Quella che serve è una presa di coscienza collettiva che così non si può più andare avanti. Servono interventi esemplari che colpiscano chi continua a ciarlare inutilmente con l’unica conseguenza di aizzare gli animi dei più deboli di spirito. Continuare a vedere l’intera panchina dei piangina in preda ai soliti interismi ad ogni decisione arbitrale avversa è quanto di più grottesco con cui si possa avere a che fare di questi tempi. Gli onestoni non solo si sono presi un filotto di scudetti solo in seguito a quella che ogni giorno di più appare chiaro a tutti essere stata una farsa a loro uso e consumo, ma adesso fanno pure le vittime con gesti a volte gravi (le manette), a volte ridicoli (la pañolada dagli spalti) davanti a un direttore di gara che non ha fatto altro che arbitrare bene, a detta unanime della stampa sportiva, sanzionando falli e scorrettezze in salsa nerazzurra. Si dirà che per Mourinho tutto il fumo innescato è un modo per caricare i suoi, ma c'è la viva impressione che la carica sia troppa e che il giocattolo rischi di rompersi da un momento all'altro. Il doppio confronto di Champions League contro il Chelsea rappresenterà lo spartiacque della stagione. Impensabile la reazione ad un’eliminazione, ma anche proseguendo nel cammino europeo ci sarebbe da fare i conti con una pressione che mai è stata così alta.
Intanto la Roma è a -5 e il calendario nerazzurro nasconde insidie che evidentemente non lasciano dormire sonni tranquilli all’iracondo allenatore portoghese. Mercoledì prossimo Inter-Chelsea, poi trasferta ad Udine, poi in casa con il Genoa, quindi la doppia trasferta siciliana di Catania e Palermo, inframmezzata dal ritorno di Champions a Londra. Seguirà il Livorno in casa e poi lo scontro diretto contro la Roma all’Olimpico. Ma anche il Milan che espugna il San Nicola di Bari è in gioco a -7, con la partita di Firenze da recuperare mercoledì prossimo. Al quarto posto risale la Juventus, che a Bologna coglie una vittoria importante per classifica e morale, anche se in difesa l’impressione è sempre quella di trovarsi troppo facilmente in affanno. Fra le note positive la crescita di Del Piero e finalmente un Felipe Melo sopra la sufficienza. Le altre stanno dietro di un punto. Il Napoli, che a Siena non riesce ad andare oltre il nulla di fatto, la Sampdoria, che a San Siro non è in grado di approfittare della doppia superiorità numerica, ed il Palermo, l’unica del lotto a fornire una prova veramente convincente stendendo la Lazio con un 3-1. Bisognerà fare i conti anche con Genoa e Cagliari, che vincono nettamente rispettivamente contro Udinese e Parma e stanno sotto di appena due punti, con i sardi che devono pure recuperare la trasferta di Udine. In coda, dal Bologna in giù perdono tutte, ad eccezione del Siena che raccoglie un punticino. Forse la sconfitta più dolorosa è quella dell’Atalanta che perde in casa contro il Chievo, mentre le altre concorrenti soccombono secondo pronostico.
TOP DI GIORNATA
Leonardo. A Bari la squadra gli dedica la vittoria. Borriello e Pato corrono a ringraziarlo dopo i loro gol. A Leo vogliono bene proprio tutti e da tutti è rispettato. Se Berlusconi ha qualcosa da ridire sul gioco del Milan, lui non ci sta e fa capire di non essere certo un tipo da incollarsi alla sedia. In conferenza stampa offre addirittura le proprie dimissioni in caso non andasse più bene al grande capo. Che lezione di stile e di libertà a certi suoi colleghi!
Cagliari. Con la vittoria contro il Parma, la squadra allenata da Allegri va a tre punti dal quarto posto con una partita da recuperare. Nelle ultime otto partite (4 vittorie, 3 pareggi e 1 sconfitta) solo Roma e Inter hanno fatto meglio dei sardi.
Ranieri. Se il campionato può dare l’impressione di essersi riaperto, un bel po’ di merito è proprio dell’oste romano. Lui nega, ma intanto lavora per rosicchiare ancora un po’ di punti alla capolista, in attesa di Roma-Inter del 28 marzo. I conti si faranno alla fine e non è detto che l'esito sia scontato.
FLOP DI GIORNATA
Mourinho. Decanta il calcio inglese, ma sguazza nei gironi degli inferi del calcio nostrano. Il suo teatrino è fatto di provocazioni e mezze verità, quelle che gli convengono. Il gesto delle manette vale l’ennesimo sberleffo di un clown al padrone del circo. Ci sarà mai la parola fine alle ciarle e ai patteggiamenti di questo ineffabile portoghese? Qualcuno tiri lo sciaquone!
La San Siro interista. In un clima già grottesco di suo, i piangina che affollano lo stadio si coprono di ridicolo sventolando fazzolettini di carta bianca a mo di pañolada madridista. Anche noi abbiamo sfilato i fazzolettini dalla tasca, ma per asciugarci le lacrime dalle risate. Ridicoli!
La civile Bologna. Allo stadio c’erano solo loro e si sono fatti sentire con tutto il repertorio dei cori più beceri. Negli ultimi minuti si è sentito distintamente anche il coro “uccideteli uccideteli”. Almeno per quest’anno, essendo stato vietato l’ingresso alla tifoseria ospite, ci siamo risparmiati commenti ad eventuali incidenti. L’anno scorso andò peggio con un tifoso juventino che finì in rianimazione, dopo essere stato selvaggiamente picchiato davanti al figlio. Ma di questo signore non si ricorda nessuno.
