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Creato da: ilpasquino.controinf il 02/01/2012
giornale di controinformazione

Messaggi di Dicembre 2015

 

‘O botto (Il botto)

Post n°847 pubblicato il 31 Dicembre 2015 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Mi farebbe piacere fare il botto, non come scoppiare in mille pezzi, come quelli che si mettono la cintura perché nella testa hanno il vuoto, no, manco per sogno, a me farebbe piacere scoppiare di libertà !

Eh già cosa significa libertà…chissà, mica lo sappiamo più. Noi della libertà non sappiamo più proprio un tubo di niente. Noi non conosciamo né l’aria né i fiumi, non amiamo né l’altro né noi, non rispettiamo la terra, non amiamo l’onestà, non dedichiamo parte del nostro tempo alla cultura, a leggere, a scrivere, anche cazzate, ma a scrivere in italiano, non in “sms”, non dedichiamo neanche un minuto agli altri e dedichiamo il peggio di noi stessi a noi stessi.

Un botto ci vorrebbe, uno scoppio che riesca, come un filtro, ad eliminare le scorie, i veleni dell’ ottimismo di chi guarda la gente morire di fame e di lavoro;  dell’ ipocrisia di chi vende  se stesso e la propria dignità per pappare sulla pelle degli altri; di chi  ruba i sacrifici di chi lavora, ne estorce i diritti, si arricchisce del sudore; di chi ritiene che i numeri dei conti in banca dei ricchi siano più importanti della stessa democrazia; di chi vede in quei barconi ed in quelle lacrime un nemico.

BOOOM…un rumore fragoroso, ma non assordante; non un solo sparo, una sinfonia di botti, ognuno con il suo suono, ognuno con il suo colore, ma all’unisono, tutti assieme, nessuno fuori tema, nessuno sopra le righe.

Note e tinte fuse, un concerto di quell’arcobaleno che ha i colori di quella libertà che abbiamo dimenticato.

 
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Siamo un paese fortissimi, fatto di gente fantastici

Post n°846 pubblicato il 30 Dicembre 2015 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Dallo chef Silvio, che aveva i tavoli del suo ristorante sempre pieni zeppi, al Checco Zalone in versione toscana, con una squadra fortissimi, fatta di gente fantastici .

Caccia ai gufi, presi di mira non si sa perché dal comico fiorentino, inseriti in ogni sua slide a rappresentare chi “non crede, non obbedisce e non combatte” contro le secche, non sparge ottimismo a raffica, non vede, nel suo sorriso e nel suo incomprensibile inglese, la ripresa che avanza a suon di cinguettii, di conferenze stampa con una stampa che ormai soltanto stampa.

Il messaggio è chiaro: “dovete crederci”, soprattutto se Lui crede di crederci, la svolta non ha risvolto, la fiducia, che l’Istat raccoglie tra gli iscritti del PD, è alle stelle, il mondo ha fame d’ Italia, tanto da papparsi il nostro intero patrimonio industriale per quattro soldi, è l’anno buono che più buono non si può.

L’ Italia, grazie a Lui, non sarà mai più schiava del volere popolare, il voto, con l’ italicum, diverrà una pura formalità, chi vince prenderà tutto, il parlamento sarà solo un’ appendice costosa di una commedia da quattro soldi, dove tutto è già previsto e scritto, quel passaggio formale che aiuta i giornali a riempire i loro fogli sempre meno letti.

“Mi ritirerò a vita privata”, dice all’improvviso cogliendo tutti di sorpresa, “forse nel 2023” aggiunge, e il sollievo scorre sulle spine dorsali inclinate, sulle Leopolde affollate, sui Boschi bancari, sugli evasori seriali, sugli scontrini scomparsi e mai riapparsi, sul Bersani contrario e sul Nardella comprimario.

La conferenza finisce, il premier per caso e per Napolitano saluta i comprimari accorsi in sala, sorrisi e pacche amichevoli accompagnano la sua uscita dalla sala.

Siamo un paese fortissimi, fatto di gente fantastici…

 
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La censura è la voce dell’ ignoranza

Post n°845 pubblicato il 29 Dicembre 2015 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

E’ certamente “populista” ricordare quanto affermava Voltaire qualche secolo fa: “Non ho mai approvato gli errori né le verità banali che afferma, ma ho preso fortemente le sue difese”.

Sembra una sciocchezza, eppure questa sciocchezza, ai tempi del Renzi pensiero, dove tutto ciò che non si adegua ad esso diviene fango, ritrova il suo senso e la sua toccante necessità.

Accade a Salerno, la città dell’ ex sindaco De Luca, quello più volte indagato, che ora si trova a reggere, nientemeno, che la regione Campania intera (i reati, anche solo ascritti, fanno curriculum nel nostro paese).

