensione a lui sconosciuta che ha condizionato la sua esibizione davanti ai tifosi che hanno seguito con passione la seduta.
ALE STIZZITO Due conclusioni approssimative, appoggi sbagliati, spesso fuori tempo e, soprattutto, un inutile fallo: il primo segnale di allarme quando la forma tarda ad arrivare. La conferma è arrivata a partita inoltrata, quando il giocatore della Juventus è entrato in ritardo e piuttosto duramente su un ragazzino dell'Under 19. Del Piero si è immediatamente scusato, ma Marcello Lippi non ha digerito il gesto. Immediatamente il c.t. si è avvicinato ad Ale prendendolo per un braccio e rimproverandolo. Stizzita la risposta di Del Piero che si è allontanato infastidito dal c.t. pur senza fiatare.
SUPERPIPPO C'E' Parlare di caso Del Piero e di rottura con il commissario tecnico forse è eccessivo, ma dopo lo splendido esordio contro il Ghana e la serenità ritrovata, il nervosismo del fuoriclasse appare sinceramente fuori luogo. Come lui, altri azzurri vivono le tensioni dalla panchina, ma accettando le regole del gioco. Un Del Piero più Orlando che Achille, insomma. Furioso, anche se lo juventino non lo fa trasparire, come Filippo Inzaghi, che scarica però la sua rabbiosa adrenalina con i gol. Come i tre messi a segno nella partitella, spediti in busta aperta al c.t. Uguali tensioni, ma reazioni diverse. Probabilmente, citando ancora una volta l'Iliade, è Superpippo il vero tallone d'Achille di Lippi.


http://www.gazzetta.it/Speciali/Mondiale_2006/Primo_Piano/2006/06_Giugno/13/delpiero.shtml

 
 
 

Post N° 357

Post n°357 pubblicato il 14 Giugno 2006 da noaigobbi
 
Tag: Notizie

Lo sapevo che prima o poi qualcuno l'avrebbe proposto...ke skifo!

E da destra si propone: "Amnistia per calciopoli se vinciamo il mondiale"
Se la Nazionale italiana vince il campionato del mondo si dovrà fare una amnistia in grado di cancellare l'intero scandalo che ha recentemente travolto il nostro calcio. La proposta non arriva da Luciano Moggi e nemmeno da Adriano Galliani, ma nientedimeno che da un esponente politico. Un parlamentare, ovviamente di Forza Italia, e pure presidente dello Juventus club di Montecitorio. L'Onorevole Maurizio Paniz esterna: "Se vincessimo i Mondiali, bisognerà valutare se sarà opportuna o meno un'amnistia nel mondo del calcio". Frena, ma neanche troppo, l'aennino Ignazio La Russa: "Aspettiamo di vincere e poi ne parliamo. Certamente le amnistie sono provvedimenti eccezionali che si concedono solo dopo il verificarsi di fatti altrettanto straordinari. E la vittoria di un campionato del mondo è uno di questi". L'ex missino quindi precisa: "Non bisogna pensarci ora". Poi aggiunge: "Per ragioni di scaramanzia". Ah, ecco. La Russa comunque ha ragione, l'amnistia si concede solo dopo eventi straordinari. Togliatti, per esempio, ne propose una dopo la seconda guerra mondiale.
In ogni caso i deliri dei nostri eroi non sono stati salutati con molto entusiasmo né dal centrosinistra, e neanche da alcuni esponenti della stessa Casa delle Libertà. Il forzista Fabrizio Cicchitto e il Verde Paolo Cento per una volta parlano una sola lingua. Non è chiaro però se sia quella della legalità o quella del tifo giallorosso, entrambi sono infatti due accaniti sostenitori della Roma e - guarda caso - sono stati i primi ad esternare disappunto. Cicchitto merita poi un discorso a parte: se uscissero fuori le prove di un coinvolgimento del Milan nello scandalo con tanto di retrocessione dei rossoneri in serie B, Berlusconi come minimo lo fa "santo subito" insieme a Tremaglia.
Più convincente - bisogna riconoscerlo - la presa di posizione della Lega Nord: "Ci sono stati imbrogli, ci sono persone che sono state danneggiate, quale amnistia si vuol fare?".
Ma più che altro i nostri politici sono stati riportati alla realtà da un calciatore ventiduenne della nostra Nazionale. Daniele De Rossi è apparso incredulo: "Lasciare impunito chi ha sbagliato? Non voglio fare l'inquisitore, anche perché ci sono giudici e magistrati che stanno lavorando e che decideranno cosa fare, ma non punire chi ha sbagliato, secondo me, sarebbe un doppio errore. Lo dico per l'immagine del nostro calcio".
Proposta: e se mandassimo De Rossi in Parlamento e Paniz e La Russa in Nazionale? Certo non vinceremmo più una partita, ma chi lo dice che la cosa pubblica sarebbe gestita peggio di come è gestita adesso?