Post n°327 pubblicato il 07 Gennaio 2010 da nick66
Che Calciopoli sia stato uno scandalo vero ormai ci credono solo gli interisti, e mica tutti, che da quella farsa in poi si sia assistito a dei campionati veri ci credono solo i Materazzi, quelli che il 5 maggio 2002 chiedevano “fateci vincere!” agli avversari colpevoli di giochicchiare contro avversari inebetiti. Nonostante i quintali di ridicolo di cui i Materazzi si coprirono quel giorno, oggi continuano a farneticare di chissà quali inghippi per giustificare quel suicidio. Oggi c’è stata la Befana a portare alla banda degli onesti un paio di regali, grazie ai quali Mourinho e compagnia sono riusciti ad espugnare il Bentegodi. E' stato imbarazzante il guardalinee Calcagno, che sembrava più il libero dell'Inter che non uno della terna arbitrale. Il suo collega non è stato da meno, non ravvisando gli estremi del rigore su Pellissier nel primo tempo. Pierpaoli si era già portato il fischietto alla bocca per fischiare, ma poi gli sarà mancato il fiato. Fatto sta che quelli del Chievo si sono messi a protestare, mentre gli altri sono andati a segnare. Finita qui? No, perché all’ultimo minuto c’è stata l’apoteosi con "la pugnetta" di Quaresma ad anticipare la testa di Yepes in piena area di rigore. Rigore? Ma perché mai? Anzi, l’allenatore degli onesti, imbeccato da Caressa ai microfoni di Sky, ci pensa un attimo e poi sbotta sicuro: “L’ha presa Yepes di testa”. Mourinho, onesto fra gli onesti. |
Post n°328 pubblicato il 11 Gennaio 2010 da nick66
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Post n°329 pubblicato il 18 Gennaio 2010 da nick66
A Verona la Juventus raschia ancora il fondo del barile. Fanno festa i i clivensi, che per la prima volta battono quella che una volta veniva chiamata Vecchia Signora. Adesso, ridotta a "battona", si fa infilare e beffeggiare a destra e manca, senza nessuno che alzi un dito per difendere un po' di onore. Ma chi mai dovrebbe farlo? Forse Blanc? D'accordo che le feste sono ormai andate, ma si è mai visto un tacchino organizzare il cenone di Natale? Certo che no, perché la festa a Natale sono gli altri che la fanno a lui. E Blanc fa proprio la figura di un tacchino. Immobile ed assolutamente impotente davanti allo sfascio bianconero, si avvicina sempre di più alla tavola imbandita su cui la festa dovranno per forza farla a lui. E' inutile cercare tardivi parafulmini "alla Bettega" per celare palesi fallimenti: il primo responsabile dell'attuale sfascio bianconero è l'uno e trino di Chambéry, che sa bene quanto l'esonero di Ferrara segnerebbe una volta di più il proprio fallimento personale. Ma a questo punto a salvare capra (o tacchino?) e cavoli ci dovrebbe essere una proprietà, capace fin qui solo di scelte dissennate (sono i risultati a dirlo) quanto di fugaci ed inutili visite all'ossario di Vinovo (visti i 42 infortuni fin qui occorsi). Adesso la Juventus è scivolata fuori dalla zona Champions e, considerate le partite da recuperare delle altre squadre, anche la qualificazione all'Europa League sarebbe fortemente ballerina ora. La Juve nelle ultime 10 partite ha collezionato ben 6 sconfitte con 18 gol subiti. Solo 6 squadre hanno fatto peggio a livello di punti, mentre le sole Atalanta e Siena hanno perso di più (7 sconfitte) e c'è solo il Siena che ha subito più gol (18 quelli della Juventus, 26 quelli del Siena). Per trovare una Juventus che perde 7 partite nelle prime 20 giornate bisogna andare indietro di 70 anni fino al campionato 1948-49!
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“E’ un pomeriggio di sole del settembre 1925 quando la Fiat Torpedo 509 di Edoardo Agnelli si ferma davanti allo storico campo di gioco della Juventus di Via Marsiglia. Ad aspettarlo c’è la dirigenza bianconera al completo che lo saluta mentre sta scendendo dall’auto. Il presidente risponde al saluto con un cenno della mano ma esita ad avanzare verso chi lo sta attendendo e si attarda all’interno dell’auto. La sorpresa è generale quando Edoardo scende dall’auto e va verso di loro tenendo per mano un bambino di nemmeno cinque anni che indossa un vestitino bianco e blu alla marinara: è suo figlio Gianni...”
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Post n°331 pubblicato il 25 Gennaio 2010 da nick66
Che il campionato sarebbe diventato "Cosa Loro", anche se con i rossoneri solamente relegati al ruolo di sparring partners, Nostradamus Moggi l'aveva pronosticato per tempo, ma che La Juve diventasse quello che è oggi nemmeno i più pessimisti e gli jettatori di professione potevano prevederlo. Con quella maturata contro la Roma siamo a 8 sconfitte su 21 giornate di campionato, mai era successa una cosa simile nella storia bianconera. L'ultimo parziale è di 5 sconfitte su 6 partite, un'andatura da zona retrocessione. In classifica la squadra, fino ad ora allenata da Ferrara, si ritrova ai margini della zona buona solo per entrare nell'Europa di serie B, staccata da Roma e Napoli, scavalcata dal Palermo ed avvicinata pure da Genoa e Cagliari. In due mesi di profonda crisi Monsieur Trinité è stato solamente in grado di richiamare Bettega per nascondersi dietro le sue spalle e niente più. Che Ferrara sia inadeguato e impotente rispetto al ruolo assegnatogli l'hanno capito nel frattempo anche i più riottosi. Intanto gli allenatori sulla piazza si sono tutti più o meno accasati, lasciando disponibili sul mercato solo pensionati che non allenano da un decennio e commentatori televisivi con brevi esperienze da allenatore. Blanc aveva scelto Ferrara senza considerare adeguatamente il rischio che la scelta di un allenatore inesperto poteva comportare (specie dopo l'esonero di Ranieri) e senza pesare per nulla gli scompensi di un eventuale cambio di modulo prospettati comunque dal tecnico testaccino. Alla luce di questo, ecco che l'esonero di Ferrara, inevitabile da tempo per i più, appare in buona sostanza come togliersi una pagliuzza, mentre la trave di questa Juventus è sempre più chiaro che sia rappresentata proprio da Blanc e dal suo fantomatico progetto, in grado di dilapidare centinaia di milioni con scelte dilettantesche, ma risparmiando sugli allenatori, come chi si compra un bell'abito senza preoccuparsi del cappottone per l'inverno. Ma la cosa tanto più sconcertante, quanto evidente, è che costui abbia lavorato sciaguratamente alla costruzione della Juventus di quest'anno avvalendosi dei consigli interessati di qualcuno che non rientrava nei quadri societari, spogliati, e qui sta la gravità, di ogni competenza tecnica. Così facendo questa Italjuve è diventata, di fatto, un laboratorio della Nazionale con l'innesto "a capocchia" di un Felipe Melo e di un Diego, acquistati a prescindere da qualsivoglia contesto tecnico e tattico. Questo manager francese sta riuscendo laddove nemmeno le sentenze dei tribunali sportivi dell'estate 2006 erano riuscite; ovvero sta distruggendo, giorno dopo giorno, l'orgoglio di una tifoseria che sta reagendo in modo sempre più assuefatto e rassegnato allo scempio che si sta compiendo. Da considerare c'è anche il pesante impatto economico che certe scelte quanto meno discutibili stanno comportando, con una svalutazione del parco giocatori di decine e decine di milioni di euro. Ma chi se lo comprerebbe oggi un Amauri o un Felipe Melo a venti milioni e passa di euro? Del resto parliamo dell'unico presidente della serie A che non rischia un euro di suo ma che, nonostante il suo fallimento sia sotto gli occhi di tutti, da quest'annata percepirà di certo una cifra difficilmente inferiore ai tre milioni di euro. Se proprio deve essere così, che almeno lo si liquidi il prima possibile con tutte le spettanze dovute e un bel biglietto di ritorno a Chambéry con su scritto un bell'adieu!
