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JAMBOREE

dove parlo, sparlo e soprattutto sproloquio

 

Messaggi di Giugno 2015

Di sogni e bisogni

Post n°249 pubblicato il 24 Giugno 2015 da pantouffle2011
 

 

Sai, appena posso scappo e vado in barca. Certo, è solo un guscio, ma vuoi mettere il vento nei capelli ed il profumo di salmastro…?”

Il sorriso da brigante, un ciuffo sbarazzino. Peccato per l’ortodonzia anni ’50, ma vabbè.

“I miei coetanei scelgono la moto, io ho scelto la barca. Vento, libertà, zero vincoli. Ci passerò la mia vecchiaia, in giro per il mondo.”

Lui non mi ha riconosciuta, ma io sì. Ci siamo incontrati 1000 anni fa; certo, in un’altra era ed in un’altra vita. Lui più grande di me, con il motorino a petardi a fare le impennate. Io, similbambina, negli anni in cui il figo della scuola ti chiede di passargli matematica e tu pensi che sia innamorato di te.

Diverse le scuole ed opposte le vite, ma nei piccoli paesi non ti perdi mai veramente di vista. Ecco perché so che la barca di cui parla non può essere la sua. O che l’unico progetto che può fare sui suoi ultimi anni è di vincere alla lotteria. Di sicuro sarebbe il più concreto.

“Prendi il largo e vai – continua – C’è il mare e ci sei tu.”

Soprattutto non c’è tua moglie, penso. E mi chiedo se sia davvero la terraferma l’unico vincolo da cui vorrebbe togliere gli ormeggi.

Ma so che non è tipo da fare il fenomeno in giro, non lo è mai stato. Forse anni di matrimonio in cui l’unico dialogo possibile è stato “ricordati di portar giù l’umido” gli hanno ammazzato la poesia, ma non è qualcuno con cui fare le capriole che sta cercando.

Ecco come ci si sente a non essere quello che avresti davvero voluto essere, dice invece il suo sguardo. Uno sguardo che sa di sconfitta, disillusione, di sfide forse mai cominciate.

Confesso che avrei preferito un’allusione offensiva, un complimento fuori luogo. Gli avrei tirato un breccolone, insultato tre generazioni di zie, ma mi avrebbe fatto meno male.

Lo ascolto e sorrido, mentre nel raccontarla, la vita che vorrebbe, sembra farsi via via meno immaginaria e più reale. Chissà quante volte l’avrà pensata, mi dico.

I tratti del suo viso si distendono, l’occhio si fa vispo, come se la brezza gli entrasse nel cervello, quasi a rinfrescare luoghi in cui asfissiava da troppo tempo. Ed improvvisamente è come se fosse ancora sul motorino, a guardare il culo alle ragazze. Come se un futuro diverso fosse ancora possibile. Senza il figlio disabile, la moglie disoccupata e le rate da pagare che si frappongono oggi fra lui e quel domani.

Sta cercando il vento, quello sì, ma non quello del mare. Sta cercando il vento della vita, che gli regali un po’ di movimento. Il respiro di un momento, ma più a parole che a fatti.

Questo fa di lui un cazzaro? Non lo so. Ma so che a volte ti somiglia più un sogno che la tua vita stessa.

Ciao Guys.


 

 
 
 

Quando c'è la salute c'è tutto. O quasi.

Post n°248 pubblicato il 20 Giugno 2015 da pantouffle2011
 

 

Dormo poco, mangio male, vivo peggio. Sarà che sono agitata, quasi isterica. Forse anche malata di mente.

Le responsabilità mi ammazzano, le difficoltà mi segnano, il quotidiano diventa un'infinita montagna da scalare.

Fossi vissuta due tre secoli fa mi avrebbero spedita in campagna per guarire i miei nervi scossi. O ad accompagnare la zia, zitella, in un lungo viaggio in nave fino in America. Il comandante, bello, tenebroso e fidanzato con una tipa in sedia a rotelle che non amava ma con cui stava per un voto d’amore, sarebbe stato Colin Firth.

L’avrebbe mollata per me, ça va sans dire. Scoprendo che lei camminava benissimo e che l’aveva sempre ingannato con la finta malattia per tenerlo stretto a sè. La stronza.

Fossi almeno ancora una ragazzina, potrei addormentarmi sognando un domani migliore, un luminoso futuro ed un quotidiano sereno. Credere davvero che la Fatina Chiattona possa portarsi via brutti e brutture, facendoti dormire in un letto di piume, lasciandoti la pelle come il culo di un bimbo.

Ma vivo nel 3000 e ragazzina non sono, ed ho scoperto da mo’ che il domani migliore è meno probabile dell’apparizione della Madonna di Fatima. Sul luminoso futuro lascerei perdere: l’unica cosa che cambia davvero dopo i 30 anni è la forza di gravità delle tette.

Per cui eccomi qui, con l’aspetto rilassatissimo di un ostaggio che sta per registrare un videomessaggio, fresca e pronta per affrontare la giornata con la tranquillità di chi sta per entrare nella gabbia dei leoni. Cosparsa di simmenthal.

Per cui che dire? Solo una cosa: Fatina Chiattona, vaffanculo.

 


 

 
 
 

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