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Capitolo 5° "L'ombra del Demone"

Post n°36 pubblicato il 23 Gennaio 2012 da Druss5
Foto di Druss5


Dalla camera qui al piano superiore della taverna è appena uscita Luce, mia Moglie e Stella sono ancora alle prese con l’altra donna nella stanza vicina. Mi sono seduto su uno sgabello cercando un po’ di luminosità dalla finestra, osservo un piccolo vaso posato sul bordo interno, con un fiorellino esile, dal bocciolo delicato. La stanza richiede un cambio d’aria, la presenza di due felini, di diversa misura tra loro, e di ben quattro persone rende l’aria pesante.  L’uomo al quale tenevo la mano, ha smesso di soffrire da poco. Adesso dorme, ma non so per quanto resisterà. Ho mandato a chiamare il Nano, e anche se con grande riluttanza, quel farabutto di Connè. La cosa ha preso una brutta piega, terribile.

Quando il grido della Contadina riecheggiò nell’aria, un’esplosione di furore e fredda, determinazione rapì i tre avventurieri. Per quanto fossero diversi, nel carattere, nella razza, nei modi e fede, quell’attimo li aveva uniti. Dietro di loro, oltre le tre possenti figure dei cinghiali mutati in Orchi, Jojyn la gnoma Druida, toccava il terreno con le sue piccole mani, la foresta emanava una flebile energia. L’energia di chi è in procinto di perire, ma avrebbe venduto la vita a caro prezzo. Una forte energia s’impossessò di Jojyn le sue pupille brillarono di una luce verde brillante. Rami dal suolo si attorcigliarono alle gambe possenti degli Orchi, bloccandoli.
Altre radici avanzarono verso i tre, rigogliosi fiori, foglie e rami iniziarono a coprire i corpi dell’elfo e della Donna, un’armatura fatta dell’energia vitale del bosco iniziò a proteggerli.  Arethwyn intanto metteva mano alla sua uraithen, la multi balestra a ripetizione caratteristica del suo popolo. Avvertì coem l’umanoa una maggior forza e vitalità quindi disse ”Eccoli, vi volevano prendere alle spalle, ma non abbiamo tempo per loro, il vecchio elfo però ha mandato rinforzi” mostrò un ghigno “Messaggera, voi pensate a mettere in salvo i contadini senza fare troppe discussioni, Fatina emmh … Haumena, giusto?” la voce era fredda ma decisa “ Voi pensate a qualcosa che possa tramutare quell'essere in una statua di ghiaccio, Io cercherò di darvi abbastanza tempo da fare il tutto”.  Alischa sollevò il braccio sinistro, portandolo orizzontale rispetto al suolo, il suo Gatto saltò sulla spalla dell’elfo che iniziava a correre verso il mannaro “Bene, Tenete il mio Gatto Guerriero” sussurrò mostrando i suoi canini ben sviluppati “ci manterrà in contatto telepatico” prima di scattare osservò Haumena “Signora dei ghiacci, lascio a voi la scena, distraete quel dannato”.
Il Ruggito di Bianca, la tigre si ud’ per la vallata, quasi fosse stata la risposta al grido della donna, il mannaro girò il muso proprio mentre una luce guizzava al suolo, il corpo di una splendida donna vestita con abiti di seta sottili come il ghiaccio iniziò ad avanzare verso di lui, mirabili fiori di ghiaccio pavimentarono, il fango “Io sono lady Haumena, Fata dei ghiacci, signora d’inverno, custode del grande sigillo oscuro, protettrice di infanti, e sono venuta fino a qui per strapparti via da questo mondo, insana bestia, inchinati a me e supplica perdono” la voce appariva ultra terrena, limpida come il soffio del vento nella tempesta. Il possente mannaro scattò a destra verso la Fata, ma tre quadrelli lo presero tra gola e mento dal fianco opposto, un elfo Oscuro con un’armatura di foglie, con un gatto nero simile a uno spallaccio, si era appena fermato, lanciando a terra la sua arma da tiro, in quell’attimo mentre metteva mano l'enorme Spada di Hoeth. Un’ombra nera, era saltata sulle spalle dell’elfo e usandolo come trampolino per un salto mortale, era piombata come un chiodo sul collo della bestia, conficcandogli ancor di più i quadrelli nella carne. Il tempo di un respiro, e Alischa saltò di nuovo raggiungendo la donna in cinta e il suo compagno gravemente ferito. Il mannaro cadde sulle ginocchia, ma il suo potere rigenerativo gli donava un grosso vantaggio. Lentamente i quadrelli uscirono dal suo corpo e le ferite si rimarginarono.

Intanto Jojyn tirando fuori il suo pugnale aveva iniziato a scrivere segni runici sul suolo, le radici che avevano fermato i tre grosso Orchi furono rotte le bestie possenti in fine, libere iniziarono a correre verso la piccola Druida. Jojyn non sembrava curarsene però, era in preda al potere della foresta morente, la sua Tigre avanzò per proteggerla, scattando alla gola di uno dei bestioni. L’animale però non poteva molto, e contro tre, in breve ebbe la peggio, fu scagliata all’indietro, ferita. “ Creature senza nome, demoni nati con infamia, io vi condanno allo sguardo delle signore della foresta, Driadi, guardiane di primavera, io v’invoco, ORA!”. Intrecci di rami, simili ad alberi, ci sono bardi che narrano delle Driadi, dicono che siano splendide donne, che ammaliano i viandanti facendoli perdere per le foreste, ma se invocate, tali esseri appaiono per ciò che davvero sono. Piaghe, puro odio e vendetta. Una decina di Driadi si fecero spazio dal folto della foresta, più piccole di un uomo albero, ma molto più veloci, raggiunsero i tre Orchi, iniziando uno scontro furente.