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Se è raro che la verità dei fatti superi l’immaginazione, ebbene in casa Juve, anche in questi ultimi giorni, quello che sta succedendo lascia basiti. Dopo l’eliminazione al primo turno diChampions League e un filotto di sconfitte senza precedenti, quella di sabato sera contro la Roma sembra sia stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso della pazienza di John Elkann. L'addio a Ferrara e l'arrivo di un nuovo allenatore sono un’eventualità che in Corso Galfer dovrebbero aver contemplato da tempo, visto l’andamento della squadra da due mesi a questa parte. Ma allo stato dell’arte l’esonero del tecnico bianconero è ancora in divenire, tanto che i bene informati sono sicuri che dovrebbe essere ancora lui a sedersi sulla panca bianconera giovedì sera contro l’Inter. Dire che si tratta di una situazione paradossale è eufemistico. Mentre i media si sbizzarriscono con il toto allenatore, la società, che pure è quotata in borsa, tiene la bocca cucita, senza nemmeno affidarsi a un laconico comunicato stampa per arginare lo sciacallaggio mediatico che si è scatenato. La consapevolezza che per Ferrara il tempo sia ormai scaduto l'hanno data le pagine de “La Stampa” già domenica mattina, all'indomani dell'ultima sconfitta. Un fatto assodato su cui “il giornale di famiglia” si è sbilanciato con la sicurezza di chi ha una notizia certa in mano. E’ trascorsa una domenica di illazioni, e sono arrivati un lunedì e poi anche un martedì senza una qualsivoglia nota ufficiale della società, in conseguenza di una posizione che “di fatto” ha assunto la proprietà. I nomi fatti in questi giorni comprendono pensionati e commentatori televisivi a portata di mano che la mezza Italia che ci deride vorrebbe appiopparci. Ci sono poi due allenatori come Hiddink e Benitez su cui si stanno sprecando le voci più incontrollate, con il primo nome che aleggia da oltre un mese e quello dello spagnolo uscito prepotentemente nelle ultime ore. Ma è tutta una ridda di voci senza riscontri, che danno l'idea di una situazione ben confusa e complessa da cui sembra difficile uscire nel giro di poche ore. L'impressione è che la dirigenza sia stata spiazzata dalla presa di posizione di John Elkann e adesso stia cercando di venirne a capo sapendo di non poter più sbagliare. Ma far finta di niente e mandare un allenatore totalmente sfiduciato in panchina giovedì sera nella partita di Coppa Italia contro l’Inter è qualcosa di veramente allucinante. Per sgombrare il campo dagli equivoci ci si domanda perché non si sia già provveduto all’esonero dando la squadra in mano al tecnico in seconda o all’allenatore della primavera o al responsabile del settore giovanile, così come avviene quando una società non ha pronto un sostituto. Di fronte all'esonero praticamente "annunciato" si sarebbe evitata una via crucis a Ferrara, ma anche una situazione che, in caso di vittoria, potrebbe diventare un tantino imbarazzante. Si sarebbe trattato di una scelta forse più logica nell’attesa di annunciare il nome del nuovo allenatore, indipendentemente dal fatto che questi possa essere “un traghettatore” o un portatore di un nuovo ehm... “progetto”. La speranza è che almeno la scelta del nuovo tecnico tocchi in toto a Bettega, l’unico lì in mezzo che goda della fiducia del popolo bianconero. Comunque sia, per il prepartita contro l’Inter, è il sito ufficiale della Juventus ad annunciare che la conferenza stampa sarà presieduta da Ferrara. Come dire, a Kafka questa Juventus gli fa un baffo! |
Post n°333 pubblicato il 31 Gennaio 2010 da nick66
Parma-Inter non si è giocata per la neve. Verso le 11,30 lo ha ufficializzato il questore Gennaro Gallo, per la impraticabilita' degli spalti del Tardini (!) Si è quindi trattato della prima partita della storia rinviata non per impraticabilità del campo, ma per impraticabilità degi spalti (!!!) per la nevicata caduta nella notte. Dieci centimetri di neve fresca. Al giornalista di Sky che a mezzogiorno gli ha chiesto se si poteva giocare un'ora più tardi, la risposta del questore è stata disarmante: “Attualmente gli spalti non sono ancora liberi dalla neve (erano le 12.00), stanno ancora lavorando e ne avranno, credo, ancora per un'oretta buona. Quindi, per le 15.00 non ce l'avremmo comunque fatta. In ogni caso, i tifosi non è che poi potessero entrare allo stadio alle 15.00, dovrebbero entrare almeno un'ora prima, tenendo conto che lo stadio era tutto esaurito. Nel momento in cui abbiamo fatto un sopralluogo, e ancora adesso, credo non ci siano le condizioni per la sicurezza degli spettatori, non parlo del terreno di gioco". Fatto sta che alle 15.00 gli spalti del Tardini erano sgombri di neve. Si è diffusa allora la voce che non si è giocato per "pericolosità delle vie di fuga". Decisione presa dal questore con tanto di Ok della Lega e delle società. Leonardi, direttore sportivo del Parma, ha ammesso che si sarebbe tranquillamente potuto giocare con un paio d’ore di ritardo, ma che sono emersi possibili problemi di ordine pubblico, come se si fosse trattato della prima volta che si aspetta due ore fuori dai cancelli per entrare a vedere una partita. L'aggravante è che il tutto si poteva annunciare a mezzogiorno, con congruo anticipo. E' veramente strano pensare che, di fronte a un calendario con pochi “buchi”, la Lega abbia preferito posticipare la partita anziché differirla di un paio d’ore. Dopo le polemiche sollevate da Via Durini, riguardo alle date delle partite di Coppa Italia, è arrivata quindi subito l’occasione per la Lega di rabbonire Moratti e compagnia. Molto meglio posticipare la partita contro il Parma invece di giocarla, specie considerando di aver giocato solo giovedì sera contro la Juventus in Coppa Italia. E intanto 24 ore prima a Monaco di Baviera, il Bayern giocava la partita di Bundesliga sotto la tormenta di neve battendo il Mainz per 3-0. Chissà com’erano le vie di fuga lì? |
Post n°334 pubblicato il 01 Febbraio 2010 da nick66
