Creato da Prisoner.Of.Soul il 05/04/2008

Prisoner Of Soul

Queste gioie violente hanno fini violente. Muoiono nel loro trionfo, come la polvere da sparo e il fuoco, che si consumano al primo bacio.

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SOME WORDS

I think the highest and lowest points are the important ones. Anything else is just... in between. I want the freedom to try everything.

The body was the soul's prison unless the five senses are fully developed and open. He considered the senses the 'windows of the soul.' When sex involves all the senses intensely, it can be like a mystical experence.

Give me a reason, but don't give me a choice, 'cause I'll just make the same mistake... again.

 

 

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Post N° 22

Post n°22 pubblicato il 23 Luglio 2008 da Prisoner.Of.Soul


Vi è mai successo di ritrovarvi in un posto e non sapere nè il perchè nè il per come ci siete arrivati?

Domenica, dopo il lavoro, sono tornato a casa. Ho salutato i vicini che erano seduti fuori e sono entrato. Ho posato lo zaino da lavoro, mi sono lavato le mani e... ed ho pensato che mi sentivo troppo solo per restare solo chiuso là dentro.
Così sono uscito e mi sono messo a parlare con i miei vicini.

E poi non ricordo più niente. Ho passato circa un'ora e mezza a parlare con loro, ma non me lo ricordo. L'ultima immagine nitida è di quando sono uscito di casa e li ho salutati.

Crisi ipoglicemica... non una passeggiata, ma una cosa che da cui ci si riprende relativamente in fretta se presa in tempo, e dei problemi più gravi che può causare non ne voglio neanche parlare, in quanto non è successo.

Ma sapete una cosa?
Il fatto di avere avuto questa crisi, il fatto di non ricordare circa tre ore di quella giornata... non mi ha sconvolto troppo. Ok, non è una cosa bella, ma non è neanche la peggiore.
La cosa peggiore di quella giornata è stato il "risveglio" in ospedale.
Mi sono trovato sdraiato a guardare un soffitto che non riconoscevo. Acoltavo voci in lontananza che non mi erano famigliari. Ero in un posto che non sapevo cos'era. Poi, dopo la seconda flebo di glucosio si è schiarito tutto. Ho capito cos'era successo, anche se non ne so tutt'ora il perchè. Ho capito che cosa stava succedendo. Mi stavo riprendendo. Ecco perchè tremavo. Ecco perchè avevo tutto quel freddo. Ecco perchè sentivo la faccia tutta in un formicolio.
Ma è passato.

Dopo circa un'ora ho metabolizzato il tutto. Ero da solo. Era successo qualche cosa, in un momento di quella giornata che non ho saputo gestire. Sono tornato a casa, ho posato lo zaino, sono uscito e... e niente. Solo nero. Cerca di ricordare che cos'hai fatto. Casa... zaino... uscita. Buio. Ancora oggi non riesco a ricordarmi, e probabilmente non me lo ricorderò neanche tra 20 anni... e ancora molto probabilmente è meglio così.
Ma tutto questo non mi ha scombussolato in misura superiore a quanto abbia fatto.
Ciò che mi ha buttato a terra è stato il fatto di essere... solo. Nessuno che entrasse da quella porta automatica e corresse verso di te a chiederti come stavi. Nessuno chiuso fuori da quella barriera che aspettava tue notizie.

Vedevo i parenti delle poche persone di quell'ora entrare, sedersi su un lato del letto e parlare a bassa voce. Qualcuno accarezzava la fronte del marito, o della moglie o fidanzata che fosse. E ho cercato di immedesimarmi in loro. Ho cercato di sognare qualcuno seduto a fianco del letto. Ho sognato qualcuno che mi sfiorasse la mano. Ho sognato di vedere lei entrare.

Dopo qualche ora ancora, ho potuto parlare con un medico. Firmare il foglio di rifiuto del ricovero, e far chiamare il numero che il mio vicino aveva lasciato nel caso di necessità.
Poi quando è arrivato a prendermi per riaccompagnarmi a casa, ho scoperto che era rimasto lì per quasi due ore e mezza. Ma poi avevano detto che probabilmente mi avrebbero tenuto lì, quindi è andato via, ma ha lasciato il suo numero di casa.
Avrei potuto avere la sua compagnia. Ma ho detto che non avevo nessuno lì. Avrei potuto avere la sua compagnia... ma non sarebbe stato lo stesso.

Quando sono tornato a casa, dopo mille domande e mille risposte rassicurative, sono entrato. Mi sono messo sul divano. Ed ho pensato... se mi fosse successo dentro casa chissà come sarebbe andata a finire. Qualcuno se ne sarebbe accorto in tempo? Qualcuno sarebbe venuto a bussare alla mia porta... anche solo per una tazzina di zucchero in prestito?

Magari sì... magari no.

Mi sono sentito male. Non male come nel pomeriggio. Ma ho avuto... paura. O più che paura un senso di angoscia. Di quelli che ti fanno crescere la paura per ogni dannata cosa ostile possa accaderti.
E' stato come avere una corda attorno al collo. Una stretta che più cerchi di liberarti e più si stringe. Più cerchi di respirare aria e più quella si allontana dai tuoi polmoni.

Ed ho provato rabbia. Una rabbia cieca che erano anni che non provavo. Una rabbia che mi ha fatto maledire ogni cosa. Ogni scelta, ogni ferita ricevuta ed ogni ferita inferta. Ogni traguardo raggiunto ed ogni meta abbandonata.

Ho provato rabbia anche i giorni passati.

Ora mi sento solo abbattuto.

Prisoner.Of.Soul

 
 
 
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