Nella rassegna “Primi applausi”, dedicata alle scolaresche e programmata presso il teatro Verdi di Salerno, era in cartellone lo spettacolo “Fa’afafine – mi chiamo Alex e sono un dinosauro” del regista Giuliano Scarpinato, specializzato nel teatro per l’infanzia, dedicato ai ragazzi dagli 8 ai 14 anni. Il rapporto di un adolescente con il suo corpo, i suoi coetanei ed i suoi genitori, questo il tema, nulla di scabroso, solo quanto la vita propone ad ognuno di noi nell’adolescenza, spesso, in mancanza di quella conoscenza e cultura di cui avremmo diritto.

Ma c’è chi pensa, nel nostro paese, che la cultura debba essere ristretta negli ambiti delle proprie credenze religiose e se ne frega delle libertà altrui e delle stesse leggi che regolano i rapporti in questo stivale ammuffito.

Basta fare un po’ di casino con “comitati” di gente che non ci sta con il cervello, trovare appoggi in qualche politico che vuole farsi un po’ di campagna elettorale, rivolgersi a quotidiani che della libertà d’espressione e di pensiero si sono fatti perennemente beffa ed ecco trovato il modo, anticostituzionale e pietoso, di censurare il pensiero, di cancellarne una parte, quella sgradita, quella che non piace a chi pensa di ben pensare, a chi crede che la cultura sia censura e che la censura non sia, invece, il totem dell’ignoranza.

La Chiesa Pastafariana Italiana (http://www.chiesapastafarianaitaliana.it/index.php) , che predica la tolleranza religiosa, il rispetto dei diritti, la non violenza ed il pacifismo, il dialogo, il pluralismo e l'uguaglianza,  la libertà di coscienza di espressione e di ricerca, tramite Beveranda Scialatiella Piccante, Emanuela Marmo, Frescova di Salerno, interviene nella vicenda della cancellazione dello spettacolo scrivendo una lettera al Sindaco del Comune di Salerno,  che riassumiamo in poche, ma ben “cotte”,  righe: “Alle testate giornalistiche, responsabili della circolazione di idee, ricordiamo che non esistono contenuti “gender”, esistono bambini e l’arte può raccontarne la storia, a prescindere dai loro desideri sessuali; al Sindaco ed al comitato “Difendiamo i nostri figli”  ricordiamo che è fondamentale trattare gli argomenti della diversità sessuale a scuola, con personale preparato a dialogare ed ad inquadrare gli argomenti; al Comitato precisiamo che la scuola ha obiettivi di crescita sociale e collettiva e li raggiunge attraverso l’informazione, come è sancito nella Carta internazionale dei diritti del fanciullo; al signor Sindaco, ancora, che l’ Italia è una repubblica laica, aconfessionale e che le scuole sono enti pubblici e non fanno catechismo e che per questo costituzionale motivo devono garantire eguali spazi di espressione”.

Il nostro contributo è quello di ricordare, al Sindaco di Salerno, al comitato “Difendiamo i nostri figli” ed alle testate che hanno appoggiato la censura di questo spettacolo, che chi imbavaglia raglia.

 
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La CGIL fuori di testa

Post n°844 pubblicato il 28 Dicembre 2015 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Quello che accade di brutto nel nostro paese deve avere a che fare con la perdita di quella memoria storica, pilastro della nostra democrazia e dei nostri valori.

Il sindacato, che Di Vittorio reggeva, mai e poi mai avrebbe aggredito lavoratori in lotta, mai e poi mai si sarebbe schierato con i padroni, per nessun motivo, per nessuna ragione; a soli dodici anni diceva: “ Vogliamo il salario, vogliamo l’orario di lavoro. Viva il grande sciopero, viva la giustizia!”

Nella notte tra il 22 ed il 23 dicembre quattro lavoratori, iscritti al S.I.Cobas, nei pressi del magazzino GLS di Montale (Provincia di Piacenza), sono stati aggrediti da una squadraccia che non aveva le bandiere fasciste, ma quelle della CGIL.

Nella logistica, da tempo, i lavoratori passano al S.I.Cobas, unico sindacato che difende, sul serio, i diritti di chi lavora, un esodo che riduce il “potere contrattuale” di quelle sigle sindacali confederali disposte a firmare ogni nefandezza, pur di rimanere attaccate a tavoli insensati e ben lontani dalle reali esigenze di chi butta il sangue per l’intero giorno.

La cosa deve aver dato fastidio a quei vari burocrati abituati a giocarsi, sui tavoli con le aziende, la vita della gente in cambio di favori personali. Spesso, se non sempre, anche le pietre lo sanno, nelle varie aziende collegate a quella con la quale è in corso la trattativa, se non proprio nella stessa, vengono piazzati, per “ammorbidire” le posizioni sindacali, amici e parenti, figli ed affini di delegati non si sa da chi e neanche perché.