C'erano gli "spalti impraticabili" a Parma e non si è giocato. Sì, avete capito bene, perché in Italia ormai, se il campo è praticabile o meno, è un aspetto secondario. Ci sono da considerare gli spalti, le vie di fuga, se si ha più o meno voglia di giocare, se magari si è giocato anche giovedì allora no, meglio non farlo. Che questo sia successo all'Inter è senz'altro una casualità, ma certo che stavolta almeno Moratti e Mourinho non si sono lamentati. Strano che la Lega abbia acconsentito al rinvio della partita, invece di preferire di far slittare di un paio d'ore l'inizio della partita così com'era possibile, visto che alle 15.00 gli spalti erano completamente sgombri di neve. Pur senza scendere in campo l'Inter è riuscita, in un certo senso, a vincere lo stesso. Perché dietro glisparring partners nemmeno sono all'altezza, con un Milan che si fa bloccare sul pari da un coriaceo ma pur debole Livorno, e la tanto strombazzata Roma che trova i tre punti solamente a tempo quasi scaduto, solo grazie ad un improvvisato quanto indovinato colpo di tacco di Okaka. Una sorta di provvidenziale "fattore C" per la Roma che allunga sul Napoli fermato al San Paolo dal Genoa, ma soprattutto sul Palermo, stoppato dal Bari, e sulla Juventus che, nonostante un generoso rigore trasformato da Del Piero, non riesce a superare la solita Lazietta cui bastano cinque minuti per pareggiare. Rosanero e bianconeri sono così a -7 dai giallorossi. Alzi la mano chi pronostica una Juventus davanti a Roma e Napoli a fine campionato! Oggi come oggi è veramente troppo azzardato prevederlo. Piuttosto la Juve ormai deve guardarsi dietro per non scivolare ancora più giù. A un solo punto c'é la Sampdoria, che vince per la seconda volta consecutiva, e a un'altra lunghezza ci sono Genoa, Bari e Cagliari, con i sardi che devono recuperare pure una partita. Anche la Fiorentina deve recuperare contro il Milan e in caso di vittoria appaierebbe la Juventus. Nella giornata contraddistinta da ben sei pareggi su nove partite disputate, in coda non succede molto, se non che Atalanta e Siena, rispettivamente sconfitte contro Sampdoria e Roma, vedono allontanarsi di un altro punticino la zona salvezza, che va - 4 per i bergamaschi e a -8 per i senesi. In estrema sintesi, diciamo che questo è proprio un campionato impraticabile come gli spalti di certi stadi rigorosamente di serie A. Per fortuna che chi è davanti alla tv può sempre cambiare canale! |
Post n°335 pubblicato il 04 Febbraio 2010 da nick66
"Eh Vecchia Signora mia, le prescrivo un 3-4-3 e vedrà che in un paio di mesi tornerà a sentirsi come una ragazzina... Vedrà che a maggio il terzo posto non glielo toglierà nessuno!" Fra il medico e l'ammalata è più o meno questo il dialogo ideale che emerge da questi primi giorni di cura Zac. Un nuovo modulo come un'aspirina dagli effetti benefici, quasi si trattasse di un dolorino qualsiasi. Un'aspirina che non si sa quali effetti potrà avere, ma che certamente agirà su metà del corpo della paziente, perché l'altra metà è proprio rotta. Marchisio, Poulsen, Camoranesi e Trezeguet ancora nell'infermeria virtuale di Vinovo, per non parlare di Iaquinta, il cui ritorno è diventato un vero e proprio rebus, visto che il suo rientro in squadra è stato ancora rinviato. Un nuovo modulo senza gli interpreti adatti, perché i tre centrali non hanno praticamente ricambi se non Caceres, che è l'unico che può assicurare continuità sulla fascia destra, mentre su quella sinistra dire che la squadra è poco attrezzata è dire un eufemismo. Il centrocampo sulla carta è il reparto più convincente, ma in avanti la coppia Del Piero e "mocio" Amauri è oggi improponibile a certi livelli. Ma abbiamo fatto trenta e facciamo pure trentuno, peggio di questi ultimi due mesi sarà proprio difficile fare. |
Post n°336 pubblicato il 08 Febbraio 2010 da nick66
Mentre le partite di campionato diventano per l’Inter poco più di un allenamento, le altre si scannano per le briciole milionarie dei posti utili per accedere alla prossimaChampions. E’ la Roma, che mantiene le distanze, a fare il colpaccio di giornata espugnando Firenze con un gol nel finale, dopo aver subìto la supremazia dei viola per tutto l'incontro. Ha perso altro terreno il Milan, che a Bologna ha trovato solo due legni sulla propria strada scivolando a -10. Disco rosso per il Napoli ad Udine, ad interrompere l'imbattibilità di Mazzarri (15 partite). Si è trattato di una sconfitta dura da digerire per i partenopei, ridotti in 10 per più di un tempo per l'espulsione di Maggio, e particolarmente sfortunati per gli episodi succedutisi nel corso della gara. Basti pensare che a un minuto dalla fine solo il palo ha fermato quella che poteva essere la palla del successo per il Napoli, mentre solo nei minuti di recupero è arrivata la beffa con due gol di Di Natale.
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Post n°337 pubblicato il 15 Febbraio 2010 da nick66
Al diavolo la classifica! Dopo gli incidenti di Udine di domenica scorsa, i deficienti della domenica sono tornati in prima pagina. A Torino un poliziotto è stato colpito al petto dal lancio di un petardo ed è stato ricoverato in ospedale. Adesso si chiederà al Ministro dell’Interno l’adozione delle solite misure drastiche, quali l’ormai classico giro di vite sulle trasferte delle tifoserie, qualche tornello in più; e magari il giudice sportivo chiuderà qualche curva, un'assurda soluzione che penalizza tutti indistintamente in luogo di colpire i veri responsabili. Possibile che con tutto lo stuolo di telecamere a circuito chiuso non si riesca ad individuare e poi perseguire con pene esemplari chi si rende autore del lancio di petardi che nemmeno dovrebbero entrare negli stadi? Sarebbe ora di finirla con le solite misure indiscriminate che colpiscono prima di tutto il nostro calcio, poi le società, quindi le tifoserie che, a parte i soliti noti, pagano inopinatamente per colpa di quattro imbecilli, ma anche di un sistema incapace di assicurare una giusta repressione contro gli effettivi responsabili di certi comportamenti. Con i problemi di sempre, regolarmente irrisolti, la FIGC ha il coraggio di chiedere ancora all’UEFA di poter organizzare i campionati europei del 2016. Chissà le pernacchie e le risate di scherno di cui ci faranno bersaglio tedeschi, inglesi e spagnoli rivedendo la rituale questua italiana. Pur di non darci l’Europeo del 2012 l’hanno assegnato a polacchi ed ucraini, che nemmeno avevano stadi e infrastrutture per organizzare un Europeo di tressette. Del resto, dopo aver sbraitato alla luna per "il più grave scandalo di tutti i tempi del calcio mondiale", era il minimo che ci si dovesse aspettare. Ma pare che questa volta gli argomenti della delegazione capeggiata dal presidente federale Abete siano particolarmente convincenti. Ci sono 744 milioni di euro di buone ragioni da far cadere a pioggia su 12 stadi. Chissà con quali argomenti la delegazione italiana convincerà i rappresentanti dell’UEFA che questa volta no, non verranno sprecati soldi, come in occasione dei Mondiali del ’90. Allora si sperperarono 1250 miliardi di denaro pubblico con il beneplacito di Montezemolo, allora presidente del Comitato organizzatore di Italia ’90. Magari qualche delegato UEFA sabato sera si è pure visto Sampdoria-Fiorentina, giocata su un terreno di gioco così penoso che nemmeno nelle categorie dilettanti sarebbe ammissibile. Ma quale calcio vogliamo esportare? Perché questo Paese continua a coprirsi di ridicolo? |