http://www.centomovimenti.com/2006/giugno/13_calcio.htm

 
 
 

Post N° 356

Post n°356 pubblicato il 14 Giugno 2006 da noaigobbi
 
Tag: Notizie

Indagato Martellino, il giudice del calcio

L’accusa: abuso d’ufficio. È presidente della Caf, deve processare i protagonisti dello scandalo  STRUMENTIVERSIONE STAMPABILEI PIU' LETTIINVIA QUESTO ARTICOLO
ROMA — È arrivata a toccare i vertici della giustizia sportiva l’inchiesta sul calcio truccato: sotto indagine c’è ora Cesare Martellino, magistrato e presidente della Caf, la commissione d’appello federale che di qui a qualche settimana sarà chiamata a giudicare i protagonisti dello scandalo. E tra le finalità dell’associazione per delinquere disegnata dalla Procura di Napoli c’è pure il «condizionamento » delle decisioni della Caf.
Sulla base di intercettazioni, interrogatori e altri accertamenti gli inquirenti hanno aperto un nuovo fascicolo in cui ipotizzano il reato di abuso d’ufficio a carico di Martellino, già pubblico ministero a Roma (si occupò anche del delitto dell’Olgiata), poi procuratore a Terni e adesso rappresentante italiano a Eurojust, l’organo di coordinamento tra le magistrature europee. L’indagine riguarda una vicenda scaturita dalla decisione presa dalla Caf il 13 dicembre del 2004, quando accolse un ricorso della Juventus ribaltando un verdetto della Commissione tesseramenti. Vicenda di cui l’ex direttore generale bianconero Luciano Moggi parlò al telefono con l’allora vice- presidente della Federazione gioco calcio Innocenzo Mazzini e con Francesco Ghirelli, che della Figc era segretario, tutti inquisiti per associazione a delinquere.
È una storia che risale a un anno e mezzo fa, e riguarda due giovani calciatori stranieri della Juventus primavera, l’uzbeko Ilias Zeytulaev e l’ucraino Viktor Boudianski. I quali erano riusciti a svincolarsi dal club bianconero dopo che la Commissione tesseramento aveva invalidato il contratto quinquennale sottoscritto nel 2001: poiché all’epoca della firma non erano maggiorenni la durata massima dell’ingaggio non poteva superare i tre anni. Ma mentre i due giocatori facevano un provino con l’Udinese, la Juventus si rivolse alla Caf presieduta da Martellino, che il 13 dicembre 2004 accolse l’appello e ripristinò la validità del contratto fino al 2006.
A far decidere la Caf in favore della Juventus fu una valutazione sulla «gerarchia delle fonti»: una legge dello Stato stabilisce un principio diverso rispetto alla normativa della Fifa, e secondo i giudici sportivi (quattro più il presidente) la prima prevale sulla seconda. Ma a insospettire gli inquirenti napoletani che ora indagano su Martellino ci sono le telefonate di Moggi intercettate.
La prima conversazione tra l’ex dirigente juventino e Francesco Ghirelli (definito tra Moggi e Giraudo «totalmente in mano nostra ») è dell’1 dicembre 2004, dodici giorni prima della sentenza della Caf. Moggi dice: «Mi raccomando a te... seguimela attentamente », e Ghirelli risponde: «...certo,... non c’è dubbio». Il 14 dicembre, a decisione presa, Moggi riparla con Ghirelli: «Sei stato grande». Lo stesso giorno, in una telefonata con Innocenzo Mazzini, riferendosi sempre a Ghirelli racconta: «Io ho fatto il ricorso per i due russi: Zeytulaev e coso... Gli ho detto, Francé, allora questo va alla Caf no? C’è una legge 91 che regola praticamente lo Stato italiano... la legge 91, fino a che esiste, non dice quello che dice la Fifa... e i giocatori non sono liberi! per cui datti da fà col Martellino, vedi un pochino... ieri è uscita la sentenza... ha ragione la Juventus! Allora, quindi, gli faccio il culo! ... gli faccio passà le feste a Torino a pulì i cessi!!». Secondo il rapporto dei carabinieri alla Procura di Napoli, quello illustrato da Moggi è «uno dei favori ricevuti da Ghirelli», e il colloquio «lascia trasparire un’ipotesi inquietante, ovvero che il massimo organo di giustizia sportiva non agisca in autonomia ma possa subire influenze esterne e che lo stesso Moggi, attraverso i soggetti chiave di cui dispone, possa influenzare le decisioni che lo riguardano ».
I magistrati hanno acquisito anche alcune telefonate tra Ghirelli e Martellino dei primi mesi del 2005, relative ad altre vertenze approdate alla Caf, e agli atti c’è la deposizione del presidente del Genoa Enrico Preziosi, il quale avrebbe parlato del «condizionamento operato dai vertici della Figc sull’ufficio indagini, sulla commissione disciplinare e sulla Caf» quando affrontarono la vicenda della partita «comprata» tra Genoa e Venezia nel campionato di serie B 2004-2005. In quella decisione l’ultima parola che condannò il Genoa alla serie Cfu pronunciata proprio dalla Caf presieduta da Cesare Martellino. Su di lui e sulle altre «toghe» coinvolte nell’inchiesta sullo scandalo del calcio i pubblici ministeri di Napoli riferiranno oggi al Consiglio superiore della magistratura.
 