Intanto il Mannaro si era rimesso in piedi, correndo su tutte e quattro le zampe, avanzò verso Arethwyn e la sua spada a due mani, la figura ultra terrena della Fatina forse lo intimoriva. L’elfo oscurò si trovò a fronteggiare un essere alto in doppio di lui, l’armatura della foresta gli donava maggior abilità nel movimento, che unita a quella di un guerriero elfo aveva del prodigioso. Solo per questo riusciva a fronteggiare la velocità di un Mannaro. Intanto la voce di Alischa la messaggera degli antichi, risuonava nella sua mente, per la prima volta nella sua vita il Guerriero poteva prevedere le mosse di un avversario di così grande potenza e velocità. Visioni del futuro guidavano la sua lama. Per quanto però riuscisse a difendersi imponendo danni all’essere, questo rimarginava le ferite. Haumena venne in suo aiuto, il gelo congelò la lama dell’Oscuro, un ghigno si dipinse sul volto di Arethwyn, quando con un colpo deciso staccò di netto la zampa destra del mostro, l’arto cadendo al suolo si frantumò. Quando il mostro cercò la fuga era ormai troppo tardi, la Fata era giunta alle sue spalle, e in breve l’essere divenne una statua di ghiaccio. Haumena intanto, si era dedicata ai due feriti, la donna con un grosso pancione urlava di dolore, usando le sue conoscenze mediche, era riuscita a bloccare l’emorragia dell’uomo, ma la donna sembrava dovesse partorire da un momento all’altro. Lo scontro sulla collina vedeva le Driadi vincitrici, e la Druida a terra svenuta per lo sforzo eccessivo.
Poi …
Una nuvola nera scese verso di loro, il Demone che aveva la sciato la mia taverna rideva, osservando i quattro eroi “Bene, bene che cosa abbiamo qui? ”  per chi conosce Gemma, la mia cameriera, era palese chi lei fosse “mortali che giocano contro le mie bestiole, non vi affannate a salvar degli infanti, io sono l’araldo della distruzione, io esisto per distruggere e portare distruzione” un gesto della sua mano, e fiamme alte venti metri si elevarono, il fuoco iniziò a bruciare i presenti . Le Driadi scomparvero così come la foresta, La Fata del Ghiaccio riuscì appena in tempo a lanciare uno scudo verso gli amici, ma l’aria era irrespirabile, e il potere del Demone era troppo superiore. Quando oramai erano prossimi a soccombere, il Demone portò lo sguardo su Arethwyn, la parte buona di Gemma reagì . Il fuoco si dissolse, e così ogni incanto che sino a quel momento il Demone aveva lanciato. Come Fumo scomparve.

Ecco come sono tornato normale, e la mia prigione di pietra è venuta meno. La carovana che era fuggita lasciando i contadini soli, aveva assistito a tutto, e tornando sui loro passi hanno raccolto i corpi dei miei amici, e della donna in cinta con il marito. Provvedendo alle prime cure, dopo diverse settimane sono giunti qui da me, la Donna è in fin di vita ma sta trovando le forze per partorire, suo marito è qui, anche le sue ustioni erano gravi, ma lo scontro con il mannaro lo ha sconfitto.

Il grido di due Gemellini riempie d’allegria la stanza vicina, mia moglie dice che la Donna è morta nel parto, e con lui suo marito, non riesco a trattenere le mie lacrime, e mentre una di esse cade sul fiore, questo sboccia, e da esso emerge la Fatina del ghiaccio Haumena. Si ridesta dal lungo sonno anche Arethwyn, Alishe e Jojyn, sono rimaste alcune cicatrici, poche bruciature, ma stanno bene almeno loro.
Come predetto dagli Antichi, gli eroi hanno raggiunto il loro scopo, hanno trovato due nuovi bambini, un maschietto e una femminuccia gemelli, che da quel che comprendo, dovranno custodire gli spiriti dei due Demoni liberi. Mi siedo adesso al centro della stanza, parlo loro e dico “Amici miei, da quando il Demone ha lasciato la taverna è passato quasi un mese, qualcosa nell’impero è cambiato, dicono che sia stata decisa la legge marziale, e così anche per il regno dei Cavalieri della Dama” deciso continuai a dire “temo che i Due Demoni tramino in qualche modo una guerra tra questi due popoli, ora però il punto è un altro, vi chiedo, ve la sentite di sacrificare due bambini innocenti?” li guardai uno ad uno “ oppure siete pronti ad affrontare un diverso sentiero, non più difficile, ma che potrebbe richiedere il sacrificio della vostra vita?”
Attendo adesso la loro risposta, il mondo è tornato buio, il fato richiede il sacrificio di due neonati, privati dei loro genitori, ma il mio cuore prega perché esista un modo per evitare tale sacrificio. Esista qualcuno pronto a sacrificarsi al posto loro.

___________________________________________________________________

Per i Lettori da Casa, la scelta di Jojyn;

Risposta A) “preferisco che siano i due bambini a essere sacrificati, si sà i Demoni non si possono fermare che in tale modo”

Risposta B) “Elfo, dimmi che dobbiamo fare, i Bambini non si toccano!”