Post n°338 pubblicato il 17 Febbraio 2010 da nick66
Il libro è un diario di questi ultimi anni e i nostri lettori più affezionati potranno imbattersi in articoli conosciuti. Ma accanto ai nostri pezzi più significativi, troverete anche qualche inedito, sorta di “stato dell’arte” dopo tre anni di questa nostra esperienza di giornalisti d’inchiesta sui generis. Per ordinare il libro manda una mail con nome, cognome e indirizzo completo all'indirizzo: |
Post n°339 pubblicato il 22 Febbraio 2010 da nick66
Per fortuna si può tornare a parlare di calcio con Roma e Milan che, vincendo contro Catania e Bari, si avvicinano al vertice, la Juventus che a Bologna coglie la seconda vittoria consecutiva e si ritrova al quarto posto, il Napoli che rallenta e le isolane Palermo e Cagliari a un soffio dalla zona Champions. Ma, più del calcio giocato, è sempre quello parlato che desta più scalpore. Il Mourinho “ammanettato” è stato ripreso da tutte le prime pagine dei giornali sportivi, le sue risate di scherno alle decisioni di Tagliavento sono state viste in mondovisione, provocando la grottesca reazione della San Siro nerazzurra che si è inventata una pañolada in stile Bernabeu. Ci domandiamo se ci sia un limite a certe sceneggiate che contribuiscono a togliere credibilità ad un calcio italiano che già di per sé ne ha poca. In queste ultime settimane il clima si è fatto sempre più irrespirabile con tanti presidenti a dare il cattivo esempio, esacerbando gli animi con le solite dichiarazioni in libertà. Dopo Siena-Napoli ci si è messo anche l’ultimo arrivato, Mezzaroma, che ha dichiarato che "certi arbitri non vuole più vederli", senza considerare che dopo pochi minuti un suo giocatore, Ghezzal, non è stato espulso per una pericolosissima entrata con piede a martello sulla tibia di Campagnaro. Il laziale Lotito si è messo a discutere su un rigore che ai più è sembrato netto chiosando che “gli arbitri devono ritrovare credibilità”. La settimana scorsa aveva detto la sua Preziosi per via del rigore farlocco assegnato alla Juventus, dimentico del gol regolare annullato a Iaquinta all’andata. E che dire di De Laurentiis, che qualche settimana fa ha addirittura evocato Calciopoli per giustificare le polveri bagnate dei suoi, dimentico di certi tuffi di Lavezzi e Zalayeta per il fischio facile di Bergonzi.
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Post n°340 pubblicato il 01 Marzo 2010 da nick66
C’erano, ad Udine, quasi più tesserati dell’Inter in tribuna che in campo. Mourinho, Cordoba, Samuel, Cambiasso e Muntari chiusi nel loro bel piumone e l’Udinese che dopo nemmeno due minuti metteva un po’ di Pepe al campionato andando in gol. Ma poi arrivano tre grandi gol di Balotelli, Maicon e Milito e, avendo pure la traversa dalla propria parte, gli Onesti si portano a casa tre punti che valgono oro. Dietro ai nerazzurri, il Milan resta a -4 timbrando la vittoria di prassi contro un’Atalanta vittima designata. La Roma invece perde terreno bloccata all’ultimo minuto da un Napoli mai domo. Nel campionato delle altre è il Palermo a comandare la classifica, rifilando un imbarazzante 0-2 alla Newventus. A Torino sono i rosanero a fare la figura della grande squadra, mentre gli avversari accusano forse le fatiche di Coppa, ma dimostrano anche di essere di una totale inconsistenza anche quando le gambe sembrano girare. Pietà per Del Piero e Trezeguet che a questa squadra hanno dato tanto, ma che sono assolutamente improponibili in simili condizioni. Chissà se Paolucci ed Immobile farebbero meno del nulla di cui sono stati capaci i due titolari. E Diego? Beh, se non troverà spazio Giovinco appena sarà disponibile, allora veramente ci si vuole fare del male, magari impacchettando la formica atomica al Corvino di turno nel prossimo mercato, in cambio di qualche altro pacco a cui una società di incompetenti ci ha abituato. Almeno non chiamiamola più Juventus fino a quando qualcosa non cambierà veramente in questa società che, da Calciopoli in poi, ha fatto dell’autolesionismo la propria regola. Ma forse fa parte del progetto vincere lo scudetto “del bilancio” e il premio “simpatia”, va' a saperlo. Comunque sia, anche per il quarto posto sarà durissima farcela per l’incolpevole Zaccheroni. Adesso il Palermo è su di due punti, appaiato c’è il Napoli, appena dietro di un punto c’è la Sampdoria, mentre Cagliari e Genoa, rispettivamente sconfitte da Chievo e Bologna, sono a soli tre punti. E il prossimo turno si aprirà sabato nell’anticipo pomeridiano con un Fiorentina-Juventus che promette più scintille del solito. I viola, con il pareggio all’Olimpico laziale, sono più che mai nel limbo di metà classifica, al pari del Chievo e del Parma, vittorioso contro la Sampdoria, anche se i ducali hanno un paio di punti in meno. Il Bari a Catania subisce la quarta sconfitta consecutiva e ne esce definitivamente ridimensionato, mentre il Bologna che espugna il Marassi genoano veleggia verso posizioni di assoluta tranquillità. Nel campionato di chi punta alla salvezza sono tre punti importanti quelli che aggiunge alla propria classifica il Catania, che appaia l’Udinese rimasta al palo. Quello della Lazio è un punticino che comunque la porta ad avere tre preziose lunghezze in più del Livorno sconfitto in casa dal Siena che, dato per spacciato da mesi, non si arrende e coglie appunto a Livorno la seconda vittoria esterna consecutiva dopo quella maturata contro il Chievo. In mezzo c’è il pareggio contro il Napoli a formare la miniserie positiva di un’imbattibilità che dura tre partite. La Lazio, quartultima, è ora a sei punti di distanza. Con il carattere di Malesani, questa salvezza non sarà assolutamente facile, ma non è certo un miraggio.