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2006/06_Giugno/13/bianconi.shtml

 
 
 

Post N° 355

Post n°355 pubblicato il 14 Giugno 2006 da noaigobbi
 
Tag: Notizie

Giraudo prende le distanze da Moggi

«Non sapevo tutto quello che faceva»  STRUMENTIVERSIONE STAMPABILEI PIU' LETTIINVIA QUESTO ARTICOLO
ROMA — «Tante cose di Luciano, io non le sapevo». E soltanto dopo dice di averle sapute, Antonio Giraudo. Dopo le intercettazioni, e il crollo che ne è derivato. C’è stato un tempo in cui erano una sola parola, «Moggi-Giraudo», ad indicare un’entità unica, indissolubile, la faccia spietata del potere calcistico juventino. Era appena ieri, ma le cose sono cambiate in fretta.
Sarebbe ingiusto dire che l’ex amministratore delegato bianconero abbia «scaricato» il suo ex sodale davanti a Francesco Saverio Borrelli. Ma di certo, Antonio Giraudo ne ha in qualche modo preso le distanze, separando il suo destino da quello di «Luciano». «Il suo incarico era quello di tessere relazioni utili al club, senza però scadere in forme di illecito sportivo».
Le audizioni sono ormai finite, restano soltanto le briciole. Il lavoro dell’Ufficio indagini sulle squadre di fascia alta è terminato, la relazione finale, quella che finirà sul tavolo del procuratore federale Stefano Palazzi, è in via di stesura. L’ultimo nome «pesante» era quello di Antonio Giraudo, un nome che significa soltanto Juventus, quasi a chiudere il cerchio. Nonostante l’importanza del personaggio, e il suo apparente grado di coinvolgimento emerso dalle intercettazioni, il suo non è stato un interrogatorio pressante. Niente toni forti. A metà delle tre ore di permanenza giraudiana negli uffici della Federcalcio, Borrelli se n’è anche andato. Nessuno si aspettava niente di diverso dal copione recitato da tutti gli indagati in questi giorni, e così è stato.
L’ex segretario particolare di Umberto Agnelli ha raccontato le vita societaria della Juve, rivendicando la buona amministrazione e le vittorie degli ultimi dodici anni in bianconero. Di arbitri, ha detto, lui non ne sapeva niente, non si è mai occupato dell’argomento. «Mi ritengo ormai un esperto di calcio — ha detto, smentendo la sua fama di manager puro che nulla c’entra con il pallone —. Ho cominciato senza saperne niente, poi è diventato il mio lavoro a tempo pieno». Un lavoro, il suo e quello di Moggi, «che assolutamente non prevedeva la combine delle partite». In questo senso, Giraudo ha difeso l’operato del suo ex direttore generale. «Sono stato io a volerlo — ha spiegato —, sin da quando lui lavorava al Torino ed io ero un semplice tifoso di quella squadra. Lui di calcio ne capisce davvero molto ». Ha però ammesso di non essere al corrente di come Moggi svolgesse il suo incarico, gli sfuggiva la complessità delle sue relazioni, e ne ha preso atto soltanto leggendo le intercettazioni pubblicate dai giornali. Quelle che lo riguardano, e che gli sono state sottoposte, ovviamente sono innegabili. «Ma da qui a stabilire che ci siano state delle partite combinate, ce ne corre».
La linea difensiva dell’ex capo della Juventus è in perfetta sintonia con quella di tutti gli altri. L’ultima parte del suo interrogatorio ha riguardato le manovre per il rinnovo del consiglio di Lega e l’asse (anche questo ormai in soffitta) con il presidente Adriano Galliani. Anche qui, un muro. Nessuna manovra, nessuna alleanza sottobanco. Arrivederci al processo.
Era l’ultimo giorno di scuola, e si è concluso con le interrogazioni volanti, quelle da sbrigare in fretta. Una trafila di guardalinee silenti o quasi, l’autoconvocato Dario Galati, ex segretario di Innocenzo Mazzini, che ha raccontato la sua storia di vessazioni subite sul lavoro causa non omologazione al sistema; di appigli o circostanze concrete utili all’indagine, manco mezzo. L’arbitro Gianluca Paparesta è stato l’ultimo a lasciare l’ufficio di via Po. Aveva chiesto di essere riascoltato, perché si era reso conto che su alcuni passaggi della sua precedente deposizione era stato un po’ superficiale, e in parziale contrasto con quanto detto ai magistrati di Napoli. Poca roba.
La fanfara dei primi giorni è ormai soltanto un ricordo. Dalla sfilata di nomi e volti tesi, l’Ufficio indagini ha cavato poco, come previsto. La relazione finale punterà soprattutto a mettere in risalto le contraddizioni tra le intercettazioni e le deposizioni. La scuola è finita, adesso arrivano le pagelle.

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2006/06_Giugno/13/caccia-imarisio.shtml

 
 
 

Bergamo e il mistero del cellulare

Post n°354 pubblicato il 14 Giugno 2006 da noaigobbi
 
Tag: Notizie

"Si trattò di una leggerezza"

Lo scandalo delle intercettazioni che scuote il mondo del calcio si infittisce di alcuni particolari quanto meno 'misteriosi': alcuni organi di stampa hanno pubblicato i verbali dell'interrogatorio di Paolo Bergamo alla Procura di Napoli. L'ex designatore arbitrale ammette di aver ricevuto da Moggi un cellulare 'riservato', ma di non sapere il motivo: "Si trattò comunque di una leggerezza, l'ho usato poche volte".