 
 
 

Capitolo 4° "L'ombra del Demone"

Post n°35 pubblicato il 18 Gennaio 2012 da Druss5
Foto di Druss5


Ammetto che mi fanno male le mani. Avevo scritto in passato di gente tramutata in pietra, ma non avevo mai pensato che una cosa del genere sarebbe successa qui a casa mia, e a Me. Ho riletto con calma quello che ha scritto mia Moglie, mentre ero impossibilitato e come aveva predetto la Veggente questo mi ha reso felice. Mi spiace solo che il piano che era stato organizzato dai miei amici all’inizio, non ha dato l’esito previsto, e che io sia qui per tutt’altra ragione. Tale ragione in parte la stringo con la mano sinistra. Ma come dicevo, pur essendo geloso delle mie cose, sono felice che la mia consorte abbia sbirciato dentro la mia mente, tra le pagine del mio libro. Certamente non è questo il diario, dove scriverò di tale argomento anzi, in questa mattina oramai inoltrata sono qui a stringere la mano a uno sconosciuto, mentre le grida di una donna continuano con ritmi regolari dalla stanza accanto. 
Andiamo con ordine, sono rimasto in dietro di molto, e c’è un bel pezzo di eventi da rimettere in sesto.

Tra i presenti in taverna che in parte osservavano la parete distrutta della taverna, che si affaccia verso il lato ovest della foresta, e me ancora pietrificato, si è fatta avanti una piccina, non per età certo, ma per statura. Una Gnoma di nome Joygin vestita con abiti piuttosto semplici, foglie e petali di fiore creano una sorta di fermaglio sui suoi capelli di un colore simile ai prati d’estate. Ha donato una carezza al volto di Sofia, facendo sua una lacrima, poi dopo aver fischiato, si è gettata dal primo piano. Mi dicono che sia salita sul dorso di una Tigre Bianca e veloce come il vento ha iniziato a correre scomparendo tre gli alberi. La sua missione, Trovare i tre avventurieri e riportarli qui. 
Altre grida dalla stanza vicino mi deconcentrano, è normale, ho cambiato la pezza oramai asciutta sulla fronte di questo poveraccio.
Intanto i tre, procedevano percorrendo il fianco di quello che piano piano si era trasformato in un fiume, la visione per Arethwyn dei conigli mutanti, era stata a dir poco scioccante. Qualunque cosa adesso girasse per quella foresta aveva mutato esseri innocui in predatori, e gli animali davvero feroci? A questo pensava mentre osservando il piccolo fuoco da campo, faceva il suo primo turno di guardia. Per questo motivo l’Oscuro decise di fare un giro per la Foresta piazzando alcune trappole, facendo ritorno poco prima dell’alba mentre le altre dormivano, disse a fil di labbra “Non preoccupatevi della mia assenza, sto bene ho solo voluto assicurarmi che non ci siano altre sorprese più avanti o più indietro” poi muovendo la mano in segno di diniego aveva atteso il loro risveglio. Quando la mattina riprese la marcia, era chiaro una sola cosa per tutti. Per quanti pensieri affollassero la mente dei Tre, era evidente che nessuno di loro si fidava dell’altro, ma solo sulle proprie capacità. Quando la Fatina oramai stufa di un ennesimo silenzio troppo permanente, decise di chiedere ad Alisha che cosa avesse, la Messaggera rispose con volto risentito. Osservando l’Elfo Oscuro “siete tanto bravo Voi… ma di certo non vi siete accorti, che siamo seguiti” esordì gelida. Con sguardo distaccato osservò anche la Fatina che fluttuava tenendosi con le mani i piedini scalzi “l’acqua è strana, non ci sono rumori dalla foresta qui vicina, il mio Gatto lo sente ovunque occhi che ci osservano, e Voi che fate?” brontolò “dovreste creare degli impedimenti, o trappole dato che qualcuno ci segue” propose. Haumena rise divertita “ma che dite, io sono una Fata del Ghiaccio, nulla può farmi del male, i miei sbalzi d’umore raggelano anche i Troll, immaginatevi se mi arrabbio davvero…” la Fatina continuava a fluttuare giocosa. Arethwyn smise di camminare rispondendo “ trappole… già fatto” borbottò risentito. Il guerriero si voltò stringendo i denti “ quando vi ho detto, di rimanere ferme alla falegnameria, Voi due non lo avete fatto” scosse il capo “e adesso che avete attirato l’attenzione su di noi, vi risentite?”. La fatina tornò a ridere “su, forza signor brontolone, dimenticate che ci sono io, e se poi vogliamo proprio lamentarci” annuì mettendo le manine sui fianchi “siete Voi due che rallentate me, Io posso volare, basterebbe … “ .   Quella che era una fredda e grigia mattina d’Inverno a un tratto iniziò a mutare, le piante lentamente divennero secche, il fiume iniziò a prosciugarsi, una risata sinistra riecheggiò nell’aria e una nuvola nera, simile a un pennello colorò di oscurità tutto il cielo. La notte sembrava avere occupato il posto del giorno. Occhi rossi iniziarono a essere più evidenti dal bosco, e l’aria si fece più pesante. Qualunque fosse adesso la discussione intrapresa dai tre, l’arrivo inaspettato di quell’evento li aveva azzittiti. Per la prima volta nella sua vita la Fatina provò un brivido dietro la schiena, non sapeva cosa fosse il freddo ma un senso di terrore adesso abbracciava lei e i suoi due compagni. Sembrava che il mondo fosse divenuto l’anticamera dell’inferno. Decisi proseguirono accendendo due torce. Per un altro giorno di viaggio fu così, il sole coperto dalle nuvole nere era sparito. Quando i tre quasi a mezzo Dì, raggiunsero un avvallamento, trovarono ad aspettarli uno spettacolo terribile. A una sessantina di metri da loro, una Carovana di sei carri trainata da buoi, da Ovest verso Est aveva cercato di guadare il fiume nella parte più bassa, quello che era stato il primo carro ad attraversare era rimasto bloccato dalla secca, e gli altri lo lasciavano al proprio destino, fuggendo. Una creatura possente, alta quasi tre metri con il volto di un lupo, affrontava un piccolo uomo armato di forcone.