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Post n°341 pubblicato il 08 Marzo 2010 da nick66
C’è il nulla di fatto sull’ennesimo campionato inter-aziendale post Calciopoli. Se gli Onesti non riescono a sbloccare il risultato contro il Genoa, Roma e Milan mantengono le distanze non riuscendo ad approfittare dello scontro diretto per ergersi ad anti-Inter. Il Palermo, secondo pronostico, ha regolato il Livorno consolidando il proprio quarto posto. Nulla di clamoroso se non la sconfitta del Napoli a Bologna, ma per il resto tutto nella norma. Forse in Australia, in Malaysia e in Trinidad e Tobago non ci crederanno, ma a tenere banco comunque nel cortile del calcio italiota sono state al solito le polemiche sulla partita della Juventus. Ma come mai, si chiederanno anche in Alaska, alle Antille o negli Urali, visto che i bianconeri hanno vinto a Firenze senza che la terna arbitrale ne abbia combinata qualcuna di grossa? Bisogna proprio vivere nell'Italia pallonara per capirlo, quella del “se” e del “ma” su ogni azione di gioco, quella del terzo tempo alla moviola, quella del quarto tempo sui giornali e nelle televisioni private del lunedì, quella del sentimento popolare che monta, tutti i giorni, dal lunedì alla domenica, ignorando il più delle volte la bellezza del gioco del calcio, l’aspetto tecnico stranamente assente da tanti inutili dibattiti televisivi. Può succedere allora che per un gol regolare assegnato alla Juventus, i commentatori dei canali Mediaset diano del Mandrake al guardalinee, così super dall’aver visto giusto nell’azione di gioco. Sarebbe forse stato “normale” nel caso avesse sbandierato un fuorigioco inesistente? Nemmeno il responso dell’immancabile moviola ha saputo placare quanti, in spregio alla verità dei fatti, non sanno far di meglio che sproloquiare di una “Juventus vincente grazie a qualche favore arbitrale”, come nel caso di gente che ha l’ardire di commentare il campionato di calcio dal comodo scranno di televisione e radio di Stato. Addirittura l’ineffabile Galeazzi ha chiuso il suo sketch con un “Forza Palermo”, giusto perché i rosanero stanno insidiando il quarto posto alla Juventus. E che dire di Radio Rai che, nel commento alla partita, si ritrova con un cronista che si sbilancia nel dire che "c’era un clamoroso rigore per la Fiorentina" e che "a Napoli forse hanno ragione a dire che la Juventus deve arrivare quarta per forza". Concetti ripresi dai Franco Rossi, capaci di scrivere dal proprio pulpito di un “clamoroso gol in fuorigioco” e un “nettissimo rigore negato alla Fiorentina” e che “Calciopoli non è mai finita”. Vaglielo a dire a questi qui che semmai c’è stato fallo di Chiellini su Keirrison, e sottolineiamo “semmai”, il tutto si è verificato fuori area. E quelli di Sky? Beh, più che “occultare” il fuorigioco in occasione del gol segnato dalla Fiorentina e regalarci il solo replay “schiacciato” nell'occasione del netto fallo di mano in area di Zanetti da punire verosimilmente con il rigore, che potevano fare di più? A cantargliele al Caressa “si vabbé, ma Manninger...” e al Bergomi del “lo voglio rivedere Fabio” ci ha pensato il solitamente misuratissimo Zaccheroni, che ha dimostrato di non essere disponibile a farsi prendere per il cesto dal chiacchiericcio di certi gironi infernali dove si alimenta il sentimento popolare anti-juventino. Quello stesso sentimento popolare che autorizza "un manipolo di tifosi viola" a contare una per una le vittime dell'Heysel, così come riportato da pochissimi quotidiani ed amplificato da Claudio Zuliani su 7Gold. Nessuno scandalo, forse perché stavolta non c'è di mezzo un Balotelli che autorizzi a gridare allo scandalo. E allora, parafrasando Sciascia potremmo dire che i giornalisti si possono dividere in giornalisti, mezzi giornalisti, giornalistucoli e quaquaraquà. Al lettore la scelta di attribuire ad ognuno la dovuta categoria. |
Post n°342 pubblicato il 15 Marzo 2010 da nick66
Chi l’ha detto che i gol fanno spettacolo? Sarà anche così, ma il record stagionale di reti (39) si porta in dote la sensazione della modestia assoluta in cui ormai è sprofondato il campionato italiano. Se l’Inter cade a Catania in attesa di capire se riuscirà finalmente ad andare oltre gli ottavi di Champions, le altre grandi, o presunte tali del campionato, sembrano galleggiare allo stesso livello di un Livorno, un Siena o un Chievo qualsiasi. Questa è la sensazione, anche se poi il fatto del giorno è che il Milan, grazie a una prodezza di Seedorf in pieno recupero, è adesso a un solo punto di distacco dai cugini nerazzurri. La Roma a Livorno perde invece punti importanti per avvicinarsi alla capolista, ma il mirino dei giallorossi è puntato sul 28 marzo, giorno di Roma-Inter. Nel campionato delle altre, il Palermo conserva la quarta piazza pur perdendo ad Udine. A Torino la squadra di casa gioca 10’ da Juventus e il resto da Ridentus. Non c’è limite al ridicolo di cui, specie quest’anno, si sta coprendo la società bianconera. Con tre tiri e tre gol sembrava proprio di poter vivere finalmente un pomeriggio sereno contro l’ultima in classifica, ma ancora una volta sono emersi tutti i limiti di una squadra senza capo né coda, costruita da gente che ha dato tale prova di incapacità che non vorremmo davvero vederla mai più associata al nome di quella società che ebbe presidenti Edoardo prima e poi Gianni, quindi Umberto Agnelli, per tacer dei Boniperti e dei Chiusano. Quella di adesso è gente che in quattro anni ha dilapidato duecento milioni e passa in acquisti-farsa senza un qualsivoglia progetto tecnico, alla faccia di certi record di bilancio sventolati ad minchiam. Gente che non sembra mai rispondere delle proprie responsabilità, nonostante le colpe siano così evidenti che basterebbe un minimo di dignità per fare un passo indietro. Con chi altri prendersela per lo scempio di questa stagione? Altri cinquanta milioni buttati in due brasiliani che con la Juventus non c’entrano nulla e patrimoni come Giovinco bruciati in nome di scelte scriteriate. Durante la partita contro il Siena ci è toccato addirittura assistere a un Felipe Melo qualsiasi che si è permesso di mandare platealmente a quel paese il pubblico che lo beccava. Ma dove siamo? Non certo alla Juventus, perché un individuo del genere in una società che si faccia rispettare dovrebbe essere multato, messo fuori squadra e venduto alla prima occasione. Per certa gente, prima dell’ingaggio, non sarebbe male pensare a un test che misuri il quoziente intellettivo. Scommettiamo che qualcuno non sarebbe mai arrivato? Ormai la stanchezza sta lasciando spazio alla disaffezione per una squadra che è veramente sempre più difficile associare alla Juventus. L’unica speranza è che a giugno cambi veramente tutto, con persone credibili che vadano ad occupare i dovuti ruoli senza continuare con la tafazziana politica di mandare dilettanti allo sbaraglio.
