Creato da silvia610 il 13/10/2007
 

Semplicità....

Vita

 

 

Licenza finita........

Post n°292 pubblicato il 19 Giugno 2013 da silvia610

 Cari amici e amiche.... rieccomi con gli aggiornamenti dall'Afghanistan.

Ci siamo lasciati, nel post precedente, con la notizia della licenza avuta da Paolo, e così ha potuto trascorrere qualche giorno lontano da quella terra violenta, sempre in tensione...... e soprattutto, accanto ai suoi affetti.......

Ma come tutte le cose belle, il tempo è passato in fretta.... il 4 giugno è ripartito per Shindand, e ora dobbiamo aspettare il termine di questa missione, che dovrebbe essere per fine agosto.... e spero tanto che arrivi in fretta......

Durante la permanenza in Italia, come avrete saputo, un attentato ad un convoglio italiano, ha provocato la morte del Capitano La Rosa..... Certo un duro colpo e ancora una volta lacrime  e dolore......

Ritornando a Paolo, dopo un lungo viaggio..... è arrivato alla base, il solito messaggio: tutto ok..... come sempre deve essere tutto ok...... 

Ci siamo sentiti anche per telefono, sentire la sua voce.... non ha prezzo..... Continuo ogni giorno, a ricercare notizie su come vanno le cose laggiù.... e i nostri ragazzi stanno facendo un ottimo lavoro.... peccato che non tutti riescono a capire.....

               

Ci aggiorniamo al prossimo post...... ora devo andare..... Un caro saluto a tutti, e naturalmente a tutti i nostri ragazzi.

 
 
 

Finalmente in licenza!!!!!!!

Post n°291 pubblicato il 23 Maggio 2013 da silvia610

Cari amici..... oggi, è una giornata spettacolare..... non solo perchè finalmente è uscito il sole, dopo giorni e giorni di pioggia incessante...... Paolo è in Italia, per una licenza!!!!!!!! Lo sapevo da tempo che avrebbe avuto questo periodo di riposo..... e finalmente è arrivato!!!!! Partito ieri da Herat, dove c'è l'aeroporto militare.... è atterrato stamane a Roma Pratica di Mare..... da lì.... il treno per Torino!!!!! Mi ha chiamato stamane e mi ha detto: "Ciao mamma!!!!! Sono in Italia!!!!" Che emozione!!!!!! Il suo arrivo è previsto per le ore 17.00..... quindi oggi esco un'ora prima e vado ad aspettarlo in stazione...... poi andrà a casa per cambiarsi, lavarsi, rilassarsi un attimo e stasera.... và da Alessia, la sua fidanzata, che ancora non sa che è tornato.... Non oso immaginare il colpo che le prenderà quando lo vedrà!!!!!! Povera!!!!! Domenica poi, ci vediamo tutti insieme, con Bruno, Pia la piccola Rebecca e passeremo una giornata indimenticabile e bellissima!!!!!!!! Sono felice, felice felice!!!!!!

Spero che voglia raccontarmi un pò del suo lavoro, anche se non nei minimi dettagli o particolari..... o magari non ne vorrà parlare per il semplice fatto che ora è in licenza e non vuole pensare al duro lavoro che ha fatto e che ancora lo aspetta. Starà a casa sino al 4 giugno.... e poi dovrà tornare a Shindand sino alla fine di agosto o primi di settembre........ Ma sì... godiamoci questi giorni in santa pace e non pensiamo al dopo..... il bello è adesso.

Partenza

Potrebbe esser questo, il velivolo che li ha portati a casa......

Paolo e Luca - Shindand

Paolo e Luca.... in servizio all'esterno della base..... Paolo è quello che si vede meno, in secondo piano......

BENTORNATO PAOLO!!!!!!!!!!

Paolo - Shindand

Eccolo in tutto il suo "splendore"....

A vederlo così.... armato..... fa un pò impressione.....

Ora vi saluto tutti caramente.......

AD ECXELSA TENDO!!!!!!

silvia610

 
 
 

Il lavoro di Alberto......