L’essere era così alto da camminare usando anche le nocche degli arti superiori. Dentro il carro una Donna con un grosso pancione gridava. L’alto Mannaro afferrando un grosso ceppo di legno lo roteò colpendo in pieno l’uomo. La donna in cinta era quindi scesa portandosi dietro un coltello da caccia. Il Mannaro si era mosso verso la donna, ma il Contadino rialzandosi si era gettato sulle zampe posteriori per fermarlo. Un altro colpo e l’uomo era volato in direzione della moglie colpendo con violenza i sassi. La donna furente ponendo la mano destra armata di coltello a protezione del pancione cercava d’afferrare il marito tirandolo per la camicia sanguinante che si strappava a brandelli.  Il Mannaro pregustava il pasto imminente e la donna traboccante di lacrime che ne segnavano il volto si apprestava a proteggere la sua Famiglia, senza avere realmente i mezzi per farlo.
Mi chiedo ancora cosa sia passato per la mente dei Tre in quel momento preciso… Volevano proseguire in cerca dei nuovi sigilli? Oppure Combattere. Sapevano che qualcuno li seguiva, agire significava dare le spalle al nemico.

Intanto grazie al fiuto di Bianca, la tigre di Joygin era riuscita a trovare le tracce dei tre avventurieri, ma non solo le loro impronte, anche quelle di tre enormi individui, sembravano proseguire per la stessa strada. I mostri dall’odore di cinghiale, erano stati feriti da alcuni trabocchetti lasciati in giro, ma come si sa, i Cinghiali sono creature piuttosto resistenti. Avrebbe voluto sistemarli lei stessa, ma l’oscurità per l’avvento del Demone liberato, la rendeva debole, in quando Druida, il suo potere deriva dalla Natura stessa. Si dice che un Mago sia potente, ma un Druido in una foresta non ha eguali. A metà del terzo giorno di viaggio era arrivata alle spalle degli inseguitori simili a Orchi, nerboruti e con un pelo spesso, lentamente e sansa farsi accorgere iniziavano a prepararsi per attaccare alle spalle dei tre Avventurieri distratti dalla scena rivolta verso due umani bloccati con il loro carro, e un Mannaro gigantesco. Se voleva agire, doveva farlo alla svelta.

Risposta A) La Druida cercherà di richiamare a se il potere della Foresta, che magari un Uomo Albero dormiente voglia combattere per lei!?!

Risposta B) Si lancia alla carica in sella alla sua fedele Tigre, roteando il suo falcetto contro i tre Orchi.

Risposta C) Urla con tutto il fiato che ha in corpo, per avvisare i tre Avventurieri dell’attacco imminente.

Risposta D) Aspetta. Cercando di capire come può muoversi, senza rischiare in prima persona.


… Mi devo fermare nello scrivere, mi fanno troppo male le mani, e questo poveraccio qui accanto a me deve mangiare qualcosa. Di fianco non smettono di urlare, sarà una giornata molto lunga.


 
 
 

Capitolo 3.1° "L'ombra del Demone"

Post n°34 pubblicato il 16 Gennaio 2012 da Druss5
Foto di Druss5

[PREMESSA DELLO SCRITTORE]

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Ringrazio intanto tutti gli amici che con i loro commenti, e anche semplici passaggi dal Blog mi onorano della loro presenza. Ho avuto un suggerimento, e provo, sperando nel vostro buon cuore, di metterlo in atto. Sto aspettando che i nostri Tre Protagonisti, m’inviino le loro risposte, nel frattempo, approfitto per una breve parentesi. Sta per inserirsi un quarto protagonista, ma questa volta a scegliere cosa farà sarete voi lettori con il commento sotto il capitolo scritto, la maggioranza dei voti vince, e il personaggio farà cio che ritenete più opportuno tra le possibilità proposte. Al momento viaggerà da solo, per poi unirsi al gruppo.
Bene, non mi dilungo oltre buona lettura…

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Capitolo 3.1° "L'ombra del Demone"




Mi dispiace, se quando leggerai sul tuo diario, non troverai la tua calligrafia. Ho ascoltato la richiesta della Veggente. Io Sofia, tua moglie mi sono permessa di scrivere qui. Tu adesso non puoi farlo, ma la Vecchia ha detto che saresti stato infelice se quel che sta accadendo fosse andato perduto. Sono passate due settimane da quando i tre avventurieri sono partiti dalla taverna, di loro non ho ancora ricevuto alcuna notizia. Sono più di dieci giorni che sei disteso qui vicino a me, immobile. La Taverna è in parte distrutta.
Mi avevi chiesto di prendermi cura della ragazza dal cappuccio rosso. Delle tante pazze idee che hai avuto marito mio, credo che questa sia stata la peggiore, si è svegliata, mentre ero seduta vicino a lei e Gemma veniva a darmi il cambio. Ho avuto paura, quando il suo corpo si è sollevato e la voce penetrante e possente ha riempito l’aria come pochi giorni prima. Ho urlato con tutta la forza che avevo nel cuore. Mi odio per questo, se non lo avessi fatto, adesso tu staresti bene.   La giovane ragazza è appassita invecchiando con una velocità impressionante, una nuvola nera è uscita dalle sue narici e Gemma …

