NEL QUI E ORA

NEL MEZZO C'È TUTTO IL RESTO

Il "caso" della vita mi ha fatto ritrovare sul cammino mio cugino, ora ha quasi 22 anni. Un bellissimo ragazzo sia dentro che fuori. È stato un anno e mezzo in Inghilterra...ma anche lì ha perso il lavoro, ha sperimentato gli eccessi e poi la solitudine.

Un passato da bimbo abbandonato, spostato da una famiglia all'altra come un pacco postale, nessuna sicurezza...anzi, l'eterna sensazione di non essere abbastanza per ricevere amore.

Questo week-end l'abbiamo passato insieme, mi ha parlato di come gestisce le relazioni sentimentali. Dice...

"Ho paura del rifiuto, quindi cerco di non affezionarmi, preferisco quelle relazioni che il giorno dopo non le senti più, perchè così sono già sicuro di non starci male. Se sto più tempo con una persona, mi ci affeziono e poi vivo le pene dell'inferno quando, per un motivo o per l'altro ci si lascia. Ma di solito ci si lascia per colpa mia. C'è però una ragazza che non riesco a dimenticare, non mi sono mai aperto completamente con lei...anche se avrei voluto farlo. Lei mi ha sempre cercato, perdonato, riempito d'amore...io l'ho sempre tenuta a debita distanza. Quando sono partito per l'Inghilterra non le ho spiegato niente, semplicemente le ho detto che dovevo andare...e lei l'ha accettato. Ora che sono tornato qui però...e so che sta a pochi chilometri da me...mi rendo conto che mi è entrata profondamente nel cuore, che anche volendo...non riesco a dimenticarla. In Inghilterra, in ogni donna cercavo qualcosa di lei. Ora però ha la sua vita, ha un altro ragazzo e questo mi fa male...una parte di me vorrebbe correre da lei a riprendersela, l'altra parte mi dice che la mia vita è così e sarà sempre così: sono condannato a soffrire".

Ho cercato di aiutarlo a riflettere sul fatto che la fuga è una strategia che lui usa per non soffrire ma alla fine il risultato è che, oltre comunque a soffrire, continua a riconfermare a sè stesso che non vale abbastanza per essere amato e nemmeno per amare. Rifiuta, non si mette in gioco totalmente e si autoconvince di dover accettare che per lui non ci sarà mai felicità. Se solo potesse rendersi conto di quanto potere abbiamo sulle nostre vite, di quanto sia facile scardinare vecchie malate costruzioni mentali, di quanto sia fantastico e liberatorio avere il coraggio di aprire il proprio cuore e viversi tutto...perchè ce lo meritiamo e soprattutto perchè abbiamo anche tutte le risorse per gestire l'incertezza degli eventi. 

La sicurezza che una relazione, un amore sia vero e duri per sempre...non ce l'ha nessuno, è una costruzione che avviene giorno per giorno, sperimentando e lavorando ognuno su di sè. Gli eventi esterni portano sempre oscillazioni, nuove prove, nuove emozioni e nuove scelte da compiere...ma siamo sempre noi ad avere il potere di farle e di trasformare anche situazioni dolorose in lezioni e crescita.

Evitare di guardare ciò che si sente dentro, evitare poi di viverlo...significa privarsi di nuove lezioni e di nuova crescita...come anche la possibilità di dare e ricevere amore, senza paure, senza condizionamenti, senza aspettative. Vivere l'amore così...cioè viverlo pienamente e in modo sano, non è facile ma è possibile....e lo diventa se ci si sperimenta, se ci si butta con coraggio nonostante la paura, se si varcano quei limiti che le esperienze del passato e noi stessi ci siamo autoimposti per proteggerci. 

Ora vedremo cosa deciderà di fare, mi auguro con tutto il cuore che prima o poi possa sperimentare l'amore che merita di ricevere e di dare. 

La stessa cosa auguro in ogni "qui e ora" a me stessa e a tutte le anime in cammino. Un abbraccio a chi passa da qui...