Book of shadows

SANDS FROM MARS N. 6 E 7

LE VERITA' FRANTUMATE DI CRISTINA VENTURINI  di  EMILIO DIEDO
 
(from www.literary.it- rivista on line -Padova)
 
Frantumi di verità, amalgama di riflessioni e poesie, è un..appendice alla precedente Testimonianza (Este Edition 2006).  Se nella precedente pubblicazione (sempre nella collana di miscellanea) l..allora trentacinquenne autrice metteva a fuoco le lucide, amareggiate conclusioni della figlia che ha subìto sulla pelle il dramma della madre malata di morbo di Parkison, «bestiaccia immonda, sterco del demonio», come lo definisce Bruno Lauzi, in un..ironica lettera destinata ad un personificato morbo, che la Venturini richiama nel libro, qui si spinge oltre. E calca la mano su una piaga più che mai aperta: l..eutanasia, o, se la si voglia considerare su un piano eufemistico, il "testamento biologico".  Comunque lo si inquadri, il gravoso problema, di coscienza e di pragmatica, che ha attratto e visceralmente coinvolto l..autrice di questo prosieguo letterario, partorito, unitamente alla prima opera, nel fisiologico lasso temporale di nove mesi, «il tempo di un figlio», è una dura, spigolosa critica.  Aspra come non mai. Talora la definirei persino caustica, per certune riflessioni all..apparenza nichiliste sulla posizione ufficiale, attuale, della scienza medica su quanto i personaggi più propensi a cambiare le carte in tavola hanno rinominato "accanimento terapeutico".  Non per niente l..esergo della raccolta è lasciato ad una dichiarazione di Welby, dove riconosce l..eutanasia quale «male minore», nella «certezza di non dover sopportare l..insopportabile».  Il carattere certamente esistenziale del libro è incorniciato dall..eloquente corollario di grandi autori, eminenti scrittori-filosofi: Leopardi, Dostoevskij, Foscolo, Pohier, Primo Levi, Kundera, Goethe, Schmitt ed altri.  Trovo alquanto veritiero che il contesto sia spesso proteso ben oltre l..ipocrisia (ci sarebbe, in più occasioni, da rimettere in forte discussione le asserzioni della Venturini, con argomentazioni non meno concrete delle sue), ma è ugualmente vero (ed in tale veste ci si dovrebbe immedesimare nel leggere il libro, anche se non l..auguro a nessuno) che senza l..esperienza vissuta, gravida di reale sofferenza, di tribolazioni, «tante cose non si potrebbero raccontare». Occorre «viverle per capire. Solo viverle».