La bufera di Calciopoli si trasferisce all'esterno delle Procure impegnate nel corso degli ultimi giorni in lunghi interrogatori ai personaggi legati allo scandalo. Il 25 maggio scorso toccò all'ex designatore arbitrale Paolo Bergamo che si difese dalle accuse di far parte del cosiddetto 'sistema Moggi' e di 'taroccare' i sorteggi dei direttori di gara nella stagione 2004/2005 insieme al collega Pairetto. Bergamo, che è indagato a Napoli per associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva, ha ammesso nel corso della deposizione (della quale sono stati pubblicati a mezzo stampa alcune parti), di aver ricevuto un apparecchio cellulare dall'ex direttore generale della Juventus Luciano Moggi: "Me lo consegnò probabilmente tra dicembre 2004 e gennaio 2005. Il telefono aveva una scheda di nazionalità sicuramente non italiana. Mi viene chiesto - aggiunge Bergamo - attraverso quale azione materiale io effettuavo la ricarica della scheda telefonica ed io rispondo che, su indicazione di Moggi, digitavo un codice numerico sull'utenza cellulare sapendo che attraverso questa semplice operazione la scheda veniva ricaricata. Ignoravo, quindi, quale fosse poi la persona fisica o giuridica che si accollava in quel momento la spesa per la ricarica". 

Secondo quanto afferma Bergamo "anche Pairetto era dotato di un'utenza riservata che utilizzò pochissimo per comunicazioni con me". I magistrati gli hanno chiesto per quale motivo Moggi gli offrì questa utenza riservata: "Non mi diede spiegazioni particolari o, non ricordo che vi furono delle spiegazioni al momento in cui mi fu data l'utenza riservata. Moggi, in altri termini, mi consegno il telefono prospettandomi la possibilità di essere chiamato su tale telefono. Si trattò di una leggerezza comunque utilizzai l'apparecchio non molte volte".

http://www.tgcom.mediaset.it/sport/articoli/articolo313952.shtml

 
 
 

Usciamo un attimo dal mondo del calcio...

Post n°353 pubblicato il 13 Giugno 2006 da djcasta
 
Tag: Varie

...e parliamo di musica:

per tutti gli amanti del genere, questa settimana e' possibile ascolatare il mio dj set progressive anni 90, su radio MKS, la web radio del Musika Staff.

http://www.musikastaff.com/radiomks/on%20air.htm


Scheda tecnica:

http://www.musikastaff.com/radiomks/il%20dj.htm


Saluti a tutti.

Dj Casta.

 
 
 

Post N° 352

Post n°352 pubblicato il 12 Giugno 2006 da noaigobbi
 
Foto di noaigobbi

 
 
 

Post N° 351

Post n°351 pubblicato il 12 Giugno 2006 da noaigobbi
 
Foto di noaigobbi

 
 
 

Post N° 350

Post n°350 pubblicato il 12 Giugno 2006 da noaigobbi
 
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Post N° 349

Post n°349 pubblicato il 12 Giugno 2006 da noaigobbi
 
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Post N° 348

Post n°348 pubblicato il 12 Giugno 2006 da noaigobbi
 
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Post N° 347

Post n°347 pubblicato il 12 Giugno 2006 da noaigobbi
 
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Post N° 346

Post n°346 pubblicato il 12 Giugno 2006 da noaigobbi
 
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Post N° 345

Post n°345 pubblicato il 12 Giugno 2006 da noaigobbi
 
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Post n°344 pubblicato il 12 Giugno 2006 da noaigobbi
 
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Post N° 343

Post n°343 pubblicato il 12 Giugno 2006 da noaigobbi
 
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Ringraziamo Alberto x la collaborazione

Post n°342 pubblicato il 12 Giugno 2006 da noaigobbi
 
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