Il prossimo turno di campionato metterà i bianconeri di fronte alla Sampdoria nella trasferta di Marassi. Quella con i doriani, che seguono a un punto in classifica, è una partita particolarmente importante, cui Del Piero e compagni arriveranno dopo aver disputato il ritorno di Europa League giovedì sera a Londra. E’ lecito chiedersi se questa squadra, pure falcidiata dagli infortuni, abbia la possibilità di centrare il doppio obiettivo di continuare il cammino nell’Europa di serie B ed arrivare almeno quarta in campionato. E se la risposta è no non è pessimismo, ma realismo, che vorremmo venisse smentito dai fatti. Dietro a Del Piero e compagni, oltre alla Sampdoria, sgomitano Genoa e Fiorentina che vincono gli scontri diretti rispettivamente contro Cagliari e Napoli, e pure il Bari riprende la serie positiva espugnando l’Olimpico laziale. Merita un approfondimento il Napoli, cui non è stato concesso un rigore solare che poteva chiudere la partita contro la Fiorentina, che stavolta non si è lamentata dell’arbitro. Il presidente De Laurentiis avrebbe avuto tutte le migliori ragioni per sbroccare ed inveire in sala stampa contro la decisione che al Napoli è costata tre punti ma, a differenza di quando si lamentò a sproposito parlando di Calciopoli, stavolta lo fa con misura ed eleganza andando dritto al nocciolo: “Questo è un calcio vecchio governato da sordi”. Nella lotta per non retrocedere sembrano poter essere decisive le vittorie di Catania e Udinese con le due squadre a 7 dal terzultimo posto. Ormai la lotta salvezza sembra ristretta solamente a Lazio, Livorno, Atalanta e Siena. Tra la quartultima e l'ultima ci sono solo 4 punti: e delle quattro see ne salverà solo una. TOP DI GIORNATA Muntari (Inter). Dà il massimo in 80” in cui riesce ad entrare, farsi ammonire, procurare un rigore per gli avversari e farsi espellere. Una presenza quella di Muntari assolutamente determinante per sancire la vittoria del Catania. La sua candidatura a interistavero del decennio è di quelle pesanti tanto che Gresko, mai dimenticato protagonista del fatidico 5 maggio, si sarebbe già ritirato dal concorso. Lucarelli (Livorno). Realizza una tripletta trascinando il Livorno a spuntare un pareggio contro la Roma. Per gli amaranto si tratta di un punto pesante rosicchiato alla Lazio che li precede in classifica. Vero capitano! Seedorf (Milan). Entra in campo a pochi minuti dalla fine con il risultato che non ne vuole sapere di sbloccarsi. Lui ha il merito di azzeccare a tempo scaduto la giocata da grande campione che riporta temporaneamente il Milan sotto di appena di un punto in classifica rispetto all’Inter. E mercoledì, nel naufragio di Manchester qualcuno l'ha lasciato in panchina... FLOP DI GIORNATA Grygera (Juventus). E' il miglior attaccante del Siena. Dai suoi piedi parte l’assist che rimette in partita i toscani ed è sempre lui che procura goffamente il rigore del pareggio. Quanto ci toccherà sopportare ancora questa autentica sciagura? Lazio. Nemmeno l’arrivo di Reja e il ritorno in squadra di Ledesma sembra siano serviti a qualcosa. Dopo la vittoria dell’esordio a Parma sono arrivate tre sconfitte e un pareggino per la Lazio del nuovo corso, che è sempre più invischiata nella lotta per non retrocedere e dimostra pure di non possedere gli anticorpi per lottare. Felipe Melo (Juventus). Finisce dietro la lavagna per motivi disciplinari. E’ inammissibile che un elemento, con qualsiasi maglia giochi, e a maggior ragione con quella bianconera, si rivolga al pubblico mandandolo a quel paese. Speriamo faccia un bel Mondiale con il Brasile, ma solo per assicurarsi che qualcuno se lo porti via. Indegno!
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E' un barile senza fondo quello che raschia la Newventus. In gita a Londra per un giro sulla ruota panoramica, sbriga la faccenda beccando quattro reti uscendo anche dall'Europa di serie b, giusto in tempo per non fare tardi a cena. Il solito spettacolo indecoroso con pappemolli in campo a coprirsi di ridicolo con indosso una maglia giallo orina. Senza un briciolo d'onore, senza un barlume d'orgoglio, pensionati e bidoni tutti insieme indecorosamente. Non c'è più voglia per fare alcuna analisi di quello che si è visto in campo, c'è solo una grande vergogna di vedere gente che indegnamente rappresenta la società, certo in campo, ma anche e soprattutto fra i quadri dirigenziali, spocchiosi e incompetenti come il francese che vorremmo vedere sparire per sempre come per magia. Questo è un incubo senza fine, stanno calpestando senza remore il cadavere di una Juventus morta ammazzata in quella maledetta estate. Con le mani sporche di sangue continuano a far brandelli di quel poco che era rimasto. Ormai è ufficiale che di quello scempio non è rimasto più nulla. Complimenti Ingegnere, delitto perfetto! |
Post n°344 pubblicato il 23 Marzo 2010 da nick66
Operazione aggancio sfumata per il Milan, che impatta con il Napoli e perde ancora Pato per infortunio. L’Inter rimane capolista, ma con il freno a mano tirato. E’ un mezzo fallimento la campagna sicula di Mourinho, con un punto raccolto in due partite, ma è oltre un mese che i nerazzurri faticano in campionato, avendo messo insieme solamente 7 punti in 6 partite (una vittoria, 4 pareggi, una sconfitta), evidenziando serie difficoltà a gestire il doppio impegno Campionato e Champions League. La squadra di Mourinho, a questo punto della stagione, ha 9 punti in meno dell’Inter di un anno fa, e 8 in meno di quella di Mancini. Ora, se davvero gli Onesti arriveranno dritti in semifinale, eliminando i russi del CSKA, dovranno affrontare il doppio impegno fino alla penultima giornata di campionato. Un ruolino che potrebbe essere esaltante, ma anche far perdere loro tutto, visto che in Campionato Milan e Roma sono ormai arrivate a tiro. Per portarsi avanti, alla Gazzetta dello Sport hanno deciso di festeggiare subito. La rosea, da vero Inter Club, ha distribuito qualche giorno fa un bel posterone con l’Inter degli eroi che mica hanno già vinto la Champions ma, per le loro abitudini, l’aver raggiunto i quarti di finale di Champions è già “tanta roba”. Chissà cosa si inventeranno alla Gazza anche se solo “gli eroi” dovessero riuscire a raggiungere le semifinali. Intanto a Roma si affilano le armi in vista dello scontro diretto di sabato prossimo e nel frattempo Vucinic trascina i giallorossi con una tripletta contro l’Udinese. Almeno grazie a Milan e Roma il campionato si è ridestato.