… Torno a scrivere dopo un giorno, non riesco a farlo con distacco come fai tu, le lacrime mi scendono e sono costretta a fermarmi più volte per non macchiare le pagine. La veggente dice che il Demone cercasse, qualcosa di non più puro, una Donna che avesse conosciuto il calore del letto. Quando tu, marito mio sei entrato nella stanza, insieme ai clienti, ad accogliervi c’ero io a terra, terrorizzata, e quell’essere vestito di nero, con quella maschera terrificante. Il Demone si è liberato adesso, possedendo la nostra Cameriera.


Lei ti ha guardato, usando il dito ha creato un simbolo nell’aria, e tu ti sei trasformato in pietra. Poi con un altro incanto ha distrutto la parete ed è volata via, trasportata da una nuvola nera.
In lacrime ho pregato, supplicato aiuto, nessuno sembra capace di sciogliere tale maleficio. La Veggente mi ha consigliato di mandare qualcuno ad avvisare i tre Avventurieri, la Fatina del ghiaccio ha il potere di salvarti, ma dovevo sceglierne solo uno qualcuno di veloce. Ho fissato tra i presenti nella taverna molti si sono proposti, è ho scelto …

La Ladra Elfa. Di nome KeyumaScelta . A .

 

L'ammaestratore di Animali Selvaggi. Kuan Ko. Scelta . B .

 

La giovane Druida e la sua tigre bianca. Jojyn. Scelta . C .

 

La Strega di nome Lukya Scelta . D .

 

Il Mercenario e guerriero. Bork Stone. scelta . E .

 

A voi adesso la scelta tra , A , B , C, D , E .

 

 

 
 
 

Capitolo 3° "L'ombra del Demone"