Post n°290 pubblicato il 19 Maggio 2013 da silvia610

Buongiorno a tutti..... oggi voglio parlare di un grande personaggio: Alberto Alpozzi.... Forse l'ho nominato qualche tempo fa.... E' colui che, per la sua grande passione per la fotografia, si è recato in Afghanista, a fianco dei nostri ragazzi e documentare come vivono alla base, quali sono le loro emozioni e perplessità.... Con grande professionalità, immortala con i suoi scatti, momenti di vita, che chi è a casa in attesa di una chiamata, o del loro ritorno.... non può sapere e forse neanche immaginare.... Come detto nel post precedente, la vita dei nostri ragazzi alla base, non è semplice.... meno ancora quando sono in servizio al di fuori di essa.... In ogni caso, queste foto, queste immagini, ci fanno sentire più vicino ai nostri cari.... e ci fanno capire quanti sacrifici fanno.....

            Alberto Alpozzi

Alberto Alpozzi

Alpozzi ha iniziato questo nuovo percorso per capire in prima persona cosa significa essere lontano da casa, soprattutto in momenti importanti e familiari come il Natale. Assicura che il suo lavoro gli piace davvero tanto, e uno dei motivi è proprio documentare il compito che i nostri militari realizzano all’estero e che, molto spesso, non è conosciuto da parte degli italiani. Forse per il modo in cui i media raccontano le notizie. Infatti, sono pochi gli italiani che sono consapevoli davvero di come trascorre la giornata un soldato italiano in missione all’estero.

L’obiettivo principale di Alberto Alpozzi è dunque mostrare al mondo quella parte del lavoro all’estero dei nostri soldati che nessuno ci ha mai spiegato. Non si tratta di portare la guerra a casa delle persone, “per fortuna non tutti vivono la guerra. La guerra è brutta”. Ma secondo Alpozzi, “tutti dovrebbero sapere quali sono le condizioni in cui lavorano e vivono i ragazzi impegnati in missioni internazionali. I nostri soldati”.

Il giovane fotoreporter sottolinea il fatto che spesso viene dimenticato che i militari, non sono solo soldati, ma sono italiani e sono persone: padri, figli, mariti, fidanzati, … In questo senso, aggiunge che “i soldati sono il nostro specchio davanti al mondo. Nei paesi dove sono in missione, l’immagine che i cittadini del posto hanno di noi italiani è quella che loro, i nostri soldati, trasmettono. Sono i nostri migliori ambasciatori. Dimenticare questo è un errore”.

Paesaggio Afghano

 

Piano zero

Alpozzi ci racconta che i soldati stanno bene. E’ stata una loro scelta e come tale la vivono e la vedono. Per loro non è un obbligo né niente di pesante. Inoltre, si tratta di personale volontario e molto preparato per questo tipo di missioni. Sanno bene quello che fanno e conoscono i rischi che devono vivere.

Ad esempio, una giornata tipo dei ragazzi potrebbe essere la colazione in mensa, seguita da un briefing per illustrare le operazioni della giornata. Poi si parte, con i mezzi giusti, verso il punto determinato dove si svolgono le missioni. Lo stesso si ripete al pomeriggio, e anche alla notte, “perché il lavoro dei nostri militari non conosce soste, nemmeno il sabato e la domenica”.

La parte peggiore è forse per i loro familiari. Per le persone che gli vogliono bene e che rimangono a casa, in attesa, senza tante notizie come vorrebbero. Per le mamme, le fidanzate, i fratelli, le mogli….per quelli che guardano il calendario tutti i giorni e mettono una croce e che riservano un appuntamento ogni 4 ore con il telegiornale. “La distanza fa male a tutti, dice Alpozzi, e il dolore per la distanza aumenta considerando che questi ragazzi rischiano tutti i giorni la propria vita”.

E a questo punto diventa molto importante il lavoro svolto da Alberto Alpozzi. Tramite le sue immagini, molti familiari di soldati in missione all’estero riescono a capire dove si trovano esattamente i loro cari, qual è il lavoro che stanno facendo e come si trovano. “Questa è sicuramente la parte più bella del mio lavoro”.

Alpozzi riconosce che come tutti, lavora perché ha bisogno di soldi ed è impossibile negare questo. Bisogna pagare un mutuo, le bollette, bisogna mangiare, ecc…. Allo stesso tempo però dichiara di essere consapevole del fatto che il suo lavoro, a livello remunerativo, è messo abbastanza male. Invece, si sente soddisfatto e ripagato. “ Vedere come è importante una singola immagine per una fidanzata, per una madre, per una moglie….alcune volte mi ringraziano per averli permesso di guardare le stesse immagini , lo stesso cielo, lo stesso orizzonte che vedono i suoi figli, fidanzati o mariti in missione”. E questo, afferma, non ha prezzo.