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Post n°345 pubblicato il 27 Marzo 2010 da nick66
Non sappiamo se provare più rabbia, disillusione, sete di giustizia, o chissà quale altro sentimento. Se pensiamo a Calciopoli e alla deposizione del tenente colonnello Auricchio prevale lo sconcerto, più che la soddisfazione di avere riscontrato come tutta l’indagine “offside” sia in realtà basata su fragili fondamenta. Vorremmo capire se è lecito, e se è cosa normale, che indagini per un reato grave come l'associazione a delinquere siano condotte facendo riferimento agli articoli de La Gazzetta dello Sport, piuttosto che a prove di qualsiasi genere. Se si parla di reati consumati per influenzare delle partite si può visionare le stesse, si può prendere visione dei referti arbitrali quali fonti primarie dell’evento, ma rispondere affermando che lo ha scritto la Gazzetta lascia veramente basiti come cittadini di questo Paese. Questo modo di condurre l’indagine, confermato in aula, ma che avevamo già intuito leggendo le informative, ci lascia basiti. Se pensiamo che Auricchio è stato addirittura elogiato e portato ad esempio da alcuni media, abbiamo un quadro realistico di quale sia il livello di certa informazione nel nostro Paese. A leggere il resoconto stenografico dell’udienza che ha visto protagonisti Auricchio e l’avvocato Prioreschi, legale di Moggi, si ha una percezione di superficialità nella conduzione delle indagini dei “Magnifici 12”, come li aveva battezzati un articolo de La Repubblica (riportato in un nostro articolo), eroi di una docufiction su La 7 che, man mano che le udienze si susseguono, perde di valore e credibilità. L’unica cosa certa delle indagini è che sono state condotte quasi esclusivamente sulla Juventus. Perché mancano le telefonate interiste a Bergamo, che si intuisce siano avvenute ascoltando altre intercettazioni? E anzi praticamente per certo confrontando il silenzio del teste con la tempestiva ammissione del pm affrettatosi a precisare: "Beh qualcosa sarà sfuggito". “Non lo so, non so dare spiegazioni” è stata la sconcertante risposta dell’ufficiale, che fa il paio con quanto dichiarato dal guardalinee Coppola che, nel corso di una precedente udienza, aveva testimoniato affermando che, al proposito di riferire certi fatti riguardanti l'Internazionale F.C., chi indagava gli rispose "L'Inter non interessa". Ma tutto l’interrogatorio è stato un vortice di domande puntuali, da parte dell'avvocato Prioreschi, e di risposte vaghe condite da molti “no”, specie quando è stato chiesto se le partite oggetto delle indagini fossero state visionate, per verificare se c’era stata o meno la frode sportiva, ipotizzata sulla scorta delle sole intercettazioni. E per fortuna nell'estate del 2006 certa stampa, fra le tante accuse miseramente cadute, non ha accusato Moggi di un qualche omicidio, perché stando al metodo seguito per le indagini, oltre all'accusa di associazione a delinquere, l'ex direttore generale della Juventus si sarebbe trovato pure un'accusa di omicidio sulle spalle. Uno dei momenti culminanti del controesame è stato quando Prioreschi ha chiesto al Giudice Casoria di ammonire il teste per reticenza riguardo al “sì”, diventato poi un “controllo”, quindi ancora un “allora non ricordo” riguardo alla vicenda legata al presunto “rapimento” di Paparesta nello spogliatoio di Reggio Calabria, poi rivelatosi un falso che molti giornalisti disinformati continuano ad inserire nei loro articoli, facendo scempio della verità, a danno dell'informazione corretta che dovrebbero garantire ai loro lettori. L’interrogatorio ha raggiunto l'umorismo quando il teste, che ha riconfermato di non essersi avvalso come fonte di indagine di Tuttosport, perché “di parte”, su Mediaset ha risposto: “Non mi risulta che sia controllata dal Milan”. Ma no, certo, aveva più potere mediatico Moggi controllando la “patente a punti” degli arbitri al Processo del Lunedì, grazie all’amicizia con Baldas. C’è da riflettere su come in questo Paese ci si possa trovare imputati di associazione a delinquere sulla scorta di telefonate intercettate, senza un'opportuna verifica se le cose dette trovano riscontro o meno, se non su La Gazzetta dello Sport; c’è da riflettere sulle modalità con cui sono state condotte indagini che assumono articoli di giornali sportivi quali prove inconfutabili; c’è da riflettere su come i media, che oggi disertano il processo reale, o riportano poche righe innocue, abbiano condotto invece nell'estate 2006 vere e proprie arringhe accusatorie dalle colonne dei propri giornali annunciando addirittura in anticipo le sentenze dei tribunali sportivi. Infine, c’è da continuare a riflettere, sempre per usare un eufemismo, su come le istituzioni sportive abbiano condotto il processo, con l'abbattimento di un grado di giudizio, senza alcuna garanzia per le difese, ed elaborando di sana pianta in camera di consiglio (!) quell'"illecito strutturato" dato dall'aberrante somma di comportamenti sleali (art. 1) che costituirebbe un illecito (art. 6). Continuiamo a riflettere su come la proprietà e la dirigenza della Juventus abbiano, nella sostanza dei fatti, assecondato questo sistema, non alzando un dito per difendere i propri dirigenti e tutelare la società. Se questa è Calciopoli... |
Post n°346 pubblicato il 29 Marzo 2010 da nick66
Nella giornata che riapre il campionato c’è da scommettere che pure Galliani abbia intonato un “Grazie Roma” prima di imprecare ad infortuni e squalifiche che stanno frenando la corsa dei rossoneri. Nell’anticipo di sabato una bella Roma ha avuto ragione di Mourinho e compagnia, nonostante un gol interista segnato in fuorigioco, un rigore non concesso ai padroni di casa, sacrosante espulsioni non comminate per i falli di Lucio e Chivu. Si può pure parlare di un’Inter sfortunata per avere colpito tre legni, ma le presunte lamentele nei confronti dell’arbitro che certa stampa attribuisce a un silente Mourinho suonerebbero veramente grottesche. Ora che la Roma è a un punto di distacco inizia un altro campionato. C’è anche il Milan a tre punti dalla vetta, anche se i rossoneri, nonostante un rigore generosamente concesso da Tagliavento, non sono riusciti ad andare oltre il pari contro la Lazio. Troppo pesanti le assenze di lungo corso di Pato, Nesta e Beckam, cui si sono aggiunte anche le squalifiche di Pirlo e Ronaldinho. Fatto sta che nelle tre partite che potevano lanciare il Milan in vetta sono arrivati due striminziti pareggi e una sconfitta. Troppo corta la panca rossonera. |
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