Post n°33 pubblicato il 11 Gennaio 2012 da Druss5
Foto di Druss5

Mancano ancora poche ore prima che i clienti riempia la mia Taverna. Servo al mio amico un buon boccale di birra scusa, e rimettendomi a sedere posando il mio diario sulle ginocchia lo osservo mentre con un tocco della mano destra si deterge la schiuma dai baffi grigi. Questa per me è la fase più difficile di un racconto, vorrei spremere i narratori che mi portano informazioni in un tempo brevissimo. Capisco però che ogni informatore ha i suoi tempi e una gola secca storce le parole come un goblin dentro un pozzo.
Mi rimmergo nel racconto e torno su quel cantiere, dove i boscaioli hanno il loro campo base durante le tre principali stagioni. Adesso in pieno inverno però tale luogo è desolato e all’imbrunire tale luogo diviene ancora più tetro.
Arethwyn chiudeva il gruppo, poco distante dalla Fatina e l’umana ammantata di nero. Non appena raggiunsero il perimetro esterno dello spiazzo, l’Elfo oscuro avanzò con rapide falcate, superando le due compagne di viaggio. Sollevando la mano destra disse “Aspettate qui, Questo posto non mi piace”, spostandosi verso la propria sinistra sparì cercando il riparo degli alberi. Lo conosco abbastanza bene, e percorrere un luogo scoperto per più di dieci passi per lui è cosa folle. La Messaggera degli Antichi sembrava invece piuttosto sicura di se, iniziò quindi a percorrere il piazzale, seguita da Haumena in volo, muovendo passo verso la zona del ruscello. Ad aspettarle però c’erano sei figure armate e dal volto inespressivo. Le persone più comuni fuggirebbero davanti a un agguato, altre si getterebbero a terra chiedendo pietà, ci sono ancora altri individui che si getterebbero a capofitto contro il nemico, brandendo le loro armi come dei folli. E poi loro. Ascolto il Boscaiolo e riporto fedelmente ciò che lui ha visto cercando di non fremere rendendo la scrittura incomprensibile.
I mutanti dal volto assente erano disposti in semi cerchio, proteggendo la zona in discesa verso la riva, per le due non vi fu il tempo di parlare, gli aggressori scattarono veloci come il vento, la loro porzione animale rendeva i loro quarti inferiori molto più veloci di un qualunque umano comune. Come trasportati del vento, formarono in cerchio correndo in senso orario, accerchiandole. Haumena allargò le braccia sottili, e uno sbuffo di polvere magica le trasformò in una donna dai capelli blu e un lungo abito. Donò uno sguardo verso la Messaggera vestita di nero che sistemando a tracolla la sua borsa d’ordinanza riponeva dentro il gatto, liberandosi del cappuccio “tenetevi lontana da me” le disse. Quando il primo Mutante avanzò per portare un fendente verso la Messaggera degli Antichi, lei fece un salto mortale all’indietro iniziando una sorta di ruota verso il perimetro delineato dalla corsa dei mostri. Un ultimo salto e balzò sulle spalle di uno degli strani Goblin schiacciandolo sulla neve, il rumore sinistro di ossa si avvertì chiaramente. Il primo era a terra incapace di muovere le braccia. Un secondo avversario scattò veloce verso la Donna, tentando un Tondo da destra verso sinistra, gli occhi gialli di lei sembravano osservare la scena a rallentatore, quando la mazza ferrata le sfiorò il viso, sembrò che lei semplicemente guardasse le movenze di un vecchio decrepito. Sembrava che potesse leggere in anticipo le intenzioni dei suoi avversari, con un calcio in vanti sul gomito esposto del mutante, esercitò una pressione violenta spaccandogli l’osso. La Donna univa una sorprendente velocità, a una conoscenza anatomica molto efficace, una non eccessiva pressione sui punti giusti rendeva i nemici inabili a combattere. La fatina intanto era intenta a sussurrare qualcosa, le sue dita di forma e dimensione umana, dipingevano nell’aria luminosi simboli runici quando due aggressori avanzarono verso di lei, le inflissero due colpi micidiali al capo e all’addome. Con sorpresa la figura di Haumena si frantumò come ghiaccio, la luce della Fata tornò minuta a volare e dall’esplosione i due Goblin coinvolti rimasero congelati sul posto. Le due si prepararono per affrontare gli ultimi due avversari rimasti. Si udirono un rumore sottile, quello prodotto da frecce forse. I Goblin ancora rimasti in piedi caddero al suolo senza vita, quadrelli di balestra spuntavano da dietro le loro schiene. “Ma dico io” esordì l’elfo Oscuro uscendo da dietro alcuni alberi “era palese che fosse una zona perfetta per un’imboscata, non vi avevo detto di star ferme?” scosse il capo con il suo solito fare piccoso “comunque scusate il ritardo, ma ne ho sistemati altri due dietro quei cespugli, non amo le sorprese” raggiungendo le due compagne di viaggio rimise al posto la sua balestra a ripetizione arma usata dal suo popolo. Posando il suo piede su uno dei goblin a terra, svenuti “qualcuna di voi li conosce?” chiese Arethwyn. Solo in quel momento la Donna vestita di nero parlò “il mio nome è Alisha, sapevo che raggiungere quella taverna mi avrebbe permesso di trovare valenti compagni di viaggio” dopo una breve pausa disse “si, so chi sono, ed è per questo motivo che ero sulle tracce della ragazza”. Haumena volò intorno all’umana “stavate cercando Stella, la mia protetta?” la temperatura già gelida del luogo si abbassò ulteriormente “Voi l’avete aggredita?” chiese con voce tagliente. Alisha scosse il capo tremando, ma solo per il freddo “no, sono stata mandata dalla gente del mio popolo perché tale momento era stato predetto, mi è stato ordinato di venire nella Taverna, e che gli eventi mi avrebbero posto su di un piatto chi serviva per tale impresa”. Abbassò quindi lo sguardo verso i nemici ancora a terra “il Demone che cercate di sigillare è già libero, anche se solo parzialmente, esso muta qualsiasi cosa tocchi e cerca in ogni modo di fermare il nostro viaggio”. Finita questa frase i mostri a terra tornarono ad essere delle semplici lepri, chi era ancora in vita si mosse verso la boscaglia. “Cosa affrontiamo?” recitò la donna ammantata di nero “marionette toccate da un essere diabolico” con voce incalzante “cosa dobbiamo fare, neppure io lo so con precisione, ma ho l’ordine di raggiungere con voi, la fine di questo fiume, li ci attende qualcun’atro altro non so dirvi di più”. L’elfo Oscuro aggrottò la fronte “e il medaglione?” avanzò allargando le braccia “Credevo andassimo al Tempio per quel medaglione” la Fata scossa, replicò “il mio popolo ha sigillato due potenti Demoni, impossibili da uccidere, usando il cuore puro di bambini abbandonati per contrastare tale malvagità, il potere del freddo ha reso quei bambini quasi eterni, ma il tempo scorre anche per loro due e i loro cuori hanno perso il loro potere, non servono nuovi medaglioni ma dei nuovi portatori”. La Donna riprese a camminare e la Fatina iniziò a seguirla.  Arethwyn rimase un istante immobile prima di prendere a camminare, elaborando tutte quelle informazioni, in cuor mio so cosa ha pensato, cerano Due bambini, se non era più possibile fermare il processo di liberazione dei Demoni, significava che Alisha aveva ricevuto l’ordine di trovare entrambi i ragazzi, e che il Demone parzialmente libero cercava di fermarli. Oppure doveva semplicemente trovare due nuovi portatori? Che cosa voleva dire, parzialmente libero?  La ragazza è qui nella mia taverna è davvero al sicuro? E noi lo siamo?
Qualcosa mi sfugge.
La prossima tappa del gruppo è probabilmente trovare il secondo ragazzo percorrendo a piedi il fiume, oppure due nuovi portatori. Perché la Messaggera non era stata chiara sulla destinazione sin dall’inizio? Quali orecchie erano in ascolto? Il Boscaiolo mi riferisce in fine che tre figure, più grosse e possenti hanno iniziato a seguire il gruppo. Adesso il nemico è alle loro spalle cosa faranno i Tre avventurieri?



Arrivano i primi clienti.


La Veggente si è svegliata, mi chiama, sembra che pianga…

Un urlo dal piano superiore, mia Moglie e Gemma sono di sopra…

gridano (il diario cade a terra e la piuma traccia un brutto rigo ).

