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La Luce di Mizar

 
 

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MATERA BY NIGHT

Le suggestive foto dei Sassi che vedete in questo box sono state scattate da Gerardo Fornataro, che mi onora della possibilità di arricchire e valorizzare il mio blog con i suoi lavori.
Grazie Gerardo.


































































































 
 

 

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L'altra faccia della medaglia

Forse uno dei segreti per fare delle belle foto è catturare nell'inquadratura uno scorcio, un colore o un movimento che siano in grado di trasmettere qualcosa,  restringendo il campo visivo ad un'immagine con confini chiari e netti.
La rotellina dello zoom, in questo,  può fare miracoli.
Ma una volta che l'occhio smette di cercare l'inquadratura migliore, diventa impossibile ignorare quelle ferite inguaribili, quegli squarci in quello che è stato uno dei tanti piccoli paradisi di cui è piena la nostra penisola, oggi confinati nello scatto di una digitale.

Ed ecco, lo stesso luogo in cui ho scattatto le foto che ho pubblicato qualche giorno fà, cambiare volto...

Questo è il panorama "ammirabile" semplicemente ruotando il capo di 180°

Panorama

La lettera "A" indica il cementificio dell'Italcementi, attivo fin dai primi anni '70.
Per l'alimentazione della propria centrale termoelettrica (50 megawatt) vengono utilizzate, tra le altre cose, combustibili alternativi, tra cui pneumatici usati e pet-coke, altro neologismo di origine anglosassone (tanto per tornare al tema di un mio post di qualche settimana fà) per definire l'ultimo scarto della lavorazione del petrolio. Praticamente un inceneritore.
Quando il vento spinge i fumi che fuoriescono dalla sua ciminiera verso il centro abitato (distante pochissimi chilometri) è impossibile non sentire una forte puzza di gomma bruciata che rende l'aria quasi irrespirabile, lasciando solo immaginare quale genere di sostanze vengano rilasciate nell'ambiente. Il sito Sassikult offre un'interessante carrellata di foto a riguardo.

Oltre al danno la beffa.
Come potete vedere dalla foto qui sotto ci sono delle gru.
Cementificio MateraLo stabilimento è infatti interessato da lavori di ampliamento e potenziamento che prevedono tra le altre cose la costruzione di una nuova torre altra tra i 90 ed i 100 mt (per darvi un'idea la Torre degli Asinellli a Bologna è alta 97 mt, il Pirellone di Milano 127 mt, la Madonnina del Duomo è a 108 mt) che, a loro dire, dovrebbe ridurre  le emissioni inquinanti. Il tutto a ridosso del Parco Regionale della Murgia Materana, che si estende per più di 6.000 ettari a destra della foto.

La lettera "B" (prima foto in alto) invece indica lo Iesce, un torrente lungo circa 20-30 km che attraversa l'omonima area industriale tra le province di Matera e Bari ed alcuni piccoli insediamenti rurali.

Torrente Iesce

Schiuma nel torrente Iesce

 

 

 

 

 

 

A scanso di equivoci, quella che vedete è schiuma. Inutile dirvi che lì, dove ho scattato queste foto, il profumo del timo lasciava il posto ad un lezzo nauseabondo e l'acqua era così torbida da non riflettere neanche la luce del sole. Le stesse piante davano l'idea di un micro-ecosistema profondamente inquinato e compromesso.
Ed anche qui il binomio dano-beffa da origine all'ennesimo paradosso.

Torrente IesceIl torrente Iesce, assieme tutto ciò che è al suo interno, prosegue indisturbato il suo corso oltre la gola che vedete nella foto a destra, confluendo nel torrente Gravina (altro bel concentrato di veleni), le cui acque, schiumose e maleodoranti, fanno bella mostra  sul fondo di quello strapiombo che fa da soggetto alla cartolina più famosa della mia città, che ritrae da una parte i Sassi e dall'altra il suggestivo complesso rupestre di Murgia Timone.
Questa per intenderci:

Panorama Sassi di Matera, Gravina, Murgia Timone
Foto di Gerardo Fornataro da sassiphoto.com

E questo è ciò che si può vedere affacciandosi da un punto qualsiasi, su entrambi i versanti.

 

Torrente Gravina
Foto da Sassikult.it

 

Bello vero?
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...che ve lo dico a fare.

 
 
 
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Un blog di: mizar_s_light
Data di creazione: 08/12/2007
 

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MIZAR

Zeta Ursae Majoris

Dall'arabo Miz'ar (cintura) è la stella centrale del "timone" della costellazione del Grande Carro, porzione dell'Orsa Maggiore e si trova a 60 anni luce dalla terra.
Il suo nome originario era Mirak, fu ribattezzata nel sedicesimo secolo da Giuseppe Scaligero.
Sua compagna inseparabile è Alcor, distante dalla terra 80 anni luce, più difficilmente visibile data la vicinanza ad una stella molto più luminosa, tanto che gli arabi la chiamavano Al-Suha "La trascurata". Nelle notti senza luna e fuori dalle città la si può vedere brillare debolmente, sopratutto se si cerca di non guardare direttamente Mizar. Nell'antichità la capacità di saper individuare nel firmamento le due stelle era considerata segno di buona vista.

I moderni telescopi hanno scoperto che il sistema Mizar-Alcor è tra i più complessi e tra i più affascinanti di quelli conosciuti. Entrambi gli astri infatti si dividono in sistemi multipli, Mizar è in realta una coppia strettissima di due stelle, Mizar A e Mizar B, che sono a loro volta una doppia ed una tripla, Alcor invece è una doppia.

Il motivo per cui Mizar è il mio nick e la luce di Mizar è il nome del mio blog è insito proprio in questa breve descrizione. Il suo sembrare un unica stella alla sola vista essendo in realtà un sistema molto complesso rispecchia la mia personalità ed il mio modo di pormi con gli altri. La prima impressione che trasferisco al mio interlocutore è sempre fuorviante rispetto alla mia vera essenza, la mia personalità è molto variegata e complessa e spesso mi piace "giocare" a far trasparire un lato piuttosto che l'altro. Mi piace essere poliedrico.
La luce di Mizar è una metafora del mio pensiero, perchè come la sua luce è il frutto e la somma delle luci delle stelle che la compongono, così il mio pensiero è il risultato dell'interazione di tutte le componenti della mia personalità.

Ed io non le conosco tutte...

 

VIAGGIO VERSO L'ORSA...

...attraverso un mondo, dighiaccio apparente.

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01 Febbraio 2009 - Diga San Giuliano - Matera

 

 

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