Del suo lavoro, Alpozzi sottolinea la possibilità di mettere in comunicazione persone che si vogliono tanto bene e si trovano a migliaia di kilometri di distanza. “Questo per me è molto importante. Do la possibilità ai familiari che sono qui di vedere come i loro figli lavorano, sorridono, sono felici e, in definitiva, fanno quello che vogliono fare”.
Ha tutto il supporto e la protezione del Ministero della Difesa per poter realizzare questo nuovo reportage ma, alla domanda: “hai paura”, risponde che non ci pensa mai. “Si. Chi non avrebbe paura? Perché dire di no?”.

    Alberto

 

Ha paura Alpozzi come ce l’hanno i soldati che svolgono il loro lavoro e come ce l’avrei anch’io.

“La guerra ti cambia la vita”, afferma Alpozzi, il quale ha visto immagini che riescono a modificare la propria visione del mondo. “La quotidianità sembra molto diversa tutte le volte che rientro da una missione”.

Sono molti innocenti a pagare il prezzo più elevato, ricorda Alpozzi, “a nessuno piace la guerra ma continuammo a farla e per chè?

Perché ci sono molti interessi in gioco: dal petrolio, ai soldi o alla droga.

L’ultimo messaggio di Alpozzi è sicuramente un invito alla riflessione su quanto siamo fortunati, come paese e come generazione. “Abbiamo servizi e prestazioni che diamo per scontate ma che, invece, in altri paesi non sognano neanche che possano esistere”. Parliamo di acqua, luce, servizi igienici,….per noi è normale.

Forse ha ragione Alpozzi e bisognerebbe, da parte di tutti, guardare (e non solo vedere) quello che abbiamo invece di continuare sempre a lamentarci di quello che ci manca.

silvia610

 

 

 

 

 
 
 

Vita alla base.......

Post n°289 pubblicato il 28 Aprile 2013 da silvia610

La parola normale qui perde subito di significato. Il comandante della base  accoglie i ragazzi appena arrivari e li fa accompagnare alla loro tenda. Dicono di attendere ad occuparla che è ancora fredda. Nel mentre  fanno vedere dove sono i servizi igienici e le docce. Due containers separati. Per raggiungerli passi nella polvere, al freddo e sui sassi. Le comodità te le scordi. Devi crearti il tuo piccolo spazio e far tua una vita… disagiata. “Questo posto lo odi, ma quando torni a casa ti manca il tuo angoletto”. Questo dicono.Si fa  il giro della base, per orientarci. Tutti si fermano a salutarti, si presentano e ti invitano a prendere il caffè. Non c’è il bar. Ognuno da casa si è portato una moka e un fornelletto. Non è solo un rito, è un lusso! Presto avremo il nostro appuntamento serale per il caffè. “Ci vediamo alle 21.30 da noi per il caffè allora! A dopo, vi aspettiamo” Che bello essere accolti in questo modo. Stima, rispetto, affetto e comprensione… “In tenda abbiamo freddo…” dicono. Tempo pochi minuti arrivano zaini con sacchi a pelo e coperte! Senza parole! “Qui siamo tutti fratelli! Io ho bisogno di te quanto tu di me”. Quanto abbiamo da imparare! E’ proprio vero che nelle situazioni peggiori, trovi le persone migliori.

Vita in tenda

 

Il tempo in base trascorre con ritmi e tempistiche diverse. Il lavoro è costante, non si ferma mai. Tutto funziona come gli ingranaggi di una macchina perfetta. Ciascuno ha il suo ruolo strettamente collegato e dipendente a quello dell’altro. Tutti sono necessari agli altri, tutti sono indispensabile al mantinemento della sicurezza e alla gestione della base con tutte le attività che ne conseguono. Le attività “cinetiche”, quelle operative esterne alla base, funzionano solo se all’interno della base tutto è organizzato: la mensa, i servizi igienici, l’infermeria e perchè no, anche una piccola festa la sera per svagarsi.

Posto di blocco

 Come funziona la base? Quali sono i ritmi? Una Fob “Forward Operation Base” è un microcosmo autosufficiente con qualche centinaio di ragazzi che rischiano la vita quotidianamente. I rischi non sono solo le famigerate IED “Improvised Explosive Device” lungo la strada, insieme ad eventuali “tic” cioè attacchi con armi leggere ma anche i razzi e i colpi di mortaio che possono colpire la base. In qualunque momento. Un mortaio può colpire anche da 5 km di distanza, da dietro le montagne. Te ne accorgi quando il colpo arriva a destinazione. Qui non è un gioco, non è un film. Non c’è denaro che tenga. La vita assume subito tutto un altro significato. Tutte le tue “cose” spariscono: i-phone, dvd, discoteca, auto sportive, abiti firmati, code nei centri commerciali.”Un bagno in più qui fa la differenza. Questo per noi sarebbe la felicità oggi”. Ecco come si torna al piano zero, alle vere necessità e si impara ad apprezzare davvero il lusso di un caffè, come un premio, un vero bene di conforto da condividere coi tuoi fratelli. Per uscire dalla base si passa attraverso diversi terrapieni di protezione e filospinato. Un ambiente ostile per la propria sicurezza. Per entrare stessa cosa. Una guardia col metaldetector controlla chiunque. Ci sono i local worker, afghani, locali, che possono entrare nella base per svolgere diversi lavori. Devono scendere dal mezzo. Entrare in un piccolo separè di cemento per farsi perquisire. Anche un orecchino o un ciondolo potrebbero essere mezzi di offesa. “Ma come chiedo io?” La guardia mi spiega “Non hanno fretta. Un pezzo per volta. Anche mesi, se non anni. Posizionano singoli e insignificanti pezzi qui e là che poi verranno assemblati…” La fine della frase è ovvia.Il mezzo invece viene controllato dai cani antiesplosivo. Se l’entrata non era prevista il mezzo dopo essere stato controllato viene fatto posteggiare in un’aerea filtro per 12 ore. “Perchè per 12 ore?” domando di nuovo scioccamente… “Il giro delle lancette di un orologio. Un timer…” Ok capito. Altra frase con finale ovvio. Qui è il 16 dicembre. Frasi con finali ovvi ti fanno apprezzare quanto la vita, qui, ma anche a casa, non sia poi così ovvia. E’ un dono.

Mangusta

Si và! Non “si parte”. Anche le parole, i modi di dire cambiano. Si impara ad esprimersi diversamente, ponderando il vero significato delle parole, delle loro sfumature, dei richiami. “Si parte per le vacanze”, “si parte per una gita”. Non è uguale e soprattutto vuoi la mente sgombra, avere meno richiami possibili alla vita civile. Ti devi concentrare. Di fatto “si và”. Si indossa il giubbotto anti-proiettile, l'elmetto, si prendono le armi........

Siamo da qualche parte nel deserto nel sud dell’Afghanistan, un punto che per ritrovarlo su una mappa avrei necessità delle coordinate Gps. Resterebbe in ogni caso davvero solo un punto imprecisato in pieno deserto. Attorno a noi solo il buio della notte e sopra le stelle. Tante. Tantissime.

C’è un cielo stellato mai visto e tante, tante “stelle” cadenti. Forse perchè qui più che da noi c’è davvero molta necessità che i desideri degli uomini si avverino.

Casa è lontana. Le fidanzate, le mogli, i mariti e figli ancora di più. Si prova a dormire. Seduti. Il rumore continuo del Dardo e della torretta che con movimenti cadenzati fa la guardia forse ci culleranno… I ragazzi si danno il turno. I secondi passano lenti. Trovare una posizione comoda pare impossibile. Si attendono le primi luci dell’alba con gli occhi chiusi. In silenzio.

Piano zero

Certe esperienze ti entrano dentro, ti cambiano, non puoi più fare inversione di marcia. Ti si aprono gli occhi con una nuova capacità di mettere a fuoco la quotidianità. Mentre mi corico coccolato dal torpore della tenda mi viene in mente un aforisma provocatorio “Il Paradiso lo preferisco per il clima, l’Inferno per la compagnia”. Qui nell’inferno la compagnia è la migliore che potessi trovare. Ma chi ci dice che il Paradiso sia un luogo e non un gruppo di persone?