Gente che con chi lavora spesso non ha mai avuto nessun confronto, che sempre ha tradito il mandato assembleare, che giustifica ogni accordo a perdere ed ogni abbandono della naturale lotta con il mantenimento dei livelli occupazionali, poi regolarmente tradito successivamente.

Chi non si adegua non solo non è gradito dai “padroni”, ma sembra che ora dia fastidio anche a chi intende il sindacato come una parte interna alla controparte, una succursale dell’azienda, pronta a punire, con ogni mezzo, chi si oppone, chi si ribella, chi ricorda, chi ha quella dignità che loro vorrebbero schiacciata sotto i piedi.

I quattro lavoratori aggrediti hanno avuto bisogno delle cure del Pronto Soccorso, uno di loro risulta avere gravi problemi e aver subito gravi conseguenze dall’aggressione ed è in lotta fra la vita e la morte.

Il S.I. Cobas, in un suo comunicato stampa dichiara: “Si tratta di un fatto senza precedenti, che segnala il livello di isteria raggiunto dalle organizzazioni confederali a fronte della travolgente cavalcata nel settore logistica-trasporti del sindacato di base S.I.Cobas, che ha restituito dignità e diritti alla classe operaia piacentina. In attesa che le autorità di polizia e giudiziarie procedano agli accertamenti del caso, il sindacato S.I.Cobas si è mosso per tutelare i propri aderenti sin dalla notte della vile aggressione, interrompendo il lavoro per un'assemblea di discussione al termine della quale si è deciso di dimostrare senso di responsabilità rientrando tutti al lavoro, ma riproponendosi di battere tutte le strade possibili per evitare il ripetersi dell'accaduto”.

Proprio la sera di lunedì 21 la CGIL aveva organizzato un'iniziativa sul tema della legalità insieme a varie associazioni poliziesche e sigle padronali del mondo della logistica.

La maschera della loro ipocrisia ha avuto vita solo poche ore.

 
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Non piove, governo di incapaci

Post n°843 pubblicato il 27 Dicembre 2015 da ilpasquino.controinf
 
Foto di ilpasquino.controinf

Piove, governo ladro,  e le città vengono allagate, i fiumi esondano, il fango ricopre interi quartieri, ci sono dispersi, morti.

Non piove, governo di incapaci, e lo smog attanaglia le metropoli dello stivale, i limiti stabiliti per il livello di polveri sottili, “sopportabili” per un essere umano, superati dovunque di gran lunga per intere settimane.

Nel primo e nel secondo caso non c’è mai un solo amministratore, locale o nazionale, che dica, semplicemente e chiaramente: “è colpa mia”.

Il rimpallo delle responsabilità, gioco di squadra dei politici nostrani, fa ricadere sempre e solo la colpa sui cittadini. La mancanza di controlli, di un attento esame del territorio ed una sua gestione appropriata, un migliore servizio pubblico a costo accettabile, tutte cose che dall’alto dovrebbero essere gestite in modo intelligente, se le persone che lo fanno fossero almeno capaci di intendere e volere, non vengono nemmeno prese in considerazione, più facile, per chi pappa uno stipendio senza essere in grado nemmeno di gestire queste emergenze, scaricare la colpa su chi è costretto a costruirsi una casa, per mancanza di alternativa, anche in zone a rischio, o su chi, obtorto collo, deve affrontare chilometri di traffico giornaliero per andare a lavorare.

Governi nazionali e locali, pieni zeppi di raccomandati, ignoranti della materia, attenti alle tangenti e non ai compiti a loro assegnati, riescono a far divenire emergenza ogni cosa, il sole come le nubi, la pioggia come il mare, l’acqua come la terra.

In tempi molto meno recenti chi gestiva la cosa pubblica aveva come prima cosa a cuore la sostenibilità del progresso, la conservazione della natura e del suo spazio vitale, gli interessi, non solo economici, dei cittadini, il valore di ciò che significa governare e di quanto sia importante farlo con competenza ed onestà.

Ora basta approvare una variante al piano regolatore per ottenere centinaia di voti, sedersi in qualche parlamentino locale e piazzare, così, figli e parenti un po’ dovunque, pazienza se il fiume esonderà e se le campagne saranno distrutte.

Lo stesso per chi decide, da gran demente, incentivi sull’acquisto delle automobili e rende, di contro, inaccessibile, per i costi, l’utilizzo della rete di trasporto pubblica.

Il pesce puzza, è inquinato, dalla testa…e la testa di chi ci governa puzza perché è marcia !

 
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