 

 
 
 

Capitolo 2° "L'ombra del Demone"

Post n°32 pubblicato il 06 Gennaio 2012 da Druss5

 

 

Lentamente la temperatura della stanza torna a essere quella baciata dal calore del camino. Le prime luci dell’alba anche se braccate dall’oscurità della foresta iniziano a mostrarsi con colori vivaci sopra le nostre teste. Osservo le due figure allontanarsi, guidati dalla luce della Fatina dei ghiacci. Bevo qualcosa di caldo sedendomi vicino la finestra, medito sul fatto che tanto per cambiare sto facendo vivere un grosso pericolo alla mia famiglia. La Veggente sonnecchia al fianco del camino, e mia moglie le sistema una coperta sulle spalle curve. Incrocio lo sguardo di Sofia, oramai parliamo con quello, e per quante parole io spenda su questo mio diario, nessuna è anche solo paragonabile al dolce suono che da lei ne percepisco. Fiducia, Amore, Rispetto e Coraggio. Come lieve litania da lei sento questo, e come luce accecante tale forza avvampa il mio desiderio di aiutare il prossimo. Si! Non potevamo fare altrimenti, lasciar morire quella ragazzina di non più di diciassette anni, non è contemplabile. Ripongo la mia fiducia in questi tre avventurieri, un gruppo stranamente assortito. La Speranza mi dà fiducia. L’alone di mistero che avvolge la Messaggera degli Antichi non ha eguali, non parla, e non ne so il nome, forse è vincolata da qualche giuramento. Spero guiderà i due verso il tempio. Oltremodo non so se i sacerdoti degli antichi accetteranno la nostra richiesta o peggio elimineranno l’elfo oscuro. Come detto però guardare mia moglie mi ha convinto ancora di più, che non potevamo fare altrimenti. Troppo poco tempo per informarci, chiedere notizie o altro. Abbiamo molto, la ragazza da mantenere in vita e curare, la Fata sua guardiana, una Messaggera per condurci a un sapere Antico e grande, e un Elfo impareggiabile con la spada e così folle da partire senza troppe domande. E poco ma dobbiamo farcelo bastare.

 

 

Sono passati due Giorni, Heggarton Willdik il vecchio boscaiolo è giunto da me per raccontarmi una storia. Notizie riguardanti i tre avventurieri partiti dalla Taverna. Devo però fare una premessa, raccontato come la Fata e l’Elfo, sono riusciti a convincere a partire la Donna vestita di nero. Dopo la mia richiesta, Arethwyn mi aveva guardato in modo torvo dicendo “ E come no…” aveva scosso il capo “e come può un credente in Khaine, il Dio Oscuro, far parlare una messaggera degli Antichi?”. L’elfo non aveva tutti i torti, gli Antichi non amavano alcuna forma di oscurità ma ancora meno chi s’intrometteva nel corso naturale delle cose. Arethwyn è un Ramingo di un popolo violento e crudele, un Guerriero micidiale, ma in questo momento lontano dalle sue terre, da tale influenza e abbracciato a Gemma la mia Cameriera dagli occhi di brace. Per quanto insista a dichiararsi un credente del Dio Oscuro, sento che qualcosa in lui è cambiato, e spero fortemente che lo percepisca anche il messaggero degli antichi. Non basta. La Fatina del ghiaccio di nome Haumena, all’inizio era fuori controllo, e la temperatura stava calando sempre di più. Parlare, concentrarsi su di un argomento convincente per l’inizio della missione l’avrebbe costretta a cercare calma, e quindi una migliore temperatura per noi tutti. Mandarla sola a parlamentare sarebbe stata una pessima idea, si sarebbe sentita sola, e se avesse fallito, la temperatura sarebbe calata vertiginosamente. Dovevo sperare che al fianco di Arethwyn avrebbe avuto un sostegno, e quindi migliori possibilità di quelle che avrei avuto io, odiato per il mio solito agire. L’elfo Oscuro stringendosi a Gemma si era andato a sedere al tavolo della Donna vestita di nero, dicendo “Se è vero quello che Xanders ha detto penso di essere l'ultima persona adatta a parlare con una della vostra genia” si era lasciato un attimo di silenzio mentre la Fatina raggiungeva il piano del tavolo occupato dal gatto nero della Messaggera. Il Felino era rimasto immobile, ma i suoi occhi brillavano di desiderio nell’acciuffare quel piccolo essere dalle ali sottili come vetro. Cercando di incontrare lo sguardo della donna dagli occhi Gialli l’elfo aveva continuato a dire “Mi chiamo Arethwyn del Clan dell'Idra, Autarri della Cordigliera Nera” il tono era freddo ma calmo “Spero che vogliate aiutarci in questa nuova impresa poiché in gioco non c'è solo l'inutile vita di una povera ragazzina”. Era palese il fatto che per quel discorso avesse cercato tutto il suo auto controllo, aveva usato anche la parola Povera, normalmente inutilizzata per definire una ragazzina per lui inutile. Un Guerriero del genere avrebbe piantato una lama nella mano della messaggera infliggendole dolore fino a convincerla a seguirlo. Ma non lui, adesso. Gemma seduta sulle gambe dell’elfo aveva detto “abbiamo sinceramente bisogno di Voi Signora, vi prego di aiutarci, qualcuno sta stravolgendo il normale corso delle cose…” rabbrividendo le sue parole avevano formato non poche nubi d’aria calda che leste erano scomparse. La Donna vestita di nero ancora non aveva detto nulla, ma anche se avesse pensato di farlo la Fatina aveva iniziato a parlare interrompendo la mia cameriera “bene, allora Voi andate convinta” la sua manina destra aveva battuto sul palmo della sinistra con il taglio. “Perché la ragazza ha dei poteri speciali che possono essere utili a tutti gli esseri viventi umani e non, ma non abbiamo molto tempo, se fossimo formiche, avremmo avuto molto più tempo, nullo se eravamo giganti, ma poiché voi siete grossi dieci volte più di me, ne abbiamo poco, capite?” parlava senza prendere fiato. Sembrava ripetere un discorso ad alta voce mentre passeggiava sotto lo sguardo attento del Gatto nero. Si muoveva senza guardare nessuno, al dire di Arethwyn aveva annuito decisa “ecco esatto come dice il coso li, lui ha ragione non lo so se, sa, quello che dice, ma lo dice bene”. Poi mostrando un sorrisone “dunque sarebbe utile cercare un nuovo amuleto, poi si sa, più si è miglior è, sarà divertente faremo canti, balleremo, giocheremo con la neve, io mi nasconderò e voi mi cercherete, ma poco è, non c’è molto tempo ” sinceramente non ho mai compreso cosa passasse per la mente di una Fata, ascoltare un loro discorso è come udire un bambino ubriaco in sella a un cavallo imbizzarrito. Ammetto però che sono geniali e mi mettono sempre di buon umore. La fatina sembrava voler continuare, ma il Gatto aveva fatto un breve balzo in avanti cercando di afferrarla. Haumena era riuscita a riprendere il volo e fargli la linguaccia. La Donna vestita di Nero aveva allungato le mani e afferrato il suo gatto, tornando in piedi e issandosi la sua borsa con il sigillo degli antichi, aveva mosso passo verso l’uscita. Solo un cenno del capo. L’Elfo sembrava scosso, cercai di trattenere un sorriso, lui donò un bacio a Gemma e lesto seguì la Donna al fianco della Fatina in volo. Arethwyn preso dalla fretta e dallo sconcerto del discorso della Fatina, ha lasciato qui le sue armi magiche, spero che non ne abbia bisogno, al fine è sempre armato del suo equipaggiamento di base. Diversamente la Donna e la Fata sembrano prive di armi, ma spero sapranno difendersi.