 

Tricolore

 

La vita dei nostri ragazzi, non è così facile come tanti credono.
Ansia, tensione..... sempre... 24 h su 24, mai un momento di cedimento o distrazione.... tutto può essere fatale. Buon lavoro, ragazzi e un abbraccio a voi tutti.

silvia610

 
 
 

Attentato in Afghanistan,14 aprile 2013

Post n°288 pubblicato il 17 Aprile 2013 da silvia610

Improvvisa, devastante.... arriva la notizia che mai avrei voluto sentire..... Epensare che proprio quella maledetta domenica, avevo sentito per telefono la fidanzata di Paolo..... mi aveva detto che quel giorno era "fuori".... e già lì, la preoccupazione sale vertiginosamente..... Poi all'ora del tg la notizia..... Ma pensi che non può essere stato presente in quel pattugliamento.... magari, svolgeva altre attività.... Invece no... non è così.... era proprio lì..... e fortunatamente non è tra i feriti.... ma credo che sia stato un momento tragico, non solo per lui... ma per tutti....
Esplode un ordigno in Afghanistan...... gli infami colpiscono ancora.....
Due italiani feriti: non rischiano la vita

Un fottuto blindato Lince viene investito da un'esplosione,  durante un’operazione in Afghanistan.

 

      Lince



L’attentato vicino a di Shindand.
Due militari italiani che viaggiavano a bordo di un blindato sono rimasti feriti nell’esplosione di un ordigno rudimentale nell’ovest dell’Afghanistan. Non sarebbero in pericolo di vita.

L’attentato si è verificato domenica 14 aprile 2013  ...alle 9:30 locali (le 7:00 in Italia), durante un’attività di “village assessment” presso il villaggio di Awkalan, località a 8 chilometri a sud di Shindand.

Secondo quanto riferiscono al comando del contingente italiano, «un mezzo blindato “Lince” della Transition Support Unit - Center è stato investito dall’esplosione di un ordigno improvvisato».

 

    Attentato



A seguito dell’esplosione, 2 militari italiani sono rimasti feriti. I due ’’ non versano in pericolo di vita’’ e sono stati immediatamente trasportati presso l’ospedale militare da campo di Shindand. I famigliari sono stati informati dagli stessi militari, e quanto prima saranno rimpatriati. Gli Alpini coinvolti sono di stanza a Barletta e Salento, erano in pattugliamento con il 7° Reggimento Alpini Brigata Julia, di stanza a Belluno.
Afghanistan
Mi sto riprendendo ora dalla terribile notizia......
RAGAZZI.... FORZA E CORAGGIO..... UN AUGURIO DI PRONTA GUARIGIONE!!!!!!
silvia610

 
 
 
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GRAZIE RACHELE SOFIA...

Auguri Rachele Sofia

AUGURI!!!!!!

 

PINK FLOID

 

nutella party    Oscar

 

 

BIANKOENERO - BLU_ART

BIANKOENERO

Ringranzio l'amico bloggers per
il pensiero che mi ha riservato
al termine della visita alla sua
mostra cibernetika.

Consiglio a tutti di visitare il
suo blog e la sua mostra di
grafici.

Grazie BIANKOENERO e
complimenti per i tuoi
meravigliosi lavori.

http://blog.libero.it/biankoenero/

The Best of Blu_Art

Un ricordo di blu_art donatomi
al termine della visita alla sua
galleria di grafici, pubblicata
nei giorni scorsi.  Immagini
straordinarie con effetti speciali
fantastici. Grazie Gian, sei
veramente uniko!!!!!

http://blog.libero.it/ilmonako/

GRAZIE A THE BEST OF BLU_ART
DA OGGI NEL CIELO BRILLA
UNA STELLA IN PIU’…..
GRAZIE PER AVERMI FATTO
QUESTO DONO…….

LA NOTTE DELLE STREGHE.....
THE BEST OF BLU_ART



 

TRA SOGNO E REALTÀ

 

PER GLI AMICI, QUELLI VERI....


Trova il tempo di essere amico:
è la strada della felicità.
I veri amici amano condividere i momenti preziosi
che la vita riserva loro,
come le piccole cose dell'esistenza
per cui vale la pena di vivere ogni giorno.
Lo spendore dell'amicizia
non è la mano tesa nè il sorriso gentile
nè la gioia della compagnia:
è l'ispirazione spirituale quando
scopriamo che qualcuno crede in noi
ed è disposto a fidarsi di noi.
Con sincero affetto....

 

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