Rieccomi qui a parlare con il boscaiolo Heggarton, finalmente ho informazioni su ciò che succede al terzetto. Sembra che stiano percorrendo la foresta verso Ovest, tenendosi distanti dalla strada principale, la neve ha imbiancato tutta la zona e non è stato difficile per lui notare la figura vestita di nero della donna, al fianco della Fatina.  Arethwyn era stato più difficile da vedere ma viaggiando con loro alla fine era stato visibile anche lui. Ciò che aveva attirato il boscaiolo non era tanto il terzetto, quanto le strane impronte che aveva trovato nella zona, e che lo avevano costretto a indagare. Impronte di conigli Giganti. Così dice. Verso lo spiazzo vicino al ruscello di Hook, data la sua, forma dove i boscaioli radunano la legna, il terzetto aveva disputato uno strano incontro mentre la neve danzava intorno a loro. Sei figure simili a Goblin, ma con le fattezze di grossi Conigli avevano bloccato la loro strada. Conosco la zona, uno spiazzo pulito rettangolare largo abbastanza da far girare due carri con un cavallo, su un lato, a sinistra, diversi tronchi impilati sui fianchi, a destra, il percorso spianato verso il ruscello, il bosco da nord e a sud abbraccia la zona. Sei figure armate di mazza e con armature recuperate alla meglio, alti più di un Goblin, quindi come un uomo, erano lì davanti, pronti ad aggredirli. Che siano stati loro ad assalire la ragazza facendole perdere il suo medaglione? E se non loro chi? Chi ha interesse che un Demone torni nel nostro mondo? Avevo sentito di mostri mutati dalle forze oscure, ma mai Conigli usati per tali scopi. L’inverno sta tenendo lontano Goblin e Orchi da queste terre, quindi qualcuno si cela dietro tutta questa pantomima.  Molte domande, ma adesso più di altre due mi girano per la testa, la prima è il perché tali creature non sono giunte qua alla Taverna in cerca della Ragazza, e seguono i miei Avventurieri? Seconda domanda e questa la rivolgo al Boscaiolo direttamente “ I tre come hanno reagito davanti ai sei Aggressori? … com’è andata?”.

 

 


 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: Druss5
Data di creazione: 20/10/2010
 

personaggi.


Xanders Elfo Bardo

Breve Premessa

 

Sofia Moglie di Xanders

Abile nei lavori di cucito

e cuoca leggendaria.

 

La vecchia Veggente;

A lei ponete qualsiasi domanda e sarete accontentati.

Per una moneta può prevedere gli

eventi, il suo motto è;

"A ogni domanda c'è una risposta..."

Che aspetto ho in questo mondo?

Che tipo di persona Sono?

 

Il Nano Durwill

Abile Fabbro, il suo martello

è capace di creare oggetti

magici. Vive sul retro della

Taverna.

 

L'avventuriero Connè Varò

Un brigante, in cerca di oggetti

rari per il mondo. Dotato di grande

intelletto, ma poco affidabile.

Dicono che la sua Spada abbia

grandi poteri.

 

Quì sotto troverai

gli EROI del primo libro

"l'Ombra del Demone